23 aprile 2020
Tags : Mara Maionchi
Biografia di Mara Maionchi
Mara Maionchi, nata a Bologna il 22 aprile 1941 (79 anni). Produttrice discografica. Conosciuta per aver scoperto e lanciato Gianna Nannini, Umberto Tozzi e Tiziano Ferro. Moglie del paroliere Alberto Salerno, con cui ha fondato l’etichetta Nisa nel 1983 e la Non ho l’Età nel 2006. Diventata famosa tra il grande pubblico come giudice di X Factor • «Tutta la mia vita è stata abbastanza inaspettata. Alla discografia sono arrivata rispondendo a un annuncio del Corriere della Sera: cercavano una persona per l’ufficio stampa di una piccola casa discografica, la Ariston. Di musica ne sapevo pochino, come ogni ragazza della mia età: ascoltavo la radio, Sanremo, le prime hit parade. Lo stesso è accaduto con la tv e con X-Factor: chi ci pensava? Un amico mi ha segnalata, tutto qui» (Adriana Marmiroli, La Stampa, 8/1/2017) • «Fin dalla prima puntata nel 2008 per tutti è stata “la Maionchi”, personaggio ultra pop, beniamina rock’n’roll, transgenerazionale, campionessa di schiettezza e di buonsenso» (Valentina Colosimo, Vanity Fair, 29/11/2019) • «È dirompente, spiritosa, senza peli sulla lingua, ma con la parolaccia pronta a uscire in libertà. Ironica e testarda, intuitiva e curiosa» (Silvia Tironi, Libero, 29/10/2018) • «“Pensavo ovviamente a una esperienza a termine, una volta nella vita. Mai avrei immaginato tutto quello che è venuto dopo”. Cioè una trasmissione radiofonica con Gianluigi Paragone, un film con Aldo, Giovanni e Giacomo, un’autobiografia pubblicata da Rizzoli, la presenza fissa per due cicli di trasmissioni da Amici di Maria De Filippi, la partecipazione a Celebrity Masterchef, gli spot pubblicitari... Dimentichiamo qualcosa? “Visto che ci siamo, ho inciso anche un singolo intitolato Fantastic, ho 500.000 follower su Instagram e un app su iPhone dedicata a me, più una serie di quisquiglie minori. Tra le quali per due anni – dal ’97 al ’99 – una parentesi come assessore ai servizi sociali nel comune di San Fermo della Battaglia dove all’epoca risedevo”» (Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera, 5/5/2019) • «Il personaggio più fresco, giovane, imprevedibile e meno bollito della televisione italiana. Ha l’acuta irriverenza di Barbara Alberti senza la spocchia intellettuale. Ha la scurrilità di Vittorio Sgarbi senza l’arroganza. Ha il ghigno di Brunetta senza l’antipatia. Ha l’imponderabile follia di Loredana Bertè senza la follia» (Selvaggia Lucarelli, il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2017) • «Io sono sempre stata libera: libera di testa, voglio dire, un po’ anarchica. Sono me stessa. Quando hai vissuto un po’ capisci che è importante fregarsene e divertirsi» (Fumarola) • «Avrei fatto volentieri la Velina per evitare di finire in televisione a 67 anni. È stata una combinazione».
Titoli di testa «Mara Maionchi scoppia in una di quelle sue risate liberatorie e contagiose. “Ha visto quante volte dico cazzo? Lo so che non si deve dire, ma non me ne accorgo neanche… Voglio proprio vedere come farà lei con le mie parolacce”. Semplice, verranno tolte. “Ah, le toglie. Ma sì, fa bene. Sono una signora”. Altra risata» (Silvia Fumarola, la Repubblica, 21 settembre 2017).
