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 2021  febbraio 17 Mercoledì calendario

Biografia di Yoko Ono

Yoko Ono, Tokyo (Giappone) 18 febbraio 1933 (88 anni). Artista, vedova di John Lennon. «La vedova più contestata del mondo ma anche artista tra le più versatili dell’ultimo mezzo secolo» [Renzo Fegatelli, Rep 5/1/2003]. In giapponese il suo nome si scrive 小野 洋子. Yoko significa «bambina sull’oceano», Ono «piccolo prato».
Titoli di testa «La più famosa artista sconosciuta: tutti sanno chi è ma nessuno sa cosa fa» (John Lennon).
Vita Primogenita di Eisuke Ono, banchiere, e di Isoko Yasuda Ono, pianista classica, nipote di Zenijiro Yasuda, fondatore della banca Yasuda • All’età di due anni si trasferisce in California con il padre. Tornerà in Giappone allo scoppio della guerra • «Avevo quattro anni, c’era la guerra. La mia famiglia aveva deciso di tornare a Tokyo dalla campagna dove eravamo rifugiati. Era notte, nevicava. Molti ci dicevano di non andare. Io ne ero così convinta che ho voluto essere messa su su, in cima alla montagna delle nostre cose accumulate su un camion. Da lì vedevo il precipizio su cui si affacciava la strada, tutta curve. Spaventoso. Poi ho guardato in su. C’era una luna bella, ma così bella...» [ad Antonio Mancinelli, Marie Claire] • «La famiglia Ono sopravvisse al bombardamento di Tokyo in un bunker a capanna. Lei e i fratelli si rifugiarono poi nella campagna e patirono anche la fame. Fu in questo periodo che sviluppò il lato più aggressivo del suo carattere: i bambini del posto schernivano i fratelli Ono, abituati alle buone maniere dell’alta società ed ora ridotti in povertà. Suo padre rimase in città e, senza che la famiglia lo venisse a sapere, fu internato in un campo di prigionia in Cina» • Dopo la guerra frequentò, dalle elementari al college, la Gakushūin, una prestigiosa accademia della capitale. Come compagni di studi aveva i due figli dell’imperatore Hirohito • «Quando ero alle elementari in Giappone avevo un libro con l’immagine di un guerriero che chiedeva sette sofferenze e otto disastri, perché voleva prendere su di sé le sofferenze e i disastri di tutti. Ho chiesto le sette sofferenze e la mia vita è diventata terribilmente difficile» [al Telegraph] • Da bambina era solita scrivere i suoi desideri su un foglio di carta, che poi appendeva sugli arbusti dei cortili dei templi buddhisti • La Ono ha raccontato che i suoi genitori avevano delegato l’educazione sua e dei suoi fratelli per lo più a tate e assistenti, quindi ebbe dei genitori distanti fisicamente ed affettivamente • Adolescente, Yoko si trasferisce negli Stati Uniti. Si iscrive al Sarah Lawrence College: «Sebbene i suoi genitori approvassero questa scelta, deploravano invece il suo stile di vita, punendola spesso perché frequentava persone considerate inferiori al suo rango. Nonostante ciò la Ono adorava circondarsi di artisti, poeti e personalità dalla vita bohémienne, in una ricerca di libertà cui aspirava per se stessa» [Mimmo Rapisarda] • Yoko Ono esplora l’arte concettuale, ammira e realizza performance irriverenti, dirige cortometraggi sperimentali [IoDonna] • Diventa membro del movimento Fluxus.
