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 2020  marzo 30 Lunedì calendario

Biografia di Lady Gaga


Lady Gaga, nata a New York il 28 marzo 1986 (34 anni). Il suo vero nome è Stefani Joanne Angelina Germanotta. Cantante. Attrice. Attivista • «Ha rubato il nome d’arte alla canzone Radio Ga Ga dei Queen» • Una delle popstar più famose al mondo. Celebre per lo stile originale e provocatorio • Più di dieci milioni di seguaci su Spotify (a marzo 2020), più di 28 milioni di album e 157 milioni di singoli venduti. Sei album pubblicati tra il 2008 e il 2020. Undici premi Grammy. Due Golden Globe. Premio Oscar 2019 per la miglior canzone: a Shallow, nel film A Star is Born, dove duetta con Bradley Cooper • «Aggressiva e trasformista come Madonna, sensuale come l’ex coniglietta e cantante dei Blondie Deborah Harry, colorata (e sessualmente ambigua) come gli Scissor Sisters» (Sandra Cesarale, Corriere della Sera, 1/4/2009) • «Madonna è un’icona classica, ancora legata a un’idea di divismo hollywoodiano, e rimane sempre lei, anche se ogni tanto cambia colore di capelli. Le sue mutazioni sono minime. Lady Gaga invece è un cartone animato, è un videogioco, è il fumetto di se stessa. Gioca a diventare bellissima e bruttissima, maschio e femmina, nasconde la faccia mostrandola ed enfatizzandola: occhioni, bocca esagerata, capelli incredibili. E in quel mascheramento continuo dimostra una grande creatività» (Stefano Pistolini) • «Ogni apparizione era argomento d’analisi, ogni uscita pubblica un’occasione per discussioni sul look: si presenterà con le zeppe e inciamperà? Metterà un abito bianco che si sporcherà di sangue? Inghiottirà un crocefisso, vestita da suora?» (Diletta Parlangeli, Il Fatto Quotidiano, 25/8/2015) • «Quando non si fascia con hot pants e body sgambati ama “reinterpretare”, alla sua maniera sfacciata, ruoli e mestieri: marinaretta, infermierina, bambina vezzosa. E nei suoi concerti scende dal cielo su una sfera di cristalli, fa sfoggio di vestiti fatti di bolle trasparenti, tute in latex versione sadomaso, tuniche luccicanti che ricordano l’era del glam rock» (Cesarale) • Nel 2010 si presentò alla premiazione degli MTV Video Music Awards indossando un vestito di carne, scollato e asimmetrico, disegnato dallo stilista Nicola Formichetti e realizzato con vera carne proveniente dai fianchi di un bovino, cucitale addosso in camerino • Ha detto: «Trasformarmi è parte della mia arte» • «Mi piace dire che faccio musica per gli abiti. Quando compongo una canzone non penso soltanto a note e testi ma anche a costumi e scenografie» • In Poker Face canta: «Can’t read my, can’t read my/ No he can’t read my poker face. Non può leggere, non può leggere / no, lui non può leggere la mia faccia da poker».
Titoli di testa «Ho sentito che ieri sera hai fatto distribuire qualcosa da bere a tutti i fan raccolti davanti all’albergo? “Beh, ieri ho offerto loro cioccolata calda e biscotti, e siccome oggi sono stata impegnata tutto il giorno con la stampa, mi dispiaceva non aver avuto un attimo per scendere giù a salutarli. Però ho fatto comunque un salto e ho portato loro ancora biscotti e fiori”» (Stephen Fry, Financial Times, 2011).
