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 2020  dicembre 01 Martedì calendario

Biografia di Goldie Hawn


Goldie Hawn, nata a Washington il 21 novembre 1945 (75 anni). Attrice • Detta Go-Go • Una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Un premio Oscar alla miglior attrice non protagonista e un Golden Globe per Fiore di cactus (Gene Saks, 1969) • «Oca bionda e neo sofisticata erede di una tradizione in cui fu regina Marilyn» (Maurizio Porro, Corriere della Sera, 21/9/1993) • «Ha interpretato soprattutto commedie brillanti, riuscendo spesso a rivelare, dietro una mimica a volte esageratamente scomposta, quasi caricaturale, un guizzo autoironico e un’intelligente ed esuberante vitalità» (Federica Pescatori, Enciclopedia del cinema, Treccani, 2003) • Tra i suoi film: M’è caduta una ragazza nel piatto (Roy Boulting, 1970), Le farfalle sono libere (Milton Katselas, 1972), Sugarland Express (Steven Spielberg, 1974), Shampoo (Hal Ashby 1975), La volpe e la duchessa (Melvin Frank, 1976), Gioco sleale (Colin Higgins, 1978), Viaggio con Anita (Mario Monicelli, 1979), Soldato Giulia agli ordini (Howard Zieff, 1980), Amici come prima (Norman Jewinson, 1982), La morte ti fa bella (Robert Zemeckis, 1992), Il club delle prime mogli (High Wilson, 1996), Tutti dicono I Love You (Woody Allen, 1996), Due amiche esplosive (Bob Dolman, 2002). Dopo quindici anni in cui era mancata dalle scene ha recitato anche in: Fottute! (Jonathan Levine, 2017), Qualcuno salvi il Natale (Clay Kaytis, 2018) e Qualcuno salvi il Natale 2 (Chris Columbus, 2020) • Sua figlia, Kate Hudson, anche lei attrice, la presenta così: «La sua generazione, quella degli anni Sessanta, è quella dell’amore libero, del falò dei reggiseni. Libertà conquistata e ostentata, fino all’estremo. Io ero appena nata, ma so che mamma era molto libera nel suo modo di esprimere la sua sensualità e anche la sua sessualità. Non un’espressione estetica, era più un’affermazione» • Il suo compagno, Kurt Russel, anche lui attore: «Goldie riesce a farti morire dal ridere anche semplicemente camminando. È divertente per natura, fa parte di lei» • Lei, una volta che le chiedevano cosa pensasse dell’amore e degli uomini, ha detto: «Sono delle macchine meno sofisticate di noi donne. Per loro non cambia mai niente ecco perché continuano a fare sempre le stesse cose. Perciò credo che dovremmo lasciarli avere delle scappatelle, guidare auto sportive e sognare di diventare virili, mentre noi comandiamo il mondo».
Titoli di testa «Per chi, come me, appartiene a una generazione senza Internet e che amava Sandokan; che come droga usava il Vinavil cosparso sulle mani, per poi stare lì mezz’ora a togliere la pellicina; che ha visto le lacrime di Pertini ai funerali di Berlinguer e sa benissimo che il buon Paolo Ferrari voleva fotterti, quando cercava di darti due fustini al posto del Dash. Ecco, per quelli come noi, il nome Goldie Hawn occupa un posto ben preciso nel cinema hollywoodiano: quello di una donna forte, mai sottomessa dal sistema, una trottola incessante, arguta, dalla comicità esplosiva, oltre che dagli occhi più verdi che abbia mai visto nella mia gioventù» (La Bestia, Rolling Stones, 29/9/2017).
