6 maggio 2020
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Biografia di George Clooney
George Clooney, nato a Lexington, Kentucky, il 6 maggio 1961 (59 anni). Attore. Regista. Produttore cinematografico • «Gorgeous George. George il magnifico» • Due premi Oscar. Cinque Golden Globe. Un Bafta. Un premio Osella alla Mostra del cinema di Venezia • Uomo più sexy del mondo secondo la rivista People nel 1997. Attore più pagato della storia secondo la rivista Forbes nel 2017 • «Dotato di un sorriso accattivante e di uno sguardo magnetico» (Gaia Marotta, Enciclopedia del Cinema, 2003) • Diventato famosissimo con la serie tv E.R. - Medici in prima linea (1994-1999). Ha interpretato, tra le altre cose, Un giorno… per caso (Michael Hoffman, 1996), Dal tramonto all’alba (Robert Rodriguez, 1996), Batman & Robin (Joel Schumacher, 1997), Fratello dove sei? (Joel e Ethan Cohen, 2000), Out of Sight, Ocean’s Eleven, Solaris (1998, 2001, 2002, tutti diretti da Steven Soderbergh), Syriana (Stephen Gaghan, 2005), Tra le nuvole (2009), L’uomo che fissa le capre (Grant Heslov, 2009), Michael Clayton (Tony Gilroy, 2010), Paradiso amaro (Alexander Payne, 2011), Gravity (Alfonso Cuarón, 2013) e Ave, Cesare! (Joel e Ethan Coen, 2016) • Da regista ha lavorato a Confessioni di una mente pericolosa (2002), Good Night, and Good Luck (2005), Le Idi di marzo (2001), Monuments Men (2014) e Suburbicon (2017) • Da produttore ha finanziato Argo (Ben Affleck, 2012) • Popolare in Italia anche grazie alla pubblicità del Martini e del caffè Nespresso, alla sua relazione con Elisabetta Canalis e alla sua villa di Laglio, sul lago di Como, dove passa l’estate e per la quale nel 2001 staccò un assegno da 10 milioni di dollari • «Oggi in un cinema che punta solo sul fantasy e i fumetti o sulle commedie demenziali, sono pochi quelli che si occupano della res publica. Tra questi George Clooney divo che per fortuna tiene il piede in due scarpe: la popolarità di quel ramo del lago di Como con gossip sentimentali ma anche l’impegno nel recitare in film sulla vita contemporanea o dirigere storie che ripassino recenti minacce reazionarie» (Maurizio Porro, Corriere della Sera, 28/8/2014) • «Sarà per via di quegli occhi, ma è uno che può dire tantissime cose senza pronunciare nemmeno una parola. E non si può smettere di guardarlo» (Nicole Kidman) • «Non è né narcisista né assolutamente egocentrico come vari attori con cui ho lavorato. Non si prende mai sul serio. Strano, ma dietro la sua aria sicura e un po’ spaccona c’è qualcosa di profondamente vulnerabile. Mia sorella DeDee è uscita per un po’ di tempo con lui, qualche anno fa, e ancora oggi ne parla in modo molto, molto positivo» (Michelle Pfeiffer) • «Guardandolo recitare non si può fare a meno di pensare a Cary Grant. Piace agli uomini perché è un loro ottimo avvocato, nel senso che li rappresenta bene. E naturalmente le donne lo adorano» (Michael Hoffman, che lo ha diretto in Un giorno… per caso) • «Uno che ha vissuto, che ha fallito, che a un certo punto della vita ha dovuto fare i conti con il fatto che i suoi sogni, di qualunque genere fossero, non si stavano per nulla realizzando. La sua forza e anche una certa tristezza provengono da queste esperienze personali e riemergono quando, davanti alla cinepresa, si trova a interpretare scene complesse e particolarmente intense» (Joel Schumacher, che lo ha diretto in Batman e Robin) • «Non mi piace condividere la ma vita privata… non sarebbe privata se la condividessi»
Titoli di testa «Sono cresciuto sotto lo sguardo degli altri. Nel Kentucky tutti conoscono la mia famiglia da generazioni. So che si mangia a bocca chiusa, che non si mettono i gomiti sulla tavola o le dita nel naso! Se ho voglia di passeggiare per strada, mi alzo alle cinque del mattino».
