20 maggio 2020
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Biografia di Albano Carrisi
Albano Carrisi, nato a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, il 20 maggio 1943 (77 anni). Cantante • «È una garanzia del made in Italy. Come il culatello o il parmigiano ha il valore di un marchio» (Manila Alfano, Il Giornale, 10/11/2014) • «Un punto fermo della cultura pop» (Aldo Grasso, Corriere della Sera, 19/6/2018) • Figlio di contadini pugliesi si trasferì giovanissimo a Milano per sfondare nel mondo della musica. Ottenne il suo primo grande successo nel 1967, con il disco Nel sole, che vendette un milione e mezzo di copie. Da allora ha registrato 14 album e partecipato a 15 festival di Sanremo • Famosissimo il suo sodalizio artistico con l’ex moglie, Romina Power. Conosciutisi sul set di un musicarello, hanno inciso assieme «molti successi di facile cantabilità e totale disimpegno» (Treccani), tra cui: Felicità (1982), Ci sarà (con cui vinsero Sanremo 1984), Nostalgia canaglia (1987), Cara terra mia (1989) • «Sono stati sposati dal 1970 al 1999 e la favola del ragazzo di campagna che fa innamorare la figlia di due divi di Hollywood del calibro di Tyrone Power e Linda Christian, che la porta a vivere a Cellino San Marco, ci fa quattro figli e con lei spopola cantando “felicità è un bicchiere di vino con un panino” fa ancora sognare e fa ancora ascolti» (Candida Morvillo, Corriere della Sera, 9/10/2017) • Famoso per i pettegolezzi legati al divorzio dalla Power e alla sua successiva storia con Loredana Lecciso • Celebre anche il caso della sua primogenita, Ylenia, che scomparve misteriosamente a New Orleans nel 1994 • Oggi, con Totò Cutugno, Pupo e i Ricchi e i Poveri è tra i cantanti italiani popolarissimi nell’Europa dell’est: «Sono stato in Russia, Polonia, Romania, Lettonia, nell’ex Cecoslovacchia, Armenia, Azerbaigian. Cecenia, Kazakhstan. Sa che una decina di giorni fa ho cantato in Daghestan?» (a Piero Negri, La Stampa, 17/10/2013) • Ha detto: «Io credo che ogni uomo sia fabbro del proprio destino. In un solo caso ho avuto un totale senso di impotenza: quando ho perso mia figlia Ylenia. Quella volta è stato il destino a vincere».
Titoli di testa «La Tenuta Carrisi, a Cellino San Marco, è la Strawberry Fields del Salento. Proprio come succede a Central Park, dove c’è sempre qualcuno che schitarra canzoni di John Lennon, qui i fan glorificano il loro mito intonando Felicità. “Questa è la mia vita, non mi stupisco di vedere siepi di gente davanti casa. È così da sempre, mi spiacerebbe il contrario”, dice Albano. Poi, da uomo del Sud, aggiunge: “E comunque, la differenza con gli altri è che io sono vivo e in buona salute. E spero che duri”» (Michela Proietti, Corriere della Sera, 16/9/2016).
