1 novembre 2020
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Biografia di William Henry Gates III
William Henry Gates III, nato a Seattle, nello stato di Washington, il 28 ottobre 1955 (65 anni). Meglio conosciuto come Bill Gates • Fondatore e azionista della Microsoft, prima società al mondo nel mercato dei sistemi operativi per desktop. Ex uomo più ricco del mondo: è stato superato nel 2017 dal fondatore e amministratore delegato di Amazon Jeff Bezos. Al 26 aprile 2020 aveva un patrimonio di quasi 104 miliardi di dollari. Nel 2008 ha lasciato ogni carica operativa nella sua società per dedicarsi a tempo pieno alla Fondazione Bill & Melinda Gates, l’ente privato di beneficienza più ricco del mondo, da lui fondato e gestito assieme alla moglie • «Tra i più ammirati e rispettati esempi di self made man […] Gates ha dimostrato presto doti uniche per il mondo informatico, in un periodo in cui l’informatica non esisteva» (Alessio Caprodossi, GQ, 2/11/2018) • «Se oggi c’è un sistema operativo che accende i nostri pc e telefonini, molto del merito è suo; se la macchina da scrivere è diventata digitale e si è compressa in una parola e in un programma, Word, se la calcolatrice in ufficio è andata in pensione in favore delle griglie di Excel, dipende dal suo fiuto e dalla sua azienda» (Guido Castellano, Panorama, 22/10/2015) • «Genio razionale ma rapace e a tratti antipatico, nulla a che vedere con la mistica del guru incarnata da Steve Jobs e dai talenti della Silicon Valley. Gates è il nerd degli anni Novanta, l’inventore di progressi tecnologici senza garage e senza empatia, ma con gli occhialoni e con l’amico di infanzia con cui creare un colosso mondiale di software che ha rivoluzionato il mondo dei personal computer e le nostre vite, l’ex uomo più ricco del mondo accusato più volte di pratiche anti competitive, molto attento ai guadagni e meno alla coolness dei suoi prodotti. Un uomo d’affari, non un costruttore di sogni» (Paola Peduzzi, Il Foglio, 5/5/2020) • Sulla rivista Time uno psichiatra gli diagnosticò questi sintomi: eccellente abilità nel pensiero astratto e logico; strane ossessioni, come il trampolino gigante che fece installare nella sua villa; crisi di panico e scatti incontrollabili di rabbia; riluttanza a guardare l’interlocutore negli occhi; tic e smorfie; è concentrato, dondola sulla sedia. Conclusione: «È un autistico borderline».
Titoli di testa «Sarebbe un ragazzo di vedute più ampie se si fosse calato un acido o fosse andato una volta in un ashram quando era più giovane» (Steve Jobs).
Vita «Non nasce scappato di casa ma da una famiglia assai bene di Seattle» (Michele Masneri, Il Foglio, 30/9/2019) • Il padre, William Gates Jr, è un avvocato in carriera. La madre, Mary, professoressa universitaria, paladina di varie cause sociali, membro di vari consigli di amministrazione. La nonna, invece, è una grande giocatrice di bridge. «Mi soprannominò Trey, come il tre delle carte, perché ero William III, nome che portava anche mio nonno» (a Massimo Franco, Corriere della Sera, 30/3/2017) • «Genitori simbiotici – i più terribili – e molto competitivi, portano il piccolo a campeggi dove ci sono continui trofei, gare, competizioni, corse nei sacchi. Lui viene su nevrotico-agonistico, adolescenza irosa e rimuginativa, pomeriggi chiuso in camera e sbrocchi frequenti» (Masneri) • Bill, fin dalle elementari, ha una memoria e un’intelligenza prodigiose. A undici