Vita «Sono cresciuto nel Kentucky, dove l’inglese era considerato una lingua straniera» (a Silvia Bizio, Il venerdì, 10/11/2000) • Il padre, Nick, è un giornalista tv di discreto successo: conduce The Nick Clooney Show. La madre, Nina Warren, ex miss Marysville, ha una boutique di tessuti pregiati. La zia, Rosemary Clooney (morta nel 2002) era una cantante, famosa per aver sposato José Ferrer, interprete di Cyrano di Bergerac e Moulin Rouge • «Negli anni 60 mia zia era una cantante famosa. Ora è stata dimenticata. Grazie a lei ho imparato che il pubblico è capriccioso e l’ammirazione scompare dalla sera alla mattina» (a Mario Cardoso, Max, 10/2000) • «Da piccolo ero un gran rompiballe. Una volta si presenta in Kentucky Raymond Burr, l’attore di Perry Mason. Capirai: un evento senza precedenti per la gente del posto. Be’, l’ho inseguito tutto il giorno e ogni cinque minuti gli tiravo la giacca e gli dicevo: “Tu sei Perry Mason, tu sei Perry Mason”» (Riccardo Romani, GQ, 7/2001) • «A 7 anni andai per la prima volta in tv nel programma di mio papà» (a Cardoso). Ci passa buona parte dell’infanzia • I Clooney sono di origine irlandese e George frequenta una scuola cattolica. Si confessa tutte le settimane ma quando, in un tema, dà ragione a San Tommaso per aver creduto alla resurrezione di Cristo solo dopo averne avuto le prove, lo sospendono per una settimana: «Avevo la fede, ma non la fede cieca» • «Sono cresciuto col Watergate, con film come Il candidato e Apocalypse Now che mettevano in dubbio la parola delle autorità. Ed è vero, a volte finisco nei guai» • A quindici anni guarda il film L’idolo delle folle, con Cary Grant, la storia del leggendario campione di baseball Lou Gehrig. «Decisi di voler fare lo stesso lavoro». Cerca di ottenere un posto nei Reds, la squadra di baseball di Cincinnati, di cui è tifosissimo, ma non lo prendono • Da giovane, racconterà orgoglioso nelle interviste, spende qualche giornata a raccogliere tabacco: «La cosa più avventurosa che si possa fare in Kentucky» • Comincia a studiare giornalismo alla Kentucky Northern University, ma molla presto • A detta delle biografie ufficiali, diventa anche venditore di assicurazioni porta a porta, commesso in un negozio di scarpe («Le donne che portano il 40 sono sempre convinte di portare il 38. E c’è poco da discutere con una donna quando si tratta di piedi»), dj in un bar («Vedevo ragazzi che ci provavano con qualcuna e quelle gli prendevano l’ego e ne facevano polpette. E ho capito che non avrei mai fornito un’arma del genere a una ragazza. Non mi sarei mai presentato dicendo: “Eccoti il mio ego, sbattilo in terra e saltaci sopra”») • Secondo biografi meno accondiscendenti, in realtà, la sua è un’agiata famiglia borghese, abituata a una moderata notorietà: e lui non sarebbe altro che «un caso classico di figlio d’arte» • Nel 1982 decide di andare a Hollywood per tentare la carriera dell’attore: «Mi sono trasferito a Los Angeles da una cittadina di 1500 persone, alla guida di una Chevrolet Monte Carlo del 1976 completamente arrugginita che chiamavo “Miss Danger” ed è stato un viaggio lunghissimo, ma da quel momento la mia vita è cambiata completamente. Non sapevo se ce l’avrei fatta ad Hollywood, la mia è stata la tipica fortuna dello scemo. Ve lo immaginate? Cresci in Kentucky e dici “penso che andrò ad