1 dicembre 2020
Tags : Leonardo Dicaprio
Biografia di Leonardo DiCaprio
Leonardo DiCaprio, nato a Los Angeles l’11 novembre 1974 (46 anni). Attore. Uno dei più famosi e pagati del mondo • Un premio Oscar. Tre Golden Globe. Un premio Bafta. Un orso d’argento al Festival del cinema di Berlino • «Di alta formazione, il metodo Actors Studio e il realismo psicologico della New Hollywood gli hanno consentito di ottenere numerosi riconoscimenti da parte del pubblico e della critica» (Treccani) • Tra i suoi film: Buon compleanno Mr. Grape (Lasse Hallström, 1993), Romeo + Giulietta di William Shakespeare (Baz Luhrmann, 1996), Titanic (James Cameron, 1997), La maschera di ferro (Randal Wallace, 1998), Celebrity (Woody Allen, 1998), The Beach (Danny Boyle, 2000), Gangs of New York (Martin Scorsese, 2002), Prova a prendermi (Steven Spielberg, 2002), The Departed – Il bene e il male (Martin Scorsese, 2006), Blood Diamond (Edward Zwick, 2006), Nessuna verità (Ridley Scott, 2008), Revolutionary Road (Sam Mendes, 2008), Shutter Island (Martin Scorsese, 2010), Inception (Christopher Nolan, 2010), J. Edgar (Clint Eastwood, 2011), Django Unchained (Quentin Tarantino, 2012), Il grande Gatsby (Baz Luhrmann, 2013), The Wolf of Wall Street (Martin Scorsese, 2013), Revenant – Redivivo (Alejandro González Iñarritu, 2015), C’era una volta a… Hollywood (Quentin Tarantino, 2019) • «Frequenta il jet-set ed è un ambientalista incallito, è un festaiolo, un playboy allergico alle relazioni stabili» (Chloe Fox, Vanity Fair, 23/2/2016) • «Invece di inseguire l’ultimo blockbuster, ha fatto di tutto per spogliarsi dell’immagine del ragazzino impossibilmente fascinoso e generoso di Titanic. E ha scelto invece di lavorare con registi impegnativi come appunto Scorsese piuttosto che Baz Luhrmann, Steven Spielberg, Clint Eastwood e Christopher Nolan» (Lorenzo Soria, L’Espresso, 24/1/2015) • «Una faccia che pur non essendo, sulla carta, bella o espressiva come quella dei grandi attori anni Settanta, e anzi conservando negli anni le caratteristiche di un volto anche un po’ da bamboccio, riesce sempre a diventare altro da sé, e sempre con risultati incredibili» (Marianna Rizzini, Il Foglio, 28/1/2013) • Ha detto: «La cosa più bella nel mio lavoro è perdersi nel carattere di qualcun altro, e venir pure pagati per questo. Quanto a me, non lo so chi sono veramente. Mi sembra di cambiare un po’ ogni giorno».
Titoli di testa «Ero in Amazzonia, in mezzo a una tribù che apparentemente ha sempre vissuto staccata dal resto di quella che noi chiamiamo civiltà. Dopo cinque minuti tutti hanno iniziato a dire Titanic, Titanic» (a La Stampa, 24/11/2004).
