1 novembre 2020
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Biografia di Kevin Kline
Kevin Kline, nato a St. Louis, Missouri, il 24 ottobre 1947 (73 anni). Attore • Una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Tre premi Tony, massimo riconoscimento americano per il teatro. Un premio Oscar per Un pesce di nome Wanda (Charles Crichton, scritto e interpretato da John Cleese, dei Monty Python, 1988) • «Affascinante, duttile, estroverso» (Paolo, Enciclopedia del Cinema, Treccani, 2003) • «Un concentrato di simpatia, sprizza intelligenza e complicità» (Maurizio Porro, Corriere della Sera, 10/9/1993) • «Non un attore-divo, ma un attore-attore estremamente versatile, capace di passare senza problemi dalla commedia al dramma, dal musical a Shakespeare e ai classici» (Lorenzo Soria, La Stampa, 15/10/2001) • Tra i suoi film: Il grande freddo (Lawrence Kasdan, 1983), Grand Canyon – Il cuore della città (Lawrence Kasdn, 1991), Dave – Presidente per un giorno (Ivan Reitman, 1993), French Kiss (Lawrence Kasdan, 1995), Riccardo III – Un uomo, un re (Al Pacino, 1996), Tempesta di ghiaccio (Ang Lee, 1997), In & Out (Frank Oz, 1997), Wild Wild West (Barry Sonnenfeld, 1999), Il club degli imperatori (Michael Hoffman, 2002), De-lovely (Irwin Winkler, 2006), As you like it – Come vi piace (Kenneth Branagh, 2006), La Pantera Rosa (Shawn Levy, 2006), Dove eravamo rimasti (Jonathan Demme, 2015), La bella e la bestia (Bill Condon, 2017) • Ha doppiato Febo nella versione originale del Gobbo di Notre Dame della Disney (1996) e Tulio in La strada per El Dorado della Dreamworks (2000) • «È stato protagonista di un processo di rinnovamento di facce e nomi del cinema hollywoodiano degli anni Ottanta, quello eterogeneo di Harrison Ford, John Belushi, Glenn Close, Jeff Goldblum, Steve Martin, William Hurt, Mickey Rourke, Kathleen Turner, tra gli altri» (Il Post, 24/10/2017) • Racconta il regista Lawrence Kasdan, che lo ha voluto in sette film: «Kevin è un po’ come Cary Grant. Può fare la commedia più oltraggiosa e anche leggere le scene più sofisticate. E riesce a fare sempre esattamente ciò che vuole» • «In Grido di libertà aveva i capelli biondastri, in Silverado la barba folta, in Un pesce di nome Wanda baffetti e pizzetto da supermacho. “Dal vivo” Kevin Kline, 33 anni di St. Louis, Missouri, è un signore elegante, di foggia newyorkese, che ricorda, nell’espressione del viso, il nostro De Gregori. Parla lentamente, guarda negli occhi i cronisti e non cerca la battuta ad ogni costo» (Michele Anselmi, l’Unità, 20/1/1989) • Famoso perché, salvo qualche eccezione, porta i baffi nelle commedie e si rade nei film drammatici, caratteristica nota in America come Kevin Kline Mustache Principle, la legge dei baffi di Kevin Kline • Una storiella che circola a Hollywood su di lui: «Ci mette tre anni per decidere se è interessato o meno a una parte. Poi dice quasi sempre di no».
Titoli di testa «Volete che parli in maniera normale o con la voce impostata da attore teatrale? È quello che molti si aspettano da me: il teatrante» (a Carlo Bizio e Giuliana Cillario, Grazia, 23/6/2011).
