1 dicembre 2020
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Biografia di Roy Emerson
Roy Emerson, nato a Blackbutt, in Australia, il 3 novembre 1936 (84 anni). Tennista. Numero uno al mondo nel 1964 • Detto «Emmo» • «L’avremmo anche potuto soprannominare “l’uomo dai denti d’oro”… perché in effetti ne aveva così tanti che la sua bocca emetteva raggi luminosi ogni qualvolta rideva per una vittoria, o magari faceva smorfia per aver sbagliato una facile voleé» (Nicola Pucci, sul blog SportHistoria, 31/10/2020) • Alto 1 metro e 83 • Destro • Otto Coppe Davis (1959, 1960, 1961, 1962, 1964, 1965, 1966, 1967, con la nazionale australiana) • Nove Australian Open (sei nel singolare, tre nel doppio), sei US Open (due nel singolare, quattro nel doppio), otto volte vincitore al Roland Garros (due nel singolare, sei nel doppio), cinque a Wimbledon (due nel singolare, tre nel doppio). Ventotto titoli del Grande Slam complessivi. Unico giocatore maschio ad aver vinto tutti e quattro i tornei sia nel singolare sia nel doppio • «Emerson non ha il rovescio o la risposta di Rosewall. Non ha lo smash e il dritto sicuro di Sedgman. Non ha il passante di Laver. Ma quando il gioco si fa duro, non c’è niente che gli riesca male. È un giocatore, più che un brillante colpitore. Non posso pensare a nessun altro, dalla seconda guerra mondiale in poi, che vorrei al mio fianco nel quinto, decisivo singolare di una finale di Davis» (Herbert Warren Wind, sul New Yorker, a metà degli anni Sessanta) • «In campo era instancabile, sempre in perfetta forma e pronto alla gara» (Andre Agassi) • «L’idea di perdere non lo sfiorava mai, non la prendeva nemmeno in considerazione: è stato il più grande ostacolo di tutta la mia carriera» (Rod Laver) • Quando, nel 2000, arrivato a tredici Grandi Slam individuali, Sampras batté il suo record, gli chiesero se si sarebbe congratulato con lui. «Non ci ho ancora pensato» rispose esitante. «Ma un record ce l’ho ancora. I titoli complessivi in singolare e in doppio. Penso che quello non sarà battuto mai».
Titoli di testa «Volete sapere cos’è successo nel tennis negli ultimi vent’anni? Beh, io ho firmato il mio primo contratto da professionista per 75.000 dollari e per giocare circa 360 giorni all’anno. L’altro giorno Jimmy Connors ha giocato un’esibizione e ha guadagnato 75.000 dollari in due ore e mezza» (nel 1984).
Vita Nato in una fattoria del Queensland, a centocinquanta chilometri da Brisbane. I suoi genitori producono latte e formaggio • Roy trascorre l’infanzia nei campi: quando non va a scuola sta dietro al bestiame, dà da mangiare ai maiali e munge le vacche. «È così che ha sviluppato quei polsi insieme elastici e forti» (Alessandro Mastroluca, Tennis.it, 3/11/2015) • Nel tempo libero gioca a tennis con le sorelle. «Non è che ci fosse molto altro da fare» • Il tennis, in Australia, è il passatempo nazionale. La famiglia Emerson si è costruita il proprio campo livellando la terra dietro casa, usando una recinzione per pollai per delimitarlo e una corda a segnare la rete. Roy ci sa fare. «Ben presto diventa lo spauracchio della zona, vincendo a ripetizione le gare riservate per fascia d’età, e a 15 anni il ragazzo, a cui non fanno certo difetto la determinazione e l’audacia, sa già che dello sport con racchetta e palline farà un mestiere. Il padre lo porta a Brisbane e qui Roy incrocia l’uomo che ha fatto le fortune del tennis australiano, Harry Hopman, che, trascorsi due anni, nel 1954, lo associa agli altri campioncini in erba per la prima trasferta all’estero, Rosewall, Hoad, Fraser, Cooper e Anderson» (Pucci) • Il motto di Harry Hopman: «Una volta che entri in campo, non hai scuse» • A 18 anni, gioca per la prima volta al Roland Garros. Il suo avversario è Joszef Asboth. «Cosa posso aspettarmi?» chiede Roy a Ken Rosewall, detto Muscles, altro grande tennista. Quello alza una mano con le cinque dita aperte. «Che vuoi dire?» gli domanda lui. Risposta: «Sono i game che riuscirai a vincere». Asboth, gentiluomo distinto, uno che gioca in pantaloni lunghi di flanella, è il primo ungherese ad aver vinto uno Slam, nel 1947. Roy viene massacrato. «Pensavo di essere in forma, prima di trovarmelo di fronte. Quella partita mi ha insegnato tutto quello che dovevo fare per giocare bene sul rosso. Dopo un set e mezzo, mi sembrava di averne giocati cinque. E comunque, Muscles si era sbagliato. Non arrivai nemmeno a cinque game» • Prima vittoria in un torneo, in doppio con Neale Fraser, a Wimbledon, nel 1959. Prima Coppa Davis nello stesso anno. Primo Roland Garros nel 1960. «Ormai il ghiaccio è rotto, Emerson è in rampa di lancio e anche la carriera individuale arriva ad una svolta. Ed è vincente» (Pucci) • «Eccezionali qualità atletiche, velocità negli spostamenti e un repertorio completo, sia nei colpi di volo che nel gioco da fondocampo, lo rendono altamente competitivo su tutte le superfici, in singolare come in doppio, e se predilige l’erba, su cui si giocano tre Slam su quattro, non disdegna certo la terra battuta parigina. Non sarà bellissimo a vedersi, ma è maledettamente efficace» (ibidem) • «Non è certo, la sua, la superiorità del campionissimo che dà un’impronta personale a un periodo della storia del tennis: ma è sufficiente per vincere la gara giusta al momento giusto» (Gianni Clerici) • «Ha vinto ovunque e con chiunque avesse a fianco, fosse Fraser, Laver, Stolle, Fletcher o Santana. La sua presenza in doppio, a Wimbledon, bastava ad eccitare il pubblico ed era proprio il caso di dire, così come sarebbe accaduto con Mc Enroe vent’anni dopo, “la miglior coppia del mondo? Emerson e… chiunque sia al suo fianco!”» (Pucci).
