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 2020  luglio 27 Lunedì calendario

Biografia di Olivia de Havilland

Olivia de Havilland (1916-2020). Attrice. Ultima superstite del cast di Via col vento, film nel quale aveva interpretato Melania. Due Premi Oscar. Era la più longeva vincitrice vivente. Nata a Tokyo, britannica naturalizzata statunitense, sorella maggiore dell’attrice Joan Fontaine (1917-2013). «Venne scritturata dalla Warner Bros. per sette anni (quando non aveva ancora venti anni) e fu protagonista di una lunga serie di film d’avventura, ben otto dei quali al fianco del divo Errol Flynn. A Hollywood fiorirono le voci sui flirt con James Stewart, col miliardario e produttore Howard Hughes, col regista John Huston, con Clark Gable. La grande popolarità arriva col ruolo di Melania Hamilton in Via col vento, ma quella di Olivia de Havilland è una storia da romanzo per la rivalità con la sorella Joan, che scelse il nome d’arte di Fontaine. Fin dall’infanzia e per tutta la vita ebbero rapporti difficili e furono rivali. Nel 1942 Joan Fontaine la spuntò sulla sorella maggiore nella conquista dell’Oscar come miglior attrice protagonista, al quale quell’anno erano entrambe candidate: vinse per Il sospetto di Hitchcock, mentre Olivia de Havilland era in corsa per La porta d’oro di Mitchell Leisen» [Fumarola, Rep]. «Con A ciascuno il suo destino (1946) vince il primo Oscar nella parte di una ragazza madre che deve aspettare vent’anni prima ritrovare il figlio, un ruolo che la obbliga a invecchiare di venticinque anni e interpretare la stessa donna in quattro età differenti, arrivando a usare quattro profumi diversi per entrare meglio nei cambiamenti del suo personaggio. Una finezza recitativa che l’attrice dimostra anche misurandosi con generi che non aveva mai affrontato, il noir con Lo specchio scuro (1946) dove dà vita a due gemelle dal carattere opposto, e il dramma manicomiale con La fossa dei serpenti (1948), il primo film di Hollywood sul tema non solo della pazzia ma della sua cura e dell’inumanità del personale sanitario, che le valse un’altra nomination e la Coppa Volpi al Festival di Venezia (contribuendo anche a far cambiare la legislazione sulla psichiatria in 26 stati americani). E infine il suo secondo Oscar con L’ereditiera (1949) dove porta sullo schermo il personaggio creato da Henry James, una donna che dopo l’iniziale sottomissione sa sfoderare un carattere duro e deciso. Proprio come aveva dimostrato nella vita reale» [Mereghetti, CdS]. Morta a Parigi.