10 giugno 2020
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Biografia di Patricia Cornwell
Patricia Cornwell, nata a Miami il 9 giugno 1956 (64 anni). Scrittrice • «Regina del thriller, signora delle sale d’autopsia, pioniera di un genere che ha portato fuori dagli obitori il medico legale: la sua protagonista, Kay Scarpetta, è la prima anatomopatologa della storia del giallo» (Maria Grazia Ligato, iO Donna, 21/1/2012) • «Patsy per gli amici» • Tradotta in 36 lingue, ha venduto 100 milioni di copie in 120 Paesi. È la scrittrice donna più venduta al mondo dopo Joanne Rowling • «Prima del suo debutto, nel 1990, con Post Mortem, le scienze forensi erano pressoché ignote ai lettori […] è stata proprio la Cornwell, con la creazione di Scarpetta, a scatenare la passione per il forensic thriller. Serie televisive come Csi, Ris, NCIS, Criminal Minds, Bones devono molto alle storie che hanno per protagonista l’anatomopatologa Kay» (Luca Crovi, il Giornale 21/3/2009) • Ex ragazzina problematica, ex campionessa di tennis, ex cronista di nera per un quotidiano locale, ex dipendente di un obitorio • «La Cornwell confessa di essere sempre stata ossessionata dalla morte e dagli uomini, superando il primo dei due problemi scrivendo i romanzi. Dice anche di aver sofferto di depressione, anoressia e alcolismo, curandosi però con successo. Accusa un poliziotto di averla violentata quando, da giovane, lavorava come reporter. E si lamenta per le dimensioni del suo seno, che ha voluto prima allargare poi restringere, subendo in tutto quattro operazioni» (la Repubblica, 10/4/1997) • «Dorme con una pistola sotto il cuscino, gira armata di giorno con una calibro 9 e, quando esce dalla sua casa-bunker, si circonda di guardie del corpo tutte rigorosamente addestrate al tiro. Vive una vita blindata, ossessionata da serial-killer e psicopatici. Pronta a giurare di sentirsi assediata dalla violenza criminale» (Francesco Fantasia, Il Messaggero, 10/2/2002) • «Ho lavorato sei lunghi anni negli obitori. E posso dire che tutte le persone uccise che finivano sul tavolo delle autopsie avevano una cosa in comune: nessuna di loro aveva mai pensato di ritrovarsi lì un giorno».
Titoli di testa «Sono una sopravvissuta. Non so perché. Ma mi sento fortunata perché riesco a trasformare i miei traumi in energia».
Vita Seconda figlia di Sam Daniels e Marilyn Zenner. Due fratelli, Jim e John. Suo padre lavora come assistente di Hugo Black, un giudice alla Corte suprema federale. Eppure la sua non è un’infanzia facile. «Se guardo al mio passato, posso dire che le radici di ciò che scrivo oggi sono state ben salde fin dalla mia giovinezza» (Luca Crovi, Il Giornale, 21/3/2009) • «Da bambina non leggevo storie terribili e piene di ossessioni, bensì favole. Avventure ricche di magia e immaginazione come quelle dei fratelli Grimm, in cui magari si trattava il tema del male e della violenza attraverso le figure di terribili streghe, ma che regalavano al contempo stupore, evasione e fantasia a una bimba come me» (Crovi) • «Da quando ho imparato a tenere in mano una penna ho sentito che non potevo farne a meno e ho cominciato a buttare giù dei testi. Ero piccolissima, ma scrivevo già microstorie che poi illustravo. A volte realizzavo anche una bella copertina di cuoio per personalizzare ancor di più i miei piccoli libri. Giravo spesso con un taccuino per gli appunti dove raccoglievo ricordi, frasi, storie che portavo sempre con me» (ibidem) • Quando lei ha cinque anni, però, le cose iniziano ad andare male: suo padre, che s’era fatto un’amante, abbandona la famiglia il giorno di Natale • Poi, un