Anteprima, 29 luglio 2020
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Biografia di Gianrico Tedeschi
Gianrico Tedeschi (1920-2020). Attore. Allievo dell’Accademia Silvio d’Amico, ha attraversato ogni genere drammatico, dalla commedia musicale a Bernhard, lavorando anche con Visconti e Strehler. Ha fatto parte a lungo dello Stabile di Roma diretto da Squarzina (Il cardinale Lambertini di Testoni e Casa cuore infranto di Shaw), un’indimenticabile partecipazione al musical My fair Lady con Delia Scala, le commedie Arlecchino e Sior Todero brontolon ecc. «Una lunghissima carriera iniziata pirandellianamente con l’Enrico IV in un campo di prigionia, spedito dai fascisti per non aver aderito alla repubblica di Salò [...] Il gran percorso teatrale è intervallato da presenze in film non memorabili, negli sceneggiati anni 60 (Delitto e castigo), vari, arguti e popolari Caroselli (Sperlari, Philadelphia). Per ultimo il doppiaggio con cui diede la voce a Walter Matthau, Michel Simon e chissà quanti altri» [Porro, CdS]. «È morto dopo cena, assopendosi per sempre, nella casa a Pettenasco sul lago d’Orta dove era andato a vivere venti anni fa e dove era naturalmente cittadino benemerito. È morto, no anzi si è trasformato, come ha detto con immanente filosofia, il tenente Tedeschi Gianrico, simpatico e canterino, amato da tutti i suoi commilitoni e capace perfino di prendere in giro i tedeschi durante la guerra. È morto il prigioniero di guerra che ancora cinque anni fa incontrò con le lacrime agli occhi il compagno del lager nazista dove era stato rinchiuso per non aver aderito al rigurgito di fascismo della Repubblica di Salò, ma capace di recitare da prigioniero Enrico IV con Enzo Paci e Guareschi tra il pubblico» [Porro, cit]. Era sposato con Marianella Laszlo, padre di Sveva Tedeschi, entrambe attrici. Un’altra figlia, Enrica, che fa la sociologa: «Il giorno del 100° compleanno ci siamo sentiti a distanza con i mezzi tecnologici, stavamo tutti sul video per lui. Pochi giorni fa sono stata a trovarlo e in pizzeria, alla fine, s’è bevuto di nascosto un bicchierino di limoncello mentre la moglie non lo osservava, con lo sguardo furbetto, discolo» [Porro, cit].