Matrimoni Nel 1956, sposa a Manhattan il compositore Toshi Ichiyanagi • I genitori le tagliano immediatamente i fondi. Yoko diventa una performer d’avanguardia squattrinata nel Greenwich Village di New York e provvede a se stessa: fa la cameriera, l’agente immobiliare e l’insegnante di musica in scuole pubbliche della grande Mela. Nel 1962 divorzia • «Dopo la separazione dal marito, cede alle richieste dei genitori e torna in Giappone. Malata di depressione viene ricoverata in ospedale. Anthony Cox, produttore cinematografico e promotore di eventi culturali, si reca in Giappone per liberare la Ono dal suo ricovero in ospedale e più tardi, quello stesso anno, i due si sposano. Nascerà così la figlia di Yoko, Kyoko, il 3 agosto del 1963. In questo modo Cox diventa assistente artistico di Yoko. I due si separano l’anno successivo» [lascimmiachepensa.com] • Del 1964 il libro Grapefruit (Pompelmo), surreali istruzioni in stile Zen da completare nella mente del lettore, come Nascondino: nasconditi finché tutti si dimenticano di te. Nasconditi finché tutti muoiono [Wikipedia] • Tra i suoi lavori più celebri degli anni Sessanta c’è Cut Piece, del 1965, una performance nella quale l’artista, seduta al centro di una sala della Carnegie Recital Hall di New York, permette agli spettatori di ridurle a brandelli i vestiti, fino a lasciarla quasi nuda. Tra le altre opere più rappresentative, Apple (quella che Lennon definì «una schifezza»), Yes, e il film sperimentale No. 4 del 1966, meglio noto con il titolo Bottoms, in cui sono ripresi glutei di persone che si muovono su di una pedana. Ono pubblicizzò il suo film stando attaccata a uno dei leoni di Trafalgar Square.
Lennon «Si incontrarono alla Indica Gallery di Londra nel 1966, quando lei porse a Lennon un biglietto con su scritto “respira” e lo invitò a partecipare a un lavoro artistico pagando 5 scellini per piantare un chiodo nel legno. Lui rispose: “Ti darò 5 scellini immaginari. Pianta un chiodo immaginario”. Come avrebbe detto Lennon più tardi: “È lì che ci siamo veramente incontrati. Quando i nostri occhi sono entrati in contatto e lei ha capito e io ho capito”. Dovevano passare due anni perché Lennon lasciasse Cynthia e in quel periodo lei gli inviava biglietti che dicevano “balla” o “guarda per me nel cielo”. Lui teneva sul comodino il libro di lei, Grapefruit. “Immagina una goccia di pioggia – c’era scritto – immagina un gocciolare di nuvole”. Quei due anni di immaginazione così profondamente sentita avrebbero dato vita al testo della canzone Imagine» [Laura Barton, Cds 15/6/2005] • Cynthia Powell, al ritorno da un viaggio in Grecia, trovò Yoko e John a letto insieme , nella loro villa nella campagna del Surrey [villa che il proprietario, lo svedese Bjorn Hallenius, ha messo in vendita nel 1994 per due miliardi e 375 milioni di lire, ndc]. Pare fosse la prima volta che i due facevano l’amore • «[...] Quando il pubblico fece la sua conoscenza nel 1968, la percepì subito come una mosca nel vaso di miele dei Beatles. “Sì, venivo dal nulla, venivo da Marte”, ride» [Barton, cit.] • Lennon e Ono si sposano a Gibilterra il 23 marzo 1969, 2 anni 4 mesi e 10 giorni dopo essersi conosciuti • Leonardo Vergani sul Corriere dell’epoca racconta che partirono da Parigi all’alba a bordo di un Hawker Siddeley 125 noleggiato dal Beattle: «Ai comandi c’era un personaggio della cronaca recente, Trevor Copplestone. Il pilota dell’aviogetto su cui avvenne il rapimento del primo ministro katanghese Ciombe. […] Non c’era anima viva ad aspettare i fidanzati, eccezion fatta per i due testimoni Peter Brown