4 maggio 2020
Tags : Adele
Biografia di Adele
Adele, nata a Londra il 5 maggio 1988 (32 anni). Cantante • All’anagrafe è Adele Laurie Blue Adkins, ma «il cognome l’ha tolto perché “lo odia”» (Sandra Cesarale, Corriere della Sera, 15/2/2008) • «Figlia di una ragazza madre, è cresciuta senza agi tra le palazzine popolari del nord di Londra. Ancora bambina si è messa in testa che avrebbe scritto canzoni e cantato, e lo ha fatto, arrivando, prima di compiere 30 anni, a vincere un Oscar, 9 Brit Awards e 15 Grammies. Detiene il record per il primo posto nelle classifiche statunitensi e britanniche. È, a detta di tutti, generosa e simpatica» (Paola De Carolis, Corriere della Sera, 11/1/2020) • «Deve il successo globale al talento e al vocione inconfondibile da contralto operistico che attraversa tre ottave prestato a pop e Brit-Soul, ma anche a un disco — intitolato 21 come gli anni che aveva quando lo ha scritto — che parla del dolore. Il dolore di chi si sente inadeguato per un amore finito malissimo, il dolore di Charlie Brown se fosse riuscito a baciare la ragazzina dai capelli rossi e lei l’avesse subito lasciato per uno bravissimo a giocare a baseball» (Matteo Parsivale, Corriere della Sera, 6/11/2011) • «Fa confluire soul, blues, gospel, intense ballate dark e disco-music. Il risultato va oltre i generi di ispirazione, con un impasto vocale unico ed estremamente riconoscibile» (Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della Sera, 23/1/2013) • Il suo produttore la scoprì per caso su MySpace nel 2006. Tra il 2008 e il 2015 ha pubblicato tre album, le sue canzoni più celebri sono Someone Like You (2011) e Hello (2015). Nel 2013 ha anche interpretato Skyfall, sigla di apertura per il 23° film di James Bond • Ha detto: «Mi sembra brutto dire che non ho fatto una lunga gavetta, perché so che lì fuori ci sono migliaia di artisti che cercano un posto al sole, ma per me è stato tutto piuttosto naturale» (a Giuseppe Videtti, la Repubblica, 5/4/2008).
Titoli di testa «Adele guida la sua Mini Cooper per le strade di South London, con il seggiolino (vuoto) di suo figlio nel sedile posteriore e una centrifuga di cetriolo, cavolo e latte di mandorla in una mano. Fa una domanda, e sembra sincera: “Cosa è successo di recente nella scena musicale? Mi sento fuori dal giro”. L’unica risposta possibile è anche la più facile: “C’è un album che tutta l’industria musicale sta aspettando con ansia…”. “Oh, fanculo”, risponde, dandomi una leggera spinta e lasciando uscire la sua famosa, affascinante risata. “Mio Dio, mi piacerebbe! Mi sembra di essere in ritardo di un anno”, dice, spalancando gli occhi verdi» (Brian Hiatt, Rolling Stones, 1/1/2016).
Vita Adele nasce a Tottenham da genitori working class • Il padre, Mark Evans, fa l’idraulico. La madre, Penny Adkins, è «qualificata massaggiatrice, artista e produttrice di mobili». In famiglia nessuno suona uno strumento, non ci sono nemmeno dischi • Mark abbandona la famiglia quando lei è ancora piccolissima: «Non mi sono persa niente» • Adele rimane legata ai genitori di lui. Suo nonno, però, muore quando lei è bambina. «Era la persona che amavo di più al mondo. Ma non è questo il punto. Quando è successo, avevo dieci anni, non ho conosciuto solo il mio dolore, ma percepito in profondità anche quello di mia nonna. Loro rappresentavano per me il rapporto ideale, l’amicizia ideale, l’amore ideale, l’affinità ideale. Ho cominciato a cantare per rimettere a posto il cuore delle persone» (Simone Porrovecchio, 6/11/2015) • Comincia a esibirsi nella propria cameretta, davanti agli amici e alla mamma: «Mia madre mi metteva davanti allo specchio e mi agghindava come Gabrielle per farmi cantare Rise. Ma mi ha anche insegnato a non cullarmi in sogni di gloria» • A quattordici anni si esibisce per la prima volta davanti a un microfono e decide che da grande avrebbe fatto la cantante: «Mi è sempre piaciuto stare al centro dell’attenzione» • Le piacciono Madonna, le Spice Girls. Poi arrivano Amy Winehouse e i Blur/Gorillaz • «Sono cresciuta divorando i dischi di Etta James: con lei ho imparato a cantare. Per questo mi sono orientata da subito verso il Soul, il vocal Jazz e l’orchestral pop degli anni sessanta. Con Ella Fitzgerlad ho esercitato le scale e le acrobazie ritmiche. Con Roberta Flack ho sviluppato la passione per il controllo, che si manifesta in pieno, credo, nel nuovo album» • Si iscrive alla Brit School of Performing Arts and Technology • Dice di essere una ragazza loud and bolshie, casinista e poco malleabile: «Ho una forte personalità. Entro in una stanza, grossa, alta e rumorosa. Sono sempre stata la buffona a scuola» • È un’ammiratrice sfegatata di Damon Albarn e gli chiede insistentemente di poter collaborare. Quello, seccato, le risponde male, le dice che è un’insicura • Mentre sta guidando una golf car in uno studio cinematografico, incontra anche il cantante Sean Combs e decide di andargli incontro: è così emozionata che per sbaglio preme l’acceleratore invece del freno e rischia di investirlo • La svolta arriva nell’estate del 2006. Ha finito il college, sono iniziate le vacanze e ha tanto tempo da perdere. «Decido di mettere una canzone su