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 2020  dicembre 14 Lunedì calendario

Biografia di Antonio Merloni

Antonio Merloni (1926-2020). Industriale. A capo dell’omonimo gruppo specializzato in componentistica ed elettrodomestici finito nel 2009 in amministrazione straordinaria e poi venduto nel 2011 all’imprenditore Giovanni Porcarelli per 13 milioni di euro (contro la richiesta di 54 delle banche: è in corso una disputa legale). «Tra pochi giorni, il 19 dicembre, avrebbe compito 94 anni. Antonio Merloni non è riuscito a raggiungere il traguardo. L’altra sera è morto nella sua casa di Fabriano, a seguito di una lunga malattia. Vedovo da circa un anno, lascia la figlia Giovanna. Era il terzogenito di Aristide, senatore e capostipite della dinastia che ha legato il suo nome soprattutto agli elettrodomestici. Ma non solo. Antonio era fratello di Vittorio, che è stato presidente di Confindustria ed è morto nel 2016. L’altro fratello, Francesco, è stato ministro oltre che a sua volta imprenditore. Anche Antonio non disdegnava la politica, ma aveva scelto un palcoscenico locale: dal 1980 al 1995 era stato infatti sindaco di Fabriano» [Mess]. «Sono i quindici anni più belli per la AM, gestita in assoluta solitudine da Antonio. Ne decide le strategie. Disegna persino e progetta i modelli e le linee produttive. Un modello che senza mezzi termini si può definire paternalista, ma non autoritario: le paghe sono buone, la vita è discreta, il sindacato “fa il suo”. “Tavolate imbandite (...) tutto offerto da lui. Faceva venire i Pooh, Little Tony, Gigi Proietti. C’era Santa Lucia, ma anche il pacco natalizio con i dolci, la Befana con i regali per i bimbi. E la colonia estiva di due settimane a Fano per i figli degli operai. Pagava tutto lui. Pagava, Antonio Merloni, anche i prezzi di una gestione aziendale disattenta, le scelte d’investimento confuse, come la fabbrica in Ucraina. E a nulla è servito vendere i suoi terreni e case in Sardegna (70 milioni, mise nel piatto, nel 1973), varare piani di rilancio a raffica, cambiare modello industriale. O l’ultima scelta: cedere le sue quote (forse non il potere) alla figlia Giovanna, ingegnere, nominata vicepresidente del gruppo poco prima del commissariamento» (Roberto Giovannini, Sta 7/11/2008).