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 2021  gennaio 04 Lunedì calendario

Biografia di Anthony Fauci


Anthony Fauci, nato a New York il 24 dicembre 1940 (80 anni). Medico. Immunologo. Membro della task force della Casa Bianca per l’emergenza covid • «Uno degli scienziati più esperti al mondo in fatto di virus» (Daniela Minerva, la Repubblica, 20/9/2020) • «La timidezza e la compostezza con cui si tocca la fronte mentre snocciola dati e fa previsioni hanno conquistato gli americani» (Katia Riccardi, la Repubblica, 2/4/2020) • «La sua carriera gli ha dato un’autorevolezza che nemmeno Trump osa sfidare» (Paolo Mastrolilli, La Stampa, 16/3/2020) • Direttore dell’Istituto nazionale americano per lo studio delle allergie e delle malattie infettive dal 1984. È stato consulente di ben sei presidente americani, da Reagan a Trump. Uno degli strateghi del Pepfar, il President’s Emergency Plan for AIDS Relief, iniziativa di Bush figlio contro l’Aids che ha salvato milioni di vite nel mondo. In prima linea contro tutte le malattie infettive che hanno colpito il mondo negli ultimi anni: oltre l’HIV, la sars, la mers, l’ebola, il virus zika, l’influenza aviaria, l’influenza suina. Tutti ricordano il suo contributo durante la crisi degli attacchi all’antrace nel 2001 • «Gli americani, incollati alla televisione, hanno familiarizzato sia con il volto affilato, il fisico asciutto e la battuta tagliente» (Stefano Cingolani, Il Foglio, 11/4/2020) • «È il mio eroe personale» (Julia Roberts) • «Tutti gli vogliono bene» (Donald Trump) • Famosissima la sua imitazione fatta da Brad Pitt al Saturday Night Life (NBC), che all’attore è valsa un premio Emmy • «L’educazione ricevuta alle scuole gesuite ha influenzato la sua vita? “In modo veramente profondo. Ho frequentato un liceo cattolico, gesuita, a Manhattan negli anni Cinquanta e poi sono andato al College of the Holy Cross a Worcester, Massachusetts, un’altra scuola gesuita, quindi, per otto anni ho avuto una educazione gesuita. E, come dico spesso, la mia formazione scolastica e i miei genitori, entrambi, erano sempre orientati al servizio degli altri. E, come sa bene, quello è proprio il motto di molte delle scuole gesuite: essere al servizio degli altri”» (Grazia Salvemini, 7, 17/7/2020).
Titoli di testa Ottobre 1988. Durante un dibattito presidenziale contro Michael Dukakis, chiesero al candidato repubblicano George H. W. Bush chi fossero i suoi eroi. «Mi viene in mente il dottor Fauci» rispose Bush. «Anche se forse non avete mai sentito parlare di lui».
Vita Titolo in prima pagina sul New York Times il giorno della sua nascita: «Il presidente parla dell’emergenza alla radio». È la vigilia di Natale del 1940. Roosevelt tiene un discorso durissimo contro l’Asse. Gli Stati Uniti entreranno in guerra di lì a un anno • Anthony cresce a New York, tra gli italoamericani di Brooklyn. «Il nonno paterno, Antonino, lavorava alle terme di Sciacca, mentre quello materno, Giovanni Abys, era un artista napoletano che dipingeva paesaggi. Entrambi erano arrivati passando da Ellis Island, e si erano stabiliti nella Little Italy di Manhattan. Poi si erano trasferiti nel zona di Bensonhurst a Brooklyn, dove i loro figli Stephen ed Eugenia si erano conosciuti alla scuola superiore e poi sposati, mettendo al mondo Denise e Anthony. Stephen era studioso ed era riuscito ad entrare alla Columbia University, diventando farmacista. Così aveva aperto il suo negozio all’angolo tra la 13ª Avenue e l’83ª strada. Casa e bottega, perché al piano terra c’era la farmacia, e sopra l’appartamento dove vivevano. Il padre si occupava delle medicine, la madre e la sorella della cassa, e Tony andava in bici a fare le consegne» (Mastrolilli) • Famiglia religiosa, Anthony va a messa tutte le domeniche, nella chiesa di St. Bernadette. Comunione a sette anni, cresima a dodici. Elementari alla scuola di Nostra Signora di Guadalupe. «Non avevo idea, all’epoca, mentre studiavo tra le suore domenicane, che mi sarei appassionato alla scienza. Mi piacevano un sacco di cose, soprattutto lo sport, di sicuro non la scienza» Nel 1954 si iscrive alla Regis, scuola privata dei gesuiti, nell’Upper East Side, rigorosa, seria, competitiva, ma gratuita, una delle migliori scuole maschili d’America. Quattro anni di greco antico, quattro di latino, tre di francese, storia antica e teologia. «Quando prendeva il treno da Brooklyn per la Regis High School a Manhattan, ha mai avuto la sensazione che, se avesse lavorato sodo, sarebbe stato destinato a qualcosa di eccezionale?
