Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  luglio 01 Mercoledì calendario

Biografia di Rocco Casalino


Rocco Casalino, nato a Frankenthal, in Germania, il 1° luglio 1972 (48 anni). Giornalista. Capo dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio • È l’uomo che cura la comunicazione di Giuseppe Conte: gli scrive i discorsi, si occupa dei rapporti con i cronisti, gestisce la sua presenza su internet e in televisione • Già stratega della comunicazione del Movimento 5 Stelle. Famoso perché, nel 2000, partecipò come concorrente alla prima edizione italiana del Grande Fratello, classificandosi quarto«Quando Giuseppe Conte tiene una conferenza stampa a Palazzo Chigi, lui se ne sta ritto in piedi, la giacca sbottonata, appoggiato con il gomito all’estremità destra della tribuna, manco fosse al bancone di un bar, e da lì sorveglia il capo e gli importuni giornalisti» (Stefano Lorenzetto, l’Arena di Verona, 7/4/2019) • «Lo squadrista» (Maurizio Crippa) • «Il loro Starace» (Fulvio Abbate) • «Un Gabriele Paolini in versione grillina» (Aldo Grasso) • «Più nei Cinque stelle aumenta il caos, e più il suo potere invisibile cresce» (Susanna Turco, l’Espresso 11/9/2016) • «Entrando a Palazzo Chigi, osservò – lo sguardo che era un miscuglio di delusione e fastidio – la stanza che di solito veniva assegnata al portavoce del premier. “Ma è troppo piccola!”, urlò, dopo lunghi secondi. I funzionari, mortificati, chinarono la testa: ora Rocco siede in una stanza adeguata, grande quasi come un campo da calcetto, adiacente a un ufficio dove alloggiano una ventina di collaboratori, alcuni dei quali si definiscono “sottoproletariato dell’informazione”. Dalla sua scrivania, ogni giorno, Casalino spedisce decine di WhatsApp a decine di giornalisti. Rocco allude, promette, blandisce, annuncia, rimprovera, drammatizza, poi perdona e, quasi sempre, viene perdonato» (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera, 21/6/2020) • «I giornalisti che ritiene affidabili li chiama “amò”, agli altri infligge la cura del silenzio. Le cronache parlamentari lo descrivono come il Rasputin dei palazzi, sulfureo e ingombrante, egocentrico e narciso, talentuoso e funambolico» (Monica Guerzoni, Sette, 29/11/2019) • Dice di essere stato guardato male da tutti fin da quando, da ragazzino, andava a scuola in Germania. «Sono stato perseguitato tutta la vita da aggettivi spregiativi. Ero l’italiano, mi prendevano in giro, ero considerato inferiore. Poi sono diventato quello del Grande Fratello, l’omosessuale, l’uomo dei 5 Stelle» • Anche oggi, sebbene abbia uno stipendio da 169 mila euro l’anno, si sia seduto ai vertici internazionali con i grandi della terra, dalla Merkel a Macron, e si sia fatto fotografare con Ivanka Trump al G20, dice: «Mi capita di sentirmi addosso quello sguardo strano, mi si vuole sempre attribuire una certa leggerezza. Per questo sono in perenne lotta, ho sempre voglia di dare schiaffi morali a tutti».
Titoli di testa «La sua vita è un serial televisivo travestito da reality. Procede per colpi di scena, litigi, agnizioni» (Pino Corrias, Il Fatto Quotidiano, 1/10/2018).