Myspace. So che altre ragazze inglesi, come Lily Allen, hanno fatto centro proprio in quel modo» (a Videtti) • Due mesi dopo, per caso, la sente Richard Russell, della XL Recordings, produttore di Amy Winehouse. «Alza il telefono e la chiama. Lei non ci crede, e si fa accompagnare all’appuntamento da un amico. Qualche giorno dopo Russell va a sentirla al Cherry Jam, un piccolo club di West London. Lei gli chiede un giudizio sulla sua esibizione, poche canzoni interpretate in acustico, lui risponde: “Non credo che tu possa fare un brutto concerto”. E le allunga un contratto da firmare» (Michele Primi, La Lettura, 19/4/2020) • «Firmo quasi subito, e neanche mi abituo all’idea di essere una cantautrice a tempo pieno che già mi ritrovo in sala d’incisione. Partecipo a Later, lo show televisivo di Jools Holland (dove incontro anche McCartney), inizia il passaparola, scrivono che sono un fenomeno. Che dire? Ce l’ho fatta senza sudare le proverbiali sette camicie» (a Videtti 2008) • «Quando il suo debutto 19 uscì in tutto il mondo era il 2008, Adele sembrava una delle tante giovani musiciste nate all’ombra di Amy Winehouse, alla ricerca di nuovi contenuti da dare ai vecchi suoni del pop» (Porrovecchio) • «I pezzi li firmo tutti io e raccontano di come ci si sente tra i 18 e i 19 anni. Le canzoni sono un po’ tristi, parlano di tradimenti e sconfitte sentimentali. Quando sono felice non ho tempo per scrivere. Ci riesco soltanto se sono depressa» • «È soul bianco, dicono di lei gli esperti, la voce è potente, sicura ma la data del suo primo exploit offre una possibile chiave interpretativa […] Una voce, nitida, precisa, senza esitazioni, spesso priva di code e lungaggini, secca, netta, una lama che va dritta allo scopo, a lasciare ferite indelebili sulla pelle, più che sul cuore, il timbro che a tratti si spezza, si lacera come quando il parlato si rompe per l’emozione, ma sempre sotto un ferreo controllo. È incontestabile, diventa indiscutibile. Perfetta» (Gino Castaldo, la Repubblica, 17/1/2016) • «Tre anni dopo era già chiaro che Adele stava lavorando a qualcosa di più grande di un buon album. Già il titolo del suo secondo lavoro, 21, segnalava i contorni del progetto: Adele stava scrivendo il romanzo della sua vita. Un romanzo destinato a farsi notare: con più di 30 milioni di copie vendute, 21 sarebbe diventato il primo grande album del XXI secolo. Il videoclip di Rolling in the Deep era programmatico: una giovane donna, seduta su una sedia, canta una canzone. Sola, semplice, nessuna traccia della star, e tanto meno degli effetti speciali a cui ci hanno abituati i video» (Porrovecchio) • «Non servono le schiere di stylist di Lady Gaga, i mille colori dell’immaginario pop di Katy Perry, i clip milionari di Rihanna (per Set Fire to the Rain Adele si è concessa il lusso di non girarlo), i pancioni da prima pagina di Beyoncé» (Andrea Laffranchi, Corriere della Sera, 6/11/2011) • «Del resto, la via per il successo è spesso quella che va controcorrente, e Adele la sta percorrendo con maestria. Dopo un successo planetario generalmente si prepara subito un altro album più commerciale, e un tour de force continuo sui red carpet di tutto il mondo. Invece il nuovo capitolo del romanzo di Adele ci ha messo cinque anni ad arrivare» (Porrovecchio) • «Tutto è accaduto così in fretta, le cose mi sono scivolate addosso. I primi riconoscimenti... non facevo in tempo a compiacermi che ero già al premio successivo, e un altro milione, e un altro milione. Ho vissuto tutto negli occhi degli altri, osservando le loro reazioni, i cambiamenti nei miei confronti. Non so se mi spiego, ma ho guardato il mio film da fuori. Mi sono protetta continuando a vivere la mia vita sempre allo stesso modo, perché quella è mia e, cari fottutissimi, non si tocca» • «Nel 2008 il debutto di Adele, l’album 19, vende 7 milioni di copie nel mondo e vince due Grammy Awards. Il secondo lavoro, 21, uscito nel 2011, arriva a 31 milioni di copie e sei Grammy. Il terzo, 25 (del 2015), raggiunge i 22 milioni di copie. Si dice che Adele, da sola, abbia salvato l’intera industria discografica mondiale. La cosa certa è che grazie a quella telefonata, nel 2011 Richard Russell ha moltiplicato per dieci il fatturato della XL Recordings in soli dodici mesi» (Primi) • «Se cinque anni fa avessi assecondato una vita appesa alle altezze vertiginose della fama, sarei caduta. Perché se la fama copre la vita con il mantello di un sogno, dal di dentro quella vita richiede una forza sovrumana. Il successo allora è arrivato improvviso. Per fortuna mi sono accorta del pericolo: ti svegli un mattino e su di te pesano i sogni, le speranze, le aspettative e le paure del mondo» • «Mi hanno chiesto un sacco di volte: “Poseresti nuda per Playboy?”. È ridicolo! Me lo domandano perché sono una donna, o perché sono grassa?» • «Voglio fare quello che so far bene, mettere le dannate mani su troppe cose non è nella mia natura. Mi metterebbe a disagio prestare il viso a una marca di eyeliner, anche se ne faccio un uso smodato (sono una frana col trucco). Perché dunque sprecare il mio tempo per far vedere al mondo che mi atteggio a figa, un ruolo che mal mi si addice?» (a Videtti).