Vita «Sono famosa da sempre, solo che voi non lo sapevate ancora» • Figlia di Joseph e Cynthia Germanotta, italo-americani di New York, origini siciliane • «La domenica papà e mamma preparavano il sugo con le polpette ascoltando Frank Sinatra» (a Elena Oddino, Gente, 22/6/2010) • «Era il 1904. I bisnonni di Lady Gaga, Antonino Germanotta e Rosalia Lipari, 22enni, appena sposati, lasciano u bellu vidiri, il belvedere, tra Naso e la frazione di Malo, per Napoli. Da lì, l’esodo verso Ellis Island. Nella carta di imbarco Antonino, shoemaker, calzolaio, Rosalia, registrata semplicemente come wife, legittima consorte. A Naso tornano nel 1908 per un lutto e danno alla luce Benedetta, sorella di Giuseppe, nonno di Lady Gaga e padre di Joseph» (Alessandro Puglia, Sky, 6/9/2011) • Stefani cresce nel Lower East Side • Va a scuola dalle suore • Comincia a studiare pianoforte quando ha quattro anni. A tredici compone la sua prima ballata. Inizia a esibirsi nelle recite del liceo. A quindici ottiene una particina nei Soprano • Frequenta lo stesso istituto di Nick e Paris Hilton: «Ragazze molto, molto perfettine» • «Io ero una studentessa modello, mi mettevo nei guai quando indossavo magliette cortissime dalle quali si intravedeva il reggiseno. Ero una spina nel fianco, un po’ come oggi. Ma la mia istruzione scolastica ha contato molto: se sono una musicista capace lo devo allo studio» (Cesarale) • Riesce a entrare alla Tisch School of the Arts della New York University, ma la lascia subito • «Avrei potuto chiedere aiuto alla mia famiglia e, invece, a diciotto anni sono andata via di casa. Per mantenermi lavoravo come cameriera e facevo la spogliarellista. I miei numeri erano molto rock’n’roll: salivo sul palco con indumenti di pelle nera e ballavo su pezzi dei Black Sabbath, Guns N’Roses e Faith No More» (alla Cesarale) • «Quando papà viene a sapere che Stefani si esibisce negli spogliarelli burlesque (burlesque è trendy, cubista è vintage) circondata da drag queen e chissà quali altri incroci underground, il cuore del genitore, già malandato, ha un ennesimo sussulto» (Stefania Vitulli, Il Foglio, 3/3/2010) • I suoi ex compagni della New York University le dedicano un gruppo facebook: «Non sarai mai famosa» • Invece lei non demorde: «Ho lavorato a lungo, per tanto tempo. E non si tratta di vincere ma si tratta di non arrendersi» • Scrive canzoni per Fergie, per le Pussycat Dolls, per Britney Spears, quando conosce il produttore Rob Fusari. «Tutto iniziò nello stanzino di uno studio di registrazione di Parsippany, in New Jersey, dove nell’aprile del 2006 l’allora neanche ventenne Stefani Joanne Angelina Germanotta arrivò in autobus da New York per un’audizione che conquistò il producer. Pochi giorni dopo, durante uno scambio di sms fra i due, spuntò il nome di Lady Gaga mutuato dalla canzone Radio Ga Ga dei Queen che ascoltavano insieme. Se neanche quattro anni dopo Lady Gaga spadroneggia è perché, vestendosi con bolle di plastica, cappelli architettonici e tuniche fosforescenti, incarna il trend del sexy-burlesco che spadroneggia nei locali notturni dell’America della crisi, unendolo a una musica fra rock e pop» (Maurizio Molinari, La Stampa, 20/3/2010) • Nel 2008 esce The Fame, il suo primo album e ruba subito la scena a tante reginette del pop • Christina Aguilera: «Non so nemmeno se sia un uomo o una donna». Lei replica: «Non sono offesa. Mi ispiro all’androginia di David Bowie e Grace Jones» • Di lei dicono: «È la prossima Madonna». Lei: «Con Madonna ho in comune il fatto di essere italo-americana, di aver iniziato nei seminterrati di New York, di essere diventata famosa quando mi sono fatta bionda, di non avere paura e di avere molto carattere» • «Racconta che le piace il sesso con le donne ma che si innamora solo dei maschi. E quando monta il gossip sul suo presunto ermafroditismo, nega ma non troppo. Al punto che Katy Perry, la popstar diventata famosa con Ho baciato una ragazza e mi è piaciuto, l’ha accusata di volersi fare pubblicità con uno scandalo ben calcolato. Un pulpito, quello della Perry, non propriamente adatto a certe prediche. Ma tutto fa brodo e fa personaggio, tutto serve alla calcolatissima fama di cattiva ragazza» (Nicoletta Tiliacos, Il Foglio, 3/3/2010) • Dice di non volere fidanzati: «Ho questa strana idea che se vado a letto con qualcuno, si prenderà la creatività dalla mia vagina» • «Una volta ha finto di impiccarsi sul palco, un’altra ad Amsterdam ha fumato marijuana, promettendo che avrebbe cercato di convincere sia Obama che Oprah Winfrey delle sue virtù terapeutiche» (Stefanini) • «Ma tutte le volte che ho fumato marijuana, stavo facendo musica. Non mi