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 2020  giugno 04 Giovedì calendario

Biografia di Cecilia Bartoli

Cecilia Bartoli, nata a Roma il 4 giugno 1966 (54 anni). Mezzosoprano • «La principessa del bel canto» (Egle Santolini, La Stampa, 10/10/2014) • «La cantante lirica italiana più celebre nel mondo» (Alberto Mattioli, La Stampa, 29/11/2019) • «È riuscita a mantenere quell’immagine di gioventù e freschezza che l’ha imposta all’attenzione del pubblico internazionale alla fine degli anni Ottanta» (Andrea Penna, il manifesto, 27/1/2017) • Figlia d’arte, è salita per la prima volta su un palcoscenico a nove anni, quando interpretò - da dietro le quinte – il ruolo del Pastorello nella Tosca di Puccini al Teatro dell’Opera di Roma. Conosciuta fin da giovane a livello internazionale per le sue interpretazioni nelle opere di Mozart e Rossini, si è poi specializzata in musica barocca • Cinque premi Grammy • Dodici milioni di dischi venduti • Dal 2012 è direttore artistico del Festival di Pentecoste di Salisburgo. È stata la prima donna a cantare nella cappella Sistina • «Cecilia potrebbe esibirsi in concerto ai popolari Proms di Londra o nella più raffinata sala del Musikverein di Vienna e otterrebbe il medesimo successo» (Riccardo Lenzi, L’Espresso, 13/10/2017) • «È come Maria Callas» (The Telegraph) • «Il migliore prodotto di esportazione italiana dopo il risotto» (Newsweek) • Ha detto: «Vengo da una famiglia di contadini, ho visto mia nonna cogliere i pomodori sotto il sole delle due, so che cosa vuol dire faticare per vivere, sono cresciuta coi piedi per terra e li mantengo: guadagno molto, ma so quanto costa la verdura» • «Oggi il divismo è solo spreco d’energia».
Titoli di testa «La palma di baroccari più sciroccati va ai due francesi che si sono appalesati a Salisburgo indossando delle polo ad hoc, con la scritta che riproduce la celebre, blasfema esclamazione di una lady londinese del Settecento, “One God, one Farinelli!” e il suo aggiornamento al XXI secolo: “One God, one Bartoli!”» (Alberto Mattioli, La Stampa, 11/6/2019).
Vita «Sono nata e cresciuta a Roma, anche se a 18 anni ho poi iniziato a girare il mondo» • «Sono figlia d’arte, i miei genitori - Angelo, emiliano, e Silvana Bazzoni, romagnola - cantavano nel coro dell’Opera di Roma. Ricordo la felicità e l’eccitazione, insieme ai figli degli altri artisti, quando i miei mi portavano piccolissima dietro le quinte degli spettacoli estivi a Caracalla: erano produzioni colossali, come Aida, irresistibile: appena si poteva noi bambini ci arrampicavamo su leoni e sfingi. Poi ricordo che mia madre, per tenere buoni a casa me e i miei fratelli la domenica pomeriggio, anni dopo, ci faceva fare i vocalizzi. Con mio fratello non funzionò, con mia sorella nemmeno, con me sì» • «“Come spesso capita, all’inizio non ne volevo sapere di fare la cantante (ride, ndr) E cosa voleva fare? “La ballerina di flamenco (ride, ndr). Mi iscrissi pure in un gruppo semi-professionale”. E poi? “Lasciai perché ero più portata per la musica”» (Rita Vecchio, Il Messaggero, 29/10/2018) • Cecilia si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia. Un giorno, nell’istituto, si presenta la Rai: cercano dei ragazzi per fare una specie di talent show. «Fui scelta, avevo 19 anni, andai per curiosità, per passare un sabato sera diverso» • Cecilia debutta davanti al pubblico di Fantastico, il programma di Pippo Baudo. «Cantai delle arie di Gioacchino Rossini, Katia Ricciarelli mi fece da madrina, fu carina, rimase colpita e me lo disse» • «Conosciamo il potere della tv, tutti ti vedono e ascoltano. Fu così che iniziai a fare audizioni in giro per i teatri d’Europa, da Parigi a Vienna, e pure alla Scala dove incontrai Riccardo Muti» (Piera Anna Franini, Il Giornale, 18/8/2019) • Conosce anche Daniel Barenboim. «Se sono diventata la musicista e la cantante che sono è proprio grazie a lui, che mi indirizzò verso il repertorio mozartiano. Mi fece un’audizione quand’ero ventenne e mi disse: “Signora Bartoli, deve assolutamente studiare Mozart, perché Mozart ha scritto per la sua vocalità”» (Lenzi) • Durante un’audizione alla Festspielhaus di Salisburgo si imbatte pure in Herbert von Karajan: «Non lo vedevo, parlava al microfono