Vita «Nasce povero e triste tra le porcellane di Frankenthal, paesone della Renania, Germania Occidentale» (Corrias) • Figlio di due pugliesi emigrati per lavoro. Il padre è operaio, la madre commessa • La sua è un’infanzia complicata. È l’unico italiano in una scuola di tedeschi. «Gli studenti si stupivano che fossi bravo. Da allora ho dovuto sempre lottare per superare i pregiudizi» • Suo padre beve troppo, picchia lui e la moglie. Rocco a un certo punto deve andare da uno psicoterapeuta • A quindici anni torna in Italia, va a vivere a Ceglie Messapica, in Puglia, da dove vengono i suoi. Gioca a pallavolo e prova qualche mossa di karaté. Si diploma in ragioneria con il massimo dei voti. «A dispetto del destino, viene su dritto, atletico e pure studioso, visto che impara quattro lingue e si laurea a Bologna in Ingegneria Elettronica. Sogna i cristalli dell’Ibm» (Corrias) • Vuole diventare ricco, importante e rispettato. «Cosa voglio fare nella vita? Il salto sociale» • «Ero molto diverso da ora, quasi un secchione, studiavo anche 12 ore al giorno. Sognavo di realizzarmi, di diventare un grande ingegnere» • «Ma una volta che ha tutta la vita davanti si accorge che il sentiero non c’è. “Pensavo che sarei diventato un ingegnere per l’Ibm, solo grazie all’impegno. Scoprii che non era così”, racconta lui stesso nel 2004 agli studenti del corso di giornalismo della provincia di Milano […] “Mi resi conto invece che le aziende hanno tutto l’interesse a mantenerti specializzato e in un livello basso. Rimanevo lì dieci ore al giorno davanti a un computer, a programmare. Era una vita poco interessante, con nessuna prospettiva di crescita reale”. La strada per il salto sociale non passa dall’ufficio ma da una casa» (Francesco Oggiano, Vanity Fair, 9/6/2018) • Nel 2000 Rocco ha già 28 anni quando scopre che Mediaset trasmetterà la prima edizione italiana del Grande Fratello. «Vidi che tutti i partecipanti delle edizioni estere erano diventati miliardari. Il mio interesse era avere i soldi per potermi comprare la libertà di scegliere» • La prima edizione del Gf è quella con Martina La Rosa e Pietro Taricone. La presentatrice è Daria Bignardi. Lui decide di partecipare ai provini: «Mi hanno preso perché ero bisessuale. Ho capito che a loro potevo interessare per questo» • Racconta: «Io sono ateo, non ho mai dovuto rendere conto a un’entità superiore. Se mento a qualcuno, non ho problemi. In quella casa invece ho trovato le telecamere, che per me hanno rappresentato la mia coscienza. Per la prima volta ho avuto la consapevolezza di essere malvagio. Ho scoperto di avere un lato cattivo, di essere un falso» • Resiste per 92 giorni. «Ho gestito tutte le nomination, infatti non sono mai stato nominato fino all’ultimo giorno. Spiegavo agli altri concorrenti come votare e loro eseguivano» • «Quando uscì dalla casa […], quart’ultimo escluso […], il comune di Ostuni gli dedicò una targa d’oro: “A Rocco Casalino rappresentante mediatico della nostra terra”. Tornò in paese scortato come una star di Hollywood, atteso da giornalisti, troupe televisive, col sindaco, i drappi tricolore alle finestre, la banda» (Andrea Minuz, Il Foglio 20/9/2016) • Rocco diventa un personaggio televisivo. Entra nella scuderia di Lele Mora, che gli insegna come funziona la tivù. Fa promozioni, ospitate in discoteca e nei ristoranti. Per un po’ frequenta come opinionista gli stessi programmi di Platinette e Vittorio Sgarbi. Diventa ospite fisso di Buona Domenica • «È un personaggio trash. O meglio, lo fa. Un finto snob, razzista e politicamente scorretto. Un misto tra Martina Dell’Ombra e il primo Costantino della Gherardesca, disposto ogni tanto a rivelare i meccanismi della sua comunicazione e della sua scelta di vita» (Oggiano) • Gioca a fare il provocatore. «Se mi si chiede di fare la checca isterica, la faccio volentieri. È il mio lavoro». «A volte penso che il concetto del lavoro che nobilita l’uomo sia stato inventato dai ricchi per far fare ai poveri lavori di merda. E comincio a pensare che la vita devo vivermela con furbizia. Oggi guadagno moltissimo e lavoro pochissimo». A Le Iene dichiara: «Il povero ha un odore diverso dal ricco, hai mai provato a portarti a letto un romeno?» • «Un’uscita ovviamente a uso