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 2020  novembre 01 Domenica calendario

Biografia di John Craig Venter


John Craig Venter, nato a Salt Lake City, Utah, il 14 ottobre 1946 (74 anni). Biologo. Biotecnologo. Imprenditore • «Il Bill Gates della genetica» • «Il ragazzaccio della biologia» • Nel 1992 fu il primo scienziato a decodificare l’intero dna di un batterio. Nel 2000 annunciò di aver completato il 90 per cento del sequenziamento del genoma umano, con una spesa di soli 330 milioni di dollari ottenuti da finanziatori privati, battendo sul tempo i colleghi del Progetto Genoma Umano, che disponevano di 1,25 miliardi di dollari di fondi pubblici e del sostegno del governo americano • «Nel 2010 Venter attirò l’attenzione dei giornalisti e degli scienziati di tutto il mondo annunciando quella che egli stesso definì “la prima forma di vita sintetica del mondo”. Prese il genoma di un batterio sintetico ottenuto in laboratorio a partire da sostanze chimiche e, per dirla con parole sue, “lo mise in moto” inserendovi un batterio monocellulare. La cellula si replicò dando vita ad una colonia di organismi che contenevano solamente il dna sintetico» (Zoe Corbyn, Il Tempo, 27/10/2013) • Già professore all’università di Buffalo, nello stato di New York. Già ricercatore dei National Institutes of Health, l’agenzia del Dipartimento della Salute del governo americano che si occupa di ricerca medica. Ha fondato e diretto varie società, tra cui la Celera Genomics, la Synthetic Genomics e la Human Longevity Inc. Dal 2006 è fondatore, presidente e amministratore delegato del J. Craig Venter Institute, centro di ricerca senza scopo di lucro a San Diego, California, che dà lavoro a circa duecento persone e si occupa della ricerca genomica umana, microbiotica, vegetale e sintetica e di indagare i dilemmi etici e sociali della genomica • Nel 2008 vinse la Medal of Science, il più prestigioso riconoscimento scientifico degli Stati Uniti, conferito direttamente dal presidente • «Ha ormai più l’aria di una rock star che non di un ricercatore» (Gianluca Grossi, il Giornale, 25/3/2016) • Paul Freemont, professore all’Imperial College di Londra, dice di non conoscere nessun altro scienziato altrettanto egocentrico e presuntuoso, ma ammette: «Accelera la rapidità dei nostri progressi e fa capire a chi finanzia la ricerca con denaro pubblico cose che altrimenti stenterebbero a comprendere» • Quando lo hanno accusato di voler giocare a fare Dio, lui ha risposto: «Io non sto affatto giocando».
Titoli di testa «Una autobiografia non rivela niente di male di colui che la scrive eccetto che ha una cattiva memoria» (da A Life Decoded: My Genome: My Life, Penguin Books, 2008).
Vita Figlio di Elizabeth e John Venter. Suo padre, dopo una vita da mormone, viene scomunicato perché beve, fuma e prende il caffè. I Venter, allora, lasciano lo Utah e vanno a stare alla periferia di San Francisco • «Nei primi anni della mia vita ero tutt’altro che un modello di concentrazione, disciplina e rettitudine» • «Lanciandosi con gusto nella descrizione delle sue sarabande nei campi intorno alla sua casa in compagnia del fratello e di altri amici, Venter racconta orgoglioso il suo gioco favorito: la prova di coraggio davanti ai treni. Poi la sfida si è evoluta: non bisognava attraversare i binari, ma la pista dell’aeroporto di San Francisco. Sfrecciare a perdifiato davanti ai Jumbo in decollo, dando prova di fegato, capacità atletica e calcolo dei tempi. Finché gli allarmi dei piloti non avevano posto fine al gioco: la pista è stata recintata. “Posso essere orgoglioso del mio contributo alla sicurezza dell’aeroporto internazionale di San Francisco”» (Paolo Pontoniere, L’Espresso, 2/10/2007) • Craig è un ragazzo ribelle. La scuola non gli piace, viene cacciato per scarso rendimento. Si dedica solo al nuoto e al surf. Non dà retta a nessuno. «Chiunque mi avesse incontrato da adolescente non si sarebbe mai immaginato che sarei diventato un ricercatore e che avrei fatto delle scoperte