Vita Figlio da Carmelo Carrisi e Jolanda Ottino, contadini come la maggior parte dei cellinesi. Uniti in matrimonio contro la volontà dei rispettivi genitori, violata ricorrendo alla fusciuta, “fuga d’amore”. Dopo l’atto riparatore lui parte per il fronte greco • Carmelo Carrisi è analfabeta, ma sotto le armi impara a mettere una parola dietro l’altra per mandare alla moglie lettere d’amore. Le dice di quanto è gelido l’inverno tra le montagne di Kalibaki, Jolanda gli risponde che per condividere le sue sofferenze, anche lei dormirà senza coperte: «Non posso condividere con te la quotidianità, ma almeno divido questo freddo feroce» • Carmelo è un bastian contrario. Tutti i suoi fratelli hanno chiamato i loro primogeniti Angelo, in onore del padre. Lui vuole fare diversamente. Quando la moglie gli scrive che è incinta, visto che si trova in Albania, risponde: «Se sarà maschio chiamalo Albano, sarà la nostra fortuna» • Invece la vita di Albano comincia in salita. La mamma non ha latte, deve dargli latte d’asina. «L’asina divenne la mia seconda mamma» • Dopo l’8 settembre suo padre viene fatto prigioniero e deportato in Germania. «Tornò a casa il 29 luglio 1945, nel giorno di San Marco, reggendosi a mala pena in piedi: mia madre una settimana prima aveva sognato San Marco che le diceva che sarebbe tornato» (a Ferruccio Gattuso, Il Giornale, 9/6/2018) • Albano ha tre anni quando nonno Angelo lo prende in braccio e se lo porta in osteria per fargli assaggiare del vino. «Per il vecchio si era trattato di una specie di rito» • Uno dei suoi primi ricordi: è la nascita di suo fratello. La mamma sta partorendo, lui è riuscito a intrufolarsi in camera da letto e si è nascosto in mezzo ai meloni gialli, messi lì a maturare. «Non capivo bene la situazione, ma ricordo l’odore di frutta, le grida, una scena da Nuovo Cinema Paradiso» • «Iniziai a lavorare in campagna a otto anni». Quando inizia ad andare a scuola, finiti i compiti, e fin dal mattino, di domenica e alle feste comandate, è impegnato nei campi. È normale: tutti i bambini a Cellino San Marco fanno così. Del resto, durante la trebbiatura, il grano viene tagliato ancora a mano. «C’era bisogno di mani a quel tempo» • Portandolo alla vigna, e spiegandogli come doveva ripulirla dalle erbacce, il padre gli dice: «Se dai alla Terra, la Terra ti darà» • Nei campi, sua madre e suo padre cantano per passare il tempo. Lui inizia così • «Mio padre aveva comprato una radio e tutte le canzoni che trasmettevano io ci cantavo sopra. Una specie di karaoke. Granada, l’Ave Maria, Corde della mia chitarra, Piove, Volare, Nessuno può sapè, Vecchio Frack. Quando avevo finito la gente di fuori applaudiva» • A undici anni entra a far parte del coro del paese, e da allora è chiamato a cantare nelle feste paesane, ai banchetti nuziali, alle sagre dei patroni dei paesi vicini, in cambio di caramelle, fette di torta, bicchieri di vino. La sua voce è portentosa. «Qualcuno mi diceva: vedrai che a sedici anni cambia. Ricordo l’ansia, quando in piena adolescenza, si spezzava, ero terrorizzato di averla persa. L’ho sempre allenata cantando, in bici, sui campi: è tuttora l’unico modo che conosco» (alla Proietti) • Dello studio gli importa poco. Riesce bene solo in disegno e visto che a Cellino, ogni 1° aprile, i maschi usano infilare pesci di carta sotto la porta dell’innamorata, si mette a vendere quelli disegnati da lui. Sul retro scrive filastrocche in rima di sua invenzione. Prezzo: 20 lire l’uno. La sua amica Fiorella, di cui è segretamente innamorato, gli presta mille lire e così, il giovane Albano, riesce a comprarsi per corrispondenza la sua prima chitarra. «Era nera, bellissima e lucente» • Ma la vita del paese gli va stretta e d’altronde, nella Puglia di quegli anni, è normale che cervelli e manodopera emigrino verso nord. «Quante volte, da ragazzo, sono andato a salutare amici che partivano su treni così pieni che mi fecero venir voglia di partire anch’io» (a Maurizio Caverzan, La Verità, 3/2/2019) • Bocciato al secondo anno delle magistrali, Albano abbandona gli studi. Il padre non aspetta altro. Ignaro delle ambizioni del figlio, vuole occuparlo a tempo pieno in campagna. «Non mi importava più nulla della scuola, dei voti, della pagella. Volevo fare il cantante, e solo questo contava. Volevo fare il cantante per andarmene, per abbandonare l’atmosfera rarefatta e stantia che mi circondava» • Così, il 7 maggio 1961, due settimane prima di compiere diciotto anni, parte per Milano. È carico di cibo, ma senza soldi. «Con l’olio, le friselle, un vestito, un paio di scarpe e molti sogni in valigia. Mio padre