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 2020  maggio 14 Giovedì calendario

Biografia di Marta Cartabia


Marta Cartabia, nata a San Giorgio su Legnano, in provincia di Milano, il 14 maggio 1963 (57 anni). Giurista. Dal dicembre 2019, presidente della Corte costituzionale. Prima donna nella storia a rivestire tale carica • «Non è stata eletta perché donna o nonostante sia donna. Le ragioni della sua elezione vanno cercate nel prestigio che le qualità sue e del suo lavoro le hanno assicurato tra i colleghi giudici della Corte» (Vlamidiro Zagrebelsky, La Stampa, 16/12/2019) • «Una persona competente» (Sabino Cassese, Corriere della Sera, 12/12/2019) • Laureata con 110 e lode alla Statale di Milano nel 1983, ha conseguito un dottorato all’Istituto universitario europeo di Fiesole nel 1993. Ha poi insegnato diritto pubblico e costituzionale all’università di Verona, alla Statale, alla Bocconi, e alla Bicocca. Membro della Corte costituzionale dal 2011, su nomina di Giorgio Napolitano. Già vicepresidente della stessa Corte dal 2014 • I suoi collaboratori la chiamano ancora «La professoressa» • Non usa facebook né twitter • «Vicina alle posizioni di Comunione e liberazione» (Claudio Tito) • «Da quando Giorgio Napolitano la esfiltrò dall’habitat accademico e la catapultò ad appena 48 anni alla Corte Costituzionale, uno dei giudici più giovani della storia della Consulta, addosso alla Cartabia è stato cucito un abito perfetto da donna delle istituzioni, mix inappuntabile di quei tre elementi cruciali – autorevolezza, indipendenza, riserbo – che, insieme a una solida e non appariscente capacità di relazioni, delineano la figura del civil servant, la risorsa cui lo Stato può aggrapparsi nel momento del bisogno» (Luca Fazzo, Il Giornale, /8/2019) • Porta occhiali tondi con montatura trasparente e dicono che non si separi mai dai suoi foulard • Considerata papabile per la presidenza della repubblica nel 2016 e come capo di un governo tecnico nel 2019, dopo la caduta del governo gialloverde. Lei ha sempre smentito: «Tutte illazioni».
Titoli di testa «Mi sono appassionata a questo mondo strada facendo, nel periodo degli studi, non tanto per obiettivi professionali specifici, ma per il bisogno urgente e pungente che sempre ho avuto di soddisfare la mia sete di giustizia. Come tanti bambini, anch’io sentivo molto forte il senso d’ingiustizia e volevo contrastarlo. Il mio, ci tengo a sottolinearlo, è stato un percorso che si è realizzato rispondendo a occasioni che si sono presentate senza mai progettare nulla».
Vita Figlia di Giancarlo e Teresa Cartabia, lui è geometra, titolare di un’impresa di costruzioni edile, lei insegnante • Racconta don Romeo Maggioni: «Il geometra Cartabia mi aiutò tantissimo nel 1975 a riprendere i lavori della chiesa, dopo un anno di blocco causati da una precedente impresa. Nella Pasqua 1976, la prima messa» • La chiesa rimane incompleta perché il rione sta diventando troppo popoloso, ma il Cartabia contribuisce a realizzare anche l’asilo • Ricorda Marta: «Tutta la mia infanzia e la prima fase dell’adolescenza sono legate a Legnano e ai luoghi dove ho trascorso i miei primi tredici anni: le scuole elementari Giosuè Carducci di via XX settembre, le scuole medie Bonvesin de La Riva, la parrocchia dei Santi Martiri, la contrada di San Bernardino. Come spesso accade, i ricordi di infanzia sono costituiti da volti e da alcune immagini. Tra i volti ricordo con grandissimo affetto alcune compagne, specie delle medie, che hanno avuto la gentilezza di scrivermi anche di recente, pur essendoci perse di vista per anni. Ma tra tutti, l’affetto più intenso è per la mia nonna materna – la nonna Antonietta – che mi ha visto nascere. Nella sua casa di San Giorgio trascorrevo molto tempo libero, specie d’estate: ho il ricordo di una donna forte e intelligente, capace di voler molto bene senza troppi sentimentalismi, semplice della semplicità della campagna lombarda. Credo che il suo stile abbia