Vita Figlio unico di genitori fricchettoni • «La leggenda dice che a casa DiCaprio cenasse, a volte, Charles Bukowski» (Rizzini) • Il padre, George, mezzo italo-americano, fa l’artista e vende fumetti. «Mio padre mi ha insegnato a prendere rischi. Mi ha sempre detto: qualunque cosa fai, cerca di alzarti la mattina e di essere felice di infilarti i pantaloni» • La madre, Irmelin Indenbirken fa segretaria in uno studio legale; è nata in Germania da padre tedesco e madre di origine russe. «Forse essere un gran lavoratore deriva dalle mie origini tedesche. Ho sempre ammirato la capacità di quel popolo di prendere gli impegni sul serio e di portarli a termine con determinazione. Mi sembra una buona qualità, no?» • George e Irmelin decidono di chiamare il figlio Leonardo perché lei, incinta, lo sente scalciare per la prima volta mentre osservava un’opera di Leonardo Da Vinci agli Uffizi. Secondo nome: Wilhelm, come il nonno materno • I suoi genitori si separano quando lui è piccolissimo, ma restano in buoni rapporti e continuano ad abitare uno di fianco all’altro • «Io e mia madre abitavamo ai margini di Hollywood, in una zona di prostitute e spacciatori. Venivo picchiato molto spesso. Vedevo la gente fare sesso per la strada. Ricordo che, quando avevo cinque anni, sono stato fermato per strada da un tizio in impermeabile con crack e siringhe. Ma fin da subito, guardando la devastazione del mio isolato e quanto stava male chi era dipendente da quella roba, ci ho sempre pensato due volte prima di accettare della droga. È il male» • Il suo primo ricordo: a tre anni, durante un concerto hippy con il padre George: poiché la band è in ritardo, e il pubblico rumoreggia, Leo sale sul palco e si mette a ballare il tip tap • Nei fine settimana lo portano al cinema. I suoi film preferiti sono Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971), La collina dei conigli (1978), e Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) • Quando ha sei anni il padre gli dice di darsi una mossa a perdere la verginità. «Mio padre mi diceva sempre: “Vai là fuori, figliolo, e qualunque cosa tu faccia, non mi importa se avrai successo o meno. Quel che conta è solo avere una vita interessante”» • La madre, invece, fa di tutto per iscriverlo a una scuola decente. Gli insegnanti, però, rimangono sconcertati quando, suggestionato dalla storia di Charles Manson, Leo si disegna una svastica sulla fronte. «Da ragazzo dicevano che fossi “mezzo matto”. E credo di essere ancora un po’ così. Copiavo un sacco, non ce la facevo proprio a starmene seduto a fare i compiti. Mi sedevo sempre vicino a qualcuno molto intelligente» • Fin da bambino recita in qualche pubblicità. Quando ha dieci anni il suo agente gli consiglia di cambiarsi nome e farsi chiamare Lenny Williams, di modo che suonasse più americano. Lui rifiuta. «Vivevo a Hollywood eppure, ironicamente, non sapevo che bastasse trovarsi un agente e andare ai provini per tentare di fare l’attore. Fino a che ho avuto tredici anni pensavo ci fosse una specie di loggia massonica, una specie di linea di sangue di cui dovevi per forza fare parte. Appena mi sono reso conto di come funzionava, ho capito che non volevo fare nient’altro per il resto della vita» • Racconta Joaquin Phoenix, classe 1974, suo coetaneo, che pure cercava di arrabattarsi a Hollywood: «Di solito eravamo io e un altro paio di ragazzi in competizione per il ruolo e perdevamo sempre a favore di quest’altro. Nessun attore pronunciava il suo nome, ma tutti i direttori del casting sussurravano: “È Leonardo! È Leonardo!”» • Racconta DiCaprio: «Uno dei miei primi film è stato con De Niro e per capirlo andai a studiarmi i suoi film. E stato così che ho scoperto che dietro Bob c’era sempre quest’altra persona che si chiamava Scorsese» (La Stampa, 24/11/2004) • «Gennaio 1995, Sundance. Leonardo DiCaprio, lungo, dinoccolato, occhi azzurri a fessura, sweatshirt con cappuccio, presenta al Festival di Park City The Basketball Diaries. Ha 21 anni, il sorriso strafottente e entra nella sala di proiezione di corsa, scavalcando