21 marzo 2020
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Biografia di Guido Bertolaso
Guido Bertolaso, nato a Roma il 20 marzo 1950 (70 anni). Medico specializzato in malattie tropicali. Consulente personale del presidente della Lombardia Fontana per l’emergenza COVID-19 • Per due volte capo del dipartimento della Protezione civile (dal 1996 al 1997, poi di nuovo dal 2001 al 2010) • «Mi chiamavate Mister Emergenza, ricordate?» • «Invocato come Padre Pio, paragonato a Superman e al mister Wolf di Pulp Fiction (“risolvo problemi”), ribattezzato San Bertolaso o Superguido, domani atterrerà in Italia direttamente dal Sudafrica […] un curriculum formato lenzuolo, macchiato da qualche ombra giudiziaria e smacchiato a colpi di assoluzioni, Guido Bertolaso è l’uomo delle grandi emergenze. Quando l’Italia è a un passo dal baratro, eccolo che torna, forte di suppliche bipartisan e di un’esperienza che pochi, in materia di tragedie collettive, possono vantare. Rifiuti, inondazioni, frane, incendi. Il terremoto in Abruzzo e il G8 all’Aquila. Ebola, la Sars e adesso il coronavirus» (Monica Guerzoni, Corriere della Sera, 15/3/2020) • «È per carattere un uomo di azione, sicuro di sé e poco incline alla mediazione. Più manager che politico, più di sinistra che di destra, ha nelle vene zero gocce di modestia e un carattere di ferro. Il suo motto? “Per far funzionare le cose serve un’organizzazione che funzioni”» (ibidem) • «Benché non fosse stato scelto da Silvio Berlusconi che lo trovò già al suo posto, il fondatore di Forza Italia si prese per questo manager con una competenza pari alla sua leadership, una vera cotta. Gli avrebbe perfino dato il suo partito per metterlo in rianimazione, se Bertolaso avesse accettato. Fu capace di risolvere la mostruosa faccenda della monnezza a Napoli e del terremoto dell’Aquila e fu prontamente accusato di ogni possibile crimine amministrativo, del tutto campato in aria, ma sufficiente per stroncarlo, avvilirlo e metterlo fuori gioco» (Paolo Guzzanti, Il Riformista, 10/3/2020) • «Commissario straordinario multiuso per terremoti, inondazioni, giubilei, frane, slavine, valanghe, visite papali, smottamenti, incendi boschivi, mondiali di ciclismo, emergenze rifiuti, eruzioni vulcaniche, aree marittime, relitti navali, grandi eventi, rischi bionucleari, aree archeologiche, G8, epidemie di Sars e tutte le calamità naturali possibili e immaginabili, tranne la più perniciosa: lui» (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 4/4/2019) • «Da anni scambiato in Italia da destra e da sinistra per un grande esperto in fatto di Protezione civile. In realtà l’unica esperienza che il popolare Disguido ha maturato sul campo è quella in catastrofi: quelle che provoca lui a ogni suo passaggio» (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 27/1/2010) • «Essendo stato assolto nei processi, è passata la fake news che abbia fatto tutto a regola d’arte. Come se bastasse non commettere reati, o non farsi scoprire, per essere un fenomeno» (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 10/3/2020) • «So che è difficile, ma si metta nei miei panni. Da tre anni non passa giorno senza che sui giornali, a iniziare dal suo, non si assista alla replica del Bertolaso horror show. La cricca. Il G8. Poi Bertolaso e i Mondiali di nuoto. Bertolaso e il sistema gelatinoso. Bertolaso e i cessi chimici. Una persecuzione violentissima, senza precedenti. Accuse, ipotesi, illazioni. Dove sono le prove? Davvero pensate che sia stato un criminale, un bastardo, la reincarnazione di Satana o Belzebù?» (a Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano, 5/8/2012).