anni impara a memoria centouno pagine della Bibbia. A tredici ha già letto la Word Book Encyclopedia dall’inizio alla fine. Suona il trombone. Gioca a tennis e, appena può, usa la mano con cui tiene la racchetta per scarabocchiare: «Serve al coordinamento della muscolatura». Quando parla con i genitori, chiede loro chiarimenti su questioni di politica internazionale, sulla congiuntura economica, sulla natura dell’esistenza umana. Loro sono preoccupati: non riescono a fargli avere una vita sociale normale. È ribelle. «Ero davvero indisciplinato. Dovevo rispettare regole severe, ma le rifiutavo». Con la madre litiga su tutto: si rifiuta di pulire la sua stanza, arrivare a tavola in orario, smettere di morsicare le penne. A dodici anni, a pranzo, la insulta, il padre gli tira in faccia un bicchiere d’acqua e lui risponde: «Grazie per la doccia». Decidono di mandarlo da uno psicologo. Lui, allora, legge tutto Freud e al dottore dice: «Sono in guerra con i miei genitori su chi controlla la situazione» • «È in quel periodo della sua vita però che già si intravedono i segni di una passione che lo porterà ad essere uno dei più ricchi al mondo. Già allora infatti il futuro fondatore della Microsoft saltava le ore di ginnastica per dedicarsi alla programmazione informatica che lo impegnava almeno cinque ore al giorno» (Marta Serafini, Corriere della Sera, 31/1/2016) • «Scrissi il mio primo programma di software all’età di tredici anni. Serviva per giocare a tris. Il computer che usavo era grosso, ingombrante, lento e assolutamente irresistibile. L’idea di concedere a un gruppo di adolescenti l’opportunità di giocare liberamente con un computer era nata al Club delle Mamme della Lakeside, la scuola privata che frequentavo. Le mamme avevano deciso che il ricavato di un’asta di oggetti usati venisse impiegato per installare un terminale e consentire agli allievi di utilizzarlo per alcune ore. Offrire la possibilità di usare un calcolatore era un’iniziativa a dir poco sorprendente per la Seattle della fine degli anni Sessanta, e per questo sarò sempre loro grato» (da La strada che porta a domani, scritto con Nathan Myhrvold e Peter Rinearson, Mondadori, 1997) • Il primo anno di liceo, Bill frequenta già alcune lezioni universitarie. «A scuola William III è, come prevedibile, un genio della matematica, e si lega d’amicizia con un altro soggettone però più estroverso, Paul Allen, che a differenza di Gates ha perfino delle passioni (la chitarra, la fantascienza)» (Masneri) • Nel 1972 Paul e Bill fondano la Traf-O-Data, un’agenzia per monitorare via computer i flussi di traffico di Seattle. Poi lui, per fare contento il padre, si iscrive ad Harvard, facoltà di legge • All’università Bill si impegna poco: gioca a carte, smanetta al computer. A un certo punto lavora anche come fattorino parlamentare. «Quando il candidato democratico nella corsa alla presidenza George McGovern scaricò il suo vice Thomas Eagleton, vittima di un brutto esaurimento nervoso, Bill comprò a un nickel ciascuna ben cinquemila spillette che pubblicizzavano il tandem infranto e che, ormai articoli da collezionisti, rivendette guadagnando svariate migliaia di dollari» • Lascia la facoltà senza mai laurearsi. «A diciannove anni avevo già una mia visione del futuro». Nel 1975 preconizza: «Nel futuro vedo un computer in ogni casa e uno su ogni scrivania». «La conversazione con i miei genitori fu meno tesa di quel che