29 gennaio 2021
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Biografia di Margherita Buy
Margherita Buy, nata a Roma il 15 gennaio 1962 (59 anni). Attrice • «Musa multiforme del cinema italiano di qualità» (Fabrizio Corallo, il Fatto Quotidiano, 24/8/2015) • «La diva meno diva del cinema italiano, l’attrice della porta accanto, presente, e molto, sul grande schermo, assente, sempre, dalle pagine dei rotocalchi» (Fulvia Caprara, La Stampa, 9/8/2009) • La più premiata tra le attrici italiane. Sette David di Donatello. Sette Nastri d’argento. Cinque Globi d’oro. Tredici Ciak d’oro • Tra i suoi film: Domani accadrà (Daniele Luchetti, 1988), La settimana della sfinge (Daniele Luchetti, 1990), La stazione (Sergio Rubini, 1990), Chiedi la luna (Giuseppe Piccioni, 1991), Maledetto il giorno che t’ho incontrato (Carlo Verdone, 1992), Facciamo paradiso (Mario Monicelli, 1995), Va’ dove ti porta il cuore (Cristina Comencini, 1996), Fuori dal mondo (Giuseppe Piccioni, 1999), Le fate ignoranti (Ferzan Özpetek, 2001), Caterina va in città (Paolo Virzì, 2003), Il caimano (Nanni Moretti, 2006), La sconosciuta (Giuseppe Tornatore, 2006), Saturno contro (Ferzan Özpetek, 2007), Giorni e nuvole (Silvio Soldini, 2007), Due partite (Enzo Monteleone, 2009), Genitori & figli (Giovanni Veronesi, 2010), Happy Family (Gabriele Salvatores, 2010), Habemus Papam (Nanni Moretti, 2011), Viaggio sola (Maria Sole Tognazzi, 2013), Mia madre (Nanni Moretti, 2015), Moschettieri del re (Giovanni Veronesi, 2018) • Nomea di interprete nevrotica, timida, molto difficile. Modi schivi, riservati, liquida con tono spiccio i discorsi che non le interessano • «È un’ergastolana del set. Trasloca da uno all’altro. Il set è il suo convento, la sua morbida, rassicurante clausura. Ma anche la sua gloria» (Giancarlo Dotto, La Stampa, 8/2/2009) • «Ha ben interpretato i suoi personaggi femminili evidenziando la loro fragilità e sensibilità» (Treccani) • «Nel volto e nello sguardo si mescolano un velo di malinconia e una vena di ironia. E forse proprio questo strano mix è il segreto del fascino di Margherita Buy» (Franco Montini, la Repubblica, 7/4/2013) • Lei ha detto: «Vado molto forte come moglie cornuta, è la mia specialità».
Titoli di testa «Si può cominciare. Dunque l’interrogativo nei suoi occhi prende la forma delle parole: “Oddio, che cosa devo dire?”. Non si preoccupi, fra domande e risposte, alla fine verrà fuori un racconto. “Sì, ma da dove partiamo?”» (Stefania Rossotti, Grazia, 28/3/2017).
Vita «Roma 15 gennaio 1962. Il giorno in cui nasce Margherita Buy cade la neve a Palermo. Evento straordinario. “La neve o la mia nascita?”. È anche l’anno in cui esce il primo singolo dei Beatles. È una beatlesiana? “Per niente. I Beatles non mi hanno mai preso”. Meglio con i Rolling? “Forse, ma senza esagerare”» (Dotto) • «Sono nata e cresciuta in una famiglia “normale”, primogenita di tre femmine. Papà, un dirigente dell’Unità sanitaria locale, era un uomo rigido, inflessibile e strenuamente attaccato alle regole. Mamma stava a casa, si occupava di noi. Siamo cresciute al quartiere Coppedé, tra questi palazzi di fiaba con i pinnacoli e le torrette, un rifugio per i turisti» • Una nonna laureata, elegantissima, autrice di romanzi, porta la piccola Margherita in vacanza nei grandi alberghi di Merano e Venezia. Un nonno matematico, «sempre immerso in complicatissime formule». «Buy, il mio cognome paterno, viene dalla Francia. Il nonno di mio nonno era un ufficiale medico al seguito di Napoleone» (Aurelio Picca, iODonna, 4/2/2012) • «Ho frequentato il liceo scientifico: un posto terribile, quasi nazista. Gli anni della scuola non sono certo stati i più felici della mia vita, le materie scientifiche non facevano per me. Avevo sempre voglia di scappare, ma papà teneva più alla matematica che a tutto il resto. Era medico e pensava che la scienza avrebbe dovuto contagiarmi. Mamma ci lasciava libere, papà no. Spesso usava toni sprezzanti rispetto