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 2020  settembre 09 Mercoledì calendario

Biografia di Raquel Welch


Raquel Welch, nata a Chicago, Illinois, il 5 settembre 1940 (80 anni). Attrice • Una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Un Golden Globe come migliore interprete femminile • «Una donna spaziale: l’immagine femminile più eccitante che io abbia mai incontrato» (Alessandro Gassmann) • «Aveva 26 anni quando fece impazzire milioni di uomini con il suo corpo statuario vestito solo di un bikini “primitivo” nel film Un milione di anni fa, e da allora è entrata nell’olimpo dei sex symbol indimenticabili, al pari di Marilyn Monroe o Brigitte Bardot» (Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi, iO Donna, 5/9/2015) • «Stava per finire il tempo delle maggiorate, da lì a due anni, con la rivoluzione giovanile, saranno le ragazze pelle e ossa a prendere il sopravvento nell’immaginario collettivo. Parte del successo di Raquel Welch è dovuto a questo: è stata forse l’ultima rappresentante di un fascino prorompente e curvilineo» (Francesca Scorcucchi, Ansa, 4/9/2010) • Tra i suoi film: Viaggio allucinante (Richard Fleischer, 1966), Spara forte, più forte… non capisco! (Eduardo De Filippo, 1966), Le fate (Mauro Bolognini, 1966), L’amore attraverso i secoli (Michael Pfleghar, 1967), Colpo grosso alla napoletana (Ken Annakin, 1968), Le incredibili avventure del signor Grand col complesso del miliardo e il pallino della truffa (Joseph McGrath, 1969), La texana e i fratelli Penitenza (Burt Kennedy, 1971), I tre moschettieri (Richard Lester, 1973), Una pallottola spuntata 33⅓ (Peter Segal, 1994), La rivincita delle bionde (Robert Luketic, 2001) • «Oggi si fa ancora notare: non troppo rifatta, ma puntigliosamente in forma e cotonata, trucco e denti perfetti, portamento tuttora sinuoso ed elegante. Le teste si girano ancora al suo passaggio» (Silvia Bizio, la Repubblica, 4/4/2017) • Ha detto: «Non c’è cosa più grande che essere celebrati per la propria  bellezza».
Titoli di testa A 55 anni: «Io mi resi conto che un giorno mi sarei guardata allo specchio e mi sarei trovata vecchia, e decisi di posare nuda».
Vita Nata alle 2.04 del pomeriggio. Primogenita dei tre figli di Armando Tejada, ingegnere aeronautico boliviano, emigrato negli Stati Uniti per frequentare l’università, e di Josephine Sarah Hall, americana, figlia dell’architetto Emery Stanford Hall. Il suo vero nome è Jo Raquel Tejada • «Quando lei ha due anni, suo padre viene trasferito in California e la famiglia va a vivere a San Diego • I pregiudizi contro gli ispanici, all’epoca, sono molto radicati. Suo padre non le parla mai in spagnolo e le fa frequentare solo bambini wasp. «Era un perfezionista. Dovevamo rigare diritto, a tavola si rispettavano le buone maniere. Mi ricordo che vestivamo solo di blu, di bianco e di grigio. Voleva che mi interessassi al tennis e ai cavalli, come una piccola principessa, ma io quelle cose non le sopportavo» • «Giuro che la mia fantasia fin da ragazzina era fare commedia, vedevo la Monroe e volevo essere come lei, o come Lucille Ball. Andavo al cinema e vedevo Ann Margret o Jane Russell e volevo essere come loro. Grandi dive, belle, glamour, ma anche di indubbia personalità e talento, mica delle sceme: sognavo di essere come loro, anzi, confesso, mi sentivo come loro. Sentivo di poter far parte di quel club» (Bizio) • «A scuola nessuno riusciva a pronunciare il mio nome correttamente: mi chiamavano Rocky» • Fin da ragazza vince un concorso di bellezza dopo l’altro. Diventa Miss La Jolla e Miss California del Sud • Vince una borsa di studio per studiare recitazione, ma, a diciotto anni, lascia il college per sposare tale James Welch, il suo fidanzato del liceo. «Dal primo momento in cui l’ho visto sono stata sicura che sarebbe stato lui il padre dei miei figli. Era bello, era sicuro di sé, e così l’abbiamo fatto. Siamo stati folli, siamo scappati via e ci siamo sposati, abbiamo fatto subito due bambini, un maschio e una femmina. È stata una fantasia romantica, devo dire che è la mia specialità» • Si rende conto di essersi sposata troppo presto. «Costrinsi mio marito a venire a Hollywood perché sognavo di recitare da quando avevo sette anni. Lui era allergico all’idea. E poco a poco l’ho perso. È un mio rimpianto» • «Venne notata in una serie dal titolo The Hollywood palace show e invitata al Deb stars ball, organizzato ogni anno, per scoprire volti nuovi, dall’unione parrucchieri e truccatori di Hollywood, e da quel ballo si vide aperta la carriera cinematografica» (Alberto Ceretto, Corriere della Sera, 17/4/1966) • Debutta nel 1964 in Il cantante di Luna Park, con Elvis Presley. Nel 1965 appare Non disturbate, con Doris Day • Nel 1966 le fanno fare due film: Viaggio allucinante e, soprattutto, Un milione di anni fa, ambientato nell’età della pietra, in cui lei indossa un suggestivo bikini preistorico. Ridendo, racconta ai giornalisti che, durante una scena in cui, al termine di una lunga nuotata, toccava finalmente la riva, la pelle di daino, impregnata d’acqua, si era allentata e per poco le veniva via. «È vero che in quel film lei non parla mai? “Non parla, in pratica, nessuno dei personaggi, perché gli sceneggiatori non sapevano che linguaggio affibbiare agli uomini di quel tempo remoto. Io, per essere precisi, dico due parole: Tumak, che è il nome del mio partner, e Akita vocabolo tratto da un dialetto finlandese che significa “aiuto”» (Ceretto) • È fatta. Raquel diventa famosissima. «Il film fu un fiasco, la sua interpretazione di donna delle caverne piuttosto improbabile, ma il mondo non riuscì più a togliersi dalla testa quelle misure perfette e quel viso dai tratti latini, frutto dell’incontro tra un padre boliviano e una madre anglosassone» (Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi, iO Donna, 5/9/2015) • «La faccia e il corpo di questa bellezza latina […] arrivata alla notorietà subito dopo la morte di Marylin Monroe, fecero dimenticare agli americani una regola che al cinema aveva fino ad allora dettato legge e cioè che le dive, le regine sexy di Hollywood, dovessero esser bionde e diafane. Raquel, quando Hollywood la consacrò a sex symbol, aveva la pelle scura, ma non scurissima, […], aveva i capelli rossi e forme mozzafiato, gambe lunghissime, vita stretta e seno prorompente, tanto che venne soprannominata B.B., ovvero Body Beautiful. Una campagna pubblicitaria forte di novantadue copertine su riviste europee e sedici americane, fece conoscere quelle forme, che le resero facile la vita sul set: “Quando hai l’avvenenza fisica non devi saper recitare”» (Francesca Scorcucchi, Ansa, 4/9/2010) • «Oggi qualche rivista la presenta addirittura come destinata a detronizzare Ursula Andress quale simbolo della femminilità moderna» (Ceretto) • «Le sue biografie più accreditate insistono sull’involucro, sulle misure, sulle curve e, attraverso  accuratissime tabelle, si vuole stabilire che miss Welch è degna di raccogliere la gloriosa eredità di Jean Harlow, Rita Hayworth, Marilyn Monroe. Statisticamente, Raquel Welch è così spiegata: altezza 1,78; peso, in dieta, 59 chili; vita 59 centimetri; fianchi 90 centimetri; petto 95 centimetri; caviglie 22 centimetri. Qualcuno, con eccessivo entusiasmo, ha aggiunto che Raquel Welch