mi avrebbe voluto contadino, mia madre professore. Non sono riuscito ad accontentare nessuno dei due ed è stato meglio così. Ero nato per cantare» (a Malcom Pagani, Il Messaggero, 16/7/2017) • «Volevo farcela da solo, da uomo. Avevo messo da parte 10 mila lire e con quelle comprai il biglietto del treno. Mi rimasero 4 mila 300 lire» • Grazie a un compaesano trova lavoro come imbianchino al Giambellino. Per risparmiare si mette a dormire, abusivamente, nell’appartamento che deve tinteggiare. Alla madre dice di aver trovato lavoro nel Comune di Milano. «Tecnicamente non era nemmeno una bugia, ero nel comune di Milano, e lavoravo» • «Mi svegliavo con le prime luci del giorno e quando avevo fame, facevo di necessità virtù. In tasca non avevo un soldo e con le ultime mille lire andai alla Standa per comprare del cibo. Mi concentrai sullo scatolame. Sullo scaffale c’erano confezioni piccole, con la scritta Simmenthal e contenitori cinque volte più grandi, con l’etichetta Ananas. Tra le due carni – pensai – la seconda mi conviene. Ero ignorante, dell’ananas non avevo mai sentito parlare e la frutta più esotica che conoscevo era la banana. Mia zia la mangiava per ragioni di salute e ogni tanto, di nascosto ne fregavo una. Da allora e per un mese, nel tugurio in cui vivevo, il mio menù a colazione, pranzo e cena fu pane e ananas» (a Pagani) • Capisce la lezione. «Se il problema è la fame, troverò lavoro in un ristorante, lì ci sarà da mangiare In uno davanti al Duomo cercavano un aiuto cuoco. Non ero mai entrato in un ristorante. Pensavo: basterà mettere la legna nel fuoco in cucina. “Non è così terùn” rispose il padrone “però hai una faccia simpatica e ti prendo lo stesso”. Davo i volantini ai passanti, pulivo la cucina e le sale. La sera mi facevano aiutare a preparare la pizza. Imparai presto» (Caverzan) • «Fu dura a Milano? “Era la metropoli: giù in paese c’erano le solite facce, non esistevano stranieri. Io già ascoltavo Modugno, Villa e Caruso, voci potenti e carismatiche. Lassù conobbi la musica nera, che mi arrivò come una sberla: Marvin Gaye, Ray Charles, capii che dovevo cercare una profondità solo mia”» (Gattuso) • «“Ho lavorato anche sei mesi di fila senza riposi, ma stavo bene. Milano era vitale. Mandavo a casa 15.000 lire al mese, lo stipendio era di 25.000, le altre dieci mi servivano per la pensione. Vivevo con le mance”. Quando iniziò a cantare? “Conobbi il maestro Pino Massara che mi fece fare un provino da Adriano Celentano”» (Caverzan) • Per un po’ di tempo conduce una doppia vita: di giorno come operaio, alla Innocenti, di sera con il Clan, nei teatrini del Nord Italia. Finché non è messo in cassa integrazione e lavora solo metà settimana, passando il resto del tempo nella sede del Clan. Nel 1964, dopo aver dato prova a Pino Massara di saper cantare in americano una canzone di Gene Pitney e un blues dei Temptation, ottiene di incidere il suo primo disco, cantando le due canzoni in versione italiana. «Ero il primo cantante italiano che cantava il blues». Con questo disco Albano diventa «Al Bano». Su un manifesto appeso nella casa discografica, qualcuno aggiunge una g e lo fa diventare «Al Bagno» • Ha 24 anni. «Tutto è venuto di conseguenza» • «Guadagnavo 65.000 lire al mese e 50.000 le spedivo a casa. Quando raggiunsi il mio primo grande successo con Nel sole, dopo sei anni di dura gavetta milanese, mandai l’assegno di 8 milioni di lire in Puglia. Così, senza neanche cambiarlo» (a Pagani) • Nel sole è un successo grandissimo, gli vale il Disco d’Oro. «E da quel momento sono sempre stato identificato con le note di quella canzone» • Comincia a vincere tutti i concorsi di musica leggera, e nel 1968 è a Sanremo. L’anno dopo, con Mattino, arriva terzo a Canzonissima, la incide anche in tedesco, francese e spagnolo e parte per la Persia, dove si esibisce alla corte dello Scià • Guadagna un sacco di soldi, ma manda quasi tutto ai genitori, che si comprano un trattore. «Avrei potuto comprare un appartamento a Milano, togliermi qualche soddisfazione, ma non avevo vizi e di quei soldi i miei avevano più bisogno di me. Ero felice di poterli aiutare» (a Pagani) • «Davanti ai miei occhi si presentava il fanatismo vero e proprio. E arrivava a eccessi impensabili. Certe volte le ammiratrici riuscivano perfino a entrare negli alberghi dove alloggiavo, a infilarsi nella mia camera, a nascondersi sotto il letto». Al Bano riceve montagne di lettere da parte di ammiratrici, che gli offrono perfino la propria verginità, ma la madre da Cellino lo mette in guardia: «Attento figghiu mia, a Milano le fimmine suntu quasi tutte zoccule!».