il tavolo come in una gara a ostacoli. Lo aspettavamo tutti al varco, noi addetti ai lavori, perché dopo le sue performance in Voglia di ricominciare e Buon compleanno Mr. Grape, a Hollywood non si parlava che di lui» (Alessandra Venezia, iO Donna, 15/1/2016) • «Ancor prima che scoppiasse la Leomania, DiCaprio girava sempre con la sua cricca di amici devoti, nota negli ambienti di Hollywood come ”The Pussy Posse”, letteralmente la Banda della Passera. ”Non hanno altro in testa che le ragazze”, spiega un paparazzo di New York che una volta dovette far entrare di soppiatto Leo e la sua banda, a quell’epoca ancora a corto di inviti, a una serata del Victoria’s Secret. Il nucleo principale del gruppo è costituito da una confraternita di giovani, alcuni dei quali sono in realtà famosi come DiCaprio. C’è Lukas Haas, che non è ancora diventato Leo, e c’è Tobey Maguire […] Frequenta i locali di Manhattan e attacca brighe con la gente [...] Ma la reputazione di ragazzaccio di DiCaprio è ormai talmente diffusa da diventare una barzelletta. Quando ha ricevuto dalla MTV il premio come migliore interprete maschile per il video, la cerimonia è stata seguita dal numero comico di un gruppo di persone bendate che giuravano di essere state malmenate da DiCaprio [...]» (Nancy Jo sales, L’Espresso, 2/7/1998) • «Lo ricordo insieme a Juliette Lewis mentre aspettava fuori del Rockefeller Center qualche anno fa, mendicando l’ammissione a una festa, suvvia, fateci entrare, implorava” racconta la cronista mondana Anita Sarko. Persino alla festa di lancio del suo film Basketball Diaries all’Hard Rock Cafe nessuno gli badava. Ma poi è arrivato Titanic, il suo film dagli incassi multimiliardari, sono arrivati i 500 siti Internet targati Leo, il bombardamento pubblicitario e le attenzioni dei ricchi e dei potenti, e Leo è diventato un personaggio» (ibidem).
Gloria Candidato all’Oscar nel 1994 per Buon compleanno Mr. Grape, nel 2005 per The Aviator, nel 2007 per Blood Diamond, tutti pensavano l’avrebbe vinto nel 2014 per The Wolf of Wall Street nel 2014 dove era in gara sia come attore protagonista sia come produttore. Grandissima eco mediatica quando non lo vinse nemmeno quella volta • The Line Animation, studio indipendente inglese, sviluppò un giochino su internet in cui DiCaprio si vede rubare l’Oscar da: i paparazzi, l’iceberg che affondò il Titanic, l’overdose di The Wolf of Wall Street, financo l’orso di The Revenant. A due ore dal lancio il sito su cui era caricato il gioco toccò i 6 mila contatti al minuto • Quando l’Oscar, finalmente, arrivò nel 2016 proprio per The Revenant su Twitter si registrarono 440 mila messaggi al minuto.
Denaro Per Buon compleanno Mr. Grape fu pagato 75 mila dollari, per Titanic 2 milioni 500 mila, per The Beach 20 milioni, per The Wolf of Wall Street 25 milioni, per C’era una volta a… Hollywood 10 milioni.
Investimenti Nel 2005 ha acquistato l’isola di Blackadore Caye, lunga 3,2 chilometri, al largo della costa del Belize, per 1 milione 750 mila dollari • Ha una casa a Battery Park, New York, tre ville a Malibu, due ville nell’area di Bird Streets, sulle colline di Hollywood, due appartamenti uno di fianco all’altro nelle Panorama Towers di Las Vegas (Imdb) • Ha fondato la Appian Way Productions, casa di produzione tutta sua, con cui si è finanziato, tra le altre cose Shutter Island, The Wolf of Wall Street, The Revenant. «Sono diventato produttore per ragioni molto egoistiche, per trovare storie migliori per me stesso. Invece di aspettare che le sceneggiature arrivassero sul portone di casa mia, mi sono messo a cercare libri e personaggi da poter cucire su misura per me».
Battaglie Da sempre democratico, ha finanziato e sostenuto (anche con comizi) le candidature di Bill Clinton, Al Gore, John Kerry e Barack Obama. Ambientalista, si è fatto fotografare con Greta Thunberg. «Dica la verità: è arrivato a quest’intervista a bordo di una limousine o di un’auto ecologica?
“Di una vettura ibrida. Non guiderei mai un “mostruoso divoratore di benzina”» (Alessandra Mattanza, Grazia, 12/1/2012).