e David Nutter, ambedue dell’Apple Corporation, la società discografica dei Beatles. John e Yoko si sono recati all’ufficio di stato civile, che apre alle nove. II funzionario C. J. Wheeler ha compiuto il suo dovere a tempo di primato, dietro un uscio chiuso a chiave. Gli sposi sono quindi usciti da una porta di servizio. Erano tutti e due vestiti di bianco. Yoko era candida dalla punta dei piedi alla cima della testa. Cominciando dall’alto, indossava un cappello bianco ad ala larga, un minivestito bianco con sottana a piegoline, calze di lana bianca al ginocchio e scarpe da tennis. John portava una giacca bianca, pantaloni bianchi e, anche lui, scarpe da tennisti. Una divisa giudicata estremamente tradizionale dai giornali inglesi di questa sera, e completata da un mantello di pelliccia e dai famosi occhiali tondi con la montatura d’oro» • Il viaggio di nozze ad Amsterdam lo trasformano nel famoso bed-in all’Hilton hotel, una forma di protesta non-violenta contro la guerra in Vietnam in cui per tre giorni ricevono ospiti e giornalisti stesi sul letto • Dal giorno in cui sposa John Lennon, Yoko Ono diventa la donna più odiata dai fan dei Beattles. Matteo Bianchi, autore di Yoko Ono. Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio: «Yoko Ono era una donna orientale, era esteticamente lontana dal modello di bellezza dell’epoca (molti la consideravano un mostro), era una femminista, era un’artista concettuale, era una che aveva molte cose da dire e che non si sognava di impersonare il ruolo della first lady sorridente e silenziosa accanto al marito superstar. Tutti elementi che l’hanno resa fin da subito intollerabile al pubblico. Inoltre Lennon aveva lasciato moglie e figlio per lei, una scelta moralmente ancora molto condannabile negli anni ’60. Lo scioglimento dei Beatles è avvenuto tre anni dopo, ma per il pubblico (e i media) è stato così facile attribuire una relazione di causa-effetto ai due eventi che lei ha dovuto pagarne le conseguenze per decenni. Assurdo. Oltre che crudelissimo […]. L’odio nei confronti di Yoko è generazionale. Chi ha vissuto il periodo Beatles (quindi parliamo di sessanta/settantenni) la detesta ancora oggi […]» [a Francesco Raiola, Fanpage] • Dopo l’addio ai Beatles il sodalizio artistico tra John e Yoko si fa più forte: il primo album della John Lennon/Plastic Ono Band e Live Peace in Toronto 1969, il primo album da solista di Yoko Ono Yoko Ono/Plastic Ono Band viene pubblicato nel 1970 come versione alternativa del più famoso John Lennon/Plastic Ono Band. I due album avevano le copertine per lo più identiche: su quello della Ono campeggiava una foto di lei che si piega verso Lennon, su quello di Lennon era lui a piegarsi verso di lei • «La John Lennon/Plastic Ono Band avvia una serie di attività dove la produzione musicale non è solo un fine, ma un mezzo di amplificazione per richiamare l’attenzione su molti temi sociali e più in generale sui diritti umani: dal cessate il fuoco in Indocina, al femminismo, al fanatismo indotto dalle religioni e dalle dittature. I due fondano uno stato immaginario, Nutopia […] e chiedono ufficialmente all’Onu di riconoscere il paese, indicando ovviamente anche la data di fondazione, il primo aprile del 1973» [Pericoli, cit.] • «La produzione artistica di Ono è stata più volte stroncata dai critici. Brian Sewell, critico per il giornale londinese London Evening Standard, disse di lei: “Non ha creato nulla e non ha contribuito a niente, è semplicemente stata un riflesso del suo tempo... Penso che sia una dilettante, una donna molto ricca che sposò qualcuno che aveva del talento ed era la forza trainante dietro i Beatles. Se non fosse stata la vedova di John Lennon, adesso sarebbe stata totalmente dimenticata... Yoko Ono era semplicemente una parassita. Avete visto le sue sculture o i suoi quadri? Sono tutti orribili» [Wikipedia] • «In un certo senso sia John che io abbiamo rovinato la nostra carriera riunendoci anche se all’epoca non ne eravamo consapevoli» [al Telegraph] •
