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 2020  ottobre 10 Sabato calendario

Biografia di Roberto Fico


Roberto Fico, nato a Napoli il 10 ottobre 1974 (46 anni). Presidente della Camera dei Deputati (dal 24 marzo 2018) • «Robberto» • «Il compagno Fico» • «L’occhione liquido, il capello spettinato, la collanina di cuoio e perline e le sincere e accorate parole di spregio verso il mondo cattivo di Salvini e di Orbán» (Susanna Turco, L’Espresso, 15/9/2018) • «L’uomo dalla cravatta sbagliata e dalla sintassi eroica» (Francesco Specchia, Libero, 20/7/2019) • «Deve combattere con i doppi sensi legati al suo cognome e allo sguardo tenebroso» (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera, 5/3/2013) • Fondatore del meet-up «Amici di Beppe Grillo» di Napoli nel 2005. Candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della regione Campania nel 2010, prese l’1,35 per cento dei voti. Candidato a sindaco di Napoli nel 2011, prese l’1,5 per cento. Eletto alla Camera nel 2013, poi di nuovo nel 2018 • «Interpreta la vera anima del Movimento» (Beppe Grillo) • «Il più pragmatico di tutti noi» (Luigi di Maio e Alessandro Di Battista, nel 2016, dopo i funerali di Gianroberto Casaleggio) • «Il primo presidente della Camera a rinunciare a oltre 4.000 euro al mese di indennità» (Il Blog delle Stelle, 27/3/2018) • Simbolo dell’ala sinistra del Movimento. Su immigrati, fine vita e nozze gay è molto più schierato della maggioranza dei suoi colleghi. Pasquale Laurito, classe 1923, decano dei cronisti parlamentari, ne parla così: «Lo distinguo dagli altri grillini. Ha la cultura del vecchio comunista venuto su alla scuola di Antonio Bassolino» • «Un bravo ragazzo napoletano […] con un fondo di idealismo, ma impacciato e lento. Un non politico paragonato agli sveltoni del suo stesso partito, alla Luigi Di Maio. Un giovanotto con 12 anni di meno ma furbo come una faina, dall’eloquio sciolto, seppure scorretto» (Giancarlo Perna, La Verità, 9/4/2018) • Nel 2013, appena approdato in Parlamento, disse: «Il nostro risultato è il frutto di un lavoro sul territorio lungo anni. Quello fatto insieme al gruppo è un percorso di una fatica e di una bellezza che non ha precedenti».
Titoli di testa «Avesse cominciato nell’ultimo anno a far politica, sarebbe magari finito a fare il militante di Potere al popolo: e quindi, fra l’altro, starebbe fuori dal Parlamento, inchiodato all’un per cento – altro che presidenza della Camera» (Turco, 2018).
Vita Napoletano di Posillipo. «Il più bel mare del mondo». Padre dipendente del Banco di Napoli, madre casalinga. Una sorella più piccola di nove anni • Studi al liceo classico Umberto I. «È da sempre la scuola statale delle élite napoletane (fu anche quella Giorgio Napolitano) e colpiva il fatto che lui venisse con i mezzi mentre i chiattilli (gli scolari abbienti del Centro e del Vomero) arrivavano sgommando su moto rombanti. Aveva due passioni. Quella per la pallavolo che però non era corrisposta dalla pallavolo. Tanto che il suo vecchio prof di ginnastica, incontrandolo da deputato, gli disse: “Se in politica sei scarso come a pallavolo, siamo rovinati”. Poi, parlando coi giornalisti, lo pennellò: “Un fior di alunno, un ragazzo tranquillo, umile”. L’altro interesse era per la musica. Se la cavava alla tastiera e andava a tutti i concerti di Lucio Dalla. Divenne amico del cantautore che se capitava a Napoli lo chiamava per vedersi» (Perna) • Alla maturità prende 40/60. Ricorda così la notte prima degli esami: «Ero a casa, in camera mia con il mio migliore amico, e parlavamo dell’esame. Quella notte facemmo la “cartucciera”, con tutta una serie di temi. Ma non la usammo. Fu un gesto per sentirci più sicuri» (a skuola.net, citato dal corriere.it) • Studia scienze delle comunicazioni a Trieste. Un anno di Erasmus a Helsinki. Laurea con 110 e lode, con la tesi Identità sociale e linguistica della musica neo melodica napoletana • «Finiva così l’epoca d’oro che lasciava il posto al rientro a Napoli e alla dura realtà dei lavoricchi. Roberto ne ha fatti a iosa. È stato nell’ordine: tour operator, centralinista in un call center, pr in un albergo di parenti. Infine, importatore di tessuti dal Marocco all’origine probabilmente della barba maghrebina che attualmente inalbera. Spesso disoccupato, frequentò un corso di Knowledge management (gestione del capitale umano) finanziato dal ministero del Lavoro che Fico spacciò nel curriculum per un master ma non lo era. È la sola debolezza nota di un uomo rigoroso» (Perna) • Molto di sinistra. Alle sue prime elezioni vota per Antonio Bassolino, candidato sindaco per il Pci. Poi si iscrive