importanti» • «Penso che tra gli elementi che hanno fatto di me uno scienziato di successo c’è stato anche il fatto che il sistema educativo non sia riuscito a distruggere la mia curiosità. Mentre la creatività dei miei coetanei veniva distrutta dal sistema educativo, io facevo di tutto pur di mettere le mani su qualcosa da costruire» • «Cominciò a rendersi conto della potenza dei suoi neuroni quando, presentatosi agli esami di reclutamento per la guerra del Vietnam, li superò con il miglior voto tra tutti i candidati: niente male se si tiene conto che in tutto erano 35.000, molti dei quali universitari con studi completi» (Javier Del Pino, Sette, n. 35/2000) • Quando arriva al fronte tutto cambia. «All’inizio il tuffo nell’orrore dei coscritti macellati dalle mine e dalle pallottole, le schegge e le raffiche che lo sfiorano, lo gettano nella depressione: si sente impotente davanti a quel baratro» (Pontoniere) • Riesce a farsi assegnare a un ospedale da campo Da Nang, nelle retrovie • «Ho conosciuto Craig Venter a Genova nell’ottobre 2005. Mi incuriosiva e devo dire che l’incontro non è stato affatto deludente. È molto interessante, una persona intensa, con una passione furiosa. Avevo assistito anche a un’intervista che gli fece Piergiorgio Odifreddi e disse una cosa che credo ci faccia capire molto dello scienziato e dell’uomo. Disse che la guerra del Vietnam gli aveva cambiato la vita, che doveva curare centinaia di pazienti al giorno. Questo gli fece capire che la conoscenza era potere e se non ce l’avevi la gente soffriva e moriva senza una ragione» (Emanuela Minnai, lettera a Giorgio Dell’Arti, 24/9/2009) • La sua seconda ex moglie: «Lo ha segnato soprattutto l’idea che il tempo è prezioso, che si deve approfittare di ogni singolo minuto di ogni singolo giorno» • Lui: «In Vietnam mi trasformai da un amante del rischio che detestava le convenzioni sociali degli anni Sessanta, in uno che decise di puntare tutto su una carriera che non aveva niente a che fare con il mondo nel quale ero cresciuto» • «Di ritorno dal Vietnam, nel 1968, Venter affrontò gli studi universitari come se fossero una parata militare» (Del Pino) • Si iscrive al community college, la scuola americana per chi non ha voti abbastanza alti per accedere direttamente all’università. Prende una laurea in biochimica, poi un dottorato di ricerca in fisiologia e farmacologia. «È convinto di essere lo studente che ha conseguito il dottorato di ricerca più rapidamente nella storia dell’Università di California: “appena tre anni durante i quali pubblicai 21 lavori scientifici”» (Corbyn) • Craig è brillante. Diventa professore, poi ricercatore al dipartimento neurologico dei National Instiutes of Health. Dice: «Il motore che mi spinge è alimentato da ben altro che semplice curiosità scientifica, da molti anni adesso cerco di dare un senso e trovare un significato alle migliaia di vite che sono state perse o mutilate dall’insensibilità governativa» • Alla fine degli anni Novanta, quando si comincia a pensare di decodificare il dna umano, lui è pronto. Nel 1988 conosce tale Michael Hunkapiller, che ha brevettato una macchina capace di realizzare analisi genetiche con la tecnologia laser, ma i suoi superiori non vogliono comprargliela e lui decide di mettersi in proprio • Un’azienda di biotecnologia impiega i primi 70 milioni di dollari, ma si aspetta di rientrare dall’investimento vendendo i brevetti delle future scoperte. Craig deve dimostrare che la sua tecnica per decodificare il genoma è più rapida di quella dell’organizzazione pubblica e dà risultati ugualmente affidabili. «In 12 mesi completò la sequenza dell’Hemophilus influenzas, un batterio che causa meningite e influenza. Anche se è stato il primo organismo vivo ad avere il proprio genoma messo interamente in sequenza, quel batterio aveva solo due milioni di lettere nel suo codice genetico, una piccolezza se messo a confronto con il volume del codice genetico umano. È allora che arriva la tecnologia [...] Si chiamava Abi Prism 3700, ed era un