Kyoko «Dopo il divorzio da Cox, come risultato di una battaglia legale, la custodia della bambina fu assegnata in maniera permanente a Ono; tuttavia Cox, che nel frattempo era diventato un fondamentalista cristiano, rapì Kyoko, per crescerla in una comunità». Yoko sporge denuncia ma non ha notizie della figlia. La ritroverà nel 1971 a palma di Maiorca ma dovrà lasciarla alle cure del padre. Pare che il verso di Imagine “I hope someday you will join us”, sia dedicato a lei • Nel 1971, Lennon pubblica Happy Xmas: «La scrivemmo dopo colazione, in un albergo di New York. Poi, litigammo furiosamente e ce ne dimenticammo. La canzone rimase in un cassetto per un mese, forse di più. Intanto, si avvicinava Natale. John un giorno se ne ricordò: Ehi, che fine ha fatto Happy Xmas?. E la tirò fuori. Ne era entusiasta: Diventerà, per la nostra generazione, quello che White Christmas è stato per quelle precedenti. Fino a quando è stato in vita, la canzone non ha funzionato come lui aveva sperato, con suo grande dolore. Dopo l’8 dicembre 1980, Happy Xmas è diventato un inno popolarissimo. Credo che John sia contento ora» [a Massimo Cotto, Mess] • Nello stesso anno Yoko Ono pubblica l’album doppio Fly con Don’t Worry, Kyoko, un’ode alla figlia rapita • Kyoko poi andrà a vivere in Colorado ma «gli sforzi per ritrovarla avevano scavato un solco tra lei e Lennon; i due avevano annunciato almeno tre gravidanze e nessuna era arrivata a termine» [Soave Cds]
Separazione Lennon tradisce Yoko con la loro assistente May Pang e per 18 mesi il cantante lascia il Dakota Building di New York, dove viveva con la moglie, e si trasferisce a Los Angeles • «Il tradimento è stato qualcosa che non mi ha ferito, avevo bisogno di una pausa. Avevo bisogno di spazio» [dirà anni dopo Yoko Ono al Telegraph] • Tutti credono che a farli riunire sia stato Elton John ma stando alla ricostruzione di Ono «fu Paul McCartney, con Linda, a presentarsi un giorno a casa sua e a chiederle cosa l’avrebbe convinta a riprendersi John. “Non so”, rispose Yoko. “Certo mi piacerebbe essere corteggiata un po’”. Lennon le raccontò poi che McCartney andò da lui e gli disse: “Vuoi sapere come riconquistare Yoko?”. “Il suo intervento senz’altro ci aiutò – ha sottolineato Yoko – anche se tornammo insieme soprattutto perché tra di noi c’era ancora un legame profondo, c’erano dei sentimenti”. […] Quando si rividero, dietro le quinte al concerto di Elton John, bastò un’occhiata. Yoko aveva pianto per tutto lo spettacolo. “Io lo guardai, lui mi guardò, pensai, ah, si ricomincia. Fu un momento molto intenso. Sa cosa significa avere tutto il mondo contro? Non sapevo se potevo farcela ancora”. E invece decise di sì. L’uomo cui riaprì la porta dell’appartamento del Dakota Building era diverso. “Era sempre lui, solo più gentile, più sensibile, più delicato”. Insieme trascorsero altri sei anni, sei anni “felici”» [Paola De Carolis, CdS 2010] •