a Rifondazione • Nel 2005, in un pub di Mergellina, fonda la prima cellula degli amici di Beppe Grillo a Napoli. Si fa fotografare accanto a un cartello: «L’acqua in questa fontana deve restare pubblica». Ha 31 anni • Nel 2008 il consiglio comunale di Napoli si riunisce a porte chiuse per discutere della discarica di Chiaiano. Fuori, Fico e un gruppetto di sodali distribuiscono volantini: lui ha una piccola telecamera, vuole riprendere la riunione. Grida: «Non siete in un fortino». I commessi gli rispondono: «Vattene». Lui li guarda come fossero pazzi: «La gente in quella sala lavora per i napoletani». Lo portano via di peso • «In origine, si pensi un po’, Giggino era il fondatore di un Meetup minore (quello di Pomigliano nel 2007, contro quello fichiano di Napoli nel 2005) e correva a mettersi sotto l’ala di Roberto, maggiore di 12 anni e domestico agli sms con Grillo, ogni volta che poteva, tanto da meritarsi nel gruppo proto-M5S il soprannome di “ragazzo spazzola”. Ma questo è tutto: ciò che poteva accadere è accaduto là. Dopo, Fico s’è arenato nella casella che faceva comodo, nel casting della Casaleggio (creatura di Gianroberto, a Milano era di casa fin dal 2005), l’unica in fondo disponibile per lui: il puro, di sinistra, movimentista, di piazza, antagonista, vicino ai movimenti di base. Più o meno solitario, sempre sul punto di fare la guerra, rassegnato a non farla mai» (Turco) • «Nel 2009, quando nasce il Movimento, è già lì. Si candida a tutto: presidente di Regione, sindaco di Napoli. Prende poco più dell’1 per cento, ma resta l’uomo forte dei 5 stelle in città. Poco amato dai dissidenti: ne fa espellere oltre trenta» (Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica, 25/3/2018) • Alle parlamentarie del Movimento del 2013 Fico prende 282 voti (Di Maio 182), ma a livello nazionale i grillini prendono il 25,55 per cento alla Camera e il 23,79 per cento al Senato. Fico, ormai trentottenne, viene catapultato a Roma • Si presenta: «Ho fatto molti lavori. Anche il manager in un hotel e il dirigente per un tour operator internazionale. Sempre contratti a tempo indeterminato. Ma dalla vita volevo altro. Proporre, altro che protestare. Per questo ho trovato Grillo. La casta ci ha sempre respinto» • «Almeno è educato» dicono i cronisti, abituati ai modi di altri colleghi-cittadini-parlamentari • Su Facebook però scrive commenti durissimi. Definisce Luciano Violante «una cacchetta di pseudo-uomo», Giorgio Napolitano «un cane addomesticato per scagliarsi contro l’evoluzione dell’essere umano», Gianni De Gennaro, capo della polizia ai tempi del G8 di Genova, «uno schifoso», il governo di Mario Monti «un governo di vigliacchi tenuto in piedi da partiti vigliacchi» • I grillini lo vogliono candiadare alla presidenza della Camera al posto di Gianfranco Fini. Lui all’inizio rifiuta. «Io sono uno da battaglia». Pensa di non essere adatto. «Se mi consegnano la campanella per guidare la seduta magari gliela tiro indietro». Poi, piano piano, si fa convincere. «Questa legislatura rischia di durare poco. La presidenza di Montecitorio può esserne il cuore» • Alla fine l’alleanza con il Partito democratico non decolla, a Montecitorio viene eletta Laura Boldrini, lui diventa presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Bisogna staccare la politica dall’informazione e dalla tv di Stato che è di tutti i cittadini» • È combattivo e polemico. Si batte contro gli stipendi d’oro nella tivù pubblica. Attacca Fabio Fazio. «È un classico comunista col cuore a sinistra e portafogli a destra» • «Per cinque anni non ha fatto che chiedere la chiusura di Porta a Porta» (Bruno Vespa) • Non sempre è d’accordo con le scelte del Movimento. Quando il suo partito dice di astenersi sullo ius soli, lui è favorevole. Quando il partito è contrario alle unioni civili, lui è per il sì. Quando Di Maio definisce le ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo «taxi del mare», lui sta con Erri De Luca e Gino Strada • Nel 2018 solo nel collegio di Fuorigrotta lo votano in 61.819. Prende il 57.6 per cento. Ormai si è fatto conoscere • I suoi lo ricandidano alla presidenza della Camera e, stavolta, il 24 marzo 2018, dopo tre votazioni andate a vuoto, riceve 422 preferenze • «Non appena Roberto Fico varca l’uscio e compare nell’aula di Montecitorio, dai loro scranni i deputati dei Cinque Stelle scattano tutti in piedi. Con frenesia insistita e inusuale anche per un’aula incline a spettacolarizzare le emozioni, i peones applaudono a lungo, qualcuno urla. Battimani e pathos che trasmettono il messaggio: finalmente abbiamo conquistato il Palazzo» (Fabio Martini, La