Vita «Sono sempre stata una bimba molto rumorosa e poi lo sono rimasta da adulta. Mi piacevano tutti i giochi un po’ da maschio: i giochi con la palla, le gare di corsa, tutto quello che era all’aria aperta» • I suoi lavorano a Bologna, hanno una grossa rappresentanza di filati. Sua mamma, Emilia, ha avuto una figlia da un altro uomo. Tra Mara e la sorella ci sono undici anni di differenza • Passano le estati a casa della nonna, a Montecarlo, sopra Lucca. Si divertono a rubare l’uva dalle vigne dei vicini • «“Gli studi, pochi e malfatti, li ho fatti a Bologna. Non è che non mi piaceva studiare, ero proprio un somaro. A peggiorare la situazione, avevo dei cugini bravissimi. Tutti! Quando andavo in vacanza, mia nonna mi faceva un culo così, perché gli altri avevano dei risultati pazzeschi e io niente. Però mi è piaciuto tantissimo lavorare. Quando avevo 18 anni, dopo una scuola tecnica, mio padre mi disse: qui o si studia o si lavora. Il primo impiego fu alla Saima, una ditta di spedizioni internazionali. Facevo la stenodattilografa, una mansione umile ma a me piaceva tantissimo. Riuscivo a trovare interessanti anche le bolle di spedizione, che non erano proprio appassionanti”. Che anni sono? “Fine degli anni 50. Poi nel ’61 sono venuta a Milano, che io adoravo. Allora ovviamente non si usava che una ragazza cambiasse città e andasse a vivere da sola. Però mia sorella si era sposata con un ingegnere che lavorava alla Montedison a Milano. E quando restò incinta della terza figlia, mi disse: ‘Vieni a darmi una mano con le bambine e intanto che stai qui ti cerchi un lavoro’…” […] Ho lavorato prima in una società che faceva case prefabbricate e poi per una che produceva anticrittogamici. Si chiamava Sipcam, anzi si chiama perché esiste ancora e due anni fa sono andata all’anniversario per i settant’anni: l’amministratore delegato di allora è ancora vivo. Anche lì facevo la segretaria, lavoravo con un entomologo che studiava le reazioni dei vari prodotti chimici e si occupava soprattutto della peronospora del tabacco. Da lì poi sono andata a lavorare per una ditta che si occupava di sicurezza e antincendio, dove tenevo la contabilità. E organizzavo pure le dimostrazioni sulla funzionalità degli estintori in campagna”» (Silvia Truzzi, Il Fatto Quotidiano, 13/1/2018) • «“Infine ho scovato sul Corriere — bei tempi quando si trovava lavoro leggendo un giornale – un annuncio della casa discografica Ariston che cercava una persona per l’ufficio stampa. Mi sono candidata e mi hanno preso. Il perché ancora me lo domando. Forse è stato grazie alle tante diverse esperienze che avevo fatto”. È stata la svolta? “Sì, perché sono entrata in un altro mondo, quello della canzone e non ne sono più uscita. Un mondo che alla mia famiglia era del tutto estraneo, del quale né io né alcuno dei miei sapeva nulla di nulla”» (Bossi Fedrigotti) • «Le donne fanno più fatica? “Ho cominciato come segretaria, ho fatto tutta la gavetta. Poi sapevo fare le cose, ho imparato sul campo il mestiere. Sono come il Barone rosso, anch’io ho dovuto mettere tante tacche sul mio aereo dopo i combattimenti”. La discografia era in mano agli uomini. “Non mi sono fatta intimidire”» (Fumarola) • «Ha sempre avuto uno spirito indipendente? “Sì, tante mie amiche sono passate dalla famiglia al marito, io no. […] I suoi genitori erano persone di larghe vedute. “Sì, molto. Non mi giudicavano male per il fatto che non fossi sposata […] Erano solo dispiaciuti. Dicevano: ma insomma, poi quando noi non ci saremo più, tu cosa fai, resti sola. Un marito era una forma di sicurezza affettiva, secondo loro”. Perché non si è sposata prima? “Avevo avuto qualche moroso, ma mai nessuno che mi avesse fatto venire voglia di matrimonio. E forse ero un po’ cretina, come oggi del resto, ho mantenuto la linea”. Cretina? “Ma sì, pensavo di essere giovane