giorno, mentre nessuno si occupa di lei, Patricia viene molestata da un poliziotto. «Ha cominciato a baciarmi e toccarmi, poi ha messo la mano nella mia tasca. Ha trovato un buco e ha continuato a mettere le dita in quel buco. Quel tizio stava per portarmi sulla sua auto. Abbiamo scoperto solo dopo che si trattava di un pedofilo conclamato. Probabilmente, se mio fratello non fosse passato di lì in bicicletta in quel momento, sarei finita distesa in un canale. Probabilmente sarei morta» (a Carole Cadwalladr, The Guardian, 1/11/2015) • Patricia deve testimoniare davanti a un gran giurì. «Mi sentivo completamente impotente, in balia degli eventi. Ero sempre talmente spaventata che mi sembrava quasi di impazzire. Ma queste cose incidono profondamente sulla tua personalità, ti rafforzano tantissimo. Ho una capacità di sopportazione molto più alta della media» (Tom Bryant, The Interview People) • Sua madre, a quel punto, pensa di lasciarsi tutto alle spalle. Ha scoperto gli insegnamenti di Billy Graham, uno dei più famosi predicatori americani. Decide di andare a vivere nella Carolina del Nord, dove abita anche il reverendo, ma le cose non migliorano. «Siamo andati via da Miami e ci siamo trasferiti. Non parlavamo con gli altri bambini. Mia mamma era divorziata, quando nessun altro lo era. Vivevamo in una piccola città molto religiosa dove ci si aspettava che le ragazze pensassero solo a sposarsi e a fare figli – io invece ero un tipaccio» • Marilyn Zenner comincia a soffrire di depressione. «È terrificante vedere qualcuno impazzire di fronte a te quando hai solo nove anni» • Quando la richiudono in un ospedale psichiatrico, Patricia e i suoi fratelli vengono affidati a una struttura pubblica. «Mia madre mi aveva regalato un piccolo maltese. Le perfide donne che mi ospitavano mi imposero di portarlo nella mia vecchia casa vuota e di legarlo in cantina. Al mattino prima che andassi a scuola cronometravano i pochi secondi che mi erano concessi per correre laggiù, pulirlo, dargli da bere e da mangiare. Mi sentivo soffocare dai sensi di colpa. Un incubo» • Patricia, ormai adolescente, comincia a deprimersi anche lei. Soffre prima di anoressia, poi di bulimia • «Quasi una fuga dall’infelicità, la tenacia e l’impeto con cui diventa campionessa di tennis». Vince una borsa di studi per meriti sportivi e comincia a studiare letteratura al Davidson College. Nel frattempo debutta come cronista di nera al Charlotte Observer. «Quanto è stata importante la sua esperienza di giornalista di cronaca nera? “Mi ha formato nella necessità di ricercare e mi ha aiutato a capire il cuore dell’uomo, che può essere molto buio e sorprendentemente luminoso”» (Antonio Monda, La Stampa, 21/12/2019) • «Finiti gli studi non appena fui in grado di lavorare mi creai una madre di complemento in Marcella Fierro, capo medico legale dello Stato di Virginia. È lei, questa donna meravigliosa, la sola, l’autentica Kay Scarpetta che non solo ha ispirato i miei libri ma ha dato un senso a tutta la mia vita. Con una laurea in letteratura inglese potevo solo contare su una carriera universitaria. Che non mi entusiasmava. Fui salvata da Edgar Allan Poe. Conosce Il mistero di Marie Roget, la terribile cronaca di quel delitto immaginario che il più grande poeta delle Americhe scrisse additando nella conoscenza scientifica del Male l’unica possibilità, per noi umani, di migliorare il mondo salvandoci dal delitto? Dopo aver letto quel racconto, mi dissi che dovevo fare qualcosa di nuovo, qualcosa d’importante, qualcosa di risolutivo. Come si combatte un criminale? Come ci si salva dal delitto? Solo sapendo come