Vita Secondo figlio di Robert e Margaret Kline. Una sorella più grande, Kate, e due fratelli più piccoli, Alexander e Cristopher • «Si è cambiato nome da Klein a Kline? “No. È stato mio padre, che è di Cincinnati, ma viene da una famiglia tedesca di origini ebraiche. Mia madre, invece, che è di St. Louis, ha radici irlandesi. Io sono stato cresciuto come cattolico. Ma mio padre è ebreo”. Lei scrive Kline all’irlandese... “Mio padre dice che pure suo padre e suo nonno facevano così”» (Mark Ginsburg, The Interview, 11/1980) • Suo padre, a St. Louis, ha un negozio di dischi chiamato The Record Bar. È appassionato di musica classica. «Cantava a casa in continuazione le arie di Verdi e Puccini» (Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 20/1/1989) • Anche Kevin, all’inizio, vuole fare il musicista. «“Avevo iniziato a studiare il pianoforte a 13 anni ed ero circondato da ragazzi che suonavano da quando ne avevano cinque. Capii che come musicista ero destinato alla mediocrità. E la mediocrità non mi si addice” E allora ha deciso di riscattarsi con la recitazione... “Ero curioso di vedere se con l’arte drammatica me la sarei cavata meglio. Una volta recitato un ruolo in uno spettacolo al college, non ho più smesso. Un innamoramento istantaneo, una passione trascinante che dura ancora”» (Bizio e Cillario) • È alunno della Saint Louis Priory School, quando debutta in una commedia di Plauto. «A un certo punto, incolpai un altro di aver dimenticato una battuta, che invece era mia. Mi resi conto di essere sufficientemente crudele per lavorare nel mondo della celluloide» • Si iscrive all’Università dell’Indiana. Per due anni studia musica, poi cambia indirizzo e sceglie teatro. La laurea arriva nel 1970. «Non c’era pièce teatrale all’università in cui non trovassi un ruolo da interpretare. Facevamo di tutto nei club e nelle cantine al di fuori del campus: teatro sperimentale, rivoluzionario, d’improvvisazione. Non andavo mai a lezione. Il fatto che sia riuscito a laurearmi la dice lunga sul nostro sistema didattico...» • «Se la strada dell’attore non l’avesse portata da nessuna parte, dove sarebbe ora? “A suonare il pianoforte da qualche parte. Probabilmente, a essere ottimisti, a suonare musica da cocktail in qualche cocktail bar”» (Ginsburg) • Decide di andare alla Juilliard School, scuola di teatro a New York. «Subito dopo la laurea, cominciai a fare provini nei teatri locali. Non mi davano nemmeno una risposta, era frustrante. Pensavo di non essere bravo. Prima delle selezioni per la Juilliard pensavo di non presentarmi nemmeno. Ci vuole pochissimo per mandare in pezzi la mia autostima. Se anche solo un regista o un attore che stimavo mi avesse detto “fai schifo”, tutto sarebbe finito lì» (ibidem) • Dal 1972 è in tournée con un vasto repertorio. «Dopo due anni di recite gratis all’università finalmente venivo pagato! Prendevo 40 dollari a sera per portare spade e armi varie durante le rappresentazioni di Enrico IV e Riccardo III. Ero felicissimo» • «Molto Shakespeare, vero? “Certo, e pensare che a scuola, imposto come lettura obbligatoria, lo odiavo. Shakespeare non ha scritto per essere letto, ma per essere recitato. Sulla pagina suona come un’accozzaglia senza senso. Ma poi lo leggi ad alta voce e cominci a capire qualcosa. Poi lo reciti ed ecco che si trasforma in una cosa meravigliosa”» (Bizio e Cillario) • Nel 1977 il primo successo in tivù con la soap opera Aspettando il domani • «Nel 1982 esordì nel cinema recitando al fianco di Meryl Streep in La scelta di Sofia nel ruolo di un giovane ricco di talento ma psicologicamente disturbato. La capacità di coinvolgimento mostrata nell’interpretare un personaggio così complesso, esuberante e insieme autodistruttivo, attirò l’interesse di Kasdan, che l’anno successivo lo scelse per Il grande freddo (1983), film generazionale sui temi della solitudine e della mancanza di identità» (Marocco) • Diventa così una stella del cinema. «Penso che tutti gli attori americani vogliano diventare una stella del cinema. Ma io non ho mai voluto fare film stupidi. Ho promesso che non avrei mai fatto una pubblicità o una soap opera – ho fatto entrambe le cose solo all’inizio, per non morire di fame».