si può pensare: onestamente, se con la Microsoft fosse finita male, mi avrebbero riammesso e mi sarei laureato» • Si trasferisce ad Albuquerque, Nuovo Mexico, e assieme a Paul Allen fonda Micro-Soft (il trattino scomparirà negli anni Ottanta). Dal 1977 al 1981 Bill Gates prende dieci giorni di ferie. Si vanta di non allontanarsi mai dall’azienda per più di sette ore consecutive, compreso il tempo di dormire • Gates capisce che i linguaggi di programmazione non sarebbero mai stati alla portata di tutti: bisogna trovare un modo per fare usare i personal computer sia agli esperti sia ai neofiti. Altra idea: invece di tenersi per sé il codice del sistema operativo, come si faceva negli anni Settanta, concederlo in licenza d’uso. «La Ibm, nel 1980, stava cercando un sistema operativo per la sua nuova linea di computer. All’epoca c’era un programmatore, Tim Patterson, che aveva progettato il Qdos (Quick and dirty operating system), un sistema che avrebbe potuto risolvere i problemi dell’Ibm. E qui entra in scena Gates. La leggenda narra che quando i dirigenti di Ibm si presentarono a casa di Patterson per acquistare il software trovarono solo la moglie. Lui era fuori per affari, irraggiungibile. Molte biografie non autorizzate ritengono che Patterson fosse al lago a pescare, e che a invitarlo fosse stato proprio Gates. Che contemporaneamente acquistò il software di Patterson per 100 mila dollari per poi modificarlo, perfezionarlo, ribattezzarlo MS-Dos (dove MS sta per Microsoft) e rivenderlo all’Ibm. Non cedendo il software, ma solo la licenza di utilizzo» (Castellano) • «Ogni nuovo Pc di IBM, e tutti i cloni delle aziende che produssero hardware da quel momento in poi, avrebbero adottato l’MS DOS prima, Windows poi… Sottovalutando l’impatto che il Pc avrebbe avuto - IBM stimava di vendere 200 mila modelli nei primi 5 anni, ne vendette 250mila nei 10 mesi successivi al lancio - il gigante americano dell’hardware lanciò Microsoft nell’orbita» (Gianmario Massari, IlNuovo.it, citato da Castellano) • A 22 anni Bill ha una Porsche 911. Poi si compra un’altra Porsche (930 turbo), una Mercedes, una Jaguar HJ6, una Carrera Cabriolet 964, una Porsche 959 da 380 mila dollari e una Ferrari 348 • Esordio in Borsa nel 1986. Valutazione degli esperti sul titolo Microsoft: tra i 16 e 19 dollari. Inizio degli scambi: 21 dollari. A fine giornata: 31,25 dollari • «I dipendenti parlano con cognizione di causa degli incontri con Bill come di qualcosa che suona solamente un po’ meglio dell’Inquisizione spagnola. Gates è solito mitragliarli di domande tecniche. Li sfida, fa apprezzamenti forti, trova ogni imperfezione, sia essa un algoritmo difettoso o un piano di marketing scarsino. E loro possono arrivare a prepararsi per settimane, anche con simulazioni allo specchio, in vista di una sessione di sessanta minuti con il capo» (Kathy Rebello, Business Week) • Gates spia i dipendenti dalla finestra del suo ufficio per vedere chi segue pedissequamente i sentieri segnati nel campus e chi invece, innovando, tentava percorsi più brevi. Gates sa associare la faccia di ogni dipendente alla targa dell’auto così, all’ispezione mattutina, può capire chi era arrivato prima in ufficio. Quando incontra Steve Case, capo di American on line, gli dice: «Potrei comprare il vostro 20 per cento, oppure rilevarvi interamente o ancora entrare anch’io nel mercato dei servizi on line e sotterrarvi, farvi scomparire».