agisce un assassino, pensai. Andai in cerca di un patologo forense, e caso volle che incontrai Marcella. Le parlai di quell’impotenza che mi faceva soffrire, la implorai di farmi lavorare. Lei mi guardò fisso e mi indicò una scrivania. Cominciai subito a scrivere le risultanze delle analisi. In poco tempo imparai come si viene ridotti in seguito alle ferite da taglio, agli spari che ti lacerano il costato, alle corde che ti straziano la cute. L’orrore quotidiano del massacro che ogni giorno si compie su un essere umano poco per volta mi contagiò. Ma come contrastarlo? Medico non ero, ricercatore nemmeno. Ma sapevo scrivere. Mio marito, che all’epoca era professore universitario, mi incoraggiò in quel senso. Mi fece capire che il mio obiettivo passava attraverso la narrativa» (Groppali) • «Come andarono quei primi libri? “Tutti e tre i romanzi che scrissi all’epoca furono respinti. E quando anche l’ultimo fu rifiutato da una casa editrice di New York decisi di chiamare l’editor che aveva bocciato la mia storia, anche se sapevo che uno scrittore non dovrebbe mai fare una mossa del genere. Le chiesi esplicitamente che cosa non andava nella mia scrittura e se dovevo rinunciare in partenza oppure se avevo la stoffa e dovevo solo insistere”. Quale fu il responso? “L’editor mi disse che le piacevano sia il mio stile, sia le mie storie, ma che il mio personaggio principale non funzionava. Il suo carattere e il suo modo di atteggiarsi non erano credibili ed era impossibile che convincessero i lettori. Aggiunse che invece le piaceva moltissimo il personaggio di Kay Scarpetta, trovava originali e affascinanti le sue caratteristiche e disse che avrei dovuto darle più spazio» (Crovi) • «Dopo la chiacchierata con l’editor mi sono messa a lavorare su una nuova storia che sarebbe diventata poi Post Mortem. Da lì, come sapete, non ho più cambiato percorso”» (Crovi) • In poco tempo diventa miliardaria. «Uscivo con Demi Moore e Bruce Willis e volavo su aerei privati per andare a feste di compleanno a Las Vegas. Erano divi del cinema, all’apice della fama, e io non riuscivo proprio a capacitarmi di frequentare gente del genere». Patricia si compra una casa a New York, gira il mondo, a un certo punto, a Londra, viene presentata alla principessa Margaret. Ma la sua vita continua a essere un disastro. «Sono spesso sola, sveglia presto, ginnastica, jogging, lavoro, pochi amici. Nella casa di New York mi sento abbastanza sicura. In quella in Florida avvertivo di essere troppo esposta e infatti ho traslocato» • Dopo nove anni di matrimonio, divorzia dal marito, Charles Cornwell, anche se decide di continuare a usare il suo cognome • Lui diventa un reverendo protestante, lei comincia a interessarsi alle donne • «Con Margo ho avuto una relazione brevissima, anche dal punto di vista fisico: ci siamo rotolate solo un paio di volte sul tappeto, come si usa dire dalle nostre parti. Ed era soprattutto un rapporto basato sulla consolazione reciproca. Moltissime donne, del resto, diventano così affettuose e vicine l’una all’altra che spesso è facile superare i limiti. E magari allora ci si pente» • Margo Bennet lavora per l’Fbi. Quando il marito di lei, anche lui agente federale, le scopre, cerca di rapirla, rapisce un prete, minaccia di fare una strage: lo fermano per un soffio • Durante il processo, Patricia commenta: «Certo, sono stata un po’ stupida, sbadata. Tutto sommato Margo era una donna sposata con due bambini» • «Alla fine il limite fu superato. “Mi sentivo incredibilmente instabile e angosciata, avevo perso il controllo”, ricorda. L’ottovolante giunse a un drammatico capolinea