Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  marzo 21 Sabato calendario

Biografia di Ursula Andress


Ursula Andress, nata a Ostermundigen, cantone di Berna, Svizzera, il 19 marzo 1936 (84 anni). Attrice • «Ursula Andress! La quintessenza delle pupe di Bond! L’incarnazione – giusto? – della sua superiorità su di noi» (Trainspotting) • «La Svizzera non ha esportato solo formaggi e cioccolata ma una donna che ha riempito i sogni di generazioni di uomini» (Maurizio Porro, Corriere della Sera 26/8/2010) • È entrata nella storia per il ruolo di Honey Rider in Licenza di uccidere (1962), primo film della serie di 007. Famosissima la scena in cui, in bikini bianco, esce dal mare dicendo a Bond: «Stai cercando conchiglie?». Risposta imbarazzata: «No, sto solo guardando…» • «La sua bellezza ha stregato molti uomini, a cominciare da James Dean, con il quale vive una breve ma intensa storia d’amore finché non incontra John Derek, l’unico uomo che abbia mai sposato […] Un fugace incontro tra le lenzuola con Marlon Brando non guasta i rapporti con Derek. Ma nel 1965 ecco il ciclone Bebél, Jean Paul Belmondo. Sette anni intensissimi finché non arriva, per lui, Laura Antonelli. Ha un flirt con Ryan O’Neal, e poi cinque anni d’amore con Fabio Testi, e poi… L’elenco è lungo» (L’Europeo, 11/2001) • «Quando ha cominciato a lavorare? “Nel ’57 sono andata negli Stati Uniti per la Paramount. Quei contratti duravano sette anni, lo firmò anche Marilyn Monroe. Eri loro proprietà esclusiva. Scappai. Sposai John Derek. Mi fotografava. Una major mi vide: “Ursula, tu rifiuti tutto. Ci serve una ragazza atletica per un film di spionaggio”. Ero insicura. Ma lessi la sceneggiatura e non dovevo parlare tanto. E poi non ero mai stata in Giamaica”» (Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 8/3/2006).
Titoli di testa «Vai da Ursula Andress e pensi a una sirena, alla famosa scena in cui esce dalle acque in bikini, al primo Sean Connery […]. E invece lei vuole parlarti di Lucy. Ma chi è Lucy? “Era un’oca del mio giardino. Mi amava, non mi lasciava mai, quando rientravo a casa, la sera mi parlava. Se partivo per un film, non mangiava più. Si è lasciata morire”» (Cappelli).
Vita «Cresciuta in una famiglia elvetico-tedesca protestante insieme ad altri sei fratelli, alla giovane Ursula la Svizzera sta piuttosto stretta» (Gianfranco Gramola, interviste romane, 21/4/2006) • «A 3 anni già scappavo di casa, volevo andare in piscina. Papà non era più con noi, fu costretto a andare via, erano tempi brutti, c’era la guerra. Mamma mi costrinse a vivere col nonno, uomo duro, da ragazzina non potevo parlare con i maschi o andare al cinema» (a Cappelli) • «A sedici anni decide di lasciare la scuola e va a Parigi per seguire corsi di pittura, scultura e danza» (Gramola) • «A 17 anni mi sono innamorata dell’attore Daniel Gelin e l’ho seguito a Roma. Ero minorenne, a casa mi fecero cercare dall’Interpol» • «Roma era bella una volta, anche viverci era bello. Io ricordo con piacere la Roma degli anni’50 e ‘60, quando non c’era nessuno, nemmeno sulla scalinata di Trinità dei Monti. Era tutta vuota, non come adesso, e c’era solamente un piccolo fioraio ai piedi della scalinata. Che bella quella Roma. Si andava a prendere il caffè al mitico Caffè Greco di via Condotti e lì non c’era tutta ’sta gente che spinge e parla a voce alta. Poi si andava da Nino per mangiare… bei ricordi di una Roma sparita. Era tutto più bello, tutte le persone erano molto più gentili ed educate […] Ricordo benissimo via Veneto, quella vera, con tutti i tavolini fuori, all’aperto, i paparazzi in cerca di scoop. C’era Fellini, c’erano tutti gli attori famosi, i giornalisti … Erano tutti là in strada e tutti avevano il tempo di sedersi per un caffè, non c’era la frenesia di adesso…» (a Gramola) • Giovanissima, debutta nel mondo del cinema. Ottiene due particine in Un