Titoli di testa «Il Sudan è un esilio? “In Africa mi sto ritrovando. Ne ho bisogno” In Italia si ironizza. Bertolaso si traveste da Albert Schweitzer per poi candidarsi in politica. “Nella menzogna mi onorano. Schweitzer, un Nobel, è il mio idolo. Da ragazzo tentai il tirocinio nel suo ospedale in Gabon, a Lambaréné. Mi scartarono, troppo giovane”» (Pagani).
Vita «Nipote del cardinale Ruini e figlio di un aviatore» (Guerzoni) • Il padre, Giorgio, è stato pilota decorato nella seconda guerra mondiale, primo italiano a volare con il Lockheed F-104 Starfighter, generale di squadra aerea, direttore del personale dell’aeronautica. L’ultima volta che si è lanciato con il paracadute aveva 84 anni • Guido studia Medicina, si laurea con lode alla Sapienza nel 1977. «Sognava di viaggiare e voleva “curare gli ultimi del mondo”. Il relatore della sua tesi gli disse: “Lei è un idealista, avrà tante delusioni”. Reagì come fa sempre: lavorando più di prima. Prese il master a Liverpool in Malattie tropicali, e partì volontario: Algeria, Tunisia, Burkina Faso, Mali. Dal ’77 al ’79» (Pierangelo Sapegno) • «“Erano gli anni 70 e 80 non molti parlavano di fame nel mondo, delle terribili condizioni del terzo mondo. Era appagante per un giovane laureato lavorare su quel territorio” Questo l’ha portata per contiguità ad avvicinarsi al mondo cattolico delle missioni? “Quando io facevo volontariato, solo ed esclusivamente le organizzazioni cattoliche svolgevano la loro opera per la cooperazione allo sviluppo ed aiuto al terzo mondo, soprattutto legate alle missioni in Africa. Solo nel 1985 è esploso l’interesse laico sia in Italia che internazionalmente, con l’approntamento di grandi investimenti”» (Gianna Venturini, America Oggi, 29/10/2008) • «Nell’80 lo chiamò la Farnesina: “Lei è un esperto di malattie tropicali? Ci sarebbe da gestire un ospedale italiano in Thailandia”. Quando arrivò lì, l’ambasciatore lo guardò imbarazzato: “Ma lei è un ragazzo...”. Aveva 30 anni, salì su una campagnola Fiat con una mappa in tasca, e al confine della Cambogia il medico thailandese che lo accompagnava gli indicò una risaia ridendo: “Quello è il tuo ospedale”. Costruirono quattro padiglioni e ci restarono due anni» (Sapegno) • «Tutte le altre organizzazioni bilaterali che operavano nell’area, Croce Rossa, Nazioni Unite, ed altre nazioni - dagli Stati Uniti all’Australia - riconoscevano il nostro ospedale quale riferimento migliore per ogni problematica di ordine sanitario e umanitario. Sapere che venivano non solo per una buon tazza di caffè italiano ma anche per consiglio ed aiuto, è stata una bella soddisfazione» (alla Venturini) • «Il giorno che se ne andò portò via il suo tricolore: “Era finito per errore in una discarica. Lo recuperai con le mie mani”» (Sapegno) • Alla Farnesina fa carriera. Diventa coordinatore dei progetti nei Paesi in via di sviluppo, capo del dipartimento degli Affari Sociali • Lo presentano a Andreotti come «un comunista travestito» • Lo mandano persino in America, come vicedirettore esecutivo dell’Unicef: «Ho lavorato con Jimmy Grant il grande direttore esecutivo che ha fatto dell’Unicef una delle migliori organizzazioni internazionali. Erano gli anni dal 93 al 95. A New York ho imparato perfino a giocare a golf…» • «Nel ’97 fu chiamato da Francesco Rutelli per il Giubileo. Lavorò con lui fino alla primavera del 2001, e in quella veste aveva preparato un piano per il G8 di Genova. Quando vinse Silvio Berlusconi, prima del vertice, scrisse due righe a Gianni Letta: avete scelto le persone e le strategie sbagliate. Troppo tardi per rimediare, ma Letta se ne ricordò e lo chiamò alla Protezione civile» (Sapegno) • «A me piace fare le cose bene e far vedere che in Italia si possono fare le cose dentro allo Stato in un modo positivo e concreto. Questo approccio nasce dalla mia esperienza all’estero: e debbo dire che non ho visto genialità, professionalità, competenze migliori di quelle che abbiamo noi» • «Prodi e Veltroni erano pazzi di lui, come i quotidiani e pure le televisioni, che ne lusingavano la facile vanità, “nella classifica della popolarità venivo subito dopo il presidente Napolitano e prima del Papa”, si lasciò scappare una volta» (Salvatore Merlo, Il Foglio 8/4/2016) • Nel 2006 è commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania. Ottiene da Prodi un decreto per aprire le discariche di Serre, Terzigno, Savignano Irpino e Sant’Arcangelo Trimonte. Pressato dalle proteste popolari, però, il governo lo corregge e lo svuota da ogni effetto. Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio protesta perché la discarica di Serre è troppo vicina a un’oasi del Wwf e fa trovare un altro sito. Per protesta Bertolaso si dimette, viene sostituito dal prefetto Alessandro Pansa • Nel 2008 Bertolaso ha la sua rivincita. Berlusconi lo nomina sottosegretario nel suo IV governo. «Che nessuno pensi che cumulo i due stipendi. Per me è un privilegio e lo faccio volentieri, ma gratis, come feci all’epoca quando fui nominato commissario per l’emergenza» • Grazie alla riapertura delle discariche di Savignano Irpino e Sant’Arcangelo Trimonti, alla collaborazione di alcune regioni del Nord e all’accordo con la Germania, per la quale sono partiti rifiuti per decine di migliaia di tonnellate, Napoli è torna pulita, pronta per un piano a lungo termine con termovalorizzatori e impianti per la produzione di cdr (combustibile derivato dai rifiuti) • Dopo 58 giorni Berlusconi può dichiarare: «È finita l’emergenza rifiuti, Napoli torna una città occidentale» • «Da giovane medico volontario nei campi profughi dell’Indocina a Palazzo Chigi. Due luoghi agli antipodi per la stessa missione: salvare il mondo povero o salvare Napoli dalla monnezza. Ha vinto tutte le battaglie, eliminato i nemici politici, incassato il riconoscimento del popolo italiano e del suo diretto rappresentante (Berlusconi). Nelle sue mani una concentrazione di poteri senza precedenti: esercito ai suoi ordini, prefetti di ferro che scattano come reclute, Palazzo Chigi costantemente mobilitato, l’intera macchina della Protezione civile in pugno» (Mariano Maugeri) • «Basta un allarme e Bertolaso, commissario ad acta, diventa il grande regista del set Italia. Ai suoi ordini 31.447 vigili del fuoco, 9.300 guardie forestali, 68.134 guardie di finanza, circa 120 mila carabinieri e 110 mila poliziotti. E poi gli aerei: 15 Canadair, 4 elicotteri S.64, un A 109 e un altro Ab 169. Più due aerei da trasporto» (Stella Pende) • Bertolaso si stringe al Cavaliere, cui lui appare l’incarnazione perfetta dell’uomo del fare • Claudio Scajola: «Berlusconi è il sole… Se ti avvicini troppo ti bruci» • «Eravate ovunque... “Eravamo la straordinaria eccezione che si è scelto di eliminare senza poi curare minimamente l’ordinario. Pagano i cittadini, non c’è da stupirsi”. Bertolaso l’accentratore. “Uscimmo da quello che era il nostro originario solco, confesso. Fiorello ci scherzava su: ‘Esistono 100 sosia di Bertolaso’”. Vi occupaste di Pompei dichiarando uno Stato d’emergenza relativo al Vesuvio poi aspramente contestato. “C’erano abbandono, rischi di crolli ulteriori, erbacce e merde di cane. Dovevo fregarmene? Erano forse compito della Protezione le discariche, l’emergenza rifiuti o i termovalorizzatori? No che non lo erano. Avrebbe dovuto occuparsene qualche ministero. Di fronte all’inazione, intervenimmo” […] I suoi superpoteri? Bastava una firma di Berlusconi e limiti di spesa e frontiere cadevano. “La legge venne fatta per semplificare le procedure. Avevamo un buon rapporto con il Primo ministro legittimamente eletto. È una colpa? […] L’accusa di essere un berlusconiano di ferro mi brucia. Non lo sono mai stato. So che riderete, ma i miei amici più cari sono di sinistra, a volte estrema. Stimo Berlusconi, non l’ho mai votato. Disse: ‘Bertolaso sarà ministro’. Con le mani nei capelli gli risposi: ‘Grazie Presidente, ha firmato la mia definitiva condanna a morte’. Dopo 10 giorni, anche grazie al fuoco amico, mi ritrovai nella vicenda della Cricca”» (Pagani).