Vita privata Si sposa il 1° gennaio 1994, alle Hawaii, centotrenta invitati. Costo: più di un milione di dollari • «Nella selezione della propria compagna all’inizio Bill sembra fare dei test. Capisci che si chiede: è abbastanza intelligente? ha buon senso? è atletica? Avrebbe potuto avere qualsiasi donna al mondo e ha scelto lei, ciò significa che si tratta di un tipo eccezionale» (la ex fidanzata Ann Winblad su Melinda French, moglie di Gates) • Lei è una ex dirigente Microsoft, ragazza prodigio, laurea e master già a 22 anni, incontrata a una festa aziendale, rincontrata in un parcheggio aziendale. Lui: «Usciamo, dai. Sei libera tra due settimane?». Lei risponde che è poco spontaneo. Lui si fa dare il suo numero di telefono, glielo richiede: «È abbastanza spontaneo, questo?» • Dopo un anno capiscono di amarsi: «Lei aveva altri ragazzi, io avevo Microsoft». «Lei mi amava, e io pure, e pensai: come faremo con la compagnia?». Fa una lavagna con i pro e i contro del matrimonio, decide che conviene • «Lui in definitiva pare freddo, distante, in fondo buono, animato da devastante competizione, a carte e a tennis, mentre lei sembra dotata di umanità meno ripiegata. Cosa ci sia nel di lui cervello non si capisce […] Lei dice “il caos”. C’è anche un po’ di romanticismo da cumenda: nella biblioteca inestimabile di casa c’è inciso un passaggio del Grande Gatsby che piace tanto alla coppia» (Masneri) • Tre figli: Jennifer (n. 1996), Rory (n. 1999), Phoebe (n. 2002). Ha detto che intende lasciare loro solo dieci milioni a testa. «Qualche milione di eredità fa bene, qualche miliardo ti rovina». L’unica cosa su cui non risparmierà è l’istruzione.
Seconda vita Nel corso degli anni ha donato 45 miliardi di dollari in beneficienza. Progetti: debellare la malaria, combattere l’ebola, vaccinare i bambini nei Paesi poveri, distribuire contraccettivi, fornire borse di studio, combattere la malnutrizione, ecc. • «Ha praticamente estirpato la poliomelite, Gates, mentre noi litigavamo sui vaccini e creavamo inutili e pericolosi focolai di morbillo» (Peduzzi) • «Tra 50 anni sarà ricordato per la sua opera caritatevole. Nessuno si ricorderà di che cosa fosse la Microsoft e della sua grande stagione imprenditoriale. Ci saranno statue di Gates in tutto il Terzo mondo perché sarà riuscito a curare la malaria» (Malcom Gladwell, giornalista del Washington Post e New Yorker).
Giudizi «Dato più volte per spacciato, additato come monopolista, o tristo ragiunatt dalle menti più brillanti della Silicon Valley, sul lungo periodo se le è magnate tutte. La sua compagnia è la più ricca del mondo, un trilione di dollari, più di Apple. I suoi prodotti dopo l’eroismo degli inizi e la damnatio memoriae degli anni Duemiladieci oggi paiono essere di nuovo abbastanza cool. Certo, nel documentario [Dentro la mente di Bill Gates, Netflix, ndr] si vedono folle oceaniche su pellicola sgranata ad attendere l’apertura di negozi mattutini per accaparrarsi la copia di Windows 95, pare pleistocene. Però l’epoca Windows è esistita, ne abbiamo le prove. Poi è arrivato Steve Jobs con le pubblicità che comparavano l’uomo-Microsoft con l’uomo Apple, e l’uomo Microsoft era un Fantozzi, era l’uomo Lebole, mentre quello Apple era il creativo sopito in tutti noi. “Non posso certo confrontarmi a lui, era un grande ammaliatore di folle”, recentemente ha detto Gates del rivale in dolcevita. Gates era Verdone, Jobs Manuel Fantoni. Poi sono arrivati anche i ragazzotti di Facebook con la generazione dei nuovi tycoon, e Gates sembrava davvero un dinosauro. Però poi basta aspettare: Mark Zuckerberg già adorato cinque anni fa oggi è considerato un teppista insopportabile. E oggi, dopo il decennio dell’iPhone, quasi nessuno si è messo in fila ad attendere il modello undicesimo, e la trasgressione da Apple è un po’ diventata quella per famiglie da Jova Beach Party, il Burning Man con la sciarpetta. Vuoi vedere che alla fine aveva ragione lui, il tristo ragionier Gates? Non ha mai fatto finta di essere ciò che non era. Di sicuro ha fatto degli errori, li ha ammessi recentemente – soprattutto non aver sfondato nel campo dei telefoni, lasciando spazio a Android. Però alla fine coi 70 miliardi che lascerà in beneficenza si estirperanno malanni e carestie, mentre del rivale carismatico Jobs che si è curato il cancro con le erbe rimarrà l’iPhone trentaduesimo» (Masneri).