nel 1993, dopo una notte passata a sbevazzare in compagnia di Demi Moore; l’attrice avrebbe dovuto interpretare il medico legale Kay Scarpetta, ma il film non vide mai la luce. Patricia Cornwell si schiantò con la sua macchina e, mentre era intrappolata a testa in giù tra le lamiere, ebbe un’esperienza ai limiti del paranormale che le cambiò la vita. “Premetto che non ne ho mai parlato prima d’ora, perché la cosa sembra un po’ bizzarra. Ricordo nitidamente che stavo fuori dalla macchina e guardavo me stessa a testa in giù dentro l’abitacolo. Era come un sogno. Ricordo la pioggia, i pompieri e i soccorritori. Avevo mandato tutto in malora, ero morta e avevo distrutto tutto. Nel ricordo immediatamente successivo mi trovavo in ospedale, senza un graffio. Fu come una rivelazione: decisi che non avrei mai più corso rischi del genere”» • «Quanto si è modificata la sua eroina con il passare degli anni? “È cresciuta parecchio, e oggi mi piace molto più di quando la concepii […] Quando Kay fa la sua prima apparizione è molto giovane e ha poca esperienza, anche se poi cresce professionalmente nel giro di pochi romanzi. Va tenuto presente che all’epoca poche donne ricoprivano un ruolo come il suo, sia dal punto di vista letterario, sia da quello clinico. Nel tempo sicuramente Kay si è addolcita e molte caratteristiche spigolose che aveva si sono ammorbidite. La stessa medicina legale ha fatto molti progressi, quindi ho dovuto aggiornare le conoscenze scientifiche del mio personaggio. Direi che oggi è una donna molto più saggia» • Dice di essere una sua fan. «Mi piace davvero questa signora, chiunque sia, dopo tutti questi anni spesi con lei ed esplorando la sua vita» • «Ma non è lei stessa, Scarpetta? “No, non sono io. Abbiamo un sacco di cose in comune e ho proiettato su di lei molte mie esperienze, ma è molto diversa da me e non penso a me stessa quando lei sta facendo qualcosa. Se lo facessi sarebbe estremamente goffo”» (Belinda Goldsmith, Reuters, 24/12/2008) • «Come ha scelto il cognome Scarpetta? “Mi piaceva anzitutto l’idea di poter omaggiare l’Italia di cui amo molto la lingua e la cucina. Non sapevo, quando lo inventai, che Scarpetta significasse ”piccola scarpa” e che ”fare la scarpetta” volesse dire raccogliere con il pane il sugo avanzato nel piatto. Ma nel mio ultimo romanzo ho inserito una... gustosa scena che spiega anche questo”» (Crovi).
Vita privata Dal 1980 al 1989 è stata sposata con Charles L. Cornwell, suo professore di letteratura al college, 17 anni più di lei • Dal 2006 ha sposato una psichiatra di Harvard, Staci Gruber. La cerimonia di nozze si è tenuta in Massachusetts, dove il matrimonio gay era già consentito. Vivono a Boston in un appartamento con vista sulla baia. «“Non mi piace chiamarla moglie, mi sembra un termine che mette l’altro in una casella”. Come vi siete conosciute? “Ero andata ad Harvard per delle ricerche e mi hanno consigliato di parlare con la dottoressa Staci Gruber. Mi sono accorta subito che era speciale. È successo per caso, incontri qualcuno che non stavi cercando ed è un vero regalo”. Che cosa l’ha attratta in lei? “Staci è incredibilmente affascinante, brillante, ironica. Ed è veramente attenta a te, a ciò che sei. Siamo circondati da gente che fa solo finta di conoscerci, manca la vera empatia. Con lei ho trovato le radici, un senso di stabilità mai provato prima”» (Ligato).
Soldi Ha un elicottero personale con un uno stemma sulla fiancata disegnato da lei stessa. Ci paga 200 mila dollari di tasse all’anno. «Non ho mai sostenuto di essere una persona parsimoniosa. Guardatemi, ho forse l’aria di una formichina?».