Intervallo «La Protezione civile era diventata troppo famosa» (a Luciano Capone, Il Foglio, 26/8/2016).
Caduta «“Mi hanno descritto come il braccio armato di Berlusconi, ma non faccio parte di nessuna casta, loggia o associazione, né conosco nomi e cognomi di chi a destra mi ha voluto sparare alle spalle. Ma è successo, le ferite restano e la mia famiglia ne paga ancora le conseguenze” La cricca esisteva? “Assolutamente no. Esistevano rapporti inopportuni tra funzionari dello Stato e imprenditori. ‘Cricca’ però si rivelò un termine geniale”» (Pagani) • Lo accusano di aver favorito imprenditori amici suoi in cambio di soldi e sesso • Francesco Maria De Vito Piscicelli, imprenditore edile noto per l’intercettazione in cui lo si sentiva ridere con il cognato dopo il terremoto in Abruzzo, di lui dice così: «È un megalomane con il complesso di far del bene. Per le responsabilità che ha avuto, la fama che si è creato, non avrebbe mai dovuto vendersi per 50 mila euro. Quella era la sua tariffa: 50 mila euro, ogni volta» • Intercettato al telefono con il gestore del Salaria sport village, un centro benessere, dice: «Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... Io verrei volentieri, una ripassatina» • Lo accusano anche di essersi fatto pagare un appartamento un via Giulia dall’imprenditore Diego Anemone • «“Non ho avuto l’agio di possedere tutti i nastri che Repubblica tira periodicamente fuori per bastonarmi con il pretesto di informare […] Costa una cifra folle, ho evitato. Ti arrivano un milione di telefonate non selezionate da ascoltare. Non ho bisogno dell’audio. Né per il Presidente, né per il resto. Mi basta la memoria”. Al telefono, al gestore del Salaria Sport Village, lei dice: “Se oggi pomeriggio Francesca potesse, io verrei volentieri… una ripassata”. “Se andate sul mio sito internet ad ascoltare quella registrazione, potete facilmente sentire che non si dice mai ‘ripassata’, ma ‘rilassata’. Francesca è un’ottima fisioterapista e una madre di famiglia”. Secondo il Gip di Perugia lei ottenne favori sessuali in cambio di agevolazioni e appalti forniti ad Anemone. “Cosa ci voleva a fare un’irruzione e beccarci con i preservativi per terra? A interrogarla? ‘Senta un po’ Francesca, ma lei a Bertolaso cosa faceva? La fisioterapia o qualche altro gioco strano?’. Perché non è mai stata sentita? Ma si fanno così le indagini? Ci deve essere una spiegazione”. Lei quale si è dato? “Sospettare uno strano disegno è lecito” […] “Alla Protezione radunavo lo staff: ‘Se vi becco ad accettare un regalo, vi uccido’”. Qualcuno dei suoi collaboratori ha deviato dal percorso. “Errori, ripeto, ci sono stati. Lancio una sfida. Vediamo se Piscicelli, quello che la notte del sisma aquilano rideva come un pazzo, parla di Bertolaso. Se ha il coraggio di confermare che mi conosceva, se Anemone e Balducci vogliono mettersi in bocca il mio nome. Facciamoli parlare questi signori”. Perché per gli alberghi extralusso de La Maddalena scelse l’azienda di Emma Marcegaglia? “Alla gara pubblica si presentò solo una ditta: la sua. Per fugare i dubbi chiesi un parere anche all’authority. Il prezzo dell’appalto, nonostante si sostenga il contrario, fu equo”. Rifarebbe tutto? Anche quella telefonata all’assessore regionale Daniela Stati, parlando di “operazione mediatica” a 7 giorni dal sisma del 6 aprile? “Certo”» (Pagani) • Nel 2010 decide di dimettersi: «Ne sono uscito come ho deciso io: a testa alta e con le pezze al culo» • «Alla sparizione di Bertolaso corrisponde quella della Protezione Civile. Fu solo propaganda? “Premesso che chi mi ha sostituito (Bertolaso non fa mai il nome di Gabrielli ndr) è probabilmente più cauto, saggio, bravo ed esperto di ambiti politici di me, il ragionamento è semplice. C’era una realtà che nel penoso panorama burocratico del nostro Paese dava fastidio. Un’anomalia positiva che imbarazzava le gestioni non esattamente esemplari dei carrozzoni di Stato”» (Pagani) • «Il Pronto soccorso Italia è stato trasformato in ambulatorio di periferia».
Esilio «Gli amici l’hanno abbandonata? “Selezione naturale. Sono rimasti in pochi. I pavidi mi fanno molto ridere. Li chiamo gli scomparsi. Appena si riavvicinano, un trafiletto di giornale li trascina nuovamente al largo”» (Pagani) • «Lavora in ospedale a Yirol, nel Sud del Sudan, al servizio del Cuamm, il gruppo di medici laici che dal 1950, in 7 diverse nazioni del Continente, salva esistenze in batteria . Nella foresta dove in 48 ore si muore per una puntura di zanzara, l’ex numero due della nazione ai tempi di Silvio B si alza alle 6 e tira in corsia fino a sera: “Da quando sono arrivato abbiamo ricoverato 1.010 bambini per malaria cerebrale. Abbiamo donato sangue e impegno ma non siamo riusciti a salvarli tutti”. Se l’espiazione plastica sia anche interiore, lo dirà il tempo: “Ho sicuramente commesso migliaia di errori e dato credito a persone che non lo avrebbero meritato. Ma facevo tante cose e sono fatto così. Di solito mi fido, magari poi mi pento”. L’esperienza nel Cuamm, 14 ore quotidiane in cui spogliarsi dell’identità, giura: “Mi ha cambiato moltissimo. Sono meno iracondo, più umile”. Della “mala aria”, metafora crudele della sua parabola, parlerebbe per ore. Un milione di morti nel solo 2011. “Una guerra silenziosa. Una vergogna. Se fosse stata un problema degli Stati Uniti o dell’Europa, come l’Aids, avremmo il vaccino. Invece usiamo ancora il farmaco di Jules Verne, il chinino. Uno scandalo”» (ibidem) • Nel 2016 Berlusconi lo recuperò, candidandolo a sindaco di Roma. Dopo vari tentennamenti, ripensamenti, e scontri con Salvini e Giorgia Meloni, che volevano un altro candidato, decise di ritirarsi.
Vita privata Sposato con Gloria Piermarini, due figlie, Olivia e Chiara • «Adesso è nonno» (Guerzoni).
Ritorno «Come potevo non aderire alla richiesta di dare una mano nella epocale battaglia del Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita, è stata dedicata a servire il mio Paese?» • «Il suo compenso? Un euro, a titolo simbolico»
Cattiverie Travaglio gli ha offerto due euro per starsene a casa. Negli anni lo ha chiamato «Bertoleso», «Bertolesso», «Disguido», «Bertolao Meravigliao». Lui gli ha dato del «buffone». Si sono fatti causa più volte a vicenda • Secondo Italia Oggi Conte non lo ha voluto come commissario straordinario per l’emergenza coronavirus perché gli avrebbe fatto ombra.
Titoli di coda «Si sente ancora intoccabile? “Non lo sono mai stato. Non mi avete mai voluto conoscere voi. Io non sono intoccabile. Sono innocente”» (Pagani).