sono mai drogata per niente» • Spiega a tutti che White Christmas è troppo corta: «È come quando cominci a prendere gusto a qualcosa e poi finisce. È simile a un cattivo orgasmo» • «Che cosa stai leggendo in questo periodo? “La Bibbia”» • Mika: «Per lei è tutto un gioco. Dà di testa, spara commenti bizzarri e il più delle volte esagera. Ma lo fa apposta» • «Nel culto dell’auto celebrazione non si è fatta mancare niente: dalle Gagamoji, gli adesivi per le chat a sua immagine, a Gagaville, la propria versione di Farmville, gioco per facebook di Zynga. E ancora, le bambole in silicone ad altezza naturale» (Parlangeli) • A un certo punto si dice che faccia il bagno nel sangue: «In effetti non sarebbe la prima volta che l’erede di Madonna si mostra in scena con vestiti e corpo imbrattati di rosso. Vezzi di una star a dir poco eccentrica, che fa della sua trasgressione un’arma discografica e di immagine. E così la vita sul palco e la realtà si mischiano senza che spesso sia possibile verificare indiscrezioni, invenzioni o soffiate del suo entourage che non fa fatica a speculare sulle stranezze della star» (Il Giornale, 12/1/2012) • «“Vivo costantemente tra realtà e fantasia perché così ho scelto, e tutti possono farlo. Sono convinta che ognuno di noi abbia qualcosa di magico e perché mai, in quanto società, siamo tanto spaventati dalla magia? Perché magia è sinonimo di artificio? Perché il fantastico è sinonimo di menzogna? Se l’arte è inganno, allora vi dico che mentirò ogni giorno finché non la farò diventare vera”. Le chiedo se per caso non abbia creato Lady Gaga proprio per poter disporre di un grandioso alter ego pronto ad assorbire tutta l’attenzione, le critiche, le lusinghe e le intemperanze mentre Stefani Germanotta, pacata e diligente, può tranquillamente occuparsi di far funzionare gli ingranaggi professionali dietro le quinte. Mi sbaglio, pare, e di grosso. “Non mi identifico in due persone distinte e non considero Lady Gaga, cioè io, come protettrice di Stefani… mi vedo piuttosto coinvolta in una fase di trasformazione costante. Io sono per il teatro senza intermezzi”» (Fry) • «Se vuoi lanciare un messaggio al mondo, puoi dire che Lady Gaga è la Bertolt Brecht della musica pop» • «Lady Gaga non aveva una faccia perché la nascondeva, la camuffava, la truccava, la stravolgeva (soprattutto la stravolgeva) e tutta la sua estetica sembrava essere questo: lei che si spossessava di sé per offrirsi alla musica e al personaggio con il quale aveva deciso di suonarla. Cantava: “Voglio la tua bruttezza, voglio la tua malattia, il tuo amore, il tuo dramma, voglio tutto” (Bad Romance, 2009). Cantava: “Non siamo solo arte per Michelangelo”, anche se poi lei lo era, o almeno ci provava, o così le veniva: era una ragazza fatta solo di arte. Di travestimento. Era un personaggio. La persona era sotto, ma non si vedeva. Le importava solo di spiazzarci, straniarci, stranirci, disorientarci» (Simonetta Sciandivasci, Il Foglio, 19/10/2018) • Così, i primi due album, Fame e Born this way sono un successo. Nel 2013 è pronto il terzo, Artpop, in cui lei si trasforma in una scultura di Jeff Koons. Lo presenta con un mini concerto evento a Brooklyn ma non riesce a bissare le vendite dei precedenti • «Ecco, il primo Rinascimento inizia subito dopo. Con Cheek to Cheek, album di duetti con il crooner Tony Bennett, premiato anche con un Grammy per il Miglior album pop tradizionale. Focus sulla voce, su standard americani immarcescibili, e su abiti da gran sera. Strategia o no, sembra un’altra persona. Eppure è con il medley sulle canzoni di Tutti insieme appassionatamente, cantato agli Oscar per il 50esimo anniversario del musical – nel 2015 – che riesce a suscitare ovunque ammirazione pari alla standing ovation con cui Hollywood la omaggia» (Cristiano Vitali, iO Donna, 28/3/2019) • «È cambiato qualcosa fuori di lei, tra di noi, nel mondo e ai personaggi s’è preso a domandare che fossero, il più possibile, persone. Lady Gaga s’è levata la maschera dell’arte e s’è messa quella dell’autenticità […] è diventata una donna di Hollywood non tanto perché ha fatto un film, A star is born ([…] è bellissimo, lei è bravissima), quanto perché è diventata una militante di nobili cause » (Sciandivasci) • La notte degli Oscar 2019 canta con Bradley Cooper la canzone tratta dal loro film, poi vince la sua prima statuetta • «“Mi sono rivista seduta sulla veranda del mio studio a New York, sul cemento, con la tastiera accanto a me. “È incredibile. Questo è stato un duro lavoro. L’ho affermato nel mio discorso e lo ripeto: “Se lavori duramente e non ti arrendi, puoi fare qualsiasi cosa”» (a Rolling Stones, 28/2/2019).
