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 2020  settembre 30 Mercoledì calendario

Biografia di Paola Turci


Paola Turci, nata a Roma il 12 settembre 1964 (56 anni). Cantante • «Interprete e spesso anche autrice, T. ha spaziato dal pop al rock, ottenendo il favore di critica e pubblico» (Treccani) • Diciassette album pubblicati a partire da quando aveva 21 anni. Una vittoria al Cantagiro. Tre volte premio della Critica al Festival di Sanremo. Numerosi riconoscimenti, dischi d’oro e di platino. Centinaia di concerti tenuti in tutta Italia • Già professoressa di canto alla diciassettesima edizione degli Amici di Maria De Filippi (Canale 5, 2017-18) • «La notorietà di Paola Turci è principalmente legata alle partecipazioni sanremesi di fine Ottanta, a canzoni come Bambini, Ringrazio Dio. A rivisitazioni di Lucio Battisti (Ancora tu), collaborazioni con Vasco e Luca Carboni, dischi easy listening di cover (Oltre le nuvole, 1997) che hanno superato le 150 mila vendite. Oggi la sua musica è diversa, più marcatamente rock. I testi solo suoi, personali. Forse troppo di qualità perché una major possa pubblicarli» (Andrea Scanzi, La Stampa, 16/4/2006) • «Cantautrici rock, in Italia, ce ne sono poche. Paola Turci se ne è sempre stata più sul coté songwriting alla Suzanne Vega o Natalie Merchant che non su quello aggressivo di Gianna Nannini. Non le ha fatto schifo andare a Sanremo con le sue canzoni di alto livello, e ne ha guadagnato in popolarità: ha uno zoccolo fedele di fans affezionati, e una fama di dura e romantica assieme» (Il Post, 2/5/2019) • Famosa perché il 15 agosto 1993, mentre stava raggiungendo Alcara Li Fusi (Messina), tappa di un suo concerto, rimase vittima di un grave incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria e per poco non morì • Famosa anche perché, nell’estate 2020, il settimanale Oggi pubblicò la fotografia di un suo bacio saffico con Francesca Pascale, ex fidanzata di Silvio Berlusconi • Ha detto: «Ho cambiato vita molte volte».
Titoli di testa «Incontriamo Paola Turci a Milano, in una mattina di primavera, nella sede della Warner Music, la sua casa discografica. Scende dalle scale come una ragazzina, capelli sciolti, T-shirt, pantaloni e sneakers nere. “Scusa, oggi non ho messo i tacchi”» (Nicoletta Civardi, iO Donna, 15/4/2019).
Vita «Ho avuto una madre assai dolce ma assai severa, non si poteva sbagliare...» (a Maria Laura Giovagnini, iO Donna, 9/11/2015) • «Lei mi ha trasmesso le cose più importanti, i punti focali della mia vita: la vita, la musica, il senso della bellezza, dell’amore, dell’amare. Mia nonna invece mi ha dato il senso della trasgressione. Sì, mia nonna era tremenda. Era simpaticissima e fuori dalle regole» (a Freeda Media, 5/2/2019) • Da piccola Paola è vittima di un maniaco. «“Avevo tredici anni. Ricordo il senso di vergogna, dentro qualcosa di innaturale. E una responsabilità, come fosse stata colpa mia. Successe che eravamo in casa. Lui, io e una mia amica della mia età. Iniziò a farci le stesse cose. Ci mise a sedere su uno sgabello, sfogliava giornali pornografici e chiedeva se ci piacesse e quanto”. Reazioni? “Io avevo la nausea come quando mangi ed è troppo e non ce la fai più. Durò pochissimo e fu interminabile. Finché m’implose dentro un ‘adesso basta’ e fermai tutto scappando veloce, via”. Chi era lui? “Uno grande. Quand’è morto, ho provato sollievo” Ne parlò con qualcuno? “In analisi, da adulta, mettendo insieme le fila. Se tornassi indietro, denuncerei, andrei in un centro antiviolenza e mi farei ascoltare, difendere, proteggere”. Che segni ha lasciato? “Un fastidio esagerato per parole e atteggiamenti