apparecchio capace di mettere in sequenza a una velocità cinque volte maggiore e in maniera più precisa e automatizzata. Venter ne comprò 800. Per pagarle cambiò il nome della sua impresa […] nacque Celera - e ottenne 300 milioni di dollari associandosi con PE Biosystem, un’enorme società biotecnologica» (Del Pino) • Nel 2000, con molto anticipo sull’uscita dei risultati del Progetto Genoma Umano, Ventier annuncia che la Celera è riuscita a mapparne il novanta per cento. Ha speso 330 milioni di dollari in totale. Prevede di arrivare alla decodificazione completa entro la fine del 2000 • Gli scienziati al soldo del governo, invece, hanno speso 1,25 miliardi, sono arrivati al 45 per cento del dna umano e prevedono di terminare nel 2003 • Il 26 giugno, davanti a Bill Clinton, alla Casa Bianca, le due squadre di ricercatori annunciano i risultati assieme. Lui: «Senza il mio pungolo nel sedere gli scienziati del governo avrebbero impiegato un secolo per fare quello che io ho fatto in due anni» • I colleghi non la prendono bene. Loro hanno raccolto frammenti di DNA da persone diverse, per rappresentare, idealmente, il genoma dell’umanità. Craig, invece, ha usato quello di cinque persone, incluso il proprio. Ridono della scelta di affidare la catalogazione dei 35 mila geni umani al computer. Collins, responsabile del progetto pubblico, sbuffa: «Un lavoro che avrebbero potuto fare anche le scimmie». Sospettano che voglia vendere la mappa del genoma ai suoi soci privati: lo studio sarà alla base della futura medicina, permetterà di studiare il cancro, il Parkinson, l’Alzheimer, dicono, non può non essere accessibile a tutti • Venter viene ribattezzato Darth Venter. A un certo punto James Watson, premio Nobel, scopritore della struttura a doppia elica del DNA, lo definisce «Hitler» • «A difesa di Venter c’è la trasparenza del suo operato: già in occasione della Progetto Genoma aveva reso pubblica la sua tecnica […] Meno difendibile il culto di sé. Basta vedere il video su YouTube dove sfida i mari sul suo trenta metri o medita in cima alle montagne. Invisibile ai nostri occhi, ma altrettanto eloquente, il dettaglio di un’altra sua promessa mantenuta: costruire il primo cromosoma sintetico» (Michele Neri, Vanity Fair, n. 21, 2/6/2010) • «L’idea è individuare il più semplice organismo in grado di vivere, con il corredo di geni minimo per nutrirsi e riprodursi. Lo trova nel Mycoplasma genitalium, che ha solo 482 geni. Tutti necessari? No, Venter prova a sfoltirli uno dopo l’altro fino a identificare i 381 davvero indispensabili alla vita. Chiama Synhia il genoma minimo e lo brevetta con il numero 20070122826. Tra successi e fallimenti, passa a un altro batterio, il Mycoplasma mycoides, ne spezzetta il patrimonio genetico in 1078 mattoncini ognuno contenente 1080 informazioni genetiche, lo sintetizza al computer e lo introduce in un batterio simile, il Mycoplasma capricolum, dopo aver eliminato il suo genoma. Era un venerdì sera. Fiato sospeso fino alle 4 del lunedì mattina. Poi il trionfo: la creatura artificiale si nutre e si riproduce. Vive! Un’antica concezione filosofica, il vitalismo, si dissolve: non c’è uno “spirito” che anima la materia, c’è solo un programma genetico, a sua volta scritto nella materia» (Piero Bianucci, La Stampa 2/6/2014) • «Per far sì che fosse riconoscibile la sua provenienza artificiale, inserì nel genoma “parole” scritte in un “alfabeto” di geni e proteine che i ricercatori possono leggere per identificare il laboratorio di origine. E quale nome fu scritto, nel primo mattone di Dna artificiale? Craig Venter» (Neri) • «Fatto ancora più curioso, la prima forma di vita sintetica nasconde una antologia letteraria: nel milione di istruzioni genetiche del mycoides, Venter infilò tre citazioni: “Vivere, sbagliare, cadere, trionfare, ricreare la vita dalla vita” (James Joyce, Ritratto dell’artista da giovane), “Vedere le cose non come sono ma come potrebbero essere” (Robert Oppenheimer, capo dell’équipe che realizzò la bomba atomica), “Quello che non