americano a Roma e Le avventure di Giacomo Casanova, entrambi di Steno • È bellissima e per un po’ lavora come modella: «Ma in famiglia eravamo tutti così» • Nel 1955 è a Hollywood • Nel 1955 conosce James Dean. Lui ha 24 anni ed è già famosissimo, lei 19 e non parla neanche bene l’inglese • «Venne da me a Hollywood e non mi lasciò più» • Stanno assieme. Si amano, vanno al cinema, in moto, ascoltano molto jazz. Eppure nella loro storia c’è qualcosa di strano. Lei è innamorata di un altro attore, John Derek. Lui - si dice - la usa solo per coprire la propria omosessualità: «Sentire queste cose mi faceva impazzire. Alcuni avevano anche insinuato che ero stata pagata per fingermi la sua fidanzata» • Tutto finisce il 30 settembre 1955. Dean si è appena comprato una Porsche 550 Spyder, vuole provarla, chiede a Ursula di accompagnarlo a Peble Beach. Lei accetta, ma viene a trovarla proprio John Derek e così, quando James arriva a prenderla sotto casa, gli dice di aver cambiato idea. Lui se ne va, è furioso. Poco dopo si schianta sulle Route 466. Lei avrebbe dovuto essere su quell’auto • «Nel ’57 firma un contratto di esclusiva con la Paramount ma se ne va via subito per sposare John Derek» (Gramola) • «Quando fu fotografata nuda da Playboy? “Io fui la prima, nel ’62, a posare. Un mitico servizio di 10 pagine. Pensi che le foto girano ancora tra i collezionisti e in Svizzera vengono spesso a trovarmi delle persone che vorrebbero che gli firmassi il servizio fotografico di Playboy”. Chi fece le foto? “Il mio marito di allora, John Derek”» (Alain Elkann, La Stampa, 1996) • Derek le consiglia anche di accettare la parte femminile in Licenza di uccidere «Lei come arrivò sul set? “Assolutamente per caso e lì conobbi 007 e il suo autore, Fleming, che era esattamente come il personaggio, aveva fatto anche l’agente segreto”» (Maurizio Porro, Corriere della Sera, 26/8/2010) • «Ma com’era Sean dal vivo? “Un uomo di incredibile humour e charme, come oggi non ce ne sono assolutamente più, ora sono tutti Narcisi che si guardano allo specchio e si occupano solo di se stessi […] Quando lo conobbi mi aiutò, era simpatico, mai noioso» (ibidem) • Nel film lei appare solo dopo 59 minuti, indossando il famoso bikini: «Chi l’aveva scelto? “Ma io, chi altri?”» • «La produzione voleva farmi mettere un bikini in stile caraibico, ma non mi convinceva affatto […] prendemmo uno dei miei reggiseni e confezionammo un top uguale: volevo essere sicura che non uscisse il seno. Nessuno immaginava che quella scena sarebbe diventata un cult. Al tempo era un film minore […] Avevo 26 anni e venni pagata diecimila dollari» (Sue Evison, Chi, 17/10/2007) • Ursula diventa famosissima. «Dopo tanti anni se ne parla ancora. “Eravate abituati al seno delle maggiorate, di Gina e Sophia, e sono arrivata io atletica, una ginnasta, che si esercitava e ancora si esercita molte ore al giorno: era un cambiamento di prospettiva che il pubblico ha accettato”» • «Il successo della pellicola, e della sua prorompente performance, la lanciano definitivamente. Sarà al fianco degli attori più in voga in quel periodo, Elvis Presley, Dean Martin, Frank Sinatra e Sammy Davis Jr» (Gramola) • «Non ha più voluto fare la Bond girl? “L’avevo fatta prima in Casino Royale in tono di commedia con due magnifici attori: David Niven, vero signore, e Woody Allen, genio del cinema. Che follie, abbiamo visto passare sul set otto registi […] Se penso alla bravura e all’intelligenza del grande Peter Sellers quando girammo Ciao Pussycat mi viene un attacco di nostalgia. Purtroppo si continua a parlare di care persone che hanno preso il volo. Fortuna che ho conosciuto gli anni 50, 60 e 70, i migliori del secolo: avevamo tutti così tanto entusiasmo per il futuro”» (Porro) • «Di film poi ne ha girati una quarantina, senza però bissare il successo. Ma, in fondo, è stata un po’ una scelta. La volevