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 2020  settembre 01 Martedì calendario

Biografia di Salma Hayek


Salma Hayek, nata a Coatzacoalcos, in Messico, il 2 settembre 1966 (54 anni). Attrice. Produttrice • «La più affermata diva latinoamericana, prima e unica messicana candidata all’Oscar come miglior attrice (nel 2002, per Frida)» (Luca Dini, GQ, 21/8/2018) • «Una specie di Jessica Rabbit versione bruna che sfoggia cervello e bellezza» (Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 27/4/2006) • Solare, formosa, elegante • «A cinquant’anni e dall’alto del suo metro e 57 centimetri è tra le donne più affascinanti del mondo» (Donna Moderna) • «È una delle mie amiche più care. Una donna incredibile, piccola, buffa, spiritosa, un fascio d’energie» (Valeria Golino) • Tra i suoi film: Desperado (Robert Rodriguez, 1995), Dal tramonto all’alba (Robert Rodriguez, 1996), Nessuno scriva al colonnello (Arturo Ripstein, 1999), Traffic (Steven Soderbergh, 2000), Frida (Julie Taymor, 2002), C’era una volta in Messico (Robert Rodriguez, 2003), After the Sunset (Brett Ratner, 2004), Chiedi alla polvere (Robert Towne, 2006), Bandidas (Joachim Rønning, Espen Sandberg, 2006), Le belve (Oliver Stone, 2012), Il racconto dei racconti (Matteo Garrone, 2015) • Dal 2009 è sposata con il miliardario francese François-Henri Pinault, amministratore delegato del gruppo Kering, proprietario di marchi di lusso come Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen. Ora vive tra Londra - dove la figlia va a scuola – Parigi - dove passa i fine settimana - e Hollywood - dove torna per lavorare e incontrare gli amici • «Si definisca con un aggettivo. “Felice”» (Mattia Pasquini, Amica, 10/10/2017).
Titoli di testa «Sarà pure minuta e piccolina, ma quando entra in una stanza – tra voce squillante, risata facile, immediatezza, quel seno importante e la massa di capelli corvini – non passa mai inosservata. Per non parlare dei vestiti dai colori forti che predilige, in genere firmati Gucci. Oggi è di turno il rosso: scollatura generosa, tacchi stratosferici. “Muoio dalla voglia di sfilarmeli” dice, sedendosi comoda. “Adoro pantofole e scarpe basse, ma in pubblico e coi paparazzi, come potrei?”. E giù a ridere» (Alessandra Venezia, iO Donna, 22/4/2017).
Vita Figlia di Diana Jiménez Medina, cantante lirica, e di Sami Hayek Dominguez, dirigente in un industria petrolifera, di origini libanesi. «Non ho mai negato la mia origine araba: Salma è un nome libanese al 100%» • Famiglia benestante. Per sua stessa ammissione lei e il fratello Sami, sei anni meno di lei, vengono su viziati • Salma da piccola è dislessica, soffre di deficit dell’attenzione. I suoi la mandano a studiare in un collegio di suore in Louisiana, ma a dodici anni viene espulsa per le sue continue bravate • Dopo aver visto in un cinema Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, decide che anche lei vuole recitare. «Quand’ero bambina, mi hanno insegnato che si vive una volta sola e a quei tempi l’idea non mi piaceva per niente. È per questo che ho deciso di fare l’attrice: per poter condurre esistenze sempre diverse. Ho un bisogno viscerale di sentirmi libera» (a Patrick Williams, Elle, 18/1/2018) • All’epoca, racconta lei stessa, è piatta. Invece di rivolgersi al chirurgo va in chiesa e pregare Dio di darle un décolleté più sviluppato e viene esaudita • High School a Houston, in Texas. Poi si iscrive all’università di Città del Messico, facoltà di relazioni internazionali ma non finirà mai gli studi • Debutta come attrice in televisione: è Jasmine in un adattamento de La lampada di Aladino, poi compare in varie pubblicità • «Entra a far parte del cast di Nueva Amanecer, una serie tv piuttosto seguita in Messico. Poco dopo, viene scelta per interpretare il ruolo della protagonista nella soap opera Teresa e in breve diventa una delle attrici più popolari della televisione messicana. Lei però sogna il cinema» (Trovacinema – la Repubblica, 26/4/2006) • In Messico dicono sia diventata l’amante del presidente della repubblica e che vada a Hollywood solo per sfuggire alle ire della moglie di lui • «Quando sono andata in America non conoscevo nessuno. Sapevo che Mark Ruffalo e Benicio Del Toro avevano fatto la mia stessa scuola ed erano diventati famosi, così ho seguito il loro esempio ma non sapevo come funzionasse con gli agenti e tutto il resto» (a Sandra Martone, la Repubblica, 19/5/2015) • Salma inizia la gavetta. Tutti però le ripetono la stessa cosa: il suo accento ricorda troppo quello di una donna delle pulizie, non può ambire a un ruolo da protagonista. «Fino agli anni ’60, nei locali di Los Angeles c’era scritto: “No messicani o animali”. Il razzismo c’è ancora solo che oggi è politically incorrect» • «Ho combattuto contro il razzismo utilizzando il loro sessismo. Così mi sono inventata un personaggio sexy. Era quello che Hollywood era disponibile a darmi e io sono stata al loro gioco. Ricordo di aver compreso la cosa e di aver fatto una scelta: sto umiliando me stessa? Non andavo a letto con i produttori. Semplicemente mi ero creata un ruolo che erano in grado di capire e accettare. Nella loro testa, il pubblico era attratto, e interpretando questo personaggio, i produttori riuscivano a passare sopra all’accento. Mi sono detta: ok, questo è qualcosa con cui posso lavorare» • Sono gli anni in cui diventa amica di Valeria Golino e di Penelope Cruz. «Penelope e le altre mi hanno salvato. Ti fa stare meglio avere qualcuno che ti ascolta quando sei triste perché hai rotto con un fidanzato, o quando non riesci a trovare un lavoro o non sai se hai preso la decisione giusta a scegliere quel film. Ci sono volte in cui sei confusa e non sai che decisione prendere» • Il vero successo arriva grazie a un connazionale, Robert Rodriguez. Salma diventa la sua musa. In Desperado (1995) è la libraia che seduce Antonio Banderas, in Four rooms (1995) è un’ammiccante valletta, in Dal tramonto all’alba (1997) balla la lap dance con i serpenti • Si rende conto, però, che le continuano a offrire le stesse parti (la cameriera, la ragazza sexy e la pistolera). Vuole fare un ruolo serio, sogna di realizzare un film su Frida Kahlo. «È un personaggio che adoro da quando ero ragazzina. La sua storia racconta la mia gente, mostra il Messico e i messicani nel modo giusto. E io volevo farlo sapere al mondo. E poi questa donna è per me una continua fonte d’ispirazione: è così libera, così coraggiosa, bersaglio di critiche eppure decisa a non rinnegare nulla di sé. Ha vissuto sempre con grande intensità, ha avuto una storia d’amore con la vita stessa» (Claudia Morgoglione, la Repubblica, 29/8/2002) • Per interpretare la pittrice messicana smette di ritoccarsi le sopracciglia: le lascia crescere tanto da arrivare ad avere sopra agli occhi quasi un unico sopracciglio, tratto fisico distintivo della Khalo. «Io sono molto grata per le opportunità che l’America mi offre, ma continuo a sentirmi anche molto messicana».
Amore Conobbe François-Henri Pinault nel 2006 a Venezia, durante un evento a palazzo Grassi • Ci fa una figlia assieme, Valentina (n. 2007), poi decide di sposarlo. «Prima di incontrarlo ero convinta che il matrimonio fosse una prigione. Ma mi sbagliavo» • Nozze nel 2009, con una doppia cerimonia. La prima: il giorno di San Valentino, in municipio, a Parigi. La seconda: a Venezia, festa a punta della Dogana, ricevimento al teatro La Fenice. «Ieri sera intorno alle venti l’attrice messicana che fu Frida Kahlo scendeva le scale radiosa, abito bianco Balenciaga, capelli raccolti, stringendo al celebre decolleté il mazzo di gardenie e gelsomini, in braccio la piccola damigella Valentina Paloma Pinault, diciannove mesi, con gli ospiti, tutti in maschera, che applaudivano e fischiavano (americani) […] Alle 19 breve cerimonia nella sala Apollinea, stucchi, ori, intarsi, cilindri di vetro e rose bianche, si cantava Over the rainbow. Cocktail nel foyer, poi cena a sedere per 160 nel salone con tavoli a specchio, argenti, cristalli e trionfi di rose e peonie di Munaretto al Lido. Ospiti a piedi, papà Pinault con l’ex presidente francese Jacques Chirac. Bono e Penelope Cruz con Javier Bardem hanno preferito il motoscafo. Paparazzi appostati per Charlize Theron, Woody Harrelson, Gael Garcia Bernal, Olivier Martinez, Robert Rodriguez, Stella McCartney, l’ex di Salma Ed Norton, la direttrice di Vogue, Anna Wintour, Philippe Starck, Lucy Liu, Emir Kusturica, Skin, Ashley Judd, Luis Miguel. Glorie nostrane: Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, amica della sposa […] ha cucinato lo spagnolo Josè Andres, cantore della cucina molecolare, che mescola chimica e cibi: ceviche di tonno e avocado con mostarda, foie gras, bocconcini di carne con frutta ed erbe messicane, anguria con pomodori e salsa piccante, lamponi al cioccolato da mandar giù (serviva, dicono) con Chateau Latour e Laurent Perrier» (Giovanna Cavalli).
Rampolli «Oltre a una figlia ho anche i tre figli di mio marito. Credo che sia una straordinaria opportunità avere quattro formidabili esseri umani che crescono e si realizzano sotto i miei occhi».
Battaglie Per i diritti delle donne, per le donne di origine ispanica, per i rifugiati, per la promozione dell’allattamento al seno in Sierra Leone («un Paese dove la pratica trova uno scoglio culturale: un uomo non può avere rapporti sessuali con una donna che allatta»), contro la violenza di genere, contro la xenofobia.
Politica Guai a chiederle di Donald Trump: «Costruire un muro tra la California e il Messico? Come idea non è solo razzista, è anche stupida».
Religione «Sono una persona spirituale, ma non religiosa. Non voglio che nessuno mi imponga delle regole sulla mia relazione con Dio […]. E a volte, la spiritualità la trovo anche nell’arte o nella scienza: si tratta pur sempre di un modo di provare a capire chi siamo».
Vizi Fumatrice.
#MeToo «Sono sopravvissuta ad abusi. Abusi di quelli tosti. Ma non ho mai voluto utilizzare gli eventi tragici della mia vita per attirare attenzione su di me» • Nel 2015, in un’intervista a Repubblica, dichiarava: «Vivo in Europa ma cerco di rimanere sempre in contatto con i miei amici come Pierce Brosnam, Harvey Weinstein…» • A dicembre 2017 in una lettera al New York Times scriveva: «Per anni è stato il mio mostro». Raccontò che, ai tempi della lavorazione del film su Frida Khalo, avendo lei rifiutato le sue avances, lui cercò di sabotare il film in tutti i modi. «Passava da momenti in cui mi sussurrava parole dolci all’orecchio alle grida con cui mi minacciava che mi avrebbe uccisa, “non credere che non sia capace di farlo”, diceva». Minacciò di sostituirla con un’altra attrice, la obbligò a riscrivere la sceneggiatura gratuitamente, a cercare 10 milioni di dollari per finanziare il film, trovare un regista prestigioso e attori famosi per i ruoli minori. Sul set insistette perché lei girasse una scena di sesso con un’altra donna, con un nudo frontale (lei si oppose, trovarono il compromesso: una scena di tango con bacio finale). «Lo incontrai, mi disse che aveva smesso di fumare, che s’era sposato, che era un altro uomo. Mi disse che con Frida avevamo fatto un bel film. Non ha mai saputo cosa significassero per me quelle parole né quanto mi avesse ferita. Non gli ho mai mostrato quanto avessi paura di lui» • Ha raccontato alla tivù americana che una volta, quando non era ancora presidente e nonostante lei fosse fidanzata, pure Donald Trump ci provò con lei: «Lui non è abbastanza per te. Non è un tipo importante. Devi assolutamente uscire con me» • «Harvey se non altro amava il cinema. Non so se Trump ami qualcosa oltre a sé stesso».
Curiosità Parla correntemente arabo, spagnolo, inglese e portoghese • Nel 2009 Prince le dedicò una canzone (ascoltala qui) • Adora il baccalà mantecato, segue il calcio e pratica yoga • Ha decorato la sua casa di Londra con opere di Jeff Koons e di Damien Hirst • I suoi marchi preferiti sono Alexander McQueen, Balenciaga, Saint Laurent, Alessandro Michele di Gucci e Stella McCartney. «Porto anche vestiti di stilisti che non appartengono alla holding di mio marito» • I francesi le hanno dato la legione d’onore. «Ha mai nostalgia della sua terra, dei ritmi messicani? “La Francia è un Paese latino dove si trova sempre il tempo per mangiare insieme, bere del vino o un caffè. La domenica pranzi con i suoceri, proprio come in Messico, e c’è la stessa gioia di vivere”. E la siesta pomeridiana? “Mai fatta, non riesco a addormentarmi neppure la sera, si immagini il pomeriggio!”» (Venezia) • Visto che, nella vita reale, la moglie di John Nash veniva da El Salvador, avevano pensato a lei per interpretarla in A beautiful mind. Il ruolo andò poi a Jennifer Connelly • «Eravamo convinti che i doveri di madre e moglie avrebbero rallentato i ritmi professionali invece... “Sì, lo credevo anch’io, eppure mi sono organizzata. Lavoro duro per un anno (ma non resto mai fuori di casa più di due settimane), poi sospendo per un anno e mezzo e promuovo i miei film. Con mio marito siamo schiavi della scuola di Valentina, così scelgo i ruoli solo se il set è previsto durante le vacanze estive, quelle natalizie, oppure a Londra”. Le piacerebbe ritirarsi? “Me lo potrei permettere, ma intendo essere una parte attiva della società, sentirmi utile. Ho lavorato tutta la vita; anche dopo essermi innamorata di François non ho voluto perdere né la mia identità, né il senso della creatività. Fare la mamma rimane la mia priorità, però voglio continuare a evolvere: Valentina cresce, e cresco anch’io”» (Venezia).
Titoli di coda «Quando, in passato, provavo a immaginare come sarei stata a questa età, ero terrorizzata. Mi immaginavo vecchia, invece eccomi qua che sto così, cioè benissimo».