30 settembre 2020
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Biografia di Maria Pia di Savoia
Maria Pia di Savoia, nata a Napoli il 24 settembre 1934 (86 anni). Figlia maggiore dell’ultimo re d’Italia Umberto II e della regina Maria José • Nome completo: Maria Pia Elena Elisabetta Margherita Milena Mafalda Ludovica Tecla Gennara • «Una donna alla quale gli eventi non sono mai riusciti a sottrarre gentilezza e stile» (Corriere Adriatico, 17/9/2014) • «In quanto rappresentante di casa Savoia, ha sempre attratto l’attenzione dei media. Ha però vissuto una vita senza scandali, dedicandosi alla propria famiglia e ai viaggi» (Teresa Cannatà, Vogue, 8/3/2010) • «Si considera innanzi tutto una donna come tutte le altre» (dalla sinossi della sua autobiografia, La mia vita, i miei ricordi, Mondadori, 2010) • Il 12 febbraio 1955, a Cascais in Portogallo, sposò il principe Alessandro II di Jugoslavia, dal quale ebbe prima di separarsi (nel 1967) quattro figli, due coppie di gemelli nati a Boulogne-sur-Seine: Dimitri e Michele il 18 giugno 1958, Sergio e Elena il 12 marzo 1963. Il 17 maggio 2003 ha sposato a Manalapan, in Florida, Michele di Borbone • Abita a Parigi, ma dagli anni Ottanta passa l’inverno a Palm Beach, in Florida. «Soprattutto da quando ho smesso di sciare».
Titoli di testa «In una piccola villetta nel quartiere di Neuilly-Sur-Seine a Parigi, Maria Pia di Savoia vive con il suo secondo marito Michel di Borbone Parma, prendono il caffè in abiti sportivi prima di andare in Cologne a casa di amici per la caccia. L’ambiente è un salotto pieno di ricordi, una grande fotografia del suo battesimo in Vaticano» (Alain Elkann, La Stampa, 15/10/2006).
Vita «Questa notte alle ore 23.15 S. A. R. la Principessa di Piemonte ha dato alla luce nel Reale Palazzo di Napoli una Principessa che avrà nome Maria Pia. L’Augusta puerpera e la Principessa neonata sono in ottimo stato di salute. S. E. il Capo del Governo, che ha avuto immediata notizia del fausto avvenimento da S.A.R. il Principe di Piemonte, ha fatto pervenire agli Augusti Sovrani e alle LL. AA. RR. i Principi di Piemonte l’espressione del compiacimento suo, del Governo fascista e della Nazione tutta» (Corriere della Sera, 25/9/1934) • I napoletani già subodoravano l’evento perché, da qualche giorno, Maria José aveva rinunciato alle sue passeggiate • Elisabetta del Belgio è arrivata a Napoli apposta da Bruxelles per stare vicina alla figlia. «Quando le due Regine si sono chinate sulla tenera creatura, sono rimaste estasiate dalla sua bellezza. Maria Pia di Savoia è una bellissima bambina bionda che ha due superbi occhi neri» (Corriere della Sera, 26/9/1934) • È la prima figlia del principe Umberto di Savoia. Se fosse stata un maschio, sarebbe stata seconda nella linea di successione al trono. Viene chiamata così in onore di un’altra Maria Pia di Savoia sorella di suo bisnonno, figlia di Vittorio Emanuele II, che era diventata regina del Portogallo • La notizia della nascita della principessa viene diramata a tutti i prefetti del Regno. Il re suo nonno concede un indulto e un’amnistia, il principe suo padre offre un pranzo a 400 poveri, vengono distribuiti 2350 sussidi e borse di studio, e la Villa Rosebery a Napoli viene ribattezzata Villa Maria Pia • Il suo primo ricordo è il battesimo del fratello, Vittorio Emanuele, principe di Napoli, nato due anni dopo di lei. «Nemmeno io capivo bene quanto accadeva, dicevo continuamente ad alta voce “Viva io”» • «“Abitavamo a Villa Savoia, al Quirinale, a Firenze dove facevamo la scuola Montessori. Mi ricordo che mia nonna la regina Elena disse entrando in una classe dove io con i miei fratelli e i cugini stavamo studiando: “Tutti calmi, non è successo niente”. Non capivamo cosa volesse dire. In realtà era appena caduto un aereo militare in giardino” Altri ricordi? “La mia Prima Comunione in Vaticano con Pio XII. Stavo seduta tra il Papa e Galeazzo Ciano, era il 13 maggio del ‘43. Mi ricordo molto bene che Ciano parlava in inglese con la nostra governante”. Ha ricordi di Benito Mussolini? “Sì, io ero nei giardini del Quirinale e pedalavo sulla mia macchina da corsa e un signore mi si è avvicinato e mi ha detto: ‘Brava, sei sportiva’. La governante mi ha detto: ‘Saluta il Duce’”. Cosa rammenta della guerra? “I bombardamenti. Per mio fratello e per me si trattava di un’avventura, era quasi divertente scendere in cantina in mezzo alla notte”. Durante