nella penombra della sala prove. Sembrava la voce di Dio. “Che cosa mi fa ascoltare?” mi chiese. Io cantai arie da La donna del lago di Rossini e da Le nozze di Figaro di Mozart. “A Pasqua ti voglio con me a Salisburgo per la messa in si minore di Bach” sentenziò» • «Come arrivò a un contratto? “Grazie al produttore Christopher Raeburn che mi aveva ascoltato a un’audizione al teatro di Vienna. Cercava una giovane Rosina per il Barbiere con Leo Nucci nel ruolo di Figaro. Mi trovai nel posto giusto al momento giusto”» (Franini) • «Lei bruciò le tappe. Subito un contratto discografico, teatri che contano... Quanto era consapevole dell’eccezionalità di quella carriera? “Ero totalmente incosciente. A vent’anni non hai la consapevolezza. Facevo musica con grande gioia ed energia. Poi iniziai a realizzare che bisognava studiare per migliorarsi, che bisognava rafforzare la tecnica. Arrivò in soccorso la coscienza di voler migliorare”» (ibidem) • Da allora, Cecilia canta nei principali teatri del mondo. «Ogni volta è una grande sfida e il lavoro è sempre nuovo, diverso. C’è sempre da imparare. La voce, lo strumento, deve rimanere flessibile e per mantenerlo tale le mie ore di esercizio sono costanti. Prendo a esempio un grande tennista come Federer: anche lui è “arrivato”, è il più grande tennista del mondo. Però fa esercizi tutti i giorni per mantenersi in forma. E che forma!» (Lenzi) • In breve tempo diventa una stella • «Non scorderò mai mia nonna Libia, ottantenne, che prese per la prima volta l’aereo per sentirmi cantare al Metropolitan: era sbalordita, alla cena sfarzosa dello sponsor miliardario sgranava gli occhi davanti ai vassoi di caviale. Quando poi andai a trovarla, in Emilia, la trovai in soggezione, muta davanti alla minestra che stava cucinando: tutto insieme si era resa conto della carriera che avevo fatto. La abbracciai, si mise a piangere: “Nonna, ma è tutta una bella favola! Non scambierei i tuoi fagioli con tutto il caviale del mondo!”» • Nel 2004, quando canta negli Stati Uniti, viene ricevuta dall’ambasciatore italiano a Washington e due giudici della Corte suprema, Ruth Ginsburg e Antonin Scalia, accorrono per conoscerla • «Tim Page, il severo critico del Washington Post, si è lasciato trascinare dall’entusiasmo. “Non avevo più udito - ha scritto - un canto di così pura bellezza, una simile opulenza tonale e una tale padronanza della voce dai tempi in cui era giovane Montserrat Caballé. A tutto questo Cecilia Bartoli aggiunge intelligenza scenica, scrupolosa cultura musicale e lo splendore solare di una estate italiana”» (Bruno Marolo, Corriere della Sera, 1/3/2004) • «In questi ultimi anni la vediamo concentrata sull’Europa. Cina e Usa sono cancellati per sempre o rientrano nei piani futuri? “Ho fatto una tournée in Cina, ed ero entusiasta per le sale strepitose e il pubblico giovane ed entusiasta. Ma l’inquinamento era tale che stavo male, mi girava la testa. Mi consigliavano di indossare una mascherina. Per la verità, noi cantanti abbiamo bisogno di ossigeno, altro che di mascherine...”» (Franini) • «Di chi è la colpa se non canta quasi mai in Italia? “Del verismo, che domina tutti i teatri, e della programmazione che si fa in ritardo. Ci vorrebbe più coraggio nelle scelte artistiche. Mi piacerebbe cantare nel mio Paese, non è vero che manca il pubblico per il mio repertorio, barocco e settecentesco. Io canto spesso a Zurigo, e lì arriva molta gente in auto e in pullman da Milano, da Roma...”» • «Cantante e adesso direttrice artistica, oltre che del Festival di Pentecoste, anche dei Musiciens du Prince, l’orchestra barocca che ha fondato a Montecarlo. Ammetta di essere un po’ bulimica. “Come diceva Anna Magnani: ci sono artisti egoisti, egocentrici e narcisisti. Ma guai se non ci fossero”» • «A Salisburgo fino a quando resterà in carica? “Altri cinque anni, mi hanno riconfermata per il terzo mandato. Sono come la vecchia della barzelletta romana, che precipita dal quinto piano. Oddio, è morta? No, è rimbalzata sul tetto di un camion. Sì, ma poi sarà morta... No, è finita sul telone di un ristorante. Beh, sarà morta dopo... No, è caduta su un mucchio di rifiuti... alla fine, j’avemo dovuto sparà!”» (Alberto Mattioli, La Stampa, 29/11/2019).
