Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  dicembre 18 Venerdì calendario

Biografia di Donato Bilancia

Donato Bilancia (1951-2020). Criminale. Assassino seriale, condannato in via definitiva a 13 ergastoli e 16 anni di reclusione in quanto colpevole di 17 omicidi e un tentato omicidio, tutti compiuti tra il 16 ottobre 1997 e il 21 aprile 1998, tra la Liguria e il basso Piemonte, usando sempre la sua Smith & Wesson. Fermato il 6 maggio 1998, incastrato grazie al Dna prelevato da una tazzina di caffè, confessò otto giorni dopo il fermo. «Uscivo di casa e decidevo di ammazzare, come avrei potuto decidere d’andare al ristorante» • Secondo figlio di un impiegato dell’Inam e di una casalinga. «Bilancia nasce a Potenza e cresce a Genova in una famiglia che lui stesso giudica disgraziata. Ai litigi violenti fra il padre e la madre, risponde con l’enuresi. Ogni notte se la fa addosso e ogni mattina guarda sua madre esporre sul davanzale il materasso macchiato, forse per punirlo. D’estate torna al Sud dai parenti, dove il padre mostra il suo corpo ignudo agli sguardi delle tre cugine, “le mummie”, così le chiama lui, per mostrare il suo difetto: un pene piccolo piccolo. “In quel momento mi attorcigliavo su me stesso, cadendo in ginocchio morto per la vergogna”. È allora che, adolescente, inizia un dialogo tormentato con il suo organo sessuale. Si mette del cotone nella patta dei pantaloni e assilla tutte le sue fidanzatine per verificare la capacità delle sue prestazioni. Cerca il padre, prova a interrogarlo sui suoi dubbi genitali, ma trova solo pregiudizi, botte e silenzi. Ha quattordici anni quando decide di cambiare il suo nome per evitare che i suoi compagni di classe continuino a deriderlo. Così per tutti diventa Walter. Ripete tre volte la terza media e inizia a lavorare. Meccanico, barista, fornaio e ladro. Le Alfa Romeo Giulia Super sono la sua passione. Le ruba per il piacere di far slittare le gomme sull’asfalto e poi rivendersi le autoradio. Viene arrestato, rilasciato, picchiato dal padre, arrestato nuovamente. […] Dopo il militare scopre il suo amore per il gioco d’azzardo […] Negli anni ’80, Walter conosce il suo maestro. Al Casinò di Venezia incontra un altro giocatore sconfitto. Vanno a cena. Diventano amici. Scoprono di essere entrambi ladri. Bilancia gli chiede consigli tecnici. Parlano di serrature tedesche, le più difficili da aprire. Due volte alla settimana Walter si reca in pellegrinaggio dal suo maestro, che vive in una villa maestosa nel Veneto. Lì impara come ottenere passaporto, patente e carta d’identità falsi, ma d’autore. Dove trovare i migliori arnesi tecnologici e come scoprire le combinazioni più complicate. Inizia a viaggiare. Francia, Germania, Polonia, ex Jugoslavia, Santo Domingo. Non ha mai letto un libro, ma diventa poliglotta. Le serrature scivolano nelle sue mani come gioielli preziosi. […] Pianifica i suoi interventi con la minuziosità di un ingegnere. È zelante e preciso. Non sbaglia un colpo. Entra nelle ville in pieno giorno, vestito elegantemente, ne esce un’ora dopo, trascinandosi dietro diverse valigie con la massima disinvoltura. Torna a casa, e a ogni colpo riuscito lancia un urlo. Un rito che compie in solitudine, come tutto, del resto» [Cristina Giudici, Il Foglio] • «Nel 1974 viene fermato per detenzione abusiva d’armi, due anni dopo viene arrestato per rapina. Evade dal carcere in pigiama. Nel 1981 finisce sotto inchiesta per aggressione e, nel 1990, è ancora sotto inchiesta per lo stesso reato dopo aver colpito una prostituta. La catena d’omicidi che gli vengono attribuiti inizia la sera del 17 ottobre 1997: la prima vittima è Giorgio Centenaro, 52 anni, gestore di una bisca clandestina a Genova. Di seguito, ucciderà altre sedici volte. Ad aprile del 1998, poco prima di essere arrestato, uccide due donne nella toilette del vagone dove viaggiavano nel tratto Ventimiglia-La Spezia» [Panorama] • Nel 1987 il fratello si suicidò buttandosi sotto un treno con il figlioletto in braccio • In seguito a gravi incidenti automobilistici, finì per due volte in coma per alcuni giorni, nel 1972 e nel 1990 • Diplomatosi in carcere in ragioneria e quindi iscrittosi al corso di laurea in Progettazione e gestione del turismo culturale, nell’autunno del 2017 ha ottenuto per la prima volta il permesso di uscire per qualche ora dal carcere, scortato, per visitare la tomba dei genitori a Nizza Monferrato: l’evento destò grande clamore • I suoi delitti ispirarono la miniserie televisiva Ultima pallottola di Michele Soavi (Canale 5, 2003) • Nel 2004 fece molto discutere l’intervista che gli fece Paolo Bonolis per Domenica In • È morto per Covid nel carcere Due Palazzi di Padova.