 “Se me lo sentivo? Sa, allora mi attirava la sfida dell’ambiente intellettuale. Il resto, anche il percorso fisico, è stato più che altro una situazione in cui mi sono trovato. In totale impiegavo un’ora per arrivare a scuola. Praticavo sport durante gli anni del liceo. Sono stato il capitano della squadra di basket. Si partiva per andare alle lezioni prima ancora dell’alba. Si prendeva un autobus e quattro treni di metro per andare da Brooklyn a scuola, all’incrocio tra l’ottantacinquesima strada e la Madison Avenue a Manhattan. Si rimaneva a scuola fino alle 15, dopodiché c’erano o l’allenamento di basket o una partita fino alle 18, 18.30, 19. Poi si arrivava a casa tra le 19.30 e le 20 e si doveva studiare circa tre ore ogni notte. Era la regola della Regis. Si finiva alle 23, poi subito a letto per alzarsi alle 5 di mattina (ride) e andare a scuola di nuovo. Già. Ti insegna tanta disciplina”» (Salvemini). Da giovane pensa solo alla pallacanestro. «Pensavo che ne avrei fatto la mia professione. Ma ero realista. Mi sono reso conto subito che un giocatore veloce, con buona mira ma alto 1 metro e 70 non sarebbe mai stato in grado di competere con un giocatore veloce, con buona mira, ma alto 2 metri e 10. E ho deciso di cambiare strada». A casa, tutti i parenti di sua madre – il padre di lei, il fratello, i figli di sua sorella – sono artisti. Nessuno gli dice niente, ma Anthony capisce subito che preferirebbero facesse studi umanistici, e non scientifici. «Ci ho pensato, e mi è sembrato che diventare un dottore fosse la giusta via di mezzo tra il mondo scientifico e quello umanistico» • Nel 1958, quando deve scegliere il college, si iscrive a un’altra scuola di gesuiti, la Holy Cross di Worcester, nel Massachusetts. Il suo corso di studi si chiama Bachelor of Arts–Greek Classics–Premed. «Era un percorso abbastanza bizzarro. Facevamo un sacco di letteratura, greco, latino, lingue romanze… Molti crediti di filosofia, un po’ di tutto, dall’epistemologia, alla psicologia filosofica, alla logica. Ma facevamo anche abbastanza fisica, biologia e scienze da potersi iscrivere a una scuola di medicina». D’estate, Fauci fa il muratore. Un anno è nella squadra che deve costruire la nuova biblioteca del Cornell Medical College, nell’Upper East Side. «Una volta, durante la pausa pranzo, mentre i miei colleghi si mangiavano i loro tramezzini giganti e fischiavano dietro alle infermiere, io entrai nell’auditorium per dare un’occhiata. Mi guardai attorno, e immaginai quanto sarebbe stato bello frequentare quell’istituzione straordinaria». Pochi minuti e il custode lo scopre, e gli dice di andarsene: con i suoi stivali sta sporcando tutto il pavimento. «Lo guardai negli occhi e dissi con orgoglio che l’anno dopo sarei stato anch’io uno studente. Lui rise e disse: “Come no, e io diventerò capo della polizia”».
Vita privata Sposato con l’infermiera Christine Grady, conosciuta nel 1983 mentre entrambi accudivano un paziente. Nozze nel 1985. Tre figlie • «Quando le figlie erano piccole e il suo calendario lavorativo strapieno di impegni che non gli permettevano di tornare a casa per l’ora tradizionale di cena, la famiglia Fauci stabilì di cenare alle 21 — molto tardi per gli standard americani. Una scelta ritenuta necessaria da lui e sua moglie per fare in modo che la famiglia potesse stare insieme a tavola. Nel 2016 ha spiegato che di solito lavora 15 ore al giorno e va a correre durante la pausa pranzo» (Salvemini).