lasciato in me una traccia profonda. Poteva essere un personaggio di Ermanno Olmi» (a Luca Di Falco, Il Giorno, 29/6/2016) • «Nella mia storia personale, i modelli femminili sono stati decisivi» • Marta segue la famiglia a Varese e studia al liceo Galileo Ferraris, poi va a Milano e si iscrive a giurisprudenza • «Come è nata la scelta di occuparsi di materie giuridiche? “Quasi per caso, semmai si possa parlare di caso. La mia non è una famiglia di giuristi, magistrati, notai, avvocati, né gli studi liceali mi hanno introdotto a quel mondo» (Di Falco) • Già ali liceo si avvicina a Comunione e liberazione: «La formazione culturale e religiosa di Marta Cartabia è avvenuta tutta nel solco del movimento fondato da don Giussani e oggi guidata da Juliàn Carron, il presbitero spagnolo di cui l’ex studentessa varesina è divenuta amica e a volte consigliera» (Fazzo) • «Quando poi nei primi anni ‘80 si è laureata in legge alla Statale di Milano, con Valerio Onida, era una delle giovani più in vista della Clu della Statale, ossia la comunità studentesca ciellina della Ca’ Grande» (Bonifacio Borruso, ItaliaOggi, 18/2/2016) • Nel 1993, subito dopo il dottorato, diventa assistente alla facoltà di Scienze politiche della Statale. Dal 1999 è professore a Verona. Dal 2004 ordinario alla Bicocca: «Ho insegnato per anni la giustizia costituzionale, una delle mie passioni di studio da sempre. Il fascino della giustizia costituzionale è dato dal fatto che è quel settore dell’ordinamento in cui il diritto entra in più diretto contatto con la giustizia» (a Di Falco) • «La […] professoressa Cartabia […] era nota all’Università Bicocca per insegnare agli studenti la differenza tra “idealità” e “realismo”, e tra realismo e scetticismo, foriero a sua volta di cinismo. “C’è sempre qualcosa di più grande dei nostri pensieri”, era il suo motto, anche amplificato dalle citazioni. Prima di tutto di William Shakespeare: “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia” (come dire: metti i piedi per terra per metterla alla prova, la tua filosofia). E poi di Sofocle, in particolare quello dell’Antigone (“concediti di cambiare idea!” è una frase su cui la professoressa-giudice si è molto interrogata)» (Marianna Rizzini, Il Foglio, 19 ottobre 2019) • «Nel 2010 è emigrata per un anno negli Usa per lavorare alla New York University, portando con sé i tre ragazzi che allora avevano 15, 10 e 8 anni. Difficoltà e sacrifici che hanno liberato altre risorse, e che oggi le fanno dire: “Ci vuole fiducia e tenacia, perché certi momenti sono difficili e duri, fisicamente faticosi al punto di farci chiedere a volte ‘ma chi ce lo fa fare?’. Invece per me sono stati ingredienti decisivi perché accadesse quello che è accaduto”» (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera, 12/12/2019) • Anche se ormai è impegnata su entrambe le sponde dell’oceano, la Cartabia rimane attiva in Comunione e liberazione. È proprio durante un meeting di Rimini che incontra Giorgio Napolitano il quale, nel 2011, a sorpresa la sceglie come membro della Corte costituzionale: «Non avevo esperienza d’incarichi pubblici, il mio era un profilo puramente accademico, ma ricordo che non ebbi nessuna esitazione ad accettare. Non mi sono mai tirata indietro davanti a nulla, proprio perché sono convinta che ciò che accade nella realtà racchiuda una promessa da esplorare» (Rizzini) • «Il giudice costituzionale è il giudice delle leggi: è quasi un paradosso. Di solito i giudici applicano, non giudicano, le leggi; ma i totalitarismi hanno mostrato che anche le leggi possono essere ingiuste e allora le corti costituzionali sono proprio lì a svolgere quel compito» (a Di Falco) • «La prima donna nominata alla Corte è stata Fernanda Contri, poi Maria Rita Saulle. Per lungo tempo, la Cartabia è stata l’unica in mezzo a soli colleghi maschi, solo dopo sono arrivate Sciarra e De Petris. “La Corte non è tra gli organi più solleciti a realizzare la parità di genere”, ha ammesso Amato. “Ora