Sean Nel 1975, a 42 anni, Yoko Ono è in dolce attesa: «Quando ho saputo di essere incinta eravamo appena usciti da una crisi, non volevo che fosse un peso per lui e gli dissi che ero pronta ad abortire ma John disse: andiamo avanti [a Desert Island Discs, Bbc] • Per timore di perdere il bambino trascorre la maggior parte della sua gravidanza a letto. «”Quando sono rimasta incinta ho dovuto concentrarmi sulla gravidanza per nove mesi, anche se sapevo che in quel momento stava rovinando la mia carriera […]. – Ma si ricorda quel periodo che l’ha avvicinata a Lennon più che mai –: “John prendeva una sedia a rotelle e mi spingeva in cucina dove ci sarebbe stato il pranzo. Non è dolce?”» [Telegraph] • John scompare dalla scena pubblica: dal 1975 fino al 1980 si dedica al figlio. «Lui fa il casalingo e il “mammo”, gioca con Sean, pensa a cucinare, a fare il pane (una delle sue nuove passioni), a gestire casa (certo, con l’aiuto inevitabile di alcuni domestici), mentre Yoko cura gli affari, il business. D’altra parte è una scelta pragmatica. Genio e capacità manageriali non sempre vanno a braccetto […]. Per la gestione degli affari John non era molto portato. In ogni caso, tra lui e Yoko, se la cavava molto meglio Yoko (la quale era stata persino capace – e John lo ribadisce come occasione di vanto – di vendere una mucca a duecentocinquantamila dollari)» [Massimo Maugeri recensendo il libro, All we are saying. L’ultima grande intervista di David Sheff, Einaudi] • Nel 1980 il ritorno in studio. I due incidono Double Fantasy, che esce il 17 novembre [Favetto, Donna Moderna]
Morte di Lennon Il mattino dell’8 dicembre 1980 John e Yoko si svegliano presto, devono fare un servizio fotografico con Annie Leibowitz per la copertina di Rolling Stones «Lei lo vorrebbe da solo, lui insiste che ci deve essere anche Yoko Ono. Ne viene fuori una delle foto più famose del Novecento: Yoko Ono è vestita e ha addosso il rampicante Lennon, nudo, bianco come un feto troppo cresciuto o un Alien sbaciucchione» (Della Seta) • Davanti all’ingresso del Dakota c’è un drappello di fan che aspettano Lennon per un autografo, tra loro anche Mark David Chapman. Con sé, come molti altri, ha una copia di Double Fantasy ma, a differenza degli altri, ha anche una calibro 38. Poco dopo le 5 e mezza del pomeriggio quando Yoko e Lennon escono per andare a registrate Walking on Thin Ice riesce a farsi firmare una copia del disco [Diego Antonelli, Rai] • «Finito il lavoro nello studio gli chiesi se voleva cenare al ristorante prima di tornare a casa. John rispose di no, che aveva fretta di rientrare per vedere nostro figlio Sean prima che andasse a letto. Mentre arrivavamo sembrava preoccupato di fare tardi. Fu questa l’ultima cosa di cui parlammo» • Alle 22.50 Yoko scende per prima dalla limousine. Dopo di lei scende John che la segue a circa 5 metri di distanza. Chapman che era ancora lì davanti appoggia la sua copia autografata di Double Fantasy in una fioriera. Si mette alle spalle di Lennon e dalla distanza di circa 3 metri gli scarica addosso tutti e cinque i proiettili del suo revolver. Quattro vanno a segno […]. Yoko dapprima istintivamente scappa, poi torna indietro e si getta sul corpo di John oramai collassato a terra. Jose Perdomo, portiere del Dakota, toglie la pistola di mano a Chapman e la getta lontano. Poi gli urla “Ma ti rendi conto di che cosa hai fatto?”. Chapman, calmo, risponde: “Sì, ho appena sparato a John Lennon”. Jay Hastings, assistente di Perdomo, lo copre con la giacca della sua uniforme, gli toglie gli occhiali coperti di sangue e chiama il 911 [Diego Antonelli, cit.] • Mentre lo portavano all’ospedale, e lui perdeva sangue dalla bocca, gli infermieri gli chiedevano: «Sai chi sei?». Le sue ultime parole sono state: «Yeah, sure» («Sì, certamente»). Poi è morto. Yoko Ono accanto a lui, disperata.