Amore È stata legata per anni a tale Simon Konecki, nato a New York, laureato a Eton, già dirigente in Lehman Brothers, attivo in vari progetti di beneficienza. Lui, 14 anni più vecchio di lei, era già sposato con una figlia, ma lasciò la moglie dopo aver conosciuto Adele • Nel 2012 è nato il loro figlio, Angelo: «Ho scelto il nome pensando a Michelangelo. Non ho avuto esitazioni quando la levatrice me l’ha messo in braccio, carnagione e capelli scuri, caspita sembra un italiano!» • Konecki e Adele si sono sposati nel 2016, si sono separati nel 2019 e hanno divorziato nel 2020.
Politica Nel 2016, durante un concerto a Miami, disse ai suoi fan di votare per la Clinton senza nemmeno nominare Donald Trump: «Sono inglese, ma quello che accade negli Stati Uniti mi interessa. Sto con Hillary al 100%, mi piace, la trovo incredibile. Non votate per lui».
Impegno civile Ha partecipato alla Women’s March di Los Angeles contro le molestie subite dalle donne sul lavoro • Favorevole al movimento LGBT: ha anche officiato il matrimonio di una coppia di amici suoi omosessuali.
Vizi Fumava e beveva. Si è fatta anche qualche spinello • «Ha smesso di fumare (“Mi piaceva tantissimo, ma non è per niente figo quando stai morendo per qualche malattia legata al fumo e tuo figlio è disperato”) e beve molto meno, circa un drink a settimana: “Prima ero capace di stendere chiunque sotto il tavolo e fare un ottimo concerto subito dopo, ma con un figlio è diverso. L’hangover del giorno dopo è una vera tortura. I bambini lo capiscono, lo sentono e non ti lasciano in pace”» (Hiatt).
Tatuaggi La scritta «Paradise» sul lato esterno della mano sinistra, la scritta «Angelo» sul lato esterno della mano destra: «Perché Angelo è il mio paradiso» • Tre puntini di sospensione (...) e la moneta di un penny stilizzata sul polso della mano sinistra • Tre colombe sulla schiena • Una A dietro un orecchio.
Curiosità Alta 1 metro e 75 • È passata da 88 chili a 55 • Vegetariana • Ha un bassotto di nome Louis, come Armstrong • «Nella vita reale, al contrario del video di Hello, non ha un telefonino preistorico» (Hiatt) • Nel 2011 è stata operata alle corde vocali • Dice le parolacce: «Non ha perso l’accento cockney, stracarico di fuck e shit» • Si è infilata di nascosto tra il pubblico per vedere un concerto di Kanye West • La regina le ha conferito il rango di membro dell’Ordine dell’Impero britannico, lo stesso ricevuto a suo tempo dai Beatles. Durante la cerimonia per poco non inciampò sul principe Carlo • «Come fa lei a mantenersi in equilibrio? Yoga? Meditazione? “Non ne ho il tempo, ci pensa Angelo. Mi mette in riga, mi controlla, ristabilisce la pace interiore. Odia quando gli altri mi chiamano Adele: si chiama mamma, protesta”» (Videtti, 2015) • Fa un sogno ricorrente in cui cade da un palazzo. «Ho sempre la sensazione che possano buttarmi fuori da un momento all’altro. Oppure che sia uno scherzo, una specie di candid camera e alla fine mi rispediscono a Tottenham».
Titoli di coda «A volte mi capita di avere, per una frazione di secondo, una specie di lampo di nostalgia verso me stessa, verso la persona che ero dieci anni fa, quando le mie uniche responsabilità erano scrivere canzoni che non interessavano a nessuno e arrivare a scuola in tempo. Sai una cosa? Quello che mi dà più fastidio è che non ti rendi conto di quanto sia fantastico essere ragazzi, finché non lo sei più».