scandalistico che, in seguito, Rocco riuscì a giustificare genialmente, affermando di aver voluto provare in video la parte del razzista di un corso di recitazione alla Stanislavskij che stava frequentando. Lo scrittore Walter Siti, pur ironizzando, ne aveva intuito il talento: “È un ragazzo intelligente, giovane e preparato ingegnere, che ha scelto di sottoporsi a cambiamenti radicali (si direbbe perfino chirurgici) per giocare il suo ruolo di personaggio”» (Francesco Specchia, Libero, 8/8/2016) • Tutto questo, però, non può durare e Rocco lo capisce. «Altri Grandi Fratelli sfornano nuovi concorrenti, l’Italia sta cambiando, la sua televisione anche. Via i reality, meglio i talent e i talk show» (Oggiano) • La sua vita cambia grazie a un incontro fortunato. Una sera, nel privé della discoteca Hollywood a Milano, conosce Enrico Fedocci, giornalista, e il giorno dopo, quello, che deve organizzare un corso di giornalismo, lo chiama a tenere una conferenza. Avrebbe dovuto esserci Mauro Moretti, ex capo delle Br, ma il giudice di sorveglianza non lo ha autorizzato a lasciare la sua cella. Fedocci ha provato a chiamare Ettore Mo, ma niente, Giorgio Gori, ma niente, un generale dei carabinieri, ma niente, Casalino è la sua ultima possibilità. «Rocco [...] accettò, curiosamente, di essere gettato in pasto agli studenti di Comunicazione e di discettare di giornalismo pur non avendo la minima idea della materia. Da lì, da quell’ incontro, Rocco si scelse la sua personale via di Damasco. Mi ricordo i suoi anni di gavetta negli studi di Telelombardia, dove si materializzava all’alba nella trasmissione Buongiorno Lombardia, preparandosi puntigliosamente per il terrore di sbagliare la rassegna stampa e di non poter rispondere alle domande in diretta degli spettatori lombardi, gente che s’incazzava in dialetto e dalla tigna leggendaria. Fu, quel periodo, una sorta di lavacro penitenziale. Rocco rivendicava il suo diritto all’oblio. Voleva far dimenticare le risse in diretta tv, l’accusa di eccesso di botulino (Gian Luigi Paragone si beccò una querela per questo) e di volgarità. Per non dire delle sue provocazioni portate all’estremo» (Francesco Specchia, Libero, 8/8/2016) • «Rocco lavora a Stop, Vero Tv, Telelombardia, infine Telenorba, dove viene allevato da Lamberto Sposini. “Da un anno ero disperato, senza lavoro”, lo ringrazierà pubblicamente Rocco. “Ho studiato giornalismo, ma nessuno mi ingaggiava. Tu mi hai teso la mano e ora sono il tuo inviato speciale”. Per quattro anni, fino al 2012, Rocco consuma la suola delle scarpe come inviato. Ha cambiato abbigliamento, cucendosi addosso un abito in giacca e cravatta. E pure fisico, costruendosi una corazza grazie a ore di pesi in palestra» (Oggiano) • «Quando Fede era direttore del Tg4 aveva una rubrica dedicata al gossip, che si chiamava Sipario, una sorta di Novella 2000 televisivo […] e Casalino voleva assolutamente presentarlo, pare. Così il suo agente, il famoso Paolo Chiparo, lo accompagnò da Fede. Dopo l’attesa e il bacio della pantofola (“Direttore caro”), la proposta per Sipario. Ma evidentemente a Fede non piaceva l’idea (o non poteva) e così, come si fa, per non dir di no, ma per rimbalzare comunque la palla gli diede un’altra idea mandandolo appunto da un altro: “Grillo vuole trasformare il suo Blog in un movimento politico, i Cinque stelle, perché non ti proponi a lui come pierre?”» (Libero, 22/3/2020) • «Rocco, per la prima volta senza un filo di paraculismo, registrò su Youtube un videomessaggio per Grillo e Casaleggio, che era un’autocandidatura per le elezioni regionali: “Sono Rocco Casalino, ingegnere elettronico e giornalista professionista. Penso di essere utile al movimento avendo molte capacità nel parlare con la gente e nel convincere le persone a passare dalla nostra parte. Vi chiedo solo di giudicarmi per quello che sono e di evitare i pregiudizi che ingiustificatamente mi accompagnano da molto tempo…”. Ma i pregiudizi, specie quelli da reality, sono duri a morire. Venne crocifisso dalla Rete, impiccato ai social come un San Sebastiano qualsiasi: candidatura ritirata. Ma Casalino, come Siti aveva intravisto, ha un certo talento per le parole. La comunicazione del Movimento era stata, sino a quel momento, livida e