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 2020  dicembre 01 Martedì calendario

Biografia di Vanessa Ferrari


Vanessa Ferrari, nata a Orzinuovi, in provincia di Brescia, il 10 novembre 1990 (30 anni). Ginnasta • «La farfalla di Orzinuovi» • «La cannibale» • Prima italiana a conquistare una medaglia d’oro ai mondiali di ginnastica artistica (ad Aarhus, in Danimarca, nel 2006, nel concorso generale individuale). Prima italiana a eseguire lo Tsukahara avvitato «Silivas», un doppio salto indietro raccolto con doppio avvitamento • «La sua è una delle più intriganti storie di sport italiano. Una storia ahimè scandita da una serie di infortuni ai quali ha sempre reagito da campionessa della resilienza» (Piera Anna Franini, Il Giornale, 27/11/2018) • «È stata la pretty baby dello sport italiano. Anzi una farfalla d’acciaio. Già da minorenne la chiamavano Supervani» (Emanuela Audisio, la Repubblica, 26/2/2019) • Iniziò a gareggiare a otto anni. Quando vinse la medaglia d’oro ai Mondiali non ne aveva nemmeno sedici. «Così giovane, perfetta e glaciale da aver accolto la vittoria con naturalezza, con un sorriso sempre uguale, i dentoni in bella mostra, il fisico minuscolo ed esplosivo che sembra concepito al computer per la ginnastica: un metro e 43 per trentasei chili, comprese le quattro viti infilate nella mano destra dopo un infortunio che lei non s’è mai voluta far togliere (Mattia Chiusano, la Repubblica, 20/10/2006) • «Non avevamo mai avuto un’italiana di questo livello» (Juri Chechi) • Oltre alla vittoria ai mondiali che la rese celebre, se ne è aggiudicate quattro agli Europei, ventuno ai campionati italiani assoluti, otto ai Giochi del Mediterraneo, cinque in Coppa del Mondo (tre nel 2007, a Parigi, per parallele, corpo libero e trave; una nel 2014, a Tokyo, per l’individuale; una nel 2019, a Melbourne, di nuovo per il corpo libero) • Ha partecipato a tre Olimpiadi (Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016), senza mai arrivare a medaglia • Dal 2009 arruolata nel centro sportivo dell’Esercito con il grado di Caporal maggiore • «Introversa e scaramantica» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport 20/5/2014) • «Capace di imprese che sono pagine d’oro della storia dello sport e al contempo di stringate ruvidezze espressive, poco luminosa di sorrisi e spesso scura di sguardo, ogni suo gesto è sempre stato al centro di contraddittorie interpretazioni e, talvolta, di ingenerose antipatie» (Marco Archetti, Corriere della Sera, 2/11/2013) • Ha detto: «I giornali si ricordano di questo sport solo quando arrivano le vittorie».
Titoli di testa «Ferrari, facile da ricordare. Come la colonna sonora del suo corpo libero: Nessun dorma della Turandot. Fa pensare all’Italia, subito, in qualsiasi parte del mondo: la rossa e Puccini» (Mattia Chiusano, la Repubblica, 20/10/2006).
Vita Figlia di Giovanni, già calciatore nel Castelleone, ora proprietario di una piccola azienda metallurgica, e di Galia Nikolova, bulgara di Pleven. Si sono conosciuti durante un viaggio di lui in Bulgaria. Anche lei, da giovane, era stata una ginnasta • Due fratelli più piccoli: Ivan e Michele, gemelli, nati nel 1993 • Racconta Vanessa: «Sono di Orzinuovi, sulla sponda sinistra dell’Oglio. Ho iniziato volteggiando in una piscina dismessa vicina al casello di Brescia Ovest. Un posto dove avevano riempito le vasche con la gommapiuma e dove non c’era lo spazio per provare gli esercizi» • Vanessa è piccolissima quando per la prima volta vede in televisione una ginnasta impegnata alla trave. «Ma non ricordo davvero come tutto sia cominciato. Diciamo