Vita privata Celebri le sue storie d’amore con Patti LuPone, sua compagna di corso alla Juillard, e Glenn Close • Durante i provini per Il grande freddo conobbe Phoebe Cates, più giovane di sedici anni. La parte andò a Meg Tilly, ma restarono in contatto. Si sposarono nel 1989 • Due figli: Owen (n. 1991) e Greta (n. 1994). Entrambi soffrono di diabete fin da piccoli, cosa che lo ha spinto a diventare attivista della Juvenile Diabetes Research Foundation. Lei fa la cantante, ed è nota come Frankie Cosmos • «Mi fa molto piacere che a scuola i miei figli studino Shakespeare con l’aiuto di film tratti dalle sue opere: lo capiscono al volo. E sono molto contento quando mi dicono: “Papà, c’eri anche tu nel film che abbiamo visto oggi a scuola. Eri fichissimo!”» (a Bizio e Cillario).
Curiosità Alto un metro e 87 • Di secondo nome fa Delaney • Gli piace leggere • Parla inglese, francese e qualche parola di italiano: «Gorgonzola, mozzarella!» • Suona ancora il pianoforte, si rilassa con Johan Sebastian Bach. Pianisti preferiti: Glenn Gould, Horowitz, Rubinstein. Gli piace anche il rock. «Con alcuni amici abbiamo fondato un gruppo, si chiama Delitto e castigo» • Preferisce i vestiti comodi a quelli eleganti.«D’inverno mi vesto con pantaloni di velluto a coste, camicia, un maglione girocollo, mocassini Mephisto. Sono stato spesso accusato di somigliare a un arruffato professore di fisica o di filosofia dell’università» • «Crede negli extraterrestri? “Diciamo che non posso credere che siamo soli nell’universo”» (Soria) • Nel 2015 firmò una petizione per chiedere la depenalizzazione della prostituzione • Ne Il club degli imperatori compare con moglie e figli • Ha fatto un western, ma non ne è stato entusiasta. «Sapete i dialoghi dei cowboy non sono in genere tra i più profondi. Tutta una serie di “Yes”, “No”, “Okay”… E poi odio le armi, tutte. In compenso sono stato pagato per andare a cavallo, mia grande passione» • Ha rifiutato il ruolo di Bruce Wayne in Batman (Tim Burton, 1989), poi andato a Michael Keaton • È stato preso in considerazione per il ruolo di Dan Gallagher in Attrazione fatale (Adrian Lyne, 1987), poi andato a Michael Douglas • Fece un provino assieme a Arnold Schwarzenegger e Harrison Ford per il ruolo di Alan Parrish in Jumanji (Joe Johnston, 1995), poi andato a Robin Williams • Nel 1975 Steven Spielberg andò a cercarlo per la parte di Matt Hooper in Lo squalo. Lui disse: «Conosco un oceanografo che sarebbe perfetto». Risposta: «Non voglio qualcuno che conosce un oceanografo, voglio proprio un oceanografo». La parte andò a Richard Dreyfuss • Dopo un film in cui aveva dovuto allenarsi a giocare a scacchi: «Ora posso prevedere quattro o cinque mosse del mio avversario in anticipo. Mi accorgo molto prima che sto perdendo» • Dopo il film in cui interpretava Cole Porter, sposato ma omosessuale, che probabilmente non fece mai l’amore con la moglie: «Mah... Di recente ho visto tante immagini di Ronald e Nancy Reagan e non credo che gli ultimi vent’anni della loro vita coniugale siano stati dominati dal sesso selvaggio».
Titoli di coda Dice di essersi pentito di aver dato la colpa del proprio vuoto di memoria a quel compagno, quando recitava Plauto al liceo. «Lui adesso fa il commercialista».