Hollywood a fare l’attore”… ma quando mai!» (Silvia Bizio, Il Venerdì, 10/11/2000) • «Non ero sicuro di farcela, perché non sapevo ancora che quelli che consideravo difetti, come il mio mento, o gli occhi cerchiati, sono in realtà fotogenici e sono diventati il mio punto di forza. Certo le ho provate tutte, ho girato film di cassetta e ho fatto carte false per lavorare in tv, perché solo così si diventa famosi in fretta» (Nicky Archer, Maxim, n.2/2001) • «Tanto per rendere l’idea della situazione di quel periodo, basta ricordare che ha passato un anno intero prima di ottenere un contratto (intanto dormiva ospite presso amici) e che dopo aver finalmente girato la sua prima pellicola da professionista, dove era al fianco di Charlie Sheen, il film non è mai stato distribuito» (Sandro Avanzo, Maxim, 2/1999) • «Posso garantire che ho passato 12 anni di umiliazioni continue tra provini e programmi tv, tanto che mia zia Rosemary diceva che ero l’attore meno pagato e meno conosciuto di Hollywood» (Cardoso) • «Sono stati momenti molto istruttivi. Per un certo periodo continui a incontrare persone che ti dicono quanto sei fantastico, e alla fine ci credi anche tu. Poi, però, dopo un po’ incontri di nuovo le stesse persone che imbarazzate fissano ostinatamente le punte delle loro scarpe» (Tillmann Pruefer, GQ, 2/2000) • «Per sua fortuna, la fiction televisiva gli permetteva intanto di sbarcare il lunario e di accumulare esperienze importanti: per anni è stato un operaio nella serie The facts of life (1979), dolce direttore della protagonista nella sit-com Roseanne (1988), detective in due serie di telefilm, Sisters (1991) e Bodies of Evidence (1992), e impresario edile negli episodi di Baby Talk (1991). Infine l’incontro fatale! Il regista-scrittore Michael Crichton (quello di Jurassic Park […]) nel 1994 gli affida il ruolo del pediatra Doug Ross nell’innovativa serie televisiva E.R» (Sandro Avanzo, Maxim, 2/1999) • «Dopo alcuni episodi di E.R., un giorno incontrai James Woods, uno dei miei attori preferiti, che mi disse: “Ciao George, come va?”. Rimasi di stucco» (Cardoso) • «Credo di essere stato molto fortunato, perché sono diventato davvero famoso solo a 33 anni e sono stato quasi famoso parecchie volte» (Sue Forbes, International Press Syndicate, Il Venerdì, 15/10/1999) • «Non puoi rimpiangere l’anonimato dopo che per tanti anni hai inseguito la fama, ma mi mancano le piccole cose, come l’andare in pace allo stadio per una partita di baseball: ora sembra che sia io la partita. Oppure i giochi di seduzione: entrare in una stanza affollata e incrociare lo sguardo di una donna, cercare di capire se potrei piacerle. Tutto è snaturato dall’attenzione che l’intera sala rivolge a me. Ma finirà. E quando sarò ritornato nell’ombra mi mancherà la popolarità» (Claudio Masenza, Ciak, 2/2000) • «Se cammino per strada con la mia ragazza o la mia segretaria e uno mi dice ”Ehi, è brava a letto?”, che è quello che succede quasi ogni giorno, allora io mi volto e… Capisce, se se la prendono con me mi va anche bene, ma quando lo fanno con quelli che mi sono vicini, quando fanno i furbi o vanno a casa dei miei genitori e fanno di queste stronzate, allora bisogna mettere dei limiti» (Forbes) • «Non diventare uno stronzo, quando si è famosi, può essere una bella impresa» (a Tillmann Pruefer, GQ, 2/2000).