Amori Un tale Matt, poi un tale Luke, poi l’attore e modello Taylor Kinney (cinque anni più di lei), poi l’agente Christian Carino • Nel 2019 sembrava che la storia d’amore con Bradley Cooper in A star is born fosse reale, anche perché lui aveva rotto con la compagna Irina Shayk, invece era tutto teatro anche quello: «Volevamo che la gente pensasse davvero che eravamo innamorati. Volevamo che tutti provassero quell’amore agli Oscar. E che la notizia si diffondesse attraverso tutti gli schermi televisivi».
Tatuaggi Una rosa sulla schiena, perché in A star is born la prima canzone che canta è La vie en rose • Una chiave di violino in centro alla schiena • Delle margherite sulla spalla sinistra • Il simbolo hippy della pace sulla parte interna del polso sinistro, omaggio a John Lennon • Un unicorno sulla coscia • La faccia di David Bowie sul fianco sinistro • Un angioletto alla base del cranio • Un topo sul gomito sinistro • Una tromba sul bicipite destro, omaggio a Tony Bennett •  La frase di Rainer Maria Rilke «Nell’ora più profonda della notte, confessa a te stesso che saresti morto se ti era proibito scrivere. E guarda in profondità nel tuo cuore dove si diffondono le sue radici, la risposta, e chiedetevi, devo scrivere?», scritta in tedesco, sul bicipite sinistro perché è il suo scrittore preferito.
Battaglie «Sto solo cercando di cambiare il mondo, una paillette alla volta» • Fautrice dei diritti Lgbt • Ha sostenuto pubblicamente Obama e Hillary Clinton • Su Trump: «Non ho niente da dire su di lui».
Curiosità Ha una casa a Malibù • Soffre di fibromialgia • Dice di reinvestire tutti i suoi guadagni negli spettacoli • «La cosa più bella per me come artista è che questo sogno non finirà mai, perché non mi lascio sedurre dalle cose materiali e non mi importa niente dei soldi e non m’importa niente dell’adorazione del pubblico, per me conta solo l’amore dei miei fan. Per me il lavoro è tutto, per far crescere la mia arte» • «Sono sincera quando dico che il denaro per me non ha nessun valore. Le sole cose costose che ho comprato finora sono la valvola cardiaca per papà e la Rolls Royce per l’anniversario dei miei genitori» • Perfezionista: «Ieri ho rivisto la mia performance in un programma tv. Non mi stancavo di riesaminarlo, l’avrò guardato decine di volte. Ho studiato tutti i punti che mi piacevano e tutti quelli che non mi piacevano… Studio nel dettaglio tutti i particolari dello spettacolo» • I suoi fan si chiamano i Piccoli Mostri • La prima volta che venne in Italia, nel 2009, non se la filò quasi nessuno. Cantò solo un paio di canzoni alla finale di Coppa Italia di pallacanestro a Bologna • «Le Germanotta a Naso sono come i funghi che crescono nella vallata. Quasi tutte col naso a patata che rende inconfondibile Lady Gaga: “Non abbiamo i soldi per rifarcelo”. Chi le vede passeggiare in giro, si affaccia dalle terrazze e urla: “Oh, guarda una Germanotta”» (Puglia) • «In realtà, mi ritengo una persona normale. L’unica differenza è che io dico e mostro apertamente ciò che gli altri si limitano a immaginare nel privato. Provate a farlo anche voi».
Titoli di coda «Lady Gaga e io siamo cugini di terzo grado ma non me ne frega niente perché la vera diva devo essere io» (Cristiano Malgioglio).