fuori posto per cui ero capace di tirare ceffoni: mi facevo giustizia così. I complimenti, quelli sì, li accoglievo. Un uomo mi definì ‘sublime’. Mi piacque”. E lei, piaceva? “Solo d’estate, quando ne avevo anche cinque che mi corteggiavano contemporaneamente. Mi abbronzavo un po’, mi uscivano questi occhi verdi, e sprigionavo libertà. D’inverno non mi vedeva nessuno”» (Lavinia Farnese, Vanity Fair, 31/1/2019) • A quattordici anni Paola vede per la prima volta La febbre del sabato sera. «Fino ad allora avevo visto solo roba come La spada nella roccia e un paio di pellicole di Nanni Moretti trascinata da mio padre, culturalmente intransigente e poco incline alle storie per ragazzini. Fu una folgorazione, la bellezza di una prima volta. Era impressionante per un’adolescente innamorata delle canzoni, come lo ero io, scoprire che non erano le note ad appoggiarsi alle immagini, bensì quest’ultime a prendere vita grazie alla musica che, magicamente, diventava cinema, meraviglia, sogno nel sogno. Improvvisamente quelle canzoni uscirono dal film e diventarono la mia colonna sonora mentre andavo a scuola o ballavo davanti allo specchio come John Travolta» (La Lettura, 24/8/2017) • «Quando ha deciso che voleva diventare una cantante? “Avevo sedici anni, andavo a scuola. Mi ricordo perfettamente il momento in cui ho detto che la musica sarebbe stata la mia vita e non avrei voluto fare altro. Era appena entrato il professore di matematica. Io stavo cantando e lui, indispettito, infastidito, mi disse “Vieni a cantare qua!”» (a Freeda) • «Io già a sedici anni facevo le imitazioni. Mi piaceva moltissimo. Alice era la mia preferita “Per Elisaa…” …quella roba lì. Poi Giuni Russo, Milva, e poi tentavo di imitare Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo» (ibidem) • «Con le parole faccio proprio fatica a esprimermi, mi viene più facile comunicare quello che sento con lo sguardo e con il canto» • In famiglia sono scettici, non ci sono precedenti anche se la madre è brava a cantare. Paola è determinata. A metà anni Ottanta debutta per l’etichetta IT, del produttore Vincenzo Micocci, scopritore di De Gregori, Venditti e Rino Gaetano. «Fu lui ad intravedere nella presenza e nella splendida voce da contralto di quella ragazza di Roma una cantautrice del futuro: Paola Turci aveva dalla sua grinta, talento e determinazione, qualità che non l’hanno del resto mai abbandonata» (dal sito di lei) • Partecipa a tre festival di Sanremo di fila. La quarta volta, con la canzone Bambini, scritta da Alfredo Rizzo, studente universitario, musicata e prodotta da Roberto Righini, vince il premio per i cantanti emergenti. «E finalmente, lei che in tutti questi giorni s’era mostrata fin troppo schiva e riservata, col volto sempre serio, quasi  corrucciato, visibilmente  preoccupata di non farsi travolgere dalla dilagante frenesia e soprattutto attenta a non  perdere la concentrazione, può  lasciarsi andare alla gioia e fare un bel sorriso» (Gloria Pozzi, Corriere della Sera, 25/2/1989) • «Ad averla guardata bene, Paola Turci, si sarebbe capito subito che non era solo “la ragazza con la chitarra” di Sanremo. Nel 1991, forte di tre Premi della Critica consecutivi (“un record imbattuto”), incise Candido, un azzardato concept album ispirato al personaggio voltairiano. Era già quello il segno che prima o poi si sarebbe smarcata, intraprendendo uno di quei percorsi che significano soprattutto una cosa: lasciare le grosse cifre e declinare per scelta dal ruolo di artista mainstream a quello di autrice di nicchia. La solita storia. Quella di Nada, di Eugenio Finardi. Belle storie, di solito» (Scanzi)