controproducente, come quella della Berlino Est negli anni ‘70; quindi si poteva riallocare la risorsa» (Specchia) • Racconta Nicola Biondo, allora capo della comunicazione dei 5 Stelle: «La prima volta che incontrai Casalino eravamo in una sala da tè a Roma, era l’aprile 2013» • I grillini sono appena entrati in parlamento. Casalino e Biondo hanno preparato un’analisi dei principali talk show, bisogna decidere quali neo-eletti mandare in tivù, ma Gianroberto Casaleggio, infuriato, si rifiuta di discuterne, prende quel foglio e lo getta a terra. Per lui la televisione è un tabù • «Beppe Grillo lanciò una vera fatwa contro i talk show. “Chi vi partecipa sarà scomunicato”» (Roncone) • «Biondo racconta che su quel tema lui e Casalino la pensavano allo stesso modo: entrambi volevano andare oltre il divieto di Casaleggio. Pensavano fosse arrivato il momento di mandare i propri parlamentari in televisione, per farsi conoscere e convincere le persone che di loro ci si poteva fidare. Ma mentre Biondo cercava di aggirare il divieto assoluto imposto da Casaleggio, per esempio facendo ospitare da Fabio Fazio Roberto Fico in quanto presidente della Vigilanza Rai, e poi facendo comparire singoli parlamentari all’interno dei telegiornali, Casalino, dopo quel primo incidente, non cercò più di contrastare Casaleggio. Quando a luglio del 2013 Biondo fece invitare quattro deputati lombardi a un programma su Telelombardia, Casalino telefonò in redazione e disse che senza il suo consenso non ci sarebbe stato nessun ospite. I quattro furono bloccati. La scelta di Casalino di restare leale a ogni costo si rivelò vincente. Nel febbraio del 2014 la partecipazione di esponenti del Movimento ai programmi televisivi era ormai diventata una normalità, grazie soprattutto al lavoro di Biondo e dei suoi colleghi. Casaleggio però decise di affidare a Casalino la gestione di tutte le apparizioni televisive dei parlamentari del Movimento» (Davide Maria De Luca, Il Post, 30/12/2018) • Qualsiasi trasmissione voglia avere ospiti del Movimento è costretta a passare attraverso di lui. Le sue regole sono severissime. Luciano Capone, sul Foglio, le chiama «il codice Rocco» • I parlamentari non devono mai sottoporsi a un confronto diretto con altri politici. Possono farsi intervistare dal conduttore, ma mai da altri giornalisti. Se in studio ci sono parlamentari di altri schieramenti devono collegarsi da una piazza, possibilmente piena di gente. Mai e poi mai un grillino può partecipare a trasmissioni con più di 5, 6 ospiti, perché si crea l’effetto pollaio. Il via libera alla partecipazione di un ospite può essere ritirato all’ultimo minuto, per fare pressione sui conduttori • «Efficiente, fedelissimo a Gianroberto, e prudente, Rocco inizia pian piano la sua ascesa nel partito e “fa fuori” uno dopo l’altro tutti i concorrenti: Caris Vanghetti, Daniele Martinelli, Claudio Messora e Nicola Biondo […] C’è Rocco che fa indossare una camicia nuova a Roberto Fico. Rocco che dice a Maurizio Santangelo, in quel momento capogruppo al Senato, che non può andare in Tv perché “brutto e con l’accento siciliano troppo forte”. Rocco che manda un sacco di parlamentari dal militante e dentista Dario Tamburrano a farsi sbiancamento dei denti e cura delle carie. Via l’embargo alle Tv, i più tele-genici vengono buttati dentro gli studi televisivi. Ma alle condizioni di Rocco. O meglio, a quelle dettate da Gianroberto e messe in pratica da Rocco in estenuanti trattative con i conduttori» (Oggiano) • «A chi non è schiantato di fronte ai comizietti da campagna elettorale propinati a tutte le ore da tutti i canali, sarà capitato di assistere all’ammirevole incastro di sceneggiatura cui la televisione è obbligata a piegarsi: Di Battista che pretende e ottiene da Ballarò di stare da solo in piazza, “perché noi siamo diversi”, come Di Maio splendido e solo a Piazza Pulita (mentre Orfini, che evidentemente ha meno capacità contrattuale, si ritrova tre giornalisti che gli mordono anche i polpacci), e infine Virginia Raggi: lei compare quasi esclusivamente per strada, la borsetta e gli occhiali da sole sapientemente in mano, come fosse appena scesa di casa e sorpresa lei stessa di trovarsi chissà come davanti a un microfono e una telecamera protesi dal