su 15 giudici tre sono donne. E sono fiducioso perché c’è stato anche un momento in cui se ne vedeva una sola circondata da quattordici maschi come non capitò nemmeno a Biancaneve perché i nani erano sette, esattamente la metà”» (Denise Pardo, l’Espresso, 22 gennaio 2017) • «Nonostante tentativi non richiesti di smacchiarne l’immagine dalla “colpa” ciellina, la Cartabia non rinnega né origini né militanza. Basti pensare che appena arrivata alla Consulta, nel 2011, scelse come assistente un giovane e brillante magistrato milanese, Tommaso Epidendio, profondamente legato a Comunione e Liberazione […] Solo una sparuta organizzazione Lgbt ha osato, in questi anni, rinfacciarle le sue convinzioni in materia di famiglie tradizionali. Nel segreto delle camere di consiglio della Corte costituzionale, solo lei sa con quale intensità si sia battuta contro sentenze che rischiavano di essere divisive, come quella sul suicidio assistito. Ma una volta raggiunta (o subita) la mediazione, da lei non è uscita una parola di contrasto o dissociazione. Le istituzioni prima di tutto, insomma» (Fazzo) • Spiega: «Tutti noi abbiamo una formazione, chi cattolica, chi laica, chi politicamente di destra e chi di sinistra, di uomo o di donna, di una generazione o dell’altra. E quando entriamo in camera di consiglio ogni giudice porta con sé il proprio vissuto, la propria esperienza, le proprie idee. Tutto questo è una ricchezza, non un problema, per la Corte di uno Stato laico che esprime una “laicità positiva”, come scritto in una recente sentenza: non indifferente ma equidistante dalle religioni, per tutelare un valore riconosciuto a tutti» (a Bianconi) • Il 7 marzo 2015 la Cartabia è in piazza San Pietro. Papa Francesco riceve i vertici di Cl e don Carron gli presenta personalmente una quarantina di dirigenti. Lei viene prima di Emilia Smurro, storica capa del meeting, e di Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle opere: riesce a stringere la mano al pontefice e a scambiare con lui qualche parola • Nel 2016 la considerano papabile per succedere a Napolitano al Quirinale. Nel 2018 il suo nome circola nel toto-ministri del mai nato governo Cottarelli. Ancora, nell’agosto 2019, nel bel mezzo della crisi di governo, padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, scrive su twitter che il profilo della Cartabia sarebbe perfetto per la carica di presidente del consiglio • In quei giorni lei è in vacanza con la famiglia sul Gran Paradiso. Quando le telefonano, commenta: «I rumors un pochino arrivano, arrivano ovunque». Si rifiuta di aggiungere altro: «È stata una bellissima giornata, sono con la mia famiglia. Questa gita era programmata da due anni, non c’è stato alcun tempismo particolare» • Il 12 dicembre 2019 viene eletta presidente della Corte costituzionale all’unanimità. Riceve quattordici sì, e una sola scheda bianca, la propria • «Se dieci anni fa qualcuno mi avesse annunciato ciò che è accaduto oggi mi sarei fatta una risata, perché non era minimamente immaginabile che avrei potuto trovarmi qui» • La madre, ormai anziana, le telefona: «Sono fiera di te».
Vita privata Sposata, tre figli • «Anche il marito è un ciellino di alto rango» (Fabrizio D’Esposito, Il Fatto Quotidiano, 16/12/2019).
Curiosità Nel 2009 ha co-fondato l’Italian Journal of Public Law, prima rivista di diritto costituzionale italiano redatta in inglese • Grande ammiratrice di Eleanor Roosevelt • Risultò positiva al tampone durante l’epidemia di coronavirus del 2020 • «Le piacciono tutte le attività all’aperto, jogging e trekking in testa. E ha una grande passione per la musica. Non solo quella classica, che l’ha resa una habituée delle prime della Scala. Ma anche quella rock: quando corre con le cuffie nelle orecchie, la carica gliela danno i Beatles e i Metallica» (Avvenire).
Titoli di coda «Comunque vada, la Cartabia, un posto nella storia del Paese, nella cronologia della conquista femminile del potere, se l’è assicurato» (Fazzo).