Vedova Walking on Thin Ice (For John) viene pubblicata come singolo meno di un mese dopo e diveenta il primo successo di classifica di Ono • Dopo la morte di Lennon Yoko Ono passa mesi a letto nutrendosi solo di dolci al cacao e di funghi [Daily Mail] • Nel 1981, Yoko Ono pubblica l’album Season of Glass, con l’impressionante foto di copertina degli occhiali di Lennon rotti e insanguinati. I critici la accusano di essere priva di tatto • Nel 1982 esce It’s Alright, nel 1984 Every Man Has A Woman, uno dei progetti che Lennon non aveva avuto il tempo di realizzare. Quello stesso anno uscì postumo anche l’ultimo album di Lennon e Ono, Milk And Honey, anche se sotto forma di demo • Starpeace, un concept album concepito come un antidoto al sistema missilistico di difesa ideato da Ronald Reagan • Nel 1986 è in tour con Starpeace a Bruxelles, una guerra stellare che secondo Mario Luzzatto Fergiz ha perso. Si legge sul Corriere del 2 marzo del 1986: «Yoko è arrivata in scena sapientemente truccata, ma con un “look” fra il goffo e il comico, costituito da giacca e pantaloni colore crema di due taglie superiori alla sua misura. Sotto, una maglietta rossa, e ai piedi un paio di ciabatte dello stesso colore […]. L’impressione è penosa: lo stile è dilettantesco, canta fuori tempo, fuori tempo e fuori tono […]. Quando accenna a passeggiare sul palco ha qualcosa di clownesco. Insomma una patetica caricatura d’artista» • Dopo una lunga pausa, nel 1992 pubblica Onobox, un cofanetto con i maggiori successi dei suoi album da solista in versione rimasterizzata • Del 1994 il suo primo musical, New York Rock, e del 1995 Rising, il primo album realizzato con il figlio Sean Lennon e la band Ima. Rising dà anche l’avvio a un grande tour mondiale. In Italia si esibisce a Milano e, ancora una volta, Luzzatto Fergiz la stronca: «L’altra sera per Yoko Ono 75 spettatori paganti e 120 con biglietto omaggio […]. Il luogo scelto, i Magazzini Generali, non è particolarmente ampio e si è quindi rivelato adatto a ospitare la performance di questa artista-miliardaria che non ha mai affascinato il grande pubblico. Yoko, insieme agli Ima, la band di Sean, ha presentato […] uno show abbastanza sconcertante» • Durante la sua carriera, Ono ha collaborato con vari gruppi di artisti e musicisti tra cui John Cage, David Tudor, George Maciunas, Ornette Coleman, Charlotte Moorman, George Brecht, Jackson Mac Low, Jonas Mekas, Yvonne Rainer, La Monte Young, Richard Maxfield, Zbignew Rybczyński, Yo La Tengo e Andy Warhol • Le sue opere d’arte sono state rivalutate da diversi studiosi e critici d’arte. Negli ultimi anni il suo lavoro ha regolarmente ottenuto riconoscimenti e consensi. […] Michael Kimmelman, capo-critico d’arte del New York Times, ha scritto: “L’arte di Yoko Ono è uno specchio: come la sua opera A Box of Smile, ci riconosciamo nella nostra reazione ad esso; un piccolo stimolo ad un’illuminazione personale, molto Zen» • Nel 2001 l’esposizione dal titolo Yes Yoko Ono, è stata riconosciuta come la migliore mostra museale dell’anno, l’anno dopo porta al Lido di Venezia la sua opera Exit, 100 bare di legno dalle quali spunta un ulivo. Nel 2004 riempie la città di Liverpool con striscioni, borse, adesivi, cartoline, volantini con il seno di una donna e una vagina. L’opera, My Mummy Was Beautiful, era dedicata alla madre di Lennon, Julia, morta quando John era teenager. Secondo Ono l’opera voleva replicare l’esperienza di un neonato che guarda la madre: quelle parti del corpo sono per il bambino l’introduzione all’umanità. Gli abitanti di Liverpool non gradirono, ma la critica apprezzò. Chris Brown, giornalista del Daily Post di Liverpool: «Molti hanno amato l’opera (...) e Yoko Ono è riuscita di nuovo a far muovere gli occhi del mondo verso di noi» • Nel 2015 è al MoMA di New York con a Yoko Ono: One Woman Show, 1960–1971, una retrospettiva con 125 opere • Tra le ultime opere il Wish Tree, esposto anche in Italia, al Guggenheim di Venezia.
Malattia Nel 2020 Elliot Mintz, amico di famiglia di lunga data, ha rivelato al New York Post che le condizioni di salute di Yoko Ono non sono buone, che ha bisogno di assistenza 24 ore su 24 e che è costretta su una sedia a rotelle da tre anni: «Come tutti alla sua età è un po’ rallentata nel parlare. Ma è acuta come sempre». Dice che il figlio Sean va a trovarla tre volte a settimana e cena con lei, che spesso la invita come ospite d’onore ai suoi concerti e che anche la figlia Kyoko, che ha rincontrato nel 1998, le è molto vicina: «È grande amica di Sean e parte integrante della famiglia». Non ci è dato sapere di quale malattia si tratti.