a qualsiasi scelta facessimo le mie sorelle e io. Abbiamo tre caratteri diversi ma la stessa incapacità di autostima: forse di questo dobbiamo ringraziare lui, anche se non gliene voglio» • «A un certo punto sua madre ha lasciato suo padre, e lei l’ha convinta a tornare a casa. “Con le mie sorelle: siamo forse più attente noi a loro che loro a noi. La vita è lunga, i momenti di stanchezza ci stanno, ma ci sembrava un gesto un po’ folle, e allora l’abbiamo fatta ragionare. Se avesse voluto davvero separarsi, penso che l’avrebbe fatto» (Sara Faillaci, Vanity Fair, 14/4/2015) • «Ho iniziato a studiare recitazione per caso. Ma forse no, non so. È tutta colpa di Andrea Camilleri, sì lo scrittore. Sua nipote era una mia compagna di scuola, la moglie mi dava ripetizioni di latino. Entrare nel suo appartamento soffocato di libri sugli scaffali e impilati sul parquet, mi ha folgorata. Camilleri era docente all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ne ho sentito parlare da lui e ho cominciato a pensarci. Ci pensai a lungo, tentai l’esame ma non venni ammessa. Ho studiato per un anno in una scuola privata e l’anno dopo ce l’ho fatta». Così ricorda il provino: «C’era un corridoio zeppo di giovani sbrindellati che non c’entravano niente con me. C’era chi improvvisava monologhi, chi cantava, chi faceva la ruota. Io ero a disagio, ma sentivo un’attrazione fortissima verso queste persone e questo mondo. Il bello è che ero timidissima, arrossivo per nulla» • «La mia fortuna è stata quella di cominciare con un gruppo di coetanei, da Daniele Luchetti a Giuseppe Piccioni, da Sergio Rubini a Cristina e Francesca Comencini fino a Ferzan Ozpetek, con i quali non ci siamo più lasciati. Siamo cresciuti insieme e insieme abbiamo raccontato le nostre vite» (a Montini).
Intermezzo «A proposito, le va di parlare d’amore? “Chi, io? Non sono in grado, non lo so proprio trattare, mi ritroverei a dire solo ovvietà. Ma in fondo: chi se ne frega, dai”. L’amore è una questione importante. “Sono negata per queste cose, vado in confusione. Do risposte brutte, vero?” Non sto cercando la risposta perfetta, mi basta che sia vera. “Io non rifletto mai sulle questioni di cuore, sono problemi che cerco di togliermi, su cui non voglio indugiare. Lei penserà: ma questa non sa parlare? Lo so, sono domande che voi giornalisti dovete fare, poverina anche lei”» (Rossotti).
Amore Ex moglie di Sergio Rubini. Si erano sposati nel 1993. Hanno divorziato nell’estate del 2012, ma continuano a lavorare assieme • Dal 1999 convive con lo pneumologo Renato De Angelis (Salerno 7 marzo 1952), dal quale ha avuto una figlia, Caterina, nata nel gennaio 2001. «L’esperienza di madre mi ha migliorato e mi ha fatto crescere, mi ha reso più responsabile» (a Montini).
Amicizia «“Io credo nell’amicizia femminile”. Davvero? “Sì. Va costruita, come tutte le relazioni, e mantenuta con un esercizio quotidiano. All’inizio ti servono conferme e i maschi te le danno, perché le donne trasmettono insicurezza. Però a un certo punto capisci che hai bisogno delle amiche. Oggi ne ho tante e le sento sempre vicine. In realtà sono immersa quotidianamente in un mondo di femmine: mia madre, due sorelle, una figlia. Grazie alle mie sorelle, la vita è più ricca e più semplice”» (Cristina Lacava, iO Donna, 4/9/2017).
Politica «Neanche le chiedo se è ancora di sinistra. “Lo sono stata, lo sono e lo sarò sempre. Sto bene nella cultura di sinistra e ne ho conferma ogni volta che incontro qualcuno che ha un pensiero di destra”. Come lo riconosce? “Bastano poche parole, un pensiero, un atteggiamento, il modo di trattare il denaro, con ostentazione. Il disastro dei partiti ci ha privato dell’appartenenza. Non ci resta che restare di sinistra nei comportamenti. Serve anche ad affrontare meglio il futuro”» (Rossini) • «Oggi è più interessante scappare con un comunista o con un camionista? “Sono già scappata una volta con un comunista. Con nessuno dei due, direi”» (Dotto).