che la ginnastica si è creata intorno a me. Sono una che è caduta nel pozzo» • Dalle parti dei Ferrari non c’è nessuna palestra adatta e all’inizio la madre cerca di dirottarla sulla danza classica. «Capisco subito che la danza e la ginnastica sono due cose completamente diverse. Io voglio fare ginnastica! Soprattutto lo capisce mia mamma, che è costretta nuovamente a mettersi alla ricerca di una palestra dove possa frequentare un corso di ginnastica artistica» (da vanessaferrari.com) • Racconta la madre: «La svolta è stata quando decidemmo di portarla a Brescia, alla Brixia. Prima si allenava a Castelleone. Io sono bulgara, da ragazzina ho praticato un po’ di ginnastica, niente di che, ma sono cresciuta in un sistema dove lo sport si faceva seriamente. E ho cercato per lei un posto che seguisse quelle regole rigorose» • La prima volta che le fanno provare la panca, l’attrezzo che, per i principianti, sostituisce la trave, lei casca giù. «Diciamo che il primo impatto non fu un granché!» • Racconta Enrico Casella, suo allenatore: «La prima volta che la vidi era uno scricciolo. Ma mi colpì subito per come saltava: sembrava una rana. Più avanti ho capito che era anche una grande lavoratrice. Seria, instancabile. Un po’ di tempo ancora e mi resi conto della sua vera natura: era un cannibale» • Per permetterle di allenarsi i genitori si sobbarcano ogni giorno la strada da Genivolta a Brescia, cinquanta chilometri all’andata e cinquanta al ritorno. «Presto dovetti anche trasferirmi con la scuola a Brescia. Allenamenti al mattino, breve pausa per pranzare e tirare un po’ il fiato, poi nel primo pomeriggio la ripresa degli allenamenti e verso le 18 iniziava la scuola privata serale. Avevo solo 8 anni ma già capivo che quello sport che tanto amavo mi sarebbe costato sacrificio» • «Questa vita mi ha dato molto, non sarei qui adesso e non avrei il fisico che ho, e del resto, parliamoci chiaro, se vuoi ottenere dei risultati non ci sono altre strade. Ma sono stata una ragazzina triste. Non facevo niente nel weekend e non avevo amici. Ora ho imparato a essere meno rigida con me stessa. E soprattutto, se ho un problema, ne parlo col mio allenatore. Oggi gli dico tutto, il nostro rapporto è di gran lunga migliore» (ad Archetti) • «Dal 2005 al 2008 non ho mai fatto una vacanza. E mai vuol dire mai» • Debutta in nazionale nel 2002. «Il grande exploit l’ha avuto nel 2005 ai Giochi del Mediterraneo dove ha vinto la medaglia d’oro in tutte le specialità di ginnastica artistica, salvo l’argento alle parallele asimmetriche. Ma il capolavoro è arrivato con l’oro nel concorso generale ai Mondiali di Aarhus, in Danimarca, nel 2006: era la prima volta nella storia della ginnastica che un’azzurra otteneva il titolo mondiale» (Franini) • «Cosa succede quando la mente va a quella medaglia del 2006 che fece di Vanessa Ferrari una leggenda? “Solo ora, guardando indietro, mi rendo conto che quella vittoria è stata la più importante della mia carriera, ero piccola e senza problemi fisici”» (ibidem).
Amore Nel 2008, quando aveva diciotto anni, diceva: «Niente fidanzato, figurati, dove trovo il tempo? E se l’avessi non lo direi» • Poi è stata con un Andrea Cingolani, anche lui ginnasta. Ora con tale Simone Caprioli, ex rugbista.
Politica Nel 2013, ai mondiali di Anversa, dedicò la medaglia d’argento agli immigrati morti pochi giorni prima al largo di Lampedusa.
Religione Al Coni, che le chiedeva di leggere alcune preghiere nella messa di Natale, rispose: «Non posso, sono atea».
Tatuaggi I cerchi olimpici sulla nuca. Sotto, i loghi di Beijing 2008, London 2012, Rio 2016.