in eterno, e anche oggi mi sembra di avere tutto il tempo che voglio”» (Colosimo) • Alberto Salerno: «Quando ho conosciuto Mara avevo 16 anni, lei 25 e con quei suoi zigomi alti mi ricordava Katharine Hepburn. Ma ho capito che ero innamorato di lei solo dieci anni dopo, nel 1976. Eravamo amici da quella che sembrava una vita, però non potevo far finta di nulla e mi sono dichiarato» • Lei: «E io l’ho respinto. Cosa ci facevo con un ragazzino? Era marzo, poi in aprile per il mio compleanno mi regala 50 rose rosse. Quel giorno la mia amica Silvana mi fa l’oroscopo e assicura che è lui, Alberto, un Capricorno, l’uomo giusto. “Uscite a cena e vedi cosa succede”, consiglia» • Lui: «In macchina l’ho baciata. Ha ceduto subito, su tutta la linea: pochi mesi dopo ci siamo sposati» • «Ci siamo messi insieme poco prima della morte di mio padre. Io non ero neanche tanto convinta, perché Salerno ha dieci anni meno di me. Mia mamma però mi disse: ma cosa te ne frega? È lui che si prende la vecchia. Problema suo» (alla Colosimo) • «Siamo negli anni Settanta? “Anni fantastici per la musica. Quando prendo le pillole – da vecchi ci sono sempre delle pillole – l’unica cosa che mi consola è che ho avuto la fortuna di vivere un momento meraviglioso come quello”. Sono anche anni di grandissime trasformazioni sociali. E di battaglie. Lei era femminista? “Ho partecipato al movimento nel senso che ero d’accordo su tutta la linea. Ai cortei però non andavo perché lavoravo, avevo la famiglia”» (Truzzi) • «Dopo la Ariston sono venute la Numero Uno, la Ricordi, la Fonit Cetra. E poi sono venute le due case discografiche fondate assieme a mio marito, che, invece, al contrario di me, era del ramo, la Nisa del 1983 e la Non ho l’età del 2006. In quegli anni ho seguito e partecipato al lancio di tanti nostri cantanti, da Mia Martini a Lucio Battisti, ad Anna Identici, a Ornella Vanoni, a Umberto Tozzi, a Fabrizio De André, a Gianna Nannini, a Eduardo De Crescenzo, a Tiziano Ferro, artisti che, se non fossero penalizzati dal fatto di cantare in italiano, non avrebbero niente da invidiare a quelli inglesi oppure americani che dominano il mercato» (Bossi Fedrigotti) • «“Con Tiziano Ferro ho lavorato tre anni prima che arrivasse il primo disco. Un successo. Prima ancora ci fu Mango. Una grande voce, una persona squisita. Lo conobbi nell’83. Per le qualità artistiche che aveva si è accontentato di stare al suo paese, di fare una vita serena. L’ambizione personale gioca un grande ruolo”. Le è sfuggito qualche talento nella sua carriera discografica? “Eccome. Biagio Antonacci. Me lo portò Ron ma non lo riconobbi”. Racconti quando doveva promuovere Ornella Vanoni. “Doveva farsi conoscere e volevo ottenere per lei la copertina di Oggi. Ma il direttore della rivista, Vittorio Buttafava, diceva che non era un ‘personaggio simpatico al grande pubblico come Mina. Rimasi tre giorni davanti all’ufficio di Buttafava, pregai. Alla fine ottenni la cover” Un aneddoto su Lucio Battisti? “Eravamo al supermercato di Molteno, a Lecco. Un gruppo di fan gli si avvicina e urlano: ‘Ma lei è Lucio Battisti’. E lui: ‘Magari!’” Lei, Mara, ha avuto problemi con la popolarità, da quando da dietro le quinte è diventata un personaggio popolare? “No. Sono grandicella. Se non volessi essere riconosciuta non sarei andata in tv. Fu la Sony a segnalarmi a Giorgio Gori, che produceva il primo X Factor, come uno dei giudici della trasmissione. Ero già conosciuta per il mio lavoro. E per il mio… carattere. Ma le dirò: forse non mi sono meritata tanto. Sono stata fortunata. Ho fatto una vita divertente”» (Alessandra Menzani, Libero, 31/12/2014) • «Il mio provino non li deluse. Dovevamo commentare le esibizioni di alcuni ragazzi. Arrivò una dicendo di voler interpretare una canzone bellissima ma mai capita dai discografici, lì mi espressi in maniera