conduttore in persona. “Io non passo le mie giornate in televisione”, dice mentre sta in televisione (e pure con il sorriso di chi ha dalla sua parte una logica inoppugnabile)» (Salvatore Merlo, Il Foglio 17/6/2016) • «Sono tanti i politici di peso che s’impongono sui giornalisti, sono molti quelli che rompono le scatole, sono troppi quelli che pretendono, persino con la carta stampata. Todos caballeros. Va bene. Però solo i grillini, come ha fatto ieri Di Battista, riescono ad andare in tivù da soli, senza contraddittorio e quasi senza domande, e ad avere pure la faccia di bronzo d’esordire lamentandosi della stampa asservita al regime. Geni» (Il Foglio 20/8/2016) • Rocco diventa un personaggio chiave della politica italiana. Quando Daria Bignardi rinfaccia ad Alessandro Di Battista di avere un padre fascista, lui le rinfaccia di aver sposato Luca Sofri, figlio di Adriano, «un assassino». «È come se si fosse chiuso un ciclo. Come se, 15 anni dopo, mi fossi messo definitivamente alle spalle l’esperienza del Grande Fratello» • Nel giugno 2018, finalmente, Casalino entra nelle stanze del potere. «Il suo compito è controllare che il vice dei due vice – Conte, appunto – non vada fuori tema e si attenga all’ortodossia, ieri grillina e oggi dimaiesca, essendo stato il padre nobile del M5s declassato al rango di garante dall’ex bibitaro napoletano» (Lorenzetto) • È lui che a un certo punto rivela ai giornalisti che Di Maio si sarebbe incontrato al teatro dell’opera con la sua nuova fidanzata Virginia Saba. «Non contento d’aver fatto passerella con la nuova fiamma sui quotidiani e sulla stampa rosa, Di Maio ha rilasciato un’omerica intervista a Panorama che principiava con il seguente proclama: “Allora, a me piacciono le donne”. Excusatio non petita. A ogni buon conto, ce lo segniamo. Non ancora contento, s’è fatto cogliere in camporella dai teleobiettivi di Chi (“immagino sapesse che eravamo dietro gli alberi”, ha svelato uno dei cinque fotoreporter che si erano appostati nel parco di Villa Borghese): lui irrigidito nell’erba, lei avvinghiata come un polpo mentre lo bacia tenendolo per le orecchie al fine d’immobilizzarlo. In uno scatto, il vicepremier approccia le labbra della signorina in un modo talmente impacciato da dar l’impressione che stia per sputare un nocciolo di ciliegia» (Lorenzetto) • «All’inizio ho provato a seguire sia Conte che Di Maio, poi ho capito che era impossibile» (Salvatore Merlo, Il Foglio, 4/1/2020) • Man mano che i grillini perdono consensi, Casalino si lega sempre più al presidente del Consiglio. È lui a dettargli l’agenda, i blitz sul territorio, le apparizioni su facebook. Sua la definizione di «avvocato degli italiani» «Ed è stato anche grazie a lui se il docile giurista Conte ha trovato il coraggio ferragostano di sbeffeggiare Salvini in Senato, attribuendogli ogni nefandezza in diretta tv: “C’è il mio zampino, lo ammetto. Sentivo che sarebbe nato il Conte bis e ci ho scommesso, quando nessuno ci credeva”, ricorda il portavoce, senza mascherare l’orgoglio per l’intelligenza politica che persino gli avversari gli riconoscono» (Guerzoni) • «Entrato a giugno del 2018 nello studio presidenziale del professor Giuseppe Conte per spiarlo e controllarlo su comando di Casaleggio, alla fine Rocco è diventato sul serio il gentiluomo di camera del presidente, il Sancho Panza, il riflesso allo specchio» (Salvatore Merlo, Il Foglio, 4/1/2020).
Vita privata «Ama scherzare sulla sua omosessualità e nel 2018, per il giuramento al Quirinale, sfidò i benpensanti presentandosi al braccio del fidanzato cubano Marco, palestrato come lui» (Guerzoni).
Curiosità Abita in un appartamento vicino al Pantheon • Le regole del codice Rocco sono state allentate durante il 2019 dopo il crollo di consensi del movimento in favore della Lega di Matteo Salvini. «Ormai, ogni volta che cambi canale, trovi un grillino» (Roncone) • «Fino agli anni Ottanta ogni giornalista aveva alle calcagna meno di un impiegato alle pubbliche relazioni. Ora un povero cronista è tallonato mediamente da ben sei press agent. Come se per ogni redattore (per di più precario) ci fossero sei Rocco Casalino» (Giuliano Santoro, il manifesto, 27/4/2017).
Titoli di coda «L’ho scelto perché è il migliore» (Giuseppe Conte).