Nudi La sua prima scena di nudo a 48 anni, nel film Lo spazio bianco di Francesca Comencini. «Mi sono sempre vergognata e non ho mai pensato che il nudo aggiungesse qualcosa a un film. A 48 anni, mi sono spogliata perché si trattava di mostrare un corpo reso vulnerabile dalla maternità» (a Stefania Rossini, L’Espresso, 29/1/2010). «Ho fatto spogliare anche la Comencini. Volevo condividere il momento, per sentirmi meno imbarazzata. Tenga conto che io non sto nuda nemmeno a casa mia» (a Paola Jacobbi, Vanity Fair 21/10/2009).
Giudizi «La verità è che Margherita Buy ha il “duende”, quel certo non so che, una marcia in più che la rende unica e irripetibile» (Ferzan Ozpetek) • «Margherita. Dopo quindici minuti si può essere travolti da una tenerezza smisurata. A me è successo» (Enrico Lucherini) • «Oggi uno come Giulio Tremonti fa il dieci per cento in più di audience in tv di Margherita Buy, che invece dovrebbe surclassarlo». Che morale se ne trae? «Che tira più un pelo di Tremonti di un prato di margherite» (Roberto D’Agostino, a Novella2000, 18/12/2008).
Curiosità Alta 1 metro e 72 • Pesa 62 chili • Appartamento a Roma, con pareti grigie, divani grigi, stipiti grigi, cuscini grigi. «Mi rilassa. Lei preferirebbe il bianco? Io lo trovo inquietante. Ho scelto il grigio perché rende le cose uniformi, tutto diventa uno sfondo. Insomma, mi tranquillizza» • Un cane trovatello di nome Matteo • Laziale • Ha paura di volare • Tiene i vari Ciak d’Oro e i Nastri d’argento stipati in un baule, i David sparsi nelle varie stanze della casa • Non ha Facebook, ogni tanto mette qualche foto su Instagram, ma non spesso • Gioca a tennis. «Sì ma sono una schiappa. Non ho mai vinto un torneo in vita mia» • Pigra • Prende meno medicine possibile • È passata per la psicoterapia • Film preferito: Come eravamo (Sydney Pollack, 1973, con Barbra Streisand e Robert Redford). «Avevo il poster in cameretta, l’ho visto non so quante volte quand’ero una ragazza romantica» • La sua parodia: Marilita Loy in Boris – Il film (2011) • «Mai stata tentata da Hollywood? “Direi di no. È una questione caratteriale: non sono una che si butta nelle cose, in generale. E poi non credo che a Hollywood abbiano bisogno di me; ne hanno tante, e migliori. Senza dimenticare la questione della lingua, difficile integrarsi davvero”» (Lacava) • «“La gente per strada mi sorride e mi fa tanti complimenti, ma non gli è mica chiaro perché”. Che cosa vuol dire? “Signora, quanto era brava ne L’ultimo bacio!’, mi dice una scambiandomi con Giovanna Mezzogiorno. “Vittoria, come sta Vasco?”, mi chiede un’altra a casa di amici: ci ho messo un po’ per ricordarmi che Vasco è il marito della Belvedere. Persino a Venezia, dove mi ero appena presa dieci minuti di applausi, i paparazzi mi hanno gridato: ‘Claudia, Claudia... girati!’ Mi avevano preso per la Gerini”. Si è chiesta il perché di questa fama confusa? “Forse perché non vado in tv. Sarebbe bastato un passaggio nel programma di Celentano, dove peraltro mi avevano invitata, e sarei stata riconoscibile per sempre. Ma va bene così. Non è snobismo né timidezza, ma quelle ospitate non c’entrano niente con il lavoro di attrice”» (Rossini) • «Qualche volta ho la tentazione di mollare, perché finora è andato tutto per il meglio, ma sotto sotto continuo ad avvertire il vago terrore che la favola possa finire da un momento all’altro» (a Montini) • Se potesse reincarnarsi in un’altra donna, sceglierebbe il corpo di Eva Herzigova: «È stupenda ma non bionica come altre che mi è capitato di vedere. Per esempio Naomi Campbell: le sue gambe iniziano dove finisce la mia testa» • Per il suo funerale ha scelto le colonne sonore di Hans Zimmer. «Mi costerà un po’ per via dei diritti musicali, ma non importa, il resto sarà tutto molto sobrio» • Sua reazione se la figlia Caterina le dicesse un giorno che vuole andare al Grande fratello: «Mi ammazzo».
Titoli di coda «Ce la farà mai a sentirsi una diva? “Non credo. Le dive hanno un altro aspetto, un altro tono. Sono regali, come Monica Bellucci. Se la incontro al suo confronto mi sento una terremotata”» (Rossini).