4 gennaio 2021
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Biografia di Brad Pitt
Brad Pitt, nato a Shawnee, in Oklahoma, il 18 dicembre 1963 (57 anni). Attore. Uno dei più famosi e pagati del mondo. Due premi Oscar. Un premio Emmy, massimo riconoscimento americano per la televisione. Tre Golden Globe. Due premi Bafta. Una Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia • «Il divo dei divi» • «Stella di Hollywood tra le stelle dell’universo» (Valerio Capelli, Corriere della Sera, 30/8/2019) • «La regolarità dei suoi lineamenti, i colori chiari, il fisico longilineo ma forte rispecchiano i canoni di un tipo di bellezza maschile molto moderna, lontana dai tratti decisi della virilità classica, dotata comunque di un’alta carica erotica» (Treccani) • «Brad non recita come Marlon Brando, intendiamoci. E nemmeno come Lawrence Olivier. Ma è uno dei pochissimi attori hollywoodiani capace di ammantarsi della stessa aura di leggenda dei più grandi» (Germano D’Acquisto, Studio, 10/2/2020) • Tra i suoi film: Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991), In mezzo scorre il fiume (Robert Redford, 1992), Seven (David Fincher, 1995), Vento di passioni (Edwward Zwick, 1994), L’esercito delle 12 scimmie (Terry Gilliam, 1995), Sleepers (Barry Levinson, 1996), Sette anni in Tibet (Jean-Jacques Annaud, 1997), Vi presento Joe Black (Martin Brest, 1998), Fight Club (David Fincher, 1999), Ocean’s Eleven (Steven Soderbergh, 2001), Troy (Wolfgang Petersen, 2004), Ocean’s Twelve (Steven Soderbergh, 2004), Mr. & Mrs. Smith (Doug Liman, 2005), Babel (Alejandro González Iñárritu, 2006), Ocean’s Thirteen (Steven Soderbergh, 2007), Burn After Reading (Joel e Ethan Coen, 2008), Il curioso caso di Benjamin Button (David Fincher, 2008), Bastardi senza gloria (Quentin Tarantino, 2009), The Tree of Life (Terrence Malick, 2011), World War Z (Marc Forster, 2013), 12 anni schiavo (Steve McQueen, 2013), La grande scommessa (Adam McKay, 2015), C’era una volta a… Hollywood (Quentin Tarantino, 2019) • «Era un ragazzo che aveva un sogno, poi è diventato un uomo che vive in quel sogno. Ma questo non lo ha cambiato» (Julia Roberts) • «Pensavo che forse era un po’ troppo... bello? Ma Brad mi ha affascinato. L’ho trovato genuino» (Jean-Jacques Annaud, che l’ha diretto in Sette anni in Tibet) • «È così bello che, conoscendolo, penso sia per lui una specie di tortura. Deve sempre cercare di fare andare la gente al di là di questo. Cerca di apparire brutto, ma proprio non ci riesce» (Laura Ziskin, produttrice di Fight Club) • Ha detto: «Da ragazzo ho lasciato il Missouri e sono andato a Los Angeles con 2-300 dollari in tasca, senza conoscere nessuno, senza la minima idea di quello che avrei fatto. Sono un miracolato che ha vinto la lotteria, e resto un istintivo».
Titoli di testa «È vero che il suo primo lavoro è stato danzare vestito da pollo in un locale che si chiamava El pollo loco? “A Los Angeles lavoravo in un’agenzia interinale e prendevo le offerte sulla lavagna, fare l’autista o trasportare frigoriferi per due settimane. El pollo loco era un nuovo franchise che cercava tizi in costume da pollo per far entrare la gente all’inaugurazione. Ero uno di loro. Ho fatto molti lavori bizzarri, mi ci pagavo le lezioni di recitazione”» (Arianna Finos, la Repubblica, 29/8/2019).