Vita Nata a Washington D.C., ma cresciuta a Takoma Park, nel Maryland. Figlia di Rut e Laura Hawn. Lui è il classico americano anglosassone e presbiteriano. Lei, invece, è figlia di ebrei immigrati dall’Ungheria, il suo cognome da nubile è Steinhoff • Una sorella più grande, Patti Hawn (n. 1938). Un fratello mai conosciuto, Edward, morto ancora in fasce nel 1937 • Lei viene chiamata Goldie come una zia • «Mio padre si è sempre sacrificato per noi, riparava orologi e quando poteva faceva il musicista. Mia madre Laura era cassiera in un negozio di souvenir e amava la danza, tanto da aprire una sua scuola. Io ho iniziato a ballare quando avevo tre anni, e mia madre era molto fiera di me. Sin da bambina mi ricordo che le nostre conversazioni erano sempre focalizzate su quanto sarei stata brava come ballerina. Lei mi ha sempre supportato, anche quando scoprì che ero una danzatrice esotica a New York, e guadagnavo venticinque dollari a esibizione! A quei tempi era una fortuna» • All’età di dieci anni danza con il coro in una produzione dello Schiaccianoci di Čajkovskij (viene pagata un dollaro e mezzo). All’età di sedici anni debutta nel ruolo della Giulietta shakespeariana con la Virginia Stage Company. All’età di diciannove anni molla la scuola di recitazione senza aver conseguito il diploma e fonda una propria scuola di danza. «Non mi sono mai considerata attrice, nel cuore sono sempre stata una ballerina» • All’epoca, mentre lavora nel corpo di ballo ufficiale della New York World’s Fair tale Al Capp, 55 anni, fumettista la riceve nel suo appartamento di Manhattan. Lei pensa voglia farle un provino per una serie tivù, invece lui si tira giù i pantaloni. Quando Goldie dice di no, lui le risponde che non avrebbe mai fatto carriera nel mondo dello spettacolo, che avrebbe dovuto tornarsene a casa e sposare un dentista ebreo. Lei lascia l’edificio in lacrime • «Ho sempre dubitato di me stessa. Pensavo di non essere abbastanza brava, di non essere abbastanza intelligente» • Negli anni Settanta è una figlia dei fiori. È una di quelle che ragazze che seguono le tournée dei gruppi rock. «I miei inizi sono stati modesti: ballavo su un tavolino a tre gambe. Cambiare questa realtà ora sarebbe un po’ come se qualcuno tentasse di rammendare dei buchi su una camicia a cui tengo. Gli direi: “Hey, quei buchi me li sono guadagnati”» • «È stata la persona giusta nel luogo e nel momento giusti. Il suo primo film, The One and Only, Genuine Original Family Band è del ‘68. Femminismo e rivolta studentesca sono i leitmotiv del momento, e quella ragazzina dalla capigliatura bionda a casco di banana, cervello agile e un po’ bizzarro dietro due occhi azzurri grandi come i fanali di una Packard, ne sembra l’icona ideale. La parte assegnatale è di poco peso, ma quanto basta perché l’anno seguente, sui titoli di testa di Fiore di cactus, appaia la dicitura “Introducing Goldie Hawn as Toni”» (100 Indimenticabili, supplemento a Ciak, 10/2000) • «Quando apparve, alla fine degli Anni Sessanta, con Fiore di cactus, il film che le fece conquistare un Oscar nonostante recitasse al fianco della mitica Ingrid Bergman, Goldie Hawn fu giudicata una Barbie: stesso corpicino asessuato con le curve al posto giusto ma senza un pizzico di erotismo, stesso capello biondo finto refrattario a qualunque scapigliatura, stesso occhio spalancato sul mondo a esprimere stupore e divertimento. Una bamboletta così, dissero, non sarebbe durata. Trent’anni dopo, ancora sulla breccia, Goldie Hawn è stata, invece, paragonata addirittura ad Henry Kissinger, il miglior segretario di Stato americano: volontà, indipendenza, acutezza, sensibilità, avevano fatto di lei un’attrice versatile, capace di passare dalla commedia al dramma, pronta a rischiare di suo pur di avere ruoli e storie intelligenti» (si. ro., La Stampa, 31/1/1998) • Diventata famosa, manda a Capp un telegramma sarcastico: «Come vede, alla fine non ho dovuto sposare un dentista ebreo».
Amore Sposata due volte. La prima con il regista e attore Gus Trikonis, dal 1968 al 1973. La seconda con il musicista Bill Hudson, dal 1975 al 1980. Finì con un secondo divorzio, ma fece in tempo ad avere due figli: Oliver (n. 1976) e Kate (n. 1979), entrambi attori. Il primo parto fu per lei così traumatico, che per il secondo scelse il cesareo • Tra i suoi fidanzati: l’attore svedese Bruno Wintzel, il cantante Mark Goddard, il cascatore Ted Grossman, l’attore Franco Nero, l’attore Yves Rénier e l’imprenditore marocchino Victor Drai. C’è stato qualcosa pure con Warren Beatty, con il giornalista Charles Glass, e con il politico pachistano Imran Khan. «Oggi la monogamia è impossibile per entrambi i sessi. Io non conosco nessuno che sia fedele o che desideri esserlo» • Il giorno di San Valentino del 1983 uscì per la prima volta con l’attore Kurt Russell. Lui era sicuro di non voler relazioni serie e invece, salvo un periodo nel 2000, da allora hanno sempre convissuto. Lui aveva già un figlio da una relazione precedente, Boston Russell (n. 1980). Assieme hanno avuto un altro bambino: Wyatt Russell (n. 1986), anche lui attore, anche lui nato con il parto cesareo • Goldie e Kurt appaiono assieme in quattro film: Una pazza banda di famiglia (1968), Tempo di swing (1984), Una coppia alla deriva (1987) e Qualcuno salvi il natale (2018) • Kate Hudson, che chiama Russel papà: «Si completano alla perfezione. La mamma è iperattiva, mentre a papà piace stare tranquillo, a casa e in famiglia. Ma insieme sono perfetti».