Soldi Nel 1964 e nel 1965, per aver vinto a Wimbledon, oltre alla coppa, ricevette un buono sconto da 25 sterline • Il grande dilemma dei tennisti degli anni Sessanta: diventare professionisti, ed essere costretti a rinunciare ai grandi tornei, allora riservati agli amatori, oppure restare liberi, ma poveri? • «Il palmares di Roy Emerson nelle prove del Grande Slam rimane ineguagliato, sommando globalmente 28 titoli, di cui 12 in prove di singolare, a lungo traguardo di referenza per i grandi maestri della racchetta. Ma è un palmares degno del più grande “amatore” di tutti i tempi, essendo la maggior parte di questi successi acquisiti in un periodo in cui professionisti ed amatori appartenevano a due pianeti ben distinti. Se la maggior parte degli australiani dell’epoca, infatti, optarono per i riconoscimenti economici del professionismo, Emerson andò controcorrente, preferendo guadagnare somme comunque cospicue grazie ai salari fittizi e ai denari di sottobanco generosamente elargiti dalla sua Federazione. Poté così continuare a giocare in Coppa Davis e far collezione di titoli del Grande Slam» (Pucci) • Rifiutò un’offerta da 38 mila sterline nel 1964, una da 100 mila dollari nel 1966. Firmò un contratto da professionista solo nell’aprile del 1968, con la National Tennis League.
Vita privata Sposato con una Joy, di Brisbane, anche lei tennista, incontrata per la prima volta su un campo da gioco nel 1952. Due figli: una femmina, Heidi, e un maschio, Anthony, morto di cancro nel 2016 • Da cinquant’anni vivono a East Bluff, un quartiere di Newport Beach, area metropolitana di Los Angeles. Passano le estati a Gstaad, in Svizzera, e tornano spesso in Australia.
Curiosità Per anni sponsorizzato dalla Phillip Morris • La volta che, a Londra, la moglie lo portava a visitare la Tate modern, per farlo appassionare all’arte. «Sta cercando con fatica di trasmettermi un po’ di cultura». Alla domanda: ci sta riuscendo?, rispose: «Be’, diciamo che mi piacciono molto i nudi» • Grande amico di Roger Federer, conosciuto in Svizzera. «Roger è un gentiluomo dentro e fuori dal campo. Ha il modo di fare dei vecchi tempi unito a uno stile di gioco moderno» • A Blackbutt, sua città natale, oltre a un Roy Emerson Museum, c’è una sua statua in bronzo a grandezza naturale • Il consiglio che darebbe a chi vorrebbe fare il tennista: «Oltre ad allenarvi, garantitevi una buona istruzione. Questo è un ambiente molto competitivo, e non tutti ce la fanno. Dovete avere un piano B» • «La dimensione delle teste delle racchette, il materiale usato, le corde oggi sono cambiati moltissimo, il che ha contribuito a distruggere lo stile che un tempo contraddistingueva il tennis» • «Oggi il tennis si gioca solo per la televisione, e tutto è basato sui soldi» • Gli mancano la civiltà e le buone maniere del tennis dei suoi tempi. Gli manca il cameratismo tra giocatori. Gli mancano le uniformi bianche inamidate che si usavano un tempo sui campi da tennis.
Titoli di coda «Che ci creda o no Roy Emerson mi ha insegnato a mungere una mucca. Dopo la mia prima vittoria a Wimbledon, nel 2003, sono andato a Gstaad dove c’era pure Roy. Lì vinsi un mucca e Emerson mi insegnò a mungerla. Incredibile, non crede?» (Roger Federer).