Politica Era diventata amica di Bush senior, che chiamava Big George, poi rimase delusa da Bush figlio: «che errore che ho fatto: credevo che si rivelasse come il padre, ma con lui il paese non era più una democrazia bensì una teocrazia, e i suoi principi non erano quelli su cui è stata fondata l’America» • Ha sostenuto anche Obama e la Clinton • «Io credo nelle persone, non nei partiti. Ho un approccio anti-ideologico, e, credo, libero».
Religione «“Sono stata allevata secondo i dettami della religione presbiteriana, e due personaggi fondamentali della mia esistenza sono stati predicatori protestanti: il ex mio marito Charles e Billy Graham. Con il tempo mi sono allontanata dalla religione, ma la mia vita non sarebbe la stessa senza quegli insegnamenti. Per non parlare della mia carriera di scrittrice, basta pensare all’incipit di San Giovanni: In principio era il Verbo”. È credente? “Non sono osservante, ma non ho una risposta precisa: so che la scienza non è esaustiva, e che la Bibbia racconta storie che non sono soltanto metafore”. Crede che sia una fonte di libertà e redenzione, o qualcosa che rende gli uomini schiavi di una menzogna? “Per chi la vive con sincerità la religione offre la più forte delle guide morali e la strada per aprirsi agli altri”» (Monda).
Curiosità Alta 1 metro e 65 • Concede interviste solo a condizione che sia presente il suo agente • Parla con accento della Carolina del Nord • Veste Armani. «Io compro tutto italiano, abiti italiani, cibi italiani e per di più guido una Ferrari» • «È magrissima, che dieta segue? “Nessuna. Mangio se ho fame, non amo i dolci, gioco a tennis. E mi piace camminare: con Staci nel weekend facciamo chilometri”. Cucina? “Certo. Ho anche scritto un libro di ricette”. Qual è la sua migliore? “La pizza! Siamo rinomate per questo tra i nostri amici. L’importante è una buona pasta. Poi olio italiano extra vergine, aglio e ingredienti freschi: mozzarella, peperoni...” Pomodoro? “Certo! (Un tocco di rosso non guasta mai)”» (Ligato) • «Il mio piatto preferito è una specie di ragù con vitello, funghi, origano, aglio, basilico. Il segreto è farlo cuocere a fuoco lento per tutta una giornata. Va servito in una grande terrina, con pane fatto in casa, burro e olio d’oliva» • Il suo scrittore preferito è Charles Dickens • Discendente di Harriet Beecher Stowe, autrice de La capanna dello zio Tom • «Ha anche scritto due libri di cucina, uno per bambini, e due saggi dedicati alla sua ossessione, Jack lo Squartatore, in cui proclama di aver trovato la sua identità: il pittore Walter Sickert. Conclusione contestata da molti esperti del serial killer» (Ameri) • «Chi le impone di scriverne uno all’anno? “I miei lettori, che ne vorrebbero anche due”» (Ligato) • «Ha mai incontrato serial killer? “Molti. Anche di recente, per le ricerche di Nebbia rossa. Sono spaventosi, ma appaiono come persone normali”. Che cosa ha pensato? “Che era meglio stare dall’altra parte del plexiglas”» (ibidem) • «Solo quando le chiedo del padre i suoi occhi azzurri si inumidiscono. “Mio padre aveva i suoi demoni interiori. Invecchiando, tendo a biasimarlo di meno... chiunque, nella propria vita, ha dovuto lottare contro qualcosa che lo ossessionava”».
Titoli di coda «Crede davvero che i libri possano salvare il mondo? “Forse no, ma possono migliorarlo. Per uscire dal baratro e ritrovare la luce bisogna correre in soccorso dei deboli, dei malati, dei sofferenti. Che, se non vengono aiutati, a volte diventano dei killer spietati”» (Groppoli).