Romina «Tutte le persone che hanno seguito la mia carriera sanno che nel 1970 mi sono sposato… A questo punto del mio racconto, quindi, molti si aspetteranno che affronti il tema della mia vita privata e racconti come ho conosciuto mia moglie, come è nato il nostro amore e cose del genere. Non lo faccio. Lascio la pagina bianca. Riempitela come volete: io non me la sento» (da La mia vita, Mondadori, 2006) • Albano e Romina si incontrano sul set del film Nel sole, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Lei ha solo quindici anni, è figlia di due attori americani, ma la madre, dopo il divorzio dal marito, se l’è portata in giro per il mondo. «Ci innamorammo per tre giorni, ma al quinto mi aveva già dimenticato. La chiamai a Roma, lei se ne era già andata: è americana, mi sono detto. Dopo un anno mi ha richiamato e non ci siamo più lasciati. Hanno scritto tante cose deliranti, tipo che l’avevo rinchiusa in una masseria» (alla Proietti) • Jolanda non è convinta. «Temeva gli americani e il loro divorzio facile. Si arrese solo dopo il matrimonio» (Gattuso) • «Il giorno del suo matrimonio lo ricorda? “Nella chiesa di Cellino San Marco entravano sì e no 400 persone. Il 26 luglio del ’70, il giorno della sauna, si presentarono a migliaia”. Il giorno della sauna? “Entrammo tutti asciutti e ne uscimmo zuppi di sudore. La mia ex suocera, che la sapeva lunga, vista la mala parata si sistemò sul tetto della chiesa e osservò tutto dall’alto. Quel sì lo pronunciarono in cinquemila. E chi se lo dimentica quel giorno?”» (Pagani) • «Io e Romina quel giorno ci perdemmo pure, per poi ritrovarci al ristorante. Non avevamo avvisato nessuno e ci ritrovammo in un fiume di gente: pregavamo i fotografi, che sgomitavano, di non bestemmiare in chiesa. Capii per la prima volta il significato di “furor di popolo”» (alla Proietti) • Vanno a vivere in una reggia chiamata Curtiprizzi, che significa «corte di pietre». Racconta lui: «L’amore ti rende pazzo. E io volevo far vedere alla mia donna che ero in grado di fare qualsiasi cosa». Si trova presto in guai economici e per rientrare nelle spese adatta ad appartamenti le stalle della masseria e le affitta agli ufficiali americani della base Nato di San Vito dei Normanni, a pochi chilometri da Brindisi • Hanno quattro figli: Ylenia (n. 1970), Yari (n. 1973), Cristel (n. 1985) e Romina junior (n. 1985).