colorita. Insomma sbottai, ma come avrei fatto anche nel mio ufficio. Non potevo che essere me stessa, non sarei stata capace di fare altro. Mi presero insieme a Morgan, un grande» (alla Pellai) • «In un’intervista lei ha detto: la tv ti dà alla testa, il secondo giorno già pensavo a farmi un ritocchino… “Scherzavo, naturalmente. Anche se quando ti vedi in televisione, o anche semplicemente allo specchio, un po’ di tristezza ti viene. Mia sorella, la prima volta che mi ha vista in tv, mi ha detto: ma sei pelata! Ci credo, con la menopausa ho perso un sacco di capelli. Sono gli ormoni…”» (Truzzi) • «Aria da zia mite, messa in piega da parrucchiere sotto casa che le toglie il grembiule e le dà una passata di lacca Splend’or sulla chioma, postura da massaia concreta, di quelle che danno una pacca affettuosa sulla spalla al nipotino che la pacca di Cannavacciuolo al confronto è una carezza del papa, Mara Maionchi riesce a essere l’ingrediente migliore dell’unica, vera mistery box di ogni benedetto programma tv a cui partecipi: il cast. Se gli altri personaggi accanto a lei (anche più celebri e meglio pagati) sono delle incognite, Mara è sempre una certezza. La metti a X Factor ed è l’unica impavida a sfanculare la logorrea di Morgan o a rimettere subito a posto la spocchia di Claudia Mori (“È qui da 5 minuti e ha già rotto i coglioni”), la metti nell’Xtra Factor stravaccata sul divano a commentare X factor e diventa giudice, discografica, gruppo d’ascolto, Moige e direttore di rete. La piazzi ad Amici e anziché rassicurare i ragazzini in competizione, ricorda a tal Ruggero i pericoli dell’onanismo: “Nella tua solitudine sta attento a non diventare cieco come diceva il parroco del mio paese!”. Va a Celebrity Masterchef e dimostra di essere non solo una cuoca capace, ma pure un capo brigata con gli attributi, una battutista irresistibile e, soprattutto, l’unico concorrente mai visto a Masterchef a cui i giudici abbiano visibilmente paura di dire “Questo piatto fa cagare”. Mara potrebbe presentare carne di cervo scomposta al gusto tiramisù e menta piperita che Cannavacciuolo le direbbe, al massimo, il suo proverbiale “Manga un bo’ di groggantezza!” e Bastianich “Io questi piatto lo servirei a mio ristoranti a New York!”. Perfino il temuto pasticciere Iginio Massari, uno che nel suo tempo libero potrebbe usare la sua panna montata per dipingersi la faccia da pagliaccio IT e terrorizzare i bambini nelle strade buie e nessuno si stupirebbe, di fronte alla prova culinaria di Mara ha preferito dirle “brava” che assumersi il rischio di essere sfanculato. Eppure, il bello di Mara è che il fattore MM non prevede arroganza e prevaricazione. Anche in Masterchef, ruba la scena a tutti, ma tutti glielo perdonano. Manda a fanculo Magnini e dice alla Cucinotta di non rompere i coglioni, ma nessuno si offende. In un pollo al curry infila più parolacce che spezie ma riesce a non involgarire il programma» (Lucarelli) • «E in famiglia come hanno preso questa sua nuova vita? “Bene, nell’insieme. Mio marito per sfottermi ormai mi chiama soltanto “la starlette”, però mi pare contento, e una delle figlie cerca di incanalare in modo ragionevole i miei troppi impegni: in altre parole mi fa da agente, cioè da babysitter, da badante e da controllore”» (Bossi Fedrigotti) • «Non si stanca mai di lavorare? “Mai. È una delle cose che mi piace fare di più ancora oggi. Mi dà un senso di indipendenza che va oltre il denaro. Ho sempre amato questa parte della mia vita, anche quando facevo lavori meno gratificanti, mi piaceva l’idea dell’impegno, del fare, è un modo per sentirsi parte del mondo. Il lavoro ti aiuta a vivere meglio”. A casa si annoia? “Cosa farei a casa tutto il giorno? Non so ricamare, non so cucire. I nipoti li vedo, sì. Però non basta”» (Colosimo) • «Il segreto è che mi diverto come una pazza».