la guerra dove avete vissuto? “In Svizzera sul lago di Thun dove siamo stati un anno. E per più di un anno non ho più visto mio padre, eravamo con mia madre. I tedeschi travestiti da doganieri svizzeri hanno cercato di prenderci come ostaggi, ma in quella circostanza ci ha salvato la polizia svizzera”. Quando ha visto suo nonno, il re Vittorio Emanuele III per l’ultima volta? “A Villa Savoia nell’agosto del ‘45. Ricordo però che con il nonno andavamo a pesca. Lui era rachitico, era piccolo, era alto come noi”. E con la nonna? “Lei dava dei corsi di cucina e di tiro con la pistola. Era molto brava e ci aveva insegnato”» (Alain Elkann, La Stampa, 28/11/2010) • Dopo il 1946 Maria Pia segue la famiglia in esilio in Portogallo. Ricorda che suo padre, ormai diventato l’ultimo re d’Italia, non si lamentava mai di niente. «Lui parlava con noi solo di cose positive, era un uomo divertente, non severo, anche se ci faceva studiare» • «Era adorabile, ci portava in giro in macchina in Spagna. Io avevo una dama di compagnia, Maria Luisa Pallavicino, andavamo a Siviglia, in Portogallo. A volte diceva di essere triste, gli mancava l’Italia, ma non accadeva sovente, di solito parlava d’arte, di gente. Da piccoli noi figli lo vedevamo poco perché avevamo altri orari» • «Mi ricordo che una volta andai al porto di Cascais in jeans, mio padre passò in macchina mi vide e mi disse: “Non puoi andare in giro in jeans”» • «E sua madre? “Mia madre era buffa. Amava i libri e la musica. Mio padre, invece, amava Parigi e vedere i suoi amici che non erano quelli di mia madre. Lei amava gli scrittori, gli intellettuali, era più timida di lui”» (Elkann, 2010) • «Quando ero giovane vivevamo insieme in Svizzera, facevamo molti viaggi, andavamo a teatro, al cinema, poi è cambiata con gli anni, è diventata più stanca, ma non abbiamo mai litigato. Mi ricordo che era un po’ triste perché mi sposavo e andavo via. Poi però mi disse: “Va bene, almeno è una cosa fatta e non ci si pensa più”» • Dopo il suo matrimonio va a vivere a Versailles, ma torna spesso in Italia, e continua a considerarsi italiana • «Negli anni 60 posa per Vogue, e mette a frutto la passione per la scrittura diventando giornalista di Novella 2000. Tra le sue interviste, una a Salvador Dalì, di cui era molto amica» (Cannatà) • Pubblica anche notizie inedite sulla sua vita privata e sulla sua separazione dal principe di Jugoslavia. I giovani militanti del partito monarchico ne sono scandalizzati. In un comunicato auspicano il suo allontanamento dall’Italia. «Ciò che irrita i giovani attivisti del PMN sono le concessioni che Maria Pia di Savoia sta facendo, con sempre più allarmante disinvoltura, a uno scandalismo di dubbio gusto» (Corriere della Sera, 12/9/1967) • «Come ha vissuto la vicenda dell’arresto di suo fratello Vittorio Emanuele e le guerre tra lui e il ramo reale Aosta? “All’inizio ho pensato che mio fratello fosse stato rapito, non ho capito molte delle accuse che gli sono state fatte. Quello che mi ha colpito è che qualche giorno prima del 15 luglio, quando è successo l’incidente, pensavo a lui con angoscia, avevo quasi un presentimento”. Che rapporti avete ora? “Ci siamo parlati. Mi ha chiamato molto candidamente per il mio compleanno, ma so che non sta bene, me lo ha detto anche suo figlio, è molto depresso”. E di suo cugino, cosa dice? “Non si deve sparare sulla Croce Rossa. Mio cugino ha avuto un’educazione diversa, vivendo in Italia e non in esilio ha fatto l’Accademia Militare, aveva una madre severa. Mio fratello invece stava in Svizzera, non ha fatto studi militari e mia madre non gli ha insegnato molto in questo senso”. Cosa le ha detto suo padre sulla discendenza? “Non mi ha mai detto nulla. Inoltre non è vero che lui non abbia mai visto Marina e Vittorio”. Perché gli Aosta dicono di essere i legittimi successori della famiglia Savoia? “Loro sono mezzi Orléans e poi in quella famiglia hanno sempre un po’ intrigato. Già i cugini Aosta di mio nonno avrebbero voluto avere il primo posto”. Queste cose oggi le sembrano importanti? “No, ed è un peccato che se ne sia parlato così. Un comportamento regale in questo caso sarebbe stato tacere”. E suo fratello? “Mio fratello mi fa pena, gli voglio bene, purtroppo non si circonda delle persone giuste, non so capire perché”. Siete molto uniti? “Lui è troppo diverso da me e poi sua moglie, devo dire la verità, insulta sempre tutti”» (Elkan, 2006).