Vita privata «Caspita è vero, mi sono sposata! Mio marito [Oliver Wildmer - ndr] è svizzero, è cantante, lavora al teatro dell’Opera di Zurigo. Parla ovviamente benissimo l’italiano. Qualche suo piatto l’ho imparato. Il Rösti ad esempio, a base di patate e cipolle: buonissimo. Non lo preparo bene come lui, però me la cavo. Sono una buona forchetta e per questo gli ho intimato: guarda che quando lavoro, tu a casa devi cucinare. E lui finalmente è in grado di cuocermi una salsa per gli spaghetti come si deve. Andiamo molto d’accordo. Fra le tante sue virtù, suona molto bene il violino. Con i miei genitori cantanti e mia sorella, corista al Teatro comunale di Piacenza, siamo un’intera famiglia dedita all’arte delle sette note» (Lenzi) • Abitano tra Roma e Zurigo.
Politica Nel 2011, a proposito del governo tecnico: «Monti? Mi vien da dire: mari. Qui in Europa siamo sulla stessa barca. Con questo euro si impongono sacrifici per tutti».
Religione «Lei ha fede? “Quando sento la musica che ho appena inciso con la violoncellista Sol Gabetta, su Haendel, Caldara, Vivaldi, penso che Dio esista. Tanta bellezza deve essere opera del Padreterno... Insieme abbiamo esplorato brani per voce e violoncello, che aveva funzioni di basso continuo ed è lo strumento più vicino al canto umano”» (Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 15/11/2017).
Vizi «Per gli abiti da concerto amo quelli di Vivienne Westwood, una stilista inglese che ha sempre un suo tocco di attualità e di artista. Per esempio, amo i suoi corsetti. All’interno i corsetti classici hanno le stecche: lei tra una stecca e l’altra usa l’elastico che permette una facile respirazione, cosa per una cantante fondamentale».
Curiosità È alta 1 metro e 62 • La Rolex la paga per fare pubblicità ai suoi orologi • Nel 2019, quando la Scala non rinnovò il contratto con Alexander Pereira, allora sopraintendente, lei decise di annullare tutte le sue date milanesi in segno di solidarietà • Detesta viaggiare in aereo. È andata in tournée in America in transatlantico e in Russia su una rompighiaccio. «Ho paura, sì, ma del fuso orario: è più difficile concentrarsi, cantare, l’organismo, almeno il mio, ne soffre parecchio. E poi vuol mettere l’occasione... incontri i delfini, respiri l’aria fresca. Una meraviglia» • «In quest’epoca iper-tecnologica e frenetica bisogna andare contro la corrente, recuperando il tempo di godersi il viaggio. Abbiamo finito per dimenticare la meravigliosa percezione progressiva degli spostamenti nello spazio, mentre invece è così bello adattarsi a ritmi consoni alla nostra salute fisica e psicologica. Basta organizzare le trasferte con giudizio» • Le piace giocare a tennis, sciare, nuotare, tuffarsi, guidare, andare in bicicletta, andare in montagna e andare in barca a vela • Ama cucinare • «“Un giorno - ero a Toronto per un concerto - chiamai l’ascensore dell’albergo dove alloggiavo. Si aprirono le porte e dentro c’era Mick Jagger circondato da guardie del corpo. Mi fecero entrare: lui era diretto allo stadio, io in teatro. Ma pur con generi diversi, entrambi - pensai - stavamo andando a cantare” Vi siete parlati? “No. Ci siamo guardati, non so se lui mi ha riconosciuto. È vero che l’opera è popolare, ma il pop dà più visibilità”» (Vecchio) • «Un collega con cui vorrebbe cantare? “Il tenore Jonas Kaufmann”. Perché è bello! “No, perché è bravissimo. Poi è anche carino, il che non guasta”» (Mattioli) • «Cos’è il quid Bartoli? Cos’è il carisma? “Non lo so. Non dovete chiederlo a me, ma a chi viene a sentirmi a teatro. Di certo, io mi butto sul personaggio anima e corpo, fino a identificarmi e a soffrire con lui. Quando attacco Ah, mio cor!, il momento è tremendo per lei, ma lo diventa anche per me. Il vero ritmo dell’aria è il battito del mio cuore. È una gioia dolorosa, certo. Ma sono anche i momenti in cui sei immensamente grata di poter fare quello che fai”» • «Lo sente ancora Baudo? “Lo ritengo un caro amico. È mio grande fan e io ho una stima immensa di lui”» (Vecchio) • «Cosa consiglierebbe a una giovane cantante che vuole diventare famosa come lei? “Innanzi tutto di non pensare alla celebrità. Si fa musica perché si ama l’arte e stop. Tutto il resto, se viene, viene”» (Lenzi) • «E il pensiero della morte? “Quando verrà, io non ci sarò”» (ibidem).
Titoli di coda «Quando tornerò a cantare in Italia? Mah... Possiamo passare alla prossima domanda?».