Amore «Raramente è stato visto senza gnocca tra le mani» (Dagospia, 2/1/2020) • «Il mio primo appuntamento fu con una ragazza di nome Cessi. Abbiamo avuto una bella relazione al telefono per tutta un’estate. Poi lei è tornata dalle vacanze e ci siamo messi d’accordo per andare al cinema. Quando la vidi rimasi pietrificato. Non riuscivo nemmeno a guardarla negli occhi» • Il primo bacio di Leonardo DiCaprio: «Fu la cosa più disgustosa di tutta la mia vita. Lei riuscì a inondarmi di saliva e io dovetti fuggire a gambe levate per non soffocare» • Leonardo Di Caprio fece l’amore per la prima volta, a poco più di 18 anni, con la modella Barbara Jane Robling, bionda, bellissima, nata in Florida, di quattordici anni più vecchia. La signora, adesso trentasettenne, ricorda che quella sera era con Di Caprio e altri quattro ragazzi in casa di Jay Ferguson, un diciottenne che le piaceva parecchio e che però era innamoratissimo di una ragazza «brutta e grassa». A un certo punto rimase sola con Di Caprio e lui prese a carezzarle i capelli, la baciò, le strinse il seno «in modo immaturo, maldestro». Poi la rovesciò su un divano, mentre i suoi amici sbirciavano dal buco della serratura, soffocando le risate: «Leonardo sembrava persino più giovane, mi pareva quasi un bambino. Mi accorsi che i suoi amici ci stavano spiando solo quando la musica tacque. Allora mi avvicinai alla porta in punta dei piedi e la spalancai. Loro scapparono per casa ridendo come matti». Di nuovo soli, i due continuarono a fare sesso: «Non fu un grande amante: era inesperto, ma ugualmente piacevole. La sua pelle era liscia, morbida, anche se non c’era traccia di muscoli. Mi disse che aveva fatto lo scemo con tante altre ragazze, ma che non era mai andato fino in fondo». Il giorno dopo andarono tutti a una festa, al ritorno, di nuovo in casa di Jay, Di Caprio la buttò sul letto e quasi la soffocò di baci, togliendole i vestiti di dosso: «Sembrava molto più sicuro di sé della notte precedente. Glielo dissi e lui mi rispose che evidentemente ero stata una brava insegnante». La mattina dopo lei andò in cucina e preparò la colazione per tutti: «Feci le cose per benino, come una mamma: brioche, toast, uova sode, frutta e spremute. Non si capacitavano della fortuna di avermi con loro». Quella sera, riaccompagnandola a casa, Di Caprio la baciò senza chiederle un appuntamento: «Non mi importava molto, perché non l’avevo proprio preso in considerazione come fidanzato». Si incontrarono per caso, qualche giorno dopo, al Bar One. Lui si precipitò a stringerle la mano, la fece uscire dal locale e si slacciò in fretta e furia i pantaloni, mostrandole i boxer neri di Calvin Klein. Lei rimase «scioccata» dall’idea di fare sesso orale in mezzo alla strada, ciononostante, «in un momento di follia» si chinò sul suo sesso: «Quando alzai gli occhi non riuscivo a credere di averlo fatto con un ragazzino che aveva in testa un cerchietto dorato». Subito dopo lui le fece un gran sorriso, la ringraziò, e insieme tornarono dentro, «ridendo come due cretini» • Famoso per essere passato da una donna all’altra per due decenni, scegliendone sempre di bellissime, sempre sui 25 anni. Tra le sue fidanzate si annoverano: la spogliarellista Karen Butler, la modella Kristen Zang, l’allora voce di Radio 105 da New York Camila Raznovich, la modella Carla Paneca, la modella Gisele Bündchen, la modella Bar Refaeli, la modella Toni Garnn • Negli anni, loro sono sempre giovani e carine, lui invece ha messo su chili. «A variare ciclicamente, oltre alla wannabe signora DiCaprio, solo il suo giro vita, apparentemente» (Chiara Maffioletti, Corriere della Sera, 18/4/2016) • «Si dice che sia tornato di nuovo single. Può confermare?
“Senta, io da anni non rispondo più a queste domande, perché tutto poi viene ingigantito a dismisura”. Ci conosciamo da più di vent’anni: mi dica qualcosa!