Stile «Incarna alla perfezione il miglior stile italiano degli anni 50 e 60: cliente delle sorelle Fontana, giunge all’altare indossando una loro creazione. Negli stessi anni rende famoso Alberto Dal Cò, acquistando da lui le scarpe per il corredo di nozze (che comprende anche capi realizzati dal sarto Emilio Schuberth). Una volta a Parigi, Pierre Balmain la veste nelle grandi occasioni. Lo stile attuale è più informale e understated, all’insegna di una raffinata comodità» (Cannatà).
Scarpe «Décolleté peep-toe o semplici ballerine».
Gioielli «Ha una predilezione per gli orecchini, che sceglie anche in forme importanti, e per le collane, specie con perle e diamanti» (ibidem).
Capelli «Andavamo da un parrucchiere solo, Alexandre, era lui che mi tagliava i capelli. Era venuto a Cascais al mio primo matrimonio, mentre mia madre aveva il suo parrucchiere, Attilio, che veniva da Roma e si arrabbiò con me perché avevo scelto Alexandre» (ibidem).
Curiosità Con i figli parla in francese • Adora la pesca, il giardinaggio, le terme, le camminate • «Detesta l’esibizionismo, la spettacolarizzazione dei drammi privati, il gossip» (Cannatà) • Sostiene associazioni che combattono la dispersione scolastica e la Preservation Foundation, per la tutela del patrimonio architettonico storico di Palm Beach • Era molto amica dello scià di Persia • «Mi ricordo che molti anni fa in montagna insegnai all’attore Eddie Constantine a pattinare sul ghiaccio» • «Fra noi c’è sempre stata gente moderna, come Elisabetta del Belgio, la chiamavano la reine rouge, regina rossa, andava in Russia, nel ‘62 in Cina brindò à la santé di Mao» • Nel marzo 2006, insieme alle due sorelle, si dimise dall’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro per protestare con il fratello (Gran Maestro dell’Ordine), che aveva introdotto il pagamento di una quota associativa e vari gadget • «La Storia è importante, come cultura, conoscenza per progettare futuro, dei miei nipoti soltanto Leopoldo Gaubert, dodici anni, è affascinato dalla Storia e chiede libri. Oggi si preferisce la matematica, la tecnologia. Però guai a vivere nel passato, come qualche mia zia» • «Si può dire che lei, malgrado tutto, ha avuto una bella vita? “Una bellissima vita. L’astrologo Francesco Waldner mi ha fatto l’oroscopo e mi ha detto di non preoccuparmi. Mi ha detto che preoccuparsi non serve a niente e che tutto nella mia vita sarebbe stato formidabile. Ho una bellissima linea della fortuna nella mia mano”. Perché la sua è stata una vita formidabile? “Abbiamo avuto dei grandi privilegi, dei vantaggi, sia per nascita, sia per vita”. Non si lamenta? “Non ho nessuna ragione per farlo”» (Elkann, 2010)
Titoli di coda «Cosa vuol dire per lei essere una Savoia? “Essere una donna d’onore. La regina del Belgio diceva che ci sono uomini, donne e altezze reali”» (Elkann, 2006).