Vita privata «Perché chiama suo marito per cognome? “Mah così, come le contadine di una volta”» (Colosimo) • «Gli voglio molto bene, è una parte sostanziale della mia vita. Poi ogni tanto lo butterei giù dalla finestra» • «In tutto questo tempo non hai mai sentito i 10 anni di differenza? “Mai. Anzi sì, perché lui mi sembra un po’ più vecchio di me”» (Pellai) • «La donna più grande tranquillizza e permette di concentrarsi su se stessi, guardate Macron quanta strada ha fatto con Brigitte...» • Salerno è autore, tra le altre cose, di Avevo un cuore (portata al successo da Mino Reitano), Io vagabondo (Nomadi), Bella da morire (Homo Sapiens, vincitrice a Sanremo nel 1977), Terra promessa (Eros Ramazzotti), Senza pietà (Anna Oxa, vincitrice a Sanremo nel 1999). Non è mai autobiografico quando scrive canzoni, ma ha citato Mara in Donne, scritta per Zucchero. «Donne controcorrente» • Due figlie: Camilla e Giulia • Tre nipoti: Nicolò, Mirtila, figli di Camilla; Margherita, figlia di Giulia • Salerno e la Maionchi nel 2016 festeggiarono i 40 anni di nozze con il libro Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio (Baldini & Castoldi), dove si confessa che lui una volta la tradì: «Questo pirlaccione si era conservato la fattura dell’albergo. Cosa voleva fare, scaricare l’Iva?» • «Doveva stare più attento ma dopo 40 anni non si lascia un marito per una scopata. Una storia è diverso, una sera di libertà, vabbè… No, vabbè un c…o, non è vero che non conta. Non ho fatto finta di niente, gli ho fatto un culo come un paniere. Questo non so come dirlo in altro modo».
Politica «Farebbe politica? Ride. “Non sono adatta, bisogna avere il coraggio di fare delle figure di m...”. Lei come si definirebbe politicamente? “Non di destra. Ma nemmeno di sinistra, visto che non esiste la sinistra. Sono liberale. Ho votato Cinque Stelle. Ora non saprei”» (Menzani).
Religione Dice il rosario tutti i giorni • «Non ho paura di Dio, ho paura del suo fan club, come dice Woody Allen».
Vizi «Mara, ma tu sei da bianco o da rosso? “Non bevo vino né birra. Purtroppo le stronzate che dico, le dico da lucida. Non ho la scusa che ho alzato il gomito. Così da sempre. Astemia. Due sorsi ogni tanto a cena per spirito conviviale”» (Pellai) • Fumava • Aveva anche il vizio del gioco ma ha smesso. «Si arriva a un punto che capisci che devi smettere perché stai esagerando. L’ho fatto con le sigarette, l’ho fatto anche col casinò. Mi sono fatta cacciare da quelli di Campione e di Lugano, le tentazioni più vicine a Milano. Puoi farlo scrivendo loro una lettera dove chiedi che ti neghino l’ammissione e sei a posto. La volontà va aiutata».
Curiosità «Arbore mi voleva come capa delle Galline Coccodé di Indietro tutta. Ma avevo già tanto lavoro e i figli piccoli» (Marmiroli) • Legge biografie e libri di storia Va al mare a Forte dei Marmi • Lavora a maglia • Gioca a carte. «Sono bravina a burraco. Il Salerno lo odia invece» • «Cosa canti sotto la doccia? “Ma sei matta? Io non oso cantare. Sono una pippa, mi faccio schifo da sola. Sono il Totò Riina dei cantanti. Non esiste di peggio. Eppure adorerei canticchiare quel capolavoro che è Imagine di John Lennon... E invece mi limito ad... immaginarlo» (Pellai) • Ammiratrice della regina Elisabetta • Ha avuto un cancro al seno • Anche se credente, è favorevole a divorzio e aborto • «Cosa le manca? “Nulla. Magari una seconda serata alla Letterman, in cui strapazzo gli ospiti. O anche alla Ophra, che dice?”» (Mezzani) • «Ti hanno mai proposto un reality, tipo l’Isola dei famosi? “Ma va là.... L’idea di andare là e nun magnà non mi sfiora. Ho 74 anni, andare a morire in Colombia mi sembra brutto. Potrei fare il Grande Fratello dei pensionati. Mangi, dormi, discuti... sì, possiamo parlarne”» (Pellai) • Ha paura di morire • Quando le hanno chiesto quale sarà il suo epitaffio, ha risposto «Era una testa di cazzo, ma aveva un culo pazzesco!».
Titoli di coda «Avrei tanto voluto essere una grande gnocca. Ha presente Brigitte Bardot? Chissà che sensazione si prova quando cammini e tutti si girano».