Dolore Smise di lavorare dal 1992 al 1994 per occuparsi della madre, che poi morì.
Amicizia Molto amica di Susan Sarandon. «Siamo coetanee e abbiamo studiato a Washington. Ci siamo sposate molto giovani e poi ci siamo tuffate nel lavoro. Non abbiamo avuto tempo per fare sesso, droga e rock’n’roll».
Politica Nel 1993 partecipò al galà di insediamento di Bill Clinton alla Casa Bianca, trasmesso in diretta tivù dalla CBS. «La politica, Barbra Streisand, Elvis Presley, l’Aids, Topolino, la disoccupazione e Saddam Hussein danzano allegramente nello stesso calderone. Bando alle forme, dunque: l’etichetta è un concetto borghese che si addice al Partito repubblicano. Neppure all’Oscar si poteva sperare in un numero sbracato come quello di Goldie Hawn: tette cadenti dietro il vestito scollatissimo e l’incedere da oca ubriaca, l’attrice ha tessuto e ritessuto le lodi del suo Dio Clinton, mentre Hillary guardava con uno sguardo di divertita compassione. “Mio papà è nato in Arkansas e suonava il sassofono come Bill Clinton” ha detto con gli occhi lucidi. E si è inchinata ai nuovi sovrani, barcollando, insieme a Sally Field, che non ha resistito alla tentazione di buttar lì un paio di frasette femministe. L’unica cosa che conta è essere politicamente corretti» (Alessandra Farkas, Corriere della Sera, 21/1/1993). Donald Trump, che pure già all’epoca era definito «un veterano del kitsch», pur avendo una coppia di costosi e rarissimi biglietti in prima fila, tra Jack Nicholson e John F. Kennedy Jr, decise di starsene a casa: «Penso che stiano proprio esagerando. È un manicomio completo».
Religione Si definisce Jew-Bu. «Neologismo usato per definire una persona di etnia o religione ebraica che pratica forme di meditazione buddista senza per questo abbandonare la propria fede; termine che identifica un po’ genericamente gli ebrei-buddisti, un fenomeno che nell’America delle tante religioni e delle mille sette è da anni in costante progresso» (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica, 14/5/2006) • Nel 2004 ha detto qualche parola prima di Sua Santità il Dalai Lama durante un concerto in suo onore a Vancouver.
Curiosità Alta 1 metro e 68 • Nel 1972 registrò un lp country pop per la Warner Bros • La sua autobiografia: A Lotus Grows in the Mud (Wendy Holden, 2005) • Ha casa a Vancouver, a Pacific Palisades, in California, a Palm Desert, sempre in California, e a Snowmass Village, in Colorado • Ha sei nipoti, due maschi e due femmine • «Non ho mai raccomandato mia figlia: come molti ragazzi nati nella culla di Hollywood, non me l’avrebbe perdonato» • Ha fondato la Bright Light Foundation for Children, per promuovere l’alfabetizzazione dei bambini in India e nel Sudest asiatico • Ha rifiutato dei ruoli in Il giorno della locusta (1975), Complotto di famiglia (1976), Pretty Baby (1978), Kramer contro Kramer (1979), Ma che sei tutta matta? (1979), Atlantic City (1980), Making Love (1982) e Affari d’oro (1988). L’avevano richiesta per interpretare Eve Teschmacher in Superman (1978), ma aveva chiesto due milioni di dollari, e finì che scelsero Valerie Perrine, meno conosciuta ma più economica • Si ritirò dall’episodio pilota della serie Viagra Diaries della HBO per «divergenze creative» • Ha prestato la voce a un documentario femminista sulle mestruazioni • Il compagno la descrive come molto sportiva. «Sono abbastanza sicuro che se non fosse per Goldie, a quest’ora sarei sovrappeso. Goldie è tostissima, non sta mai ferma» • Le piace molto tornarsene in Maryland e palesarsi all’improvviso nella casa dove è cresciuta senza avvisare i nuovi proprietari • «Invecchiare fa parte della vita. Vivere in maniera consapevole ti fa capire che ci sono molte transizioni nella vita. Le attraversi. Ma è meraviglioso sapere che stai invecchiando, perché significa che sei ancora sulla Terra, giusto?».
Titoli di coda L’antropologo canadese Grant McCracken parla di una «tavola periodica della biondezza», secondo la quale le bionde si dividono in sei categorie: la esplosiva (Marilyn Monroe, Mae West), la solare (Doris Day), la sfrontata (Candice Bergen), la pericolosa (Sharon Stone), quella di società (C.Z. Guest), la fredda (Marlene Dietrich, Grace Kelly). Secondo lui, Goldie Hawn è una bionda solare.