Amori Sposato dal 1989 al 1992 con Talia Balsam, figlia dell’attore Martin Balsam • Dopo il divorzio, giurò che non si sarebbe sposato mai più. Michelle Pfeiffer e Nicole Kidman scommisero 10 mila dollari a testa che sarebbe diventato padre entro i 40 anni. Il giorno del suo compleanno, gli mandarono un assegno, lui lo restituì e rilanciò: non sarebbe diventato padre prima dei 50 • È stato legato all’attrice Ginger Lynn Allen, alla modella francese Céline Balitran, alla modella inglese Lisa Snowdon, all’attrice Renée Zellweger, all’attrice Krista Allen, a Elisabetta Canalis, all’attrice Stacy Keibler, all’attrice Sarah Larson, che dichiarò: «Clooney a letto è solo un po’ meglio di un impiegato di banca» • Si vociferava fosse gay e che tutte queste donne fossero solo una copertura • Sempre la Larson, nel 2009: «George è fondamentalmente innamorato solo di sé stesso, ti promette che ti vorrebbe sposare, che sei la sola donna per lui, inimitabile e unica.. poi ti molla! In questo senso assomiglia molto ai latin lover italiani, ed è forse per questo che qui in Italia ha molto successo...» • Brad Pitt, scherzando, alimentava le voci: «Ma quale velina italiana, ma quale Canalis, ma quale fidanzamento dell’estate? (...) Angie e io non ci sposeremo fino a che George e il suo partner non potranno farlo legalmente» • A rincarare la dose, un amico di Clooney, Matt Damon, che in un’intervista per Studio Aperto disse: «Potrebbe essere un’opportunità per George venire a Venezia con il fidanzato e rendere ufficiale la sua storia» • «No che non è omosessuale, solo non è tipo da matrimonio» (Adelia Clooney, sorella di George, al New York Daily News, 2012) • Nel 2014 ha sposato Amal Ramzi Alamuddin, 17 anni meno di lui, avvocato inglese di origini libanesi, già legale di Julian Assange e di Yulia Tymoshensko. La cerimonia di nozze si tenne sul canal Grande a Venezia e fu celebrata da Walter Veltroni, amico di lui • «Era il weekend del 27 e 28 settembre 2014. La commessa di Calzedonia, che lavora in stazione ferroviaria, non aveva dubbi: “Quei due non si amano”. Una mia amica che fa la guida turistica, invece, era certa del contrario: “George e Amal sono pazzi l’uno dell’altra”. Tra i tavolini dei campi era tutta una chiacchiera, un’illazione: “Si lasceranno tra sei mesi”, “Quella donna è solo una copertura”, “George è stato già sposato una volta”, “Sì, ma all’epoca non era così bello, è migliorato”. Le donne erano dispiaciute perché non trovavano difetti ad Amal. Gli uomini si stupivano che di Amal non ci fossero foto in costume. […] A una consistente percentuale dei veneziani interessava poco. Un numero significativo, però, ne era orgoglioso, incantato. Una minoranza trovò, invece, la circostanza disdicevole: nati complottisti, erano certi che la coppia godeva di qualche imprecisato privilegio. A un manipolo di astuti viene in mente di profittare della visibilità internazionale dell’evento: volevano contattare il divo perché desse testimonianza contro le grandi navi da crociera che infestano il canale della Giudecca. Vista l’impossibilità di un approccio, si ripiegò su uno stendardo davanti a Ca’ Farsetti (il municipio dove il matrimonio viene registrato); c’era scritto “Meno Canali” (riferendosi a un ipotetico nuovo scavo della laguna per far transitare i bestioni) “Più Canalis”. In città si vendevano tazzine con le facce dei due. Un mio amico, appassionato di matrimoni glam e royal babies, me ne fece comprare un paio e mi raccontò, annoiato, i dettagli del matrimonio, gli abiti, il menu. Poi venne il grande giorno. Eccoli, i divi, gli dei: Bono, Anna Wintour, Bill Murray, Cindy Crawford, Matt Damon. Ed erano lì, sbucavano dai taxi, dai palazzi, Palazzo Papadoli, Palazzo Cavalli. Venezia era magnifica, c’era un sole splendido, e tutto il chiasso che fanno le feste e nubi di ragazzine emozionate, venute dalla Puglia, dalla Scozia» (Giovanni Montanaro, Corriere della Sera, 9/10/2018).
Figli Due gemelli, Ella e Alexander, nati il 6 giugno 2017. Lui aveva 56 anni.
Soldi Per Dal tramonto all’alba è stato pagato 250 mila dollari, per Ave Cesare! 10 milioni, per Ocean’s Eleven e Money Monter 20 milioni, per Tomorrowland 25 milioni • Per Good Night, and Good Luck ha voluto essere pagato 3 dollari: 1 per la regia, 1 per l’interpretazione, 1 per aver scritto la sceneggiatura.
Politica Democratico. Amico personale degli Obama, che nel 2019 furono suoi ospiti sul lago di Como • Si diceva volesse candidarsi a governatore della California o addirittura alla presidenza degli Stati Uniti. «Lei ha aspirazioni politiche? “Non ci penso proprio. Preferisco il cinema, dove ho la fortuna di poter decidere quali storie fare. Se poi un giorno la gente smetterà di vederle, farò altro”» (Lorenzo Soria, La Stampa, 14/7/2011).