Trucchi «Ha sempre lavorato per il governo. A 28 anni entra nel National Institutes of Health e a 44 anni diventa direttore» (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera, 22/3/2020) • Regola d’oro: «Mantenersi completamente apolitici e non ideologici, e attenersi ai fatti. Sono un medico e sono uno scienziato. Tutto qui». Il consiglio che gli diede un ex membro dell’amministrazione Nixon: «Ogni volta che entri alla Casa Bianca, devi sempre pensare che potrebbe essere l’ultima. Perché se dici solo quello che vogliono sentirsi dire, be’, è come spararsi in un piede» • L’espressione pseudo-latina su cui si basa quando ha a che fare con i politici Illegitimi non carborundum. Non lasciare che i bastardi ti facciano a pezzetti. «Cito anche una frase dal mio libro filosofico preferito, Il padrino: “Sono solo affari, niente di personale”. Si tratta di portare a termine un lavoro. Inutile arrabbiarsi, anche se qualcuno si comporta in maniera ridicola. Bisogna averci a che fare, con i politici. Perché se non ti adatti, allora sei fuori».
Previsioni «E se ci fosse una recrudescenza di Zika? E se arrivasse un ceppo letale di influenza? E se succedesse qualcosa a cui nessuno ha mai pensato?» (discorso alla Georgetown University, dal titolo Pandemic Preparedness for the Next Administration, 10/1/2017, dieci giorni prima dell’insediamento di Trump).
Covid «Dal 30 gennaio, quando il leader americano lo ha chiamato nella task force anti-virus della Casa Bianca, ha ridotto da cinque a quattro le ore di sonno e ha rinunciato alla camminata quotidiana di 3 chilometri» (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera, 22/3/2020) • «Fauci e Trump sono la coppia più impari che la politica americana abbia mai prodotto. Entrambi sulla settantina, entrambi originari della periferia di New York City, entrambi schietti, persino bruschi» (Michael Specter, New Yorker, 20/4/2020) • «L’entourage trumpiano è perennemente diviso tra i lealisti e gli esperti sui quali viene gettata l’ombra del sospetto. L’ultimo caso riguarda il rimedio miracoloso, l’idrossiclorochina utilizzata, tra le altre cose, contro la malaria. Trump ci crede in base a quelli che egli stesso chiama “aneddoti”. Fauci è contrario: non si fida, non ci sono risultati clinici validi. In realtà, anche qui è in atto un braccio di ferro per ottenere le grazie del sovrano, perché a insufflare il presidente è il cerchio magico formato da fedelissimi come Rudy Giuliani, Larry Ellison e Laura Ingraham, tutte personalità di valore, ma digiuni di immunologia: il primo è un avvocato ed ex magistrato, campione della lotta alla mafia; il secondo, fondatore di Oracle è un guru high tech; la terza non sa nulla di preciso e di tutto un po’, è una conduttrice di Fox News la rete televisiva conservatrice, e proprio lei ha più degli altri l’orecchio di Trump […] Fauci non si piega e non esita a contraddire Trump anche in pubblico, durante i briefing per la stampa. Lo scienziato riprende il presidente il quale trattiene a stento la sua irritazione. Il primo dice che il vaccino è ancora lontano e la situazione non può che peggiorare, il secondo sostiene che ci siamo quasi e a Pasqua sarà tutto finito. Il battibecco tra i due è diventato una situation comedy televisiva, anche se bisogna dire che Trump, impaurito e incerto, è pronto a cambiare rapidamente idea» (Cingolani) • Il 23 marzo, quando Fauci non appare nell’incontro giornaliero con la stampa alla Casa Bianca, Twitter impazzisce. Gli hashtag che diventano di tendenza: #NoFauci, #whereisFauci, #letTonyspeak. Si dice che Trump lo abbia licenziato. Diventa l’idolo dei democratici. Dal nulla, in America, spuntano: pupazzi con la testa oscillante di Fauci, ciambelle zuccherate con l’immagine di Fauci, tazze grandi da caffè con Fauci (e le scritte «Lavati le mani» o «In Fauci we trust»), le t-shirt Fauci, le mascherine Fauci, i ceri votivi con la foto