Curiosità Alto 1 metro e 77 • «Veste male. Porta scarpe ineleganti, maglioni da quattro soldi, pantaloni mal stirati. Non frequenta i politici di Washington e apparentemente non finanzia lobby per guadagnarsi benemerenze al Congresso. Con i suoi collaboratori è franco fino all’arroganza. Con i giornalisti è scorbutico fino alla maleducazione. A chi gli chiede un’opinione politica risponde di essere un esperto di software» (Enrico Pedemonte, L’Espresso, 28/5/1998) • «Non sono uno di quei tipi che arrivano all’aeroporto un’ora prima del volo» • Ama ottimizzare ogni secondo. In una sua vecchia casa aveva piazzato una cartina del mondo sul soffitto dello studio: quando si sdraiava per qualche minuto sul letto, poteva osservarla e imparare qualcosa • Proprietario del Codice Leicester, unico dei grandi codici di Leonardo da Vinci in mani private • Proprietario dell’Octopus, il più grande yacht da esplorazione del mondo • Villa sul lago di Washington: 12 mila metri quadrati, 7 stanze, 24 bagni (per i ricevimenti), 6 cucine, 6 caminetti, una sala da pranzo per 100 persone, sala giochi, cinema con 20 posti, libreria per 14 mila volumi, attracco per le barche, parcheggi per 100 automobili, piscina. Tutti i pavimenti sono riscaldati. Costo: tra i 70 e i 100 milioni di dollari. Agli ospiti viene fornita una spilla con un chip dove sono registrate le preferenze musicali e artistiche: entrando in un ambiente parte la canzone favorita e appaiono i quadri degli autori scelti • Jet privato da 40 milioni di dollari • Non ha la televisione: «È una perdita di tempo» • «Bill Gates legge. Fino a 8 libri contemporaneamente. Con un sistema che gli tiene desta l’attenzione: un numero di pagine prefissato, poi cambia, senza finire il capitolo, lasciando accesa la curiosità. Spazia, confronta, dedicando settimane di ritiro a questa sola attività. Collega i dati, unisce i puntini e qualcosa apparirà» (Gabriele Romagnoli, la Repubblica, 15/3/2020) • «Ha illustrato il suo metodo: costruirsi una sorta di biblioteca mentale generale in cui contestualizzare i libri letti. Il fondatore di Microsoft dice, nello specifico, che se ci si occupa di scienza è meglio prima leggere le biografie degli scienziati e poi è più facile collocare le singole scoperte all’interno di un quadro generale e capire come si è evoluto il pensiero scientifico. Lo stesso, dice Gates, vale per la storia: il filo che lega i vari avvenimenti si dipana più facilmente se si è in grado di collegarlo ai personaggi storici e al loro contesto» (Paolo Virtuani, Corriere della Sera, 14/2/2019) • Libro che si porterebbe su un’isola deserta: Il declino della violenza di Steven Pinker • Riviste preferite: The Economist e Scientific American • Gli piacciono i musical, Jimi Hendrix, il country di Willie Nelson, David Bowie e i Queen • «Poco prima che morisse, con Steve Jobs parlammo di Two of Us dei Beatles, di come quella canzone raccontasse delle cose vere sul nostro rapporto». È la canzone che parla dell’amicizia tra John Lennon e Paul McCartney. A un certo punto dice: «Tu e io abbiamo ricordi più lunghi della strada davanti a noi».
Titoli di coda «Richiesto se gli seccasse esser diventato il numero due dei ricconi mondiali, dietro al vicino di casa Jeff Bezos, Gates ha risposto: “Pensavo peggio, si vede che non sto dando via i miei soldi abbastanza velocemente”. Una frase anche abbastanza spiritosa, visto il tipo» (Masneri).