ha le misure di Marilyn. Dunque, è una campagna che si combatte con il centimetro» (Angelo Falvo, Corriere d’Informazione, 20/6/1966) • Tutti cominciano a parlare di lei. Gira film in America, in Inghilterra. Il giorno di Natale si esibisce in gambali e minigonna per le truppe americane in Vietnam • In Italia, prima ancora che qualcuno l’abbia vista, la ingaggiano per tre film. Fa Spara forte, più forte… non capisco, in cui interpreta un’improbabile napoletana, un fiasco terribile, che affossa la carriera di Marcello Mastroianni come produttore • Poi appare in Le fate, di Mauro Bolognini • «Spieghiamo, alla Welch, a proposito del film che sta per cominciare, come “fata” venga chiamata dai ragazzini romani una ragazza imperiosamente bella, attraente, simpatica. “Fata” ripete allegramente Raquel compitando la parola in italiano. “Mi piace. Adesso, aspetto con curiosità di sentirmi definire cosi per la strada”» (Ceretto) • I critici, però, sottolineano che la bravura non va di pari passo con la bellezza. «Lei stessa ammetterà di non esser più riuscita a liberarsi dall’ingombrante stereotipo di femme fatale e di aver faticato a imporsi nel cinema con ruoli più impegnativi, che mettessero in risalto il suo talento più che la sua bellezza» (Balzarotti e Miccolupi) • «Io direi che Raquel Welch è il “prodotto” di una campagna pubblicitaria. Il cinema vuole un mito, nessuna diva o divetta ha preso nel cuore e nella fantasia della gente il posto di Marilyn. Si tenta, adesso, con Raquel Welch, prefabbricando una diva, cavando tutti i vecchi arnesi: la spregiudicatezza pubblica e la riservatezza privata, i concorsi di bellezza, eccetera. Tutto è stato freddamente calcolato, come per il lancio di un formaggino, di un dentifricio, di un detersivo. La persuasione della pubblicità ha poteri straordinari, però una diva non è un formaggino. Nelle sale buie dei cinema il palato è più esigente che a tavola. Raquel Welch è bella, bellissima, ma ha quel quid, quella scintilla che divide una diva da un mito?» (Falvo) • «La supervamp è di passaggio a Roma […] e una notizia di questo tipo è tale da scatenare i paparazzi di tutta la città […] La sala che ospita la fugace conferenza stampa è affollatissima e tutti impazienti attendono la “diva”, la quale come di consueto si fa aspettare abbondantemente. Ma ecco finalmente l’ingresso trionfale dell’attrice che bacia e abbraccia sorridente e conserva in tutto la sua non dimensione di “mostro sacro” al di fuori della realtà. I fotografi immortalano ogni suo gesto mentre alcuni giornalisti si lasciano prendere dall’ira ed esigono pronte scuse per il ritardo […] è allucinante constatare che le domande più sciocche vengono fatte proprio dalle stesse persone che solo pochi minuti fa sbraitavano a più non posso e pretendevano le scuse […] Improvvisamente abbiamo domandato all’attrice cosa ne pensi dell’aggressione americana al Vietnam, dal momento che tempo fa ella accettò di recarsi laggiù per alcuni spettacoli, inviata nel Sud Est asiatico dal Dipartimento di Stato americano. Mentre Raquel Welch cerca di parare questo colpo a freddo con l’aiuto del suo entourage, la gente si guarda intorno come se si parlasse dei marziani e a questo punto ci accorgiamo di quanto a nostra volta siamo stati ingenui al punto di non capire di avere a che fare con strumenti passivi nelle mani di chi possiede il monopolio della malafede. Li conosciamo da anni, sono anche essi le vittime di un mondo fatto di coscienze cloroformizzate che, come direbbe Pavlov, agiscono solamente sotto l’impulso di onde magnetiche la cui centrale è il potere imperialista» (d.g., l’Unità, 7/8/1970).
