Anteprima, 2 dicembre 2020
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Biografia di Arturo Diaconale
Arturo Diaconale (1945-2020). Giornalista. Per 22 anni direttore de L’Opinione (fu nominato su proposta dell’allora segretario dei Liberali Renato Altissimo, che volle trasformare il settimanale del Pli in un quotidiano non più di partito ma di area). In precedenza al Giornale: «Arrivai al Giornale nell’85. Il primo servizio che feci fu sulla vicenda Sme-De Benedetti. Scrissi a favore di Berlusconi. Montanelli si incazzò e mi tolse il servizio. Non sopportava che si scrivessero cose filo-editore» (a Claudio Sabelli Fioretti). È stato anche redattore capo di Studio Aperto, il tg di Italia Uno. Da agosto 2015 a luglio 2018 membro del Cda della Rai (in quota centrodestra). Da agosto 2016 era capo della comunicazione della Lazio e portavoce di Claudio Lotito. «Sono nato in Abruzzo. Media borghesia. Vado molto fiero del nonno di mio nonno che venne condannato a 19 anni di carcere duro dal governo borbonico come rivoluzionario. Era un democratico mazzinian-garibaldino». Per via dell’altezza (un metro e 85) fece il servizio militare nel Primo Reggimento Granatieri di Sardegna. Laureato in Giurisprudenza, tra i professori ebbe Giovanni Leone e Giuliano Vassalli; tesi sul “Partito nella democrazia contemporanea”. Alle elezioni del 1996 si presentò al Senato per il Polo delle Libertà nel collegio di Rieti (non eletto). Nel febbraio 2009 si candidò alla presidenza del Partito liberale, sconfitto dalla mozione del presidente uscente Stefano De Luca. Nel 2012 ha lanciato il laboratorio politico Gran Sasso per raccogliere i liberali di destra e di sinistra. Alle Regionali 2015 si è candidato in Campania con la lista delle Vittime della giustizia e del fisco, «impresa sfortunata che però ha procurato a Diaconale la gratitudine di Berlusconi» (Mattia Feltri). Ultimo libro: Santità! Ma possiamo continuare a dirci Cristiani? (Rubbettino 2018).