Stampa, 25/3/2018) • «I bene informati sostengono che Fico è stato eletto per volontà diretta di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Il campano è, infatti, considerato uno scrigno degli ideali primigeni del movimento. Un puro e duro che, al pari dei due guru, non vuole inzaccherarsi facendo un governo con altri che inquinerebbe i grillini, rendendoli peccatori come tutti. Ma poiché la grande maggioranza del gruppo parlamentare è luigidimaiana e a palazzo Chigi vuole andarci di corsa, ecco che mettere Fico al centro di Montecitorio assume un ruolo ammonitorio. La cosa va vista in senso scenografico. Guardando Fico, assiso al centro dell’emiciclo, i grillini seduti di fronte a lui e tentati dai magheggi della politique politicienne, si fermeranno folgorati. Da Roberto, infatti, aiutato in ciò anche dalla nera barba biblica, dovrebbe sprigionarsi - questa la speranza- quell’aura di onesta purezza capace di distogliere i più dalle tentazioni peggiori. La sua presidenza ha dunque per il movimento una funzione totemica simile alla mummia di Tutankhamon che scoraggia gli archeologi dal profanarne la tomba» (Perna) • Sono passati tredici anni dalla fondazione del primo meetup, in quel pub di Mergellina. Roberto è commosso. «Ora ci sono la scorta, i funzionari, il cerimoniale. Mi dicono: “Si sieda a sinistra, meglio mettersi a destra”. Mille riti, mi dovrò abituare». Poi arrivano gli aneddoti: «Mi hanno scritto molte delle persone con cui avevo lavorato in un call center, erano contentissime per me. Qualcuno mi ha deriso per questa esperienza, ma io sono contento di aver fatto bene quel lavoro» • Daniela Santanché, di Fratelli d’Italia, la butta sull’ironia: «Dopo Laura Boldrini, Fico mi sembra una figata».
Vita privata Fidanzato con Yvonne De Rosa, classe 1975, fotografa • Primo incontro alle scuole medie - lui frequentava la Della Valle di Posillipo, lei la Belsito, la succursale - ma non fu un colpo di fulmine • Testimonial in una pubblicità del sapone Dove da ragazza, laurea in scienze politiche alla Federico II, MA in fotogiornalismo al London College of Communication, un ex marito e una figlia, Elena • Si re-incontrarono per caso. Anche lei fu candidata con il M5S alle elezioni del 2013, ma non fu eletta • A Napoli vivono assieme nella casa di lei in una strada a metà tra Vomero e Chiaia, bei quartieri della città.
Malefatte A fine aprile 2018, quando Fico era stato eletto da un mese alla presidenza della Camera, e Mattarella gli aveva dato un mandato esplorativo per provare a formare un governo tra Pd e 5 Stelle, la trasmissione Le Iene (Italia 1) mandò in onda un servizio in cui si sosteneva che Yvonne De Rosa, la compagna di Fico impiegava due domestici, tale Imma e tale Roman, immigrato ucraino forse senza permesso di soggiorno, pagandoli in nero • Il servizio era basato sulla denuncia di un testimone, che accettò di parlare solo con volto oscurato e voce camuffata • Fico si difese. Disse che Imma era una vicina, molto amica di Yvonne, se faceva lavoretti, commissioni e la spesa erano solo favori. Disse che Roman era una persona in difficoltà, di averlo conosciuto alla fermata dell’autobus, di avergli fatto «beneficienza», e che lui si era voluto sdebitare con dei lavoretti in casa • Imma, parlando davanti a una telecamera nascosta della trasmissione senza sapere di essere intercettata, diede un’altra versione: disse che lei era assunta con regolare contratto, che aveva turni e compiti precisi, che le pagavano i contributi, che quando era arrivato l’ucraino le avevano ridotto la paga da 700 a 500 euro, ma aveva deciso di non andarsene perché voleva bene alla figlia di Yvonne, Elena, cui aveva fatto da baby sitter. «Me la sono cresciuta» • Roman non riuscirono a trovarlo • Fico denunciò le Iene per diffamazione, ma nell’ottobre 2019 il giudice per le indagini preliminari gli diede torto.
Curiosità Alto un metro e 78 • Primo grillino ad andare come ospite a una festa dell’Unità (a Ravenna, nel 2018) • Tifoso della Juventus • Sport preferito: i 100 metri piani • Libro preferito: Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia di Tiziano Terzani • Appassionato di Stanley Kubrick, in particolare di Odissea nello spazio • Suona la fisarmonica • Ultima vacanza prima di essere eletto presidente della Camera nei Balcani: in macchina, per portare anche il cane • Vincenzo De Luca lo definisce: «Un chierichetto».
Titoli di coda «“Visto da vicino è molto modesto, molto leggero come personalità, gli manca persino il vocabolario, pensavo meglio”, sibila tra il deluso e l’imbarazzato un suo predecessore, che di queste cose se ne intende» (Turco).