Vita Primo di tre figli. Il padre, Bill, è dirigente di una ditta di autotrasporti. La madre, Jane, assistente scolastica. «Mia madre è la bontà incarnata, davvero una donna adorabile. Mio padre è molto pratico, mentre io non lo sono. Ho una sorella più giovane, Julie, e un fratello più giovane, Dough» • «Mio padre veniva da una vita di povertà e durezza, era molto determinato a darci un futuro migliore del suo. E ci è riuscito. Lui appartiene a quella razza di americani cresciuti nel dopoguerra, per loro era vitale non mostrare mai debolezze e che nessuno mancasse loro di rispetto, un concetto che oggi mi fa sorridere. Una visione del mondo che mi è stata trasmessa su cui mi sento molto combattuto» • Infanzia a Springfield, tra i fiumi e i boschi del Missouri. «Laggiù parliamo a bassa voce, ci sforziamo di essere gentili». «Nel posto dove sono cresciuto se ti rompi un braccio, se ti sbucci un ginocchio o anche se ti viene il raffreddore non ti lamenti, fai finta di niente, sei cool. Mentre accettare le proprie debolezze, i fallimenti, essere capace di riderne e di condividerli con altri, lì risiede la vera intimità, lì si cresce, lì si possono stabilire relazioni e stare bene, in pace, avere fiducia in se stessi» • Da bambino Brad sogna di «andare all’università, trovare una ragazza e vivere in una casa con una bella palizzata bianca». «Da piccolo facevo spesso un brutto sogno e mi svegliavo nel cuore della notte piangendo: sentivo che stava accadendo qualcosa a mio fratello. Forse erano i sensi di colpa. Era mia abitudine, infatti, fargli un sacco di scherzi orribili, come chiuderlo fuori di casa nudo» • Al liceo è soprannominato Brad Pitt-bull. «Quando andavo a scuola trascorrevo più tempo fuori dalla classe che altro. Studiare era l’ultimo dei miei pensieri». In compenso è molto sportivo. Si dedica al tennis: «Ed ero anche bravo. Ero un po’ l’idolo del quartiere e mi comportavo come un divo: sbraitavo ed imprecavo agli errori degli avversari, sbattevo in terra la racchetta e la prendevo a calci. Una volta ho veramente esagerato ed ho visto mio padre che si alzava dal gruppo degli spettatori e veniva verso di me. Ho cercato di darmi un atteggiamento palleggiando ad occhi bassi, in attesa che mi arrivasse un ceffone. Ma lui mi ha raggiunto e mi ha chiesto: “Ti diverti?”. “No”, ho risposto, “certo che non mi diverto”. “Allora smetti”, ed è tornato al suo posto. Credo che questo abbia cambiato la mia vita. Quando me la sto prendendo troppo per il mio lavoro, ricordo sempre le sue parole» (Claudio Masenza, Celebrity, 3/1999) • Appassionato di architettura. «Era quello che volevo fare all’università. Non ho continuato perché era un programma troppo pesante. Quelli non si divertivano mai! Io avevo un’altra idea dell’università». «C’è anche da dire che era un college solo maschile, non è che ci fosse molto altro da fare. Una noia che ricordo fin troppo bene ancora oggi» • «Nel Missouri studiavo grafica e pubblicità. Là, nell’ombelico profondo degli Stati Uniti, ero completamente tagliato fuori dal mondo del cinema e sognavo che un giorno avrei almeno disegnato manifesti cinematografici. Poi, a due settimane dalla fine degli studi, mi sono detto: “Se il cinema qui non si fa, sarà meglio andare dove lo fanno. E sono partito per Los Angeles. Era di una logica molto semplice, ma mi ci sono voluti due anni per arrivarci» • Parte per Hollywood nel 1986 al volante di una Datsun di seconda mano chiamata «Runaround Sue», in tasca appena 325 dollari. Gavetta di cinque anni, qualche apparizione in serie tivù (tre puntate di Dallas, in cui era il fidanzato dell’antipatica Lucy), filmetti di serie B (Cutting class, The Image, inediti). Per mantenersi fa l’autista di spogliarelliste in limousine, trasporta frigoriferi, si traveste da pollo per una catena di ristoranti. «Si ricorda il primo ruolo, la prima parte? “Ho fatto la comparsa per un anno e mezzo e non c’era verso di ottenere la SAG Card, simbolo dell’entrata nel sindacato degli attori. Per averla dovevi almeno recitare una battuta. Vengo scelto per un film di Charlie Sheen dove ero il cameriere numero 5 e dovevo versare dello champagne a un tavolo e basta. Mi sono ripromesso che avrei pronunciato qualcosa… qualsiasi cosa pur di recitare. Lo feci e venni quasi cacciato dal set» (Roberto Croci, Amica, 10/2/2020) • «In quel periodo era tutto così eccitante. Abitavo in un appartamento a North Hollywood con altri otto ragazzi. Due in una stanza da letto, due in salotto e gli altri sbattuti qua e là dove capitava. Non c’era neanche un mobile. Ciascuno di noi, però, aveva il suo piccolo angolo, con la sua piccola libreria, un piccolo armadio per i vestiti e lenzuola in comune. Non è che fosse il massimo dell’igiene. C’è un episodio che tutti raccontano riguardo ai miei inizi. Non dirò se è vero o falso. Nella mia classe, alla scuola di recitazione, c’era una ragazza che doveva sostenere un’audizione ma non aveva il partner per la scena che si era preparata. Mi offrii e l’accompagnai. Finì che presero me anziché lei» (a Madame Class, 2/1999) • La prima fama arriva con uno spot della Levi’s. La svolta nel 1991 grazie alla parte di uno sbandato dai modi affabili nel film Thelma e Louise: da quel momento sarebbe stato una star, anche se, a ben vedere, nel film appare solo cinque minuti. «Thelma & Louise è stata l’occasione per fare il bilancio tra passi falsi e conquiste, tra ciò che volevo e ciò che potevo offrire. Ho lottato per trovare la mia strada e quello è stato un momento importante» (alla Finos). «So che passerò alla storia come quello che ha fatto raggiungere per la prima volta l’orgasmo a Geena Davis, nel film Thelma & Louise».