Crisi «Ogni volta che sono andata fuori forma, riprendere è stata durissima. Fatica a livello mentale, più che fisico. Gli infortuni, poi, sono sempre un colpo terribile» (ad Archetti) • «Pechino 2008 e Londra 2012: due medaglie di legno. Poi la delusione di Rio. c’è una maledizione intorno ai Giochi? “Non lo so, magari sono stata solo sfortunata. A Pechino nel 2008 ero distrutta fisicamente. Tutti si aspettavano tanto, ma io sapevo che non stavo bene. A Londra, al contrario, ero in forma e mi sono divertita. Ho fatto un’ottima prova, certo: arrivare quarta con lo stesso punteggio di chi ha vinto il bronzo è stata una grossa fregatura. A Rio mi mancava la preparazione ed ero stanca”» (Patrizia Nettis, Gazzetta del Mezzogiorno, 10/8/2020) • «Mi hanno data per finita già nel 2009» • Nel 2017 si rompe il tendine di Achille e pensa che davvero, stavolta, tutto sia finito. «“Era ai mondiali di Montreal, tendine d’Achille sinistro rotto, che mi salta durante l’esercizio, io in infermeria guardo papà, allenatore, e manager, e dico: basta, smetto. Nessuno in quel momento cerca di farmi cambiare idea, anche perché sapevano che l’avrei fatto prima” Lei la dura, si mise a piangere. “Sì, ma solo perché l’oro sfumava. Perdere una medaglia fa più male che una frattura. E tra l’altro quello era lo stesso piede operato. Ma due settimane dopo ero di nuovo in pedana. Con il gesso” Se si qualifica sarà la sua quarta Olimpiade. “E mi farò il quarto tatuaggio. Ma non mi interessa né essere la più vecchia, né l’unica ginnasta azzurra a partecipare a quattro edizioni dei Giochi. Io voglio vincere, voglio una medaglia, quella che mi sfugge, e che continuo ad inseguire”» (Audisio).
Curiosità Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica a 17 anni • Nel 2014 si è esibita in un esercizio alla trave davanti a papa Francesco in piazza San Pietro • «Come si fa a mantenere l’elasticità a 30 anni? “Credo che quello che ho seminato da giovane mi consente ora di vivere un po’ più tranquilla”. Ci spieghi. “Credo che l’allenamento impostato quando ero molto piccola e quindi il bagaglio tecnico mi consenta oggi di allenarmi un po’ meno e quindi di poter resistere più a lungo nel tempo”» (Nettis) • «Quando mi chiedono di dire qualcosa che invogli i ragazzi ad avvicinarsi alla ginnastica, mi viene in mente solo una domanda: quanta voglia avete di sacrificarvi? Perché è tutto lì. Qui non c’è tv, non ci sono luci accese: qui si fatica in solitudine, gli allenamenti sono durissimi, gli allenatori duri e mai soddisfatti, preparare una gara è scalare una montagna e perderla è un attimo: un errore, un infortunio, la giuria... Ci vuole voglia e disciplina, la ginnastica non è un capriccio» • Non riguarda mai i video dei suoi infortuni. «Il mio sport va affrontato con una serenità mentale ferrea, basta un pensiero e si sbaglia tutto. Rivedere gli infortuni può creare dei blocchi» • Ha detto: «Non sogno nulla, credo solo nel lavoro» • Le è stata diagnosticata una malattia autoimmune, la tiroidite di Hashimoto • Vista nel video di Credi in me di Valerio Scanu • Ha pubblicato un’autobiografia, Effetto farfalla (Mondadori, 2015), scritta con Marco Archetti. Ha impiegato moltissimo a scegliere la foto da mettere sulla copertina • «Sono un disastro. Disordinatissima. A casa, c’è talmente tanta roba sul mio letto che, a volte, per dormire, cambio letto!» • Le piacciono la danza e il disegno • Ha due Husky: Sneja e Taiga • Va pazza per la Nutella • «“Oggi sono più cosciente dei miei mezzi, un po’ meno impulsiva, ma sempre innamorata dei miei sogni. Mi alleno 9-13 tutti i giorni fino al sabato, raddoppio il lavoro martedì e giovedì. Mi sono rimessa in gioco, il destino contro si può battere, anche se non sto ancora bene” Ha anche cambiato musica. “Sì, niente più Puccini, Tosca, Madama Butterfly, Turandot. A Melbourne ho gareggiato con le note di Bambola di Betta Lemme”» (Audisio) • «Cosa farà da grande Vanessa Ferrari? “Su questo ho le idee chiare, voglio girare il mondo facendo spettacoli di ginnastica. Magari anche il Cirque du Soleil. Ho un futuro da artista”» (Cocchi) • «Dopo Tokyo dirà basta davvero? “Non so cosa accadrà dopo e nemmeno prima, ma sono certa di una cosa: ora il mio obiettivo è andare alle Olimpiadi. Poi vedremo”» (Nettis).
Titoli di coda «La ginnastica è un po’ più seguita di prima. Ma potrebbe andare meglio, se la smettessero tutti di occuparsi solo di calcio. Con i miei fratelli discuto sempre di questo: Ivan, che fa atletica, sta dalla mia parte, Michele che gioca a pallone invece mi contesta. Dice che anche quello è uno sport difficile. Mah... Diciamo che sia nella ginnastica che nel calcio ci sono le rincorse. Ma se sbagli quella del volteggio è un po’ più pericoloso...».