Ylenia Ylenia nasce sotto cattivi auspici. Per nasconderla ai fotografi, in ospedale, la fanno passare dalla camera mortuaria. Cresciuta con i coetanei americani della base NATO, Ylenia matura un’avversità per il padre («Mia figlia stava prendendo una certa distanza da me. E lo faceva perché ero italiano»). Grande viaggiatrice fin dall’età di quattordici anni, la situazione sfugge piano piano di mano ai genitori, che rimangono allibiti quando scoprirono che la figlia fuma marijuana. Ha ventitré anni quando sparisce, ultime tracce la registrazione in un albergo di New Orleans (dove condivideva la stanza con un certo Masakela), e la testimonianza di un guardiano del parco del Mississipi, che dice di averla vista sulla riva del fiume in una zona vietata al pubblico e di averla invitata a spostarsi, al che lei avrebbe risposto: «Io appartengo alle acque». Il sospetto di Al Bano è che la figlia fosse tossicodipendente • Dopo la scomparsa di Ylenia, nel 1999 si separa da Romina. La crisi era già iniziata nel 1989, quando «lei ha cominciato a guardarmi in modo diverso, senza attenzione. Ho fatto di tutto per recuperare, tranne reinventarmi diverso da quello che ero». Il divorzio non è stato un fulmine a ciel sereno. «Nel giorno stesso in cui ci siamo sposati è iniziato il mio personale countdown: sapevo che sarebbe finita, lei voleva con tutta se stessa una famiglia, ma aveva il tarlo del divorzio nel sangue, i genitori, i nonni, tutti si erano lasciati. Però mi sono detto: duri un mese o una vita, non voglio perdermi neppure un minuto di quello che sto provando […]. La morte di Ylenia, che per me è una certezza, ha solo accelerato i tempi dell’addio» (alla Proietti).
Loredana Loredana Lecciso è la madre dei suoi ultimi due figli: Jasmine (n. 2001) e Albano junior (n. 2002) detto Bido («Mia sorella da piccola non dire bimbo»). Non si sono mai sposati, ora lei vive a Lecce.
Figli «Albano Junior ha sedici anni e mezzo, a settembre comincia il quarto anno del liceo linguistico di Lecce, è appena stato promosso con la media del 7. “Minimo sforzo, massimo risultato”, chiosa e precisa: “Non ho mai preso debiti”. Il papà abbozza: “Potrebbe studiare di più...”. Ma sull’università non transige. Il figlio: “Dopo la maturità lavorerei subito: voglio fare il manager delle nostre tenute, seguire il vino, l’accoglienza...”. Il padre: “Non se ne parla, tu farai Economia, non voglio fare con te lo stesso errore di Yari...”. I toni però restano affettuosi. E Bido va avanti: “D’estate lavoro qui, affianco il manager”. Al comando, senza gavetta... “Ma no, l’anno scorso ho imbottigliato il vino per un mese”, replica. “Non erano due giorni?”, rimbecca il padre» (Elvira Serra, Corriere della Sera, 20/7/2019).
Religione «Io credo in Dio. Profondamente. E non l’ho mai nascosto. Anzi quando mi si è presentata l’occasione, ho sempre testimoniato la fierezza di questa mia fede…» • Nel 1985 fu ricevuto in udienza privata da Giovanni Paolo II e nel 1997 lui e Romina cantarono per lui Nel blu dipinto di blu • È andato in pellegrinaggio a Santiago di Campostela almeno una trentina di volte • Ha detto però di aver avuto dubbi negli anni Novanta: «In quel periodo ho avuto qualche diverbio con il mio grande Amico che sta su in cielo: la perdita di mia figlia Ylenia, la fine del mio matrimonio con Romina, tante certezze che venivano erose a poco a poco da un destino che non poteva essere più crudele. Ho avuto una crisi di fede ma, allontanatomi da Dio, vivevo male. Ho capito che se sei un vero cristiano devi sapere affrontare cristianamente anche il lutto».
Politica «Hanno provato a candidarlo in politica, ma lui ha detto: “Vi do la risposta domani, vediamo se di notte mi cresce il pelo nello stomaco”» (Proietti) • «Per chi ha votato alle ultime elezioni? “Non glielo dirò mai. Voto per i politici che mi sembrano positivi per l’Italia. Abbiamo visto che fine hanno fatto sia la destra che la sinistra”» (Marco Molendini) • Quando Salvini era ministro dell’interno, si esibì al Viminale per lui. «“Mi ha chiesto di poter sentire la mia voce dal vivo, me lo chiedono dovunque vada. E io rispondo sempre: va bene, ma non da solo. Così abbiamo cantato insieme. Felicità e Nel sole” Il ministro come se l’è cavata? “Bravo. Come politico però è meglio”» (Barbara Jerkov, Il Messaggero, 21/12/2018).