Impegno civico Ha collaborato a una raccolta fondi per le vittime dell’11 settembre, ha realizzato un documentario di denuncia sul Darfur, ha donato un milione di dollari per le vittime del terremoto di Haiti e nel 2012 è stato arrestato dalla polizia mentre manifestava assieme con il padre davanti all’ambasciata del Sudan a Washington contro il governo di Khartoum.
Religione «Non credo nel paradiso e nell’inferno. Non so se credo in Dio. Quel che mi basta sapere è che non permetterò a questa vita - l’unica cosa della cui esistenza posso essere sicuro - di andare sprecata».
Vizi I suoi non fumavano, lui iniziò da ragazzino, ma smise ventenne, dopo che un suo zio era morto di cancro ai polmoni • «Un tempo bevevo troppo: ci sono state delle volte nella mia vita in cui ho oltrepassato la linea tra il divertirsi e il bere a notte profonda senza alcun motivo. Quindi mi sono fermato. È da Capodanno che non bevo più. Da giovane ho provato pure la cocaina, ma l’ho odiata» (all’Hollywood Reporter, ripreso da Novella 2000, 1/3/2012) • Gioca a poker online.
Curiosità Alto 1 metro e 80 • Amico di Megan Markle • Imparentato alla lontana con Abramo Lincoln e Tom Hanks • Non ha una stella sull’Hollywood Boulevard (Trump invece ne ha avuta una nel 2007) • Nel 2013 ha fondato con altri due soci la Casamigos, un’azienda di tequila di alta qualità. Nel 2017 l’hanno venduta alla multinazionale degli alcolici Diageo • Colleziona Harley-Davidson. In Italia ne possiede almeno dodici e le usa per uscire con i suoi ospiti. Nel 2003 si è iscritto al Motoclub di Carugo, nella Brianza Comasca • L’attrice Kelly Preston nel 1988 gli regalò un maiale. Lui lo chiamò Max e lo tenne con sé. Max morì il 1° dicembre 2006 • Ghiotto di pasticcini, tortelli e lasagne • Gli piace South Park • Non gli piacciono i social: «Piuttosto che aprire Facebook mi sottopongo a una visita prostatica in tivù da parte di uno con le dita gelate» • I suoi attori preferiti sono Paul Newman, Cary Grant, Spencer Tracy, Montgomery Clift • Tifa ancora per i Reds di Cincinnati e sua moglie si stufa quando li segue in tivù • «Che cosa dice Amal del suo stile? “Spesso mi guarda un po’ confusa. Odia le mie magliette e a volte mi rimprovera: ‘Mettiti una camicia prima di uscire’”» (Grazia) • «So che il mio lavoro non servirà a curare il cancro, ma è una bella professione. Anche se a causa dell’eccessiva attenzione dei media c’è il pericolo di prendersi troppo sul serio. Mi piace pensare che i film ci sopravvivranno. Oggi puoi vedere Grace Kelly e innamorarti di lei. Non importa se non c’è più da tanti anni. C’è qualcosa di unico in questo, un senso di immortalità. Esisterà al massimo per altri cento anni, poi verrà rimpiazzato da qualcos’altro. In realtà noi attori rubiamo solo qualche anno in più alla vita. Ma per il tempo che dura è meraviglioso» (Claudio Masenza, Ciak, 10/2000).
Titoli di coda «Venezia era magnifica, i colori, i fiori, i profumi. Ma Venezia era piena. Si faceva fatica, una volta di più, a passare per le calli, c’era sempre quel senso che hanno i veneziani di una città che viene vissuta da qualcun altro, che non ti appartiene più. Alcuni amici scapparono a Lerici; uno, per protesta, se ne andò a funghi. È che più di tutti mi ricordo una coppia, di quelli vecchi, curvi, bianchi come nuvole. Abituati a vestirsi eleganti, quando nessuno si veste più così. Veloci, a modo loro, che sembrano sempre lì per cadere, ma in realtà si infilano, ondeggiano, sopravvivono tra i turisti come a muoversi dentro un canneto. Lui bofonchiava, la folla lo infastidisce, lei lo riprendeva, lui continuava a borbottare: “Ma proprio a Venezia dovevano sposarsi questi due!” Lei stava zitta, che gli vuol bene, ma lui continua, e, alla fine, non ce la fece più: “Lascia che si divertano. Anche noi eravamo come loro”» (Montanaro).