Incidente «La mia vita è finita ed è ricominciata il 15 agosto del 1993 sulla Salerno-Reggio Calabria. Mi trovai costretta a guidare l’auto durante una tournée. Ero furibonda. Mi chino per spingere nel portasigari il cavo del caricabatteria del telefono e mi rendo conto di aver oltrepassato il guardrail. Il tachimetro segna centoventi chilometri all’ora. Sterzo verso destra, in un attimo sono nella corsia di emergenza. Controsterzo. No airbag, no cintura di sicurezza. Chiudo gli occhi. Sento una randellata all’altezza del sopracciglio destro, intravedo il cofano accartocciato, il parabrezza in frantumi. Sangue sul mio viso. La bocca piena di detriti. Sputo i vetri uno ad uno, uno mi resta in gola. Sono stata sbalzata dal sedile. Gli altri due, Chiara e Roberto, che erano con me mi aiutano» (a Carla Massi, Il Messaggero, 1/10/2014) • «La Turci, ricoverata a Cosenza, ha un trauma cranico, lesioni alla fronte, alla mascella, alle labbra e agli arti. È stata sottoposta a tre ore di intervento. Non potrà presentarsi al pubblico per tre mesi» (Corriere della Sera, 17/8/1993) • «Il pericolo è scampato. Ma restano i dubbi nella mente di Paola Turci. “Potrò ancora continuare a cantare? Mi amerà ancora, Paolo?”. Negli occhi della giovane cantante romana si specchiano ancora mille timori.  Subito sopiti. “E già pronto per te un videoclip. Lo girerai in ottobre”, la rassicura il manager Pino Longobardi. Un sussulto di gioia illumina di felicità il volto tumefatto di Paola […] Le sono stati applicati 22 punti di sutura. Solo per un miracolo non ha perso l’occhio. Sarà necessario un intervento di chirurgia plastica per farle recuperare l’elasticità del volto. Le è accanto il tennista Paolo Cané. II loro è un amore sbocciato un anno fa. Tumultuoso, bizzarro, ma anche intenso, visto che il giocatore non vuol lasciare per un solo attimo la compagna» (Carlo Macrì, Corriere della Sera, 20/8/1993) • Deve annullare 41 concerti. Per due settimane rifiuta di guardarsi allo specchio. «Neanche fasciata. Poi quando mi hanno tolto le bende, l’ho fatto piano, pezzettino dopo pezzettino. Sapevo che ero un disastro: la cucitura, l’occhio “ballerino”, il sopracciglio falciato. Le croste, le abrasioni, la deformazione» (alla Farnese).
Religione «Non ho ricevuto un’educazione religiosa e, a un certo punto, il cattolicesimo è stato una scoperta confortante. recitare il rosario mi faceva volare... purtroppo sono un’integralista, o tutto o niente, non so stare nella via di mezzo. E seguire i dogmi non fa per me» (alla Giovagnini).
Corpo «Non mente mai. Mi sono lasciata andare a lungo, trascurandolo: pesavo 15 chili in più di oggi, non entravo nei pantaloni. Poi l’ho portato in palestra, ho iniziato ad alimentarlo bene. E il corpo ha obbedito: alle diete, al sacrificio. Mi risponde» (alla Farnese).
Paura «“Da quando mi alleno so che non si può essere sempre in perfetta forma. Il corpo non sostiene a lungo la tensione. All’onda che va su, segue quella che va giù”. Cosa c’è giù? “Un po’ di vuoto, barcollamento emotivo. Capita dal niente di non respirare più, che il pianto salga alla gola. Gli attacchi di panico non li avevo mai conosciuti. Poi al concerto di Emma, io e Giorgia ci siamo sedute in mezzo alla gente: aumentava e non ci ho capito più niente. Mi sono alzata. Facendomi largo a spintoni sono corsa fuori, in lacrime, spaventando tutti”» (alla Farnese).
Impegno Per Emergency. Per la Fondazione Francesca Riva, che si occupa dei bambini di Haiti. «Ci sono stata tre volte, mi sono pure sposata in quel posto meraviglioso». Ha dedicato un tour ai carcerati. È stata in viaggio a Lourdes. «E mi sono portata la chitarra!».