Il marito segreto Dalla morte di John Lennon Yoko per tutti è rimasta una vedova inconsolabile ma stando al Daily Express e al Daily Mail si sarebbe risposata già tre mesi dopo la morte dell’ex Beatle, con Sam Havadtoy, uno scultore, ex antiquario ed ex arredatore americano di origine ungherese, di 18 anni più giovane di lei, che le fece da mentore e l’aiutò a gestire l’ingentissimo patrimonio [vedi sotto]. «[…] A detta del Daily Express l’ungherese l’avrebbe salvata dall’eroina e dal suicidio. Amanti in apparenza dal maggio del 1981, Yoko Ono e Sam Havadtoy si sono conosciuti nel 1978 quando lei andò a visitare a New York un negozio di antichità di cui lui era proprietario. Il Daily Express riferisce che secondo un biografo di Lennon - Albert Goldman - il cortesissimo Sam aveva avuto alcuni amori omosessuali prima dell’incontro con Yoko Ono» [Rep, 1996]. L’amore omosessuale Havadtoy, secondo Christopher Wilson del Daily Mail ,si chiamava Luciano Sparacino. E, stando a un certificato che Wilson scovò in Ungheria, i due si sarebbero sposati il 16 giugno 1981 e si sarebbero lasciati nel 2000 • In un suo album Sean, per il quale Sam ha fatto da padre, lo ha ringraziato «per l’assistenza e l’affetto».
Curiosità Abita ancora a New York, nello stesso stabile dell’Upper West Side di Manhattan dove visse con Lennon e dove lui, appena fuori dal portone, fu assassinato [Barton, cit.] • La sua casa spaziosa e «molto bianca». Dentro solo opere di altri artisti, «le mie sono in cantina» • Yoko Ono ha partecipato come guest star alla sit-com statunitense Innamorati pazzi • Dice di non avere il cellulare • Appassionata di scacchi, nel 2015 Yoko Ono ha lanciato un’app Yoko Chess per 2,99 dollari. Nella versione Doggie, i pedoni sono cani di diverse razze che si muovono su una scacchiera in mezzo alle montagne. E quando un pezzo viene mangiato, il cane abbaia. Il 20% del ricavato delle vendite è andato ad associazioni animaliste • Yoko Ono possiede una squadra di calcio e un suo marchio di vodka nonché una linea di moda interamente creata da lei e una catena di ristoranti • Secondo la rivista People with Money, Yoko Ono è una delle artiste più pagate al mondo. Avrebbe un patrimonio stimato di oltre 185 milioni di dollari • Yoko Ono ha sempre fatto molta beneficenza, da ultimo, all’inizio della pandemia a New York, ha donato 250.000 dollari al Montefiore Medical Center nel Bronx per sostenere le persone che non avrebbero potuto permettersi le cure.
Frasi «Mi sembra un miracolo rendere felice qualcuno solo con la mia firma» • «Sono una scienziata che trova nuove soluzioni ai grandi temi della vita» • «Senza narcisismo gli artisti non riuscirebbero a vivere» • «È dovere di ogni artista proteggere ogni collega» • «Le cose non sono mai permanenti. Non si deve mai stare al centro. È molto meglio stare di lato perché si vedono meglio le cose. Io sono da sempre un’outsider, credo sia una condizione di privilegio» • «Chi è Yoko Ono? Yoko Ono è una donna che ha avuto il privilegio di vivere con John e la dannazione di vederlo morire». «Sono sempre dentro di me ed ascolto cosa mi viene in mente. Sono come un condotto di un messaggio che passa attraverso di me. Mi interesso a tutto, ugualmente, ogni giorno. Sono innamorata della vita, del mondo, in ogni istante».
Religione «Credo che dentro ognuno di noi ci sia un potere che si possa anche chiamare Dio» [ad Antonio Mancinelli, cit.]
Titoli di coda «Yoko ha 87 anni vissuti come 400» (Elliot Mintz)