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 2020  ottobre 28 Mercoledì calendario

Biografia di Fabrizio Dentice

Fabrizio Dentice (1919-2020). «Giornalista, scrittore, critico d’arte, lettore compulsivo, allergico a ogni forma di conformismo, Dentice era nato nel 1919 in un’agiata famiglia milanese. Il padre avvocato voleva che diventasse ambasciatore, lui si laureò in legge il primo giorno di guerra e fu arruolato sotto le armi: allievo ufficiale a Moncalieri. Quando tutto finì, decise che la sua carriera sarebbe stata il giornalismo. Esordì al Giornale d’Italia , poi abbandonato per le posizioni di destra, divenne cronista parlamentare, lavorò a lungo all’ Espresso , inviato in tutto il mondo, in Egitto per la Guerra dei sei giorni, ma anche in Spagna e Portogallo. Intervistò politici e uomini di cultura. Rivoluzionari anche, come Franco Basaglia a cui dedicò un articolo dieci anni prima che i manicomi venissero aboliti. Lasciò poi l’Espresso per Panorama, caporedattore centrale e ancora una volta inviato. Si occupò a lungo di arte e firmò una inchiesta, Denaro al muro , pubblicata da Rizzoli nel 1964, che fotografava con precisione il mercato dell’arte contemporanea, allora in grande ascesa.
Il giornalismo non gli bastava. Ironizzando per non prendersi troppo sul serio diceva di non avere abbastanza passione. Ecco dunque i romanzi. Esordì nella narrativa a sessant’anni con Egnocus e gli Efferati , che uscì per Adelphi vincendo il premio Comisso, una strana creatura che attorno alla storia di Egnocus, un bambino che viveva circondato da amici animali, mescolava gli ingredienti del poliziesco a quelli del fiabesco. Poi arrivarono gli altri, sempre per Adelphi: Messalina e Perros de España , di nuovo premio Comisso. Nel primo la protagonista non è una imperatrice dissoluta, ma una cavalla, che porta in lunghi giri per la Liguria il suo padrone, un gentiluomo addolorato per un amore non contraccambiato. Il secondo è una esilarante declinazione contemporanea del romanzo picaresco, segnata da incontri assurdi e stravaganti, dal rimpianto di un paese amato che non c’è più e dalla nostalgia per un momento della vita di euforica leggerezza. In un’intervista ad Antonio Gnoli su Repubblica del 2016 rilesse quei romanzi come «degli incontri con la mia vita e forse con la mia morte procrastinata».
Il suo ultimo libro, pubblicato con Archinto nel 2009, s’intitolava semplicemente Persone ed era una raccolta di trentasei ritratti di figure eminenti dell’arte, della cultura e della storia» [Parmeggiani, Rep].