Battaglie Nel 1993 cantò Io e Maria, a proposito di un amore saffico. «Prima ne avevo incisa un’altra, Due donne: credo sia stata quella, in realtà, a far di me un riferimento della comunità gay, a portarmi un grosso seguito, tanto che si è pensato che lo fossi anch’io» (alla Giovagnini) • Da sempre anti-berlusconiana. Nel 2011 dedicò al Cavaliere la canzone Devi andartene (ascoltala qui), presentata in anteprima sul sito del Fatto Quotidiano. Partecipò al movimento «Se non ora quando?», dicendo: «Occorre dimenticare 15 anni del governo Berlusconi segnati per le donne da condizioni miserabili e sottocultura» • Si schierò pubblicamente anche con le Sardine. «Da persona di sinistra, che votava Berlinguer quando aveva 18 anni, i miei ideali sono di uguaglianza, fratellanza, considerazione. Che poi sono valori cristiani. Oggi, invece, se si esprime pubblicamente un pensiero si viene presi a minacce, a insulti. Poi, se si dice di essere di sinistra, capirai, è finita. Ma se uno dice che è di sinistra c’è un mondo che va approfondito, si dovrebbero aprire delle discussioni. Invece si limita tutto a un “vaffanculo”, “sei una troia”, “sei una radical chic” o “la pacchia è finita”. E allora state tra di voi, che vi devo dire?» (a Gaspare Baglio, Rolling Stones, 7/2/2019).
Uomini «Ricordo un’estate al villaggio Tognazzi, durante il tradizionale torneo di tennis (passavo come brava giocatrice per via della relazione con Paolo Canè, ero una pippa). C’era anche Vittorio Gassman, già settantenne. Avevo perso la testa! Mi piaceva infinitamente più del figlio Alessandro...» (alla Giovagnini) • Dal 2010 al 2012 sposata con il giornalista di R101 Andrea Amato, dieci anni più giovane di lei. Cerimonia ad Haiti, nella cappella dell’ospedale St. Damien, presenti tutti i volontari della Fondazione Francesca Rava • «Mi sono sposata a 45 anni ci siamo separati dopo due, perché proprio non c’era rapporto. Provare ad avere un figlio era una possibilità. Ora sono riconoscente di non averlo avuto, ringrazio il cielo che sia andata così. Per un momento l’avevo desiderato, forse si trattava più di un condizionamento sociale...» • «E adesso è fidanzata? “Sto con un ragazzo di 37 anni, Francesco, un ingegnere, in gamba e dolce”» (alla Giovagnini, 2015) • «Ho avuto ogni smania: di avere un fidanzato, di costruirci casa, di sposarmelo, di metterci su famiglia. Non è stato proprio un successo. L’equilibrio che mi completa ora, invece, lo è, ed è da difendere: non crede ai colpi di fulmine e non ha bisogno di altro. E la bellezza non c’entra. Puoi essere pazzesca e possono piacerti gli uomini da morire, ma se hai una porta chiusa dentro, non capita nulla» (alla Farnese, 2017).