posso creare, non lo comprendo” (Richard Feynman, premio Nobel per la fisica). Parole gravide di messaggi esistenziali ed epistemologici che dicono quanto sia ingombrante ma anche geniale e interdisciplinare l’ego di Craig Venter» (Bianucci) • La rivista Science annuncia la scoperta nella sua edizione online del 20 maggio 2010 e in quella cartacea del 2 luglio. Il titolo: Creazione di una cellula batterica regolata da un genoma di sintesi • Craig spiega: «Si trova nei nostri laboratori ed è completamente sotto controllo. Il batterio che abbiamo scelto […] non ha nessuna possibilità di sopravvivere da solo. Ha infatti bisogno del ricco cocktail di sostanze nutrienti che noi gli forniamo. In natura, colonizza alcuni animali come le capre. Ma anche se qualcuno facesse entrare delle capre in laboratorio, non ci sarebbe alcun rischio di propagazione perché nel sintetizzare il dna artificiale abbiamo eliminato 14 geni che permettono al batterio di legarsi all’animale che lo ospita» • «Fino a ieri ci sforzavamo di leggere il genoma. Oggi abbiamo imparato anche a scriverlo» • Molti colleghi continuano a criticarlo: non ha affatto creato la vita «dal nulla», ha pur sempre avuto bisogno di una cellula naturale per mettere in moto il suo genoma artificiale • Roberto Defez, biotecnologo del Cnr: «La vita artificiale non può esistere. Quella di Craig Venter è solo una grande dimostrazione scientifica che però non può avere nessun tipo di futuro nel mondo reale. Quell’organismo non può vivere se non in laboratorio. È soltanto un oggetto virtuale» • «“Non fanno che ripeterlo, ma cosa significa?”, si chiede Venter che per rispondere ai suoi critici si paragona ad un pasticciere. Il pasticciere che fa una torta con la farina, lo zucchero e le uova viene giudicato dalla bontà del prodotto e non lo si critica perché non è partito dagli atomi e dalle molecole. Inoltre – aggiunge – una volta che la cellula originaria si è riprodotta il discorso dovrebbe finire lì. “Abbiamo utilizzato la vita preesistente solo come ‘messa in moto’ del cromosoma sintetico”, dice. “In quella che chiamiamo cellula sintetica non c’è nemmeno una molecola della originaria forma di vita. Sarebbe come trasformare lei in una rana”» (Corbyn).
Vita privata Due ex mogli. Dalla prima ebbe un figlio, Cristopher (n. 1977). La seconda era una sua ex studentessa. La terza e attuale, sposata nel 2008, è la sua addetta stampa, si chiama Heather Kowalski. Vivono nel quartiere di La Jolla, a San Diego.
Politica Ne è disilluso da quando è tornato dal Vietnam. «Ho visto morire centinaia di giovani americani uccisi dalla stupida crudeltà dei politici e da allora non mi fido più di nessun governo, non mi importa se di destra o di sinistra, se repubblicano o democratico» (a Zucconi, 2002).
Religione Ateo. «In senso sia pur limitato abbiamo dimostrato che Dio non è necessario per creare nuova vita; noi invece sì».
Vizi «Prendo volentieri un drink, anche se nella famiglia c’è una storia di alcolismo».
Curiosità Nel proprio dna trovò le tracce del disturbo da deficit dell’attenzione • «È tutto sempre turbolento, persino gli hobby: l’amore per i treni prima e il mare dopo; il surfing; la vela; un quasi naufragio con la sua barca Sirius mentre veleggiava verso le Bermuda; le competizioni transoceaniche con il suo 30 metri Sorcerer» (Pontoniere) • Ha un barboncino di nome Darwin • Ha anche un jet privato • Si dice amico di Elon Musk • Prende dei farmaci per controllare il colesterolo nel sangue: vuole prevenire infarti e Alzheimer • Ha detto: «Il mio futuro non è una fantasia Lo scopo non è immaginare un futuro fantastico. Noi non lo stiamo immaginando, lo stiamo creando» • Per scrivere la sua autobiografia ha approfittato dei lunghi viaggi in aereo. A volte si emozionava quando ripensava al Vietnam. «Gli altri passeggeri devono essersi fatti due domande nel vedere questo tizio, seduto a fianco a loro, con le guance bagnate dalle lacrime».
Titoli di coda «I premi Nobel sono premi speciali e sarebbe fantastico vincerne uno».