“Posso dirle con certezza che la persona con cui starò sarà un’ecologista: non potrei mai vivere con chi non crede nel riscaldamento globale”» (Venezia, 2016).
Vizi «Niente fuoriserie, jet, yacht? “No, se ho una debolezza sono le giacche. Per me sono come le scarpe per le donne, ne vedo una e se ne ho già un’altra che è esattamente uguale ma ha il collo un po’ più morbido o più stretto devo avere pure quella”» (Lorenzo Soria, L’Espresso, 24 gennaio 2014).
Curiosità Alto un metro e 83 • Soprannomi: Leo, Lenny • Apicoltore per diletto • Disordinato • Vegetariano • Film preferiti: Ladri di biciclette (1948), Taxi Driver (1976), Lawrence d’Arabia (1962), 8½ (1963), Il terzo uomo (1949), La sfida del samurai (1961), Viale del tramonto (1950), Shining (1980) e La valle dell’Eden (1955) (The Independent, 2006) • Gli piace andare al cinema, ascoltare musica, fare immersioni subacquee, leggere e giocare a pallacanestro con gli amici • Ha fatto anche paracadutismo • «Cosa ti annoia invece? “Non ci ho mai pensato! Non sono un uomo che si annoia facilmente”» (Alessandra Mattanza e Julia Manfredi, Cosmopolitan, 10/11/2015) • Una volta, durante un’asta di beneficienza a Cannes, superando l’offerta di Paris Hilton, si aggiudicò una borsetta di Chanel. Poi la regalò alla madre • Nel marzo 1998 denunciò la rivista Playgirl che voleva pubblicare sue fotografie – incluso un nudo frontale integrale • Nel 1999 i suoi avvocati hanno presentato la richiesta che gli permette di farsi pagare i diritti da chi utilizza il suo nome per scopi commerciali • L’edificio in cui è nato, al 4810 del Sunset Boulevard di Los Angeles, è stato comprato da Scientology che ne ha fatto il suo quartier generale sulla costa occidentale • «Si dice che DiCaprio goda dell’ammirazione di Vladimir Putin: “DiCaprio è un uomo vero”, avrebbe dichiarato il presidente russo, colpito dalla determinazione con la quale l’attore ha affrontato alcune battaglie ambientaliste in terra russa. Non è cosa da poco né priva di pericoli» (Andrea Cangioli, GQ, 1/2016) • Pensarono a lui per interpretare Roark Jr in Sin City (2005), il pornoattore Dirk Diggler in Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), Anakin Skywalker in L’attacco dei cloni (2002) e Peter Parker in Spiderman (2002), ruoli andati rispettivamente a Nick Stahl, Mark Wahlberg, Hayden Christensen e Tobey Maguire • «Cosa consiglia allora ai ragazzi che vogliono fare cinema?
“Di fare la stessa cosa che ho fatto io, cioè divorare ogni genere di film per esserne ispirato e influenzato e trovare così la propria identità artistica”» (Alessandra De Tommasi, Vogue, 5/8/2019) • «Quando stai vivendo il tuo sogno, come me ora, è come se avessi vinto alla lotteria. Sono curioso di vedere cosa accadrà in futuro. Se hai speranze e sei entusiasta di ciò che fai, non invecchi mai dentro. Io sono cresciuto davanti alla telecamera, proprio come volevo» • «Miro a fare film che sono prima di tutto dei lavori artistici. Se poi c’è anche un messaggio, bene. Ma no, non mi interessa fare un brutto film solo perché così possiamo dire qualcosa. Piuttosto mi metto nudo con un cartello che dice salvate le balene».
Titoli di coda «Ero in fila alla cassa dietro una donna che stava guardando delle riviste. Si è girata e ha fatto: “Eccolo di nuovo, quel Leonardo DiCaprio. Non pensa anche lei che dovrebbe sparire?” Mi sono detto: o le rispondo “Ma lei sa chi sono io?” oppure mi abbasso la visiera del berretto, pago il mio mais tostato e me ne vado… Ho scelto la seconda opzione».