Politica internazionale Ha cantato più volte davanti a Vladimir Putin. La prima nel 1986, lui era ancora capo del Kgb, e il giorno dopo il concerto andò personalmente a trovarlo in albergo per complimentarsi • A proposito dell’invasione della Crimea disse: «Penso che Putin abbia ragione. Quella parte d’Ucraina era Russia ed è Russia. Lo sai che anche Krusciov era ucraino? I separatisti lottano per rimanere russi. È come con l’Istria: tutti sappiamo che è italiana» • «“Con Putin e i suoi si sta da dio. Faccio una decina di concerti l’anno, pagano i cachet senza storie. Quaranta, cinquanta, non c’è problema…”. Cinquantamila euro per una serata? “Sì, perché? Che domande mi fai? Mi sembra di parlare con uno di Equitalia”» (Francesco Battistini, Corriere della Sera, 4/9/2014) • Nel 2019 l’Ucraina l’ha inserito in una lista nera di personalità che costituiscono una «minaccia per la sicurezza nazionale».
Curiosità È alto 1 metro e 66 • «Com’è la sua giornata quando non canta in qualche città? “Intanto seguo i miei figli, ed è una gioia. E poi ho quattro aziende da mandare avanti, e non è così semplice. Bisogna decidere, organizzare, capire. Un albergo, una pizzeria, un ristorante e la vinicola”» (Giordano) • Nel 2005 ha partecipato come concorrente all’Isola dei famosi, ha scritto otto libri ed è comparso in dieci film • «Nella masseria di Albano vivono 600 galline: le trovi dappertutto, anche in piscina» (Proietti) • Non sopporta i social: «Che belli i miei tempi quando non c’era nemmeno il telefonino» • Madre Teresa di Calcutta fu madrina di battesimo alla terzogenita di Al Bano e Romina. Le foto scattate per l’occasione sono pubblicate sui giornali di tutto il mondo e il ricavato andò a Madre Teresa • Il figlio Albano junior gli ha fatto ascoltare Ghali e lo ha trascinato a un concerto di Martin Garrix: «Certi artisti mi sembrano blasfemi...». «Ma no, papà, sei tu che non li capisci...» • Albano junior dice anche che ai fornelli lui è più bravo della Lecciso • «Nella mia vita ho avuto di tutto e di più.… Ho inciso innumerevoli dischi, ho ottenuto successi strepitosi: undici festival di Sanremo, con una vittoria e un secondo posto, due volte terzo, e sempre piazzato bene in finale; ho vinto ventisei dischi d’oro, otto dischi di platino. Ma per fortuna, sono rimasto sempre l’Albano di Cellino San Marco, nel senso che gli onori, i trionfi, non hanno mai cambiato il senso della mia vita».
Titoli di coda «Approfittando di una sosta vogherese vado alla ricerca delle case del mio maestro Alberto Arbasino: quella dov’è cresciuto la identifico facilmente, in via Emilia 133 […], ma quella dove nel 1930 è nato, in via Mazzini 6, no, il civico non esiste più, chissà cos’è successo. Mi consolo facendo colazione al Bar Liberty dove leggo la Provincia Pavese e una notizia incredibile: nel vicino paesello di Golferenzo hanno dato ad Al Bano la cittadinanza onoraria, siccome ci aveva fatto il vendemmiatore nel remoto 1962, diciannovenne. Quest’uomo è una forza, torna dopo 56 anni sul luogo di una umile, faticosa stagione di lavoro da emigrante meridionale, ritira una targa-ricordo che io non la appenderei nemmeno se mi pagassero, si presta alle foto, firma autografi, si mette a parlare dei “valori della tradizione contadina” con un’espressione radiosa che quasi gli si crede... E allora a Voghera prego di imparare a scrivere come Arbasino e di imparare a vivere come Al Bano» (Camillo Langone, Il Foglio, 17/6/2018).