Disagio «Cinque giorni su sette ci sono almeno tre macchine piene di paparazzi che mi inseguono... A volte non è facile reggere, non mostrare mai le proprie debolezze. C’è sempre il rischio di deludere il pubblico, che è lì a guardarti sotto il microscopio» • Il 7 gennaio 1999 tale Athena Rolando, all’epoca 19 anni, gli entrò in casa attraverso una finestra aperta, indossò i suoi vestiti e riuscì a rimanere dentro per dieci ore prima che scattasse l’allarme. Le fu imposto da un giudice di non contattare l’attore e di restargli a 100 iarde (91 metri) di distanza per tre anni • Dopo essere diventato famoso andò un anno e mezzo in terapia. «Io vengo da un posto nel quale per andare da uno psicologo devi essere pazzo. Il successo però è arrivato così in fretta che mi ha dato alla testa» (ad Andrea Carugati, Il Messaggero, 7/11/2001).
Amore Parecchie storie con donne conosciute sul set. È stato con Robin Givens (Segni particolari: genio), Jill Schoelen (Il ritorno di Brian), Juliette Lewis (Vite dannate e Kalifornia), Gwyneth Paltrow (Seven) • Prima moglie: Jennifer Aniston, attrice in Friends, sei anni meno di lui, conosciuta nel 1998, sposata nel 2000 con una cerimonia a Malibu costata un milione di dollari • Seconda moglie: Angelina Jolie, dodici anni meno di lui, due matrimoni falliti alle spalle. Conosciuta sul set di Mr. & Mrs. Smith. Paparazzati assieme la prima volta nell’aprile 2005, appena un mese dopo aver avviato le pratiche per il divorzio dalla Aniston. Grandissima risonanza mediatica. Angelina che riesce a star lontana da Brad Pitt al massimo per quattro giorni. «Mi piace qualunque cosa lui sia. È certo un gentleman, ma anche un vero uomo. È una perfetta combinazione fra un padre affettuoso e premuroso, un uomo colto e intelligente e fisicamente, un vero maschio, nel significato più completo possibile del termine». Loro che per fare l’amore si ritirano in una grotta in un angolo del loro giardino. Lei che per il suo compleanno gli regala un isolotto a forma di cuore in mezzo al lago Mahopac, a 15 minuti di elicottero da New York, con una casa progettata negli Anni 50 da Frank Lloyd Wright. Brad e Angelina che diventano pupazzi della Lego. I sei figli, tre adottati da lei e poi anche da lui, tre da loro stessi confezionati: Maddox (cambogiano, n. 2001), Pax (vietnamita, n. 2003), Zahara (etiope n. 2005), Shiloh (n. 2006), e i gemelli Knox e Vivienne (n. 2008) • Grande scandalo, quindi, quando, nel 2016, i due annunciano il divorzio. Lei dice che lui beve, fuma marijuana ed è diventato violento con i figli. La polizia pattuglia l’ingresso della loro villa. George Clooney è dispiaciutissimo. Adele, dedica alla coppia un suo concerto a New York e dice: «È la fine di un’era». A Londra la direzione del museo delle cere di Madame Madame Tussaud dispone la separazione delle due statue. Il Dalai Lama dichiara: «Una brutta notizia». L’unica felice è Jennifer Aniston. «Il fatto è che Brad e Angiolina sembravano una coppia di inseparabili, non solo per i servizi che li ritraevano con l’aria degli innamorati perenni, ma per la storia dei sei figli […] Questi bambini erano stati fotografati e rifotografati, tenuti in braccio dai due, tutte scene di tenerezza. Al matrimonio, celebrato nel 2014, dopo una dozzina d’anni di convivenza, nel loro castello di Miraval in Provenza, Angelina aveva percorso la navata con i due figli più grandi, Maddox e Pax, al seguito, Vivienne aveva lanciato i petali di rose, Shilon e Knox erano stati incaricati di portare gli anelli. Insomma, i figli erano stati esibiti come protagonisti di una storia d’amore irripetibile. Ecco perché si parla della “fine di un’era”. Un’era tutta mediatica, naturalmente, costruita per commuovere le folle dei lettori e degli spettatori, che hanno pure il diritto di sognare. Le foto del matrimonio furono vendute per cinque milioni. I cinque milioni - dissero i due - erano destinati alla beneficienza. Questa beneficienza, però, era amministrata dalla loro stesa fondazione, le cui casse inghiottirono quella montagna di soldi, come avevano inghiottito i soldi che giornali e tv versavano ogni volta che si presentavano a casa dei due per fotografare la bella famiglia» (Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport, 21/9/2016). Il divorzio si è concluso nel 2019. Da allora Brad è tornato single.