Donne Nel 2017: «L’erotismo è donna» • Nel 2019: «La chiave di volta è stata la mia insofferenza nel nascondermi dopo l’incidente, facendo finta di non farlo. A un certo punto ho mollato, ho imparato ad accettare me e le mie cicatrici. Viviamo in una società in cui ci sono conformismo e omologazione che, a volte, neanche vediamo. Riuscire a essere quello che siamo credo sia una grande conquista» (a Daniela Lanni, La Stampa, 3/11/2019) • «Francesca Pascale è stata per quasi nove anni con Silvio Berlusconi. La cantante Paola Turci ha avuto un marito, ha divorziato e, dopo, ha avuto un fidanzato. La prima ha 35 anni, la seconda 55. Lo scoop dell’estate 2020 sono loro che si baciano su uno yacht di 25 metri al largo del Cilento, travolte da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto» (Candida Morvillo, Corriere della Sera, 10/8/2020) • Veleni: la Pascale si è finta etero per anni solo per i soldi di Berlusconi? la Turci è diventata lesbica per godersi i soldi di Berlusconi? • Pettegolezzi: pare che noleggiare lo yacht costi 60 mila euro la settimana; pare che le due si frequentino almeno dall’autunno del 2019; pare che Marina Berlusconi abbia vietato al padre, che nel frattempo si è legato alla onorevole Marta Fascina, di vedere la Pascale, nel timore che possa ricascarci; pare che Silvio le abbia lasciato 20 milioni di euro una tantum, un milione all’anno per le spese di mantenimento, l’uso di Villa Maria, magione in Brianza con 40 mila metri quadri di parco • Aneddoti: la Pascale sostenitrice dell’Arcigay; tale Dragomira Bonev, in arte Michelle Bonev, attrice, che da Santoro diceva di Francesca: «È lesbica, io sono stata con lei. Vuole solo diventare first lady»; Alessandro Cecchi Paone che dice: «Mi ha sempre detto: se capitasse a me, come è capitato a te di innamorarmi di una persona del mio sesso, non ci troverei nulla di male» • Pareri autorevoli: «L’accordo con la Pascale è scritto ma non ancora firmato. L’avvocato Ghedini, che è il mastino di Berlusconi, non è così favorevole a concederle tutti quei soldi, anche perché lei faceva una vita splendida a spese del Cav. Ecco perché quelle sue paparazzate lesbo con Paola Turci mi puzzano di bruciato: in passato la Calippo-girl non si è mai fatta pizzicare dai teleobiettivi. Ma il tempo delle vacche grasse è finito» (Roberto D’Agostino) • «Intanto, nessuna conferma e nessuna smentita da Francesca e Paola. Se c’è un segno dell’evoluzione del costume è che sempre meno si senta il bisogno di un coming out solenne» (Morvillo).
Curiosità Alta 169 centimetri, pesa 52 chili • Ha scritto un’autobiografia, Mi amerò lo stesso, e un romanzo, Con te accanto, assieme alla giornalista Eugenia Romanelli • Anche conduttrice radiofonica (La mezzanotte di Radio Due, nel 2009) • «Quando ho scritto la canzone per Adriano Sofri (Il Gigante) ero rimasta impressionata da un suo racconto, in cui descriveva lo spicchio di cielo che poteva intravedere dalla cella» • Ha un cagnolino nero • «Le sue gioie maggiori? “Le piccole cose mi danno entusiasmo. Fra le emozioni forti metterei la nascita dei figli di mio fratello e delle due figlie di mia sorella: io e lei siamo simbiotiche. A differenza sua, però, non mi sento materna”» (alla Giovagnini) • «Andrea è appena diventato papà di una femmina. Quando me l’ha detto ne sono stata felice. E non mi è venuto un “poteva essere mia”. È stato giustissimo così» (alla Farnese) • «Quando ho incontrato Lucia Annibali, qualche settimana fa, mi sarei inginocchiata: si è mostrata poco tempo dopo l’attacco con l’acido... ci vuole un coraggio da leoni, io non l’ho avuto. Mi perdono, comunque, non ero abbastanza forte da combattere. A 29 anni ero una ragazzina: triste, insicura, mi trovavo brutta» • «Oggi quando mi specchio, se sono stanca o dormo un’ora in meno, il bianco intorno all’iride diventa rosso. Ma io e quella lì riflessa abbiamo firmato un armistizio» • «Ancora oggi se dici: “Mi piace una donna”, allora sei lesbica. Sorrido, quando qualcuno si chiede se io lo sia. Come domandare: “A te piace stare sopra o sotto? Ti piace dormire con il cuscino o senza?”. Ma cosa importa, quelli sono dettagli. Come fai l’amore è roba da chiedere?» (alla Farnese).
Titoli di coda «La cicatrice? C’è, sta lì. Ormai mi dimentico se è a destra o a sinistra. A volte non penso neanche più a coprirmela, così la gente finalmente la vede. Perché non mi fa più neanche soffrire. Perché anzi la ringrazio: senza quella, forse sarei rimasta una normale» (ibidem).