di Fauci, un gruppo Facebook chiamato «Il Dottor Fauci parla, noi ascoltiamo», un altro «Dr. Fauci Memes for Social Distance Teen». Un cavallo da corsa purosangue viene chiamato Fauci in suo onore. Circola una petizione perché sia nominato uomo più sexy del mondo dalla rivista People. Parallelamente, sui social, l’estrema destra ne mette in dubbio l’affidabilità: lo bollano come amico dei liberal. Alcuni lo accusano persino di aver molestato una donna • «In un’intervista con la rivista Science pubblicata qualche giorno fa, lei ha detto che cerca di indirizzare il presidente, ma poi quando lui dice cose inesatte “non può certo strappargli il microfono”... “I miei rapporti col presidente sono ottimi. Lo informo quotidianamente e mi ascolta con attenzione e serietà. Si specula troppo sui miei gesti e sulle mie assenze. Se non appaio al suo fianco, ormai dicono subito che ci sono problemi. Ma io ho molto da fare. Quando la discussione mi riguarda, non manco mai”. Eppure certi suoi interventi, in contrasto con le parole del presidente, hanno scatenato minacce nei suoi confronti. Lei ora è sotto scorta... “Dico le cose come stanno. Faccio questo lavoro da tanti anni, l’ho scelto e non potrei farlo in altro modo. Al resto dedico poca attenzione”. Trump ha appena attaccato via Twitter l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Taglio i fondi, è troppo filocinese”. “Non ho tempo di seguire i tweet del presidente”» (Anna Lombardi, la Repubblica, 8/4/2020) • «“Sono di New York, come si può capire dal mio accento”, dice con il vezzo di molti abitanti della Grande Mela. Come dire: non ho pregiudizi, mi interessano i fatti, i risultati» (Sarcina).
Curiosità Alto 1 metro e 70 • Pesa 80 chili • Ha ricevuto la Medal of Freedom, la più alta onorificenza americana, già nel 2008 • Joe Biden gli ha garantito un posto nel suo ufficio esecutivo • Tiene per gli Yankees • Appese alle pareti del suo ufficio tiene foto con presidenti, senatori, capi di governo stranieri, attori, imprenditori • «Ha parlato spesso di suo padre come di “un tipo rilassato”, caratteristica che, anche se fosse vero, deve aver saltato una generazione» (Specter) • La scuola di Nostra Signora di Gualupe ha chiuso nel 2019 per mancanza di studenti • «C’è gente che non crede all’esistenza del virus. E che accusa i governi di sovrastimate la malattia. Perché? “È una teoria che non ha senso”» (Minerva) • «I vaccini russi e cinesi sono affidabili? “Ho sentito affermazioni di una efficacia significativa. È possibile, ma per provarlo servono dati che io non ho visto”» (Mastrolilli) • Le tre condizioni necessarie perché un virus diventi letale: che sia nuovo, che sia un virus cioè per cui nessuno ha ancora sviluppato immunità; che colpisca l’uomo (la maggioranza dei virus non lo fa); che sia capace di diffondersi rapidamente, tramite starnuti, colpi di tosse e strette di mano. La combinazione di queste tre caratteristiche è rara, ma quando capita, le conseguenze sono letali • Durante l’influenza 2014-2015 il vaccino proteggeva meno di un quinto degli individui a cui era somministrato. Durante l’influenza 2017-2018, poco più di un terzo • «Una volta vaccinati saremo completamente protetti dal coronavirus? “No, non credo. Ci sono molti vaccini che proteggono al 95-97%, come quello del morbillo che è uno dei più efficaci. Ma dubito che riusciremo mai a mettere a punto un vaccino così efficace contro Covid-19. Ci spero, ma sarei soddisfatto se avessimo un vaccino efficace al 70-75% o giù di lì. Non proteggerà tutti, ma proteggerà la maggioranza. E così il virus non avrà l’opportunità di diffondersi. Andrà benissimo così”» (Minerva).
Titoli di coda «Buon Natale, 2021 però. Perché solo allora ci saremo levati di torno Covid. E quello sarà un Natale di feste famigliari, di brindisi senza mascherina, di bambini da baciare. Una meraviglia, insomma. Ma fino ad allora la strada è lunga» (Minerva).