Religione «Ho attraversato tutto, mi sono aggrappato alla religione. Sono cresciuto con il cristianesimo. Poi l’ho messo in discussione… anche se a volte funzionava. E poi quando sono rimasto solo, l’ho lasciato completamente e mi sono definito agnostico. Ho provato altre vie della spiritualità, ma non mi sono sentito bene. E allora sono stato per un po’ ateo, per un po’ ribelle. Ma non lo ero davvero. Odio la parola spiritualità, ma è qualcosa di simile. Credo che siamo tutti connessi».
Tatuaggi La scritta «94.4m», altezza della sequoia più alta del mondo sull’avambraccio. Un frammento della mappa di New Orleans sulla parte bassa della schiena, in ricordo del passaggio dell’uragano Katrina. La sagoma stilizzata della mummia del Similaun sull’avambraccio sinistro. La scritta «invictus», sempre sull’avambraccio sinistro. Un tribale sul polso. La data di nascita della Jolie in lingua khmer sul ventre. Una frase di un poeta persiano nella parte interna del braccio destro. «Esiste un campo, oltre le nozioni di bene e di male. È lì che ci incontreremo».
Vezzi S’è fatto cancellare le cicatrici dell’acne con il laser.
Vizi Quando, durante le riprese di Troy, per imposizione della produzione, dovette smettere di fumare: «senza sigarette mi sentivo pronto a uccidere» • «Non ricordo un solo giorno, dopo la fine del college, in cui io non abbia bevuto alcol o fumato marijuana» È andato dagli alcolisti anonimi per smettere di bere. «Potrei far finire un russo sotto il tavolo bevendo vodka, sono stato davvero un professionista in questo senso».
Curiosità Alto 1 metro e 80 • Si è storto il tendine di Achille sul set del film Troy, in cui, ironicamente, interpretava proprio Achille • Vive a Hollywood, proprio sotto la scritta • Vegetariano • È goloso di Mc Flurry, il gelato alla vaniglia di McDonald’s pieno di cioccolatini colorati • Secondo la prima moglie era un disastro in cucina. «L’unica cosa che sa fare è il purè di patate» • Cantanti preferiti: i Fleetwood Mac, Stevie Nicks e Elton John • Primo disco comprato in assoluto: Captain Fantastic • Gli piacciono il design, le motociclette, l’architettura e il giardinaggio • Un incubo ricorrente: «Sogno che tutti usano il mio spazzolino da denti» • Edward Norton, suo partner in Fight Club, avverte: «I suoi istinti naturali tendono alla flatulenza e alla scatologia» • La Jolie, quando erano sposati, disse: «Puzza come un cane da pastore». Il motivo: non usa saponi perché contengono tossine, né deodoranti perché sarebbe allergico. Si lava con acqua, limone, sidro e aceto. I 6 figli della coppia lo chiamano “papà puzzone” • Dopo il divorzio lui e la Jolie hanno deciso di mantenere in comune la proprietà del castello di Miraval, in Francia, 500 ettari di terreno (50 di vigneto), dove producono il loro champagne • «Sente di doversi proteggere dal mondo? Fuori dall’albergo in cui ci troviamo ci sono i picchetti dei fan…
“No, no, no. Per niente. Accetto tutto. Sono arrivato in un posto dove la lezione che accolgo è quella dei filosofi stoici dell’antichità. Ed è incredibile che 2000 anni fa fossero già così avanti nella comprensione della natura umana, dell’anima. Non abbiamo più fatto grandi progressi nel pensiero da allora, mi sembra. (L’assistente fa capolino. Lui: ‘Posso avere una banana?’). Sono in un posto dove non reagisco più alle difficoltà, ai fastidi della vita, ma li vedo tutti come sfide”. È riuscito a superare le difficoltà dell’ultimo periodo, la separazione e l’esposizione pubblica della propria vita?
“È un processo lungo, ancora in corso, non ci si laurea una volta per tutte. Ma ho le redini della mia vita in mano. Alla fine tutto è commedia. Se riesci a vederla così. Deve essere commedia. Altrimenti non ha senso”» (Paola Piacenza, iO Donna, 27/9/2019).
Titoli di coda «Se non le piace una domanda cosa fa? “Non nascondo il fastidio. Per esempio, quando mi dicono che sono ancora un sex symbol, scuoto la testa e svicolo”» (Capelli).