Mariti «Non ho mai trovato un uomo veramente soddisfacente. Con loro è come assaggiare diverse caramelle alla ricerca di quella buona» • Il giorno di san Valentino del 1967 sposò a Parigi tale Patrick Curtis, il suo impresario, due anni più di lei. Rito civile. Lei indossava una minigonna bianca cortissima che entusiasmò i fotografi. Il sindaco, a un certo punto, fu costretto a intervenire: «Non siamo né a una fiera né a una presentazione di moda. Questo è il municipio dell’Eliseo: dobbiamo conservare una certa dignità». Poi andarono in luna di miele in una località segreta dell’Inghilterra. Lei sul matrimonio: «Lo approvo, perché è una garanzia di fedeltà.  Quando guardo la fede che porto al dito, all’idea che una donna possa tradire il marito sono presa da una specie di sacro orrore: quello della donna delle caverne che non avrebbe mai commesso una cosa simile». Finì che la tradì lui. Lei di nuovo: «Non potevo sopportare la sua infedeltà. Io sono Raquel Welch, ti rendi conto?». Divorziarono nel 1972 • Raquel si sposò altre due volte. Dal 1980 al 1990 fu la moglie del produttore André Weinfeld, sette anni più giovane di lei. Dal 1999 al 2004 di Richie Palmer, proprietario di un ristorante italiano e di un pizza store, quattordici anni più giovane di lei.
Figli Damon Welch (n. 1959), attore, ha sposato la figlia di un famoso giocatore di cricket inglese • Tahnee Welch (n. 1961), attrice. «Lei è più bella di quanto ero io». Quando anche lei volle posare nuda su Playboy, Raquel commentò: «Spero che le foto siano di buon gusto».
Fidanzati Il giocatore di football Joe Namath, il dirigente della Paramount Robert Evans, gli attori Warren Beatty, Richard Burton e Sean Connery, i musicisti Bob Dylan e Alice Cooper, i costumisti Bob Moore Jr e Ron Talsky • Quando usciva con il pugile Gary Stretch lei aveva 56 anni, lui 28. Lei aveva l’età del padre di lui. Lui era più giovane dei figli di lei.
Curiosità È una delle ragazze che appaiono nei poster appesi nella cella in Le ali della libertà (le altre due sono Rita Hayworth e Marilyn Monroe) • Enrico Bertolino ha tenuto per anni una sua foto nel portafogli • Tra i suoi antenati, da parte di madre, ci sono John Quincy Adams, il 6° presidente degli Stati Uniti, e alcuni padri pellegrini scesi dal Mayflower • Sua cugina, Lidia Tejada, è stata la prima donna a diventare presidente della Bolivia • «Le interessa ancora la moda? “Certo, è parte integrante dell’essere donna, non crede? Ma coordinare colori e disegni e tessuti, mamma mia che mal di testa. Per non parlare delle scarpe, la borsetta, e perfino il reggiseno, anche se quello oramai lo vedono in pochi! Una volta non era così: anche il reggiseno andava coordinato con la camicetta. Insomma, anche alla mia età ci tengo ad apparire bella, diciamo a fare del mio meglio con quello che la natura ancora mi concede”» (Bizio) • «Crede che Hollywood abbia perso glamour? “Ormai si ha paura dell’evasione, della leggerezza. Oggi si vogliono risolvere i problemi del mondo. Ricordiamoci però che siamo un’industria di favole e cantastorie. Anche chi soffre ha voglia di divertirsi un po’. La serietà interessa chi non deve lottare per sopravvivere giorno dopo giorno”» (ibidem) • «Quali sono le dive sexy di oggi? “Charlize Theron? Kristen Stewart? Dipende dai film, dai ruoli. Sono ragazze o donne bellissime, ma a volte spengono il loro innato sex-appeal, lo minimizzano. Sembrano ragazze qualsiasi. Questo non accadeva ai miei tempi. Se eri sexy lo dovevi essere sempre”. E tra i maschi? “C’è bisogno di chiederlo? Mia cara, Brad Pitt! Chi non vorrebbe baciarlo?”» (ibidem) Oggi dice che, tutto sommato, il suo primo marito era il migliore dei quattro • Pratica yoga quotidianamente da quando ha 35 anni • Fa due ore di ginnastica al giorno. Diete, creme, vita sana e qualche ritocchino • «Ragazze, è un lavoro, essere un sex symbol».
Titoli di coda «Auguri a Raquel Welch, che si conservi a lungo. E a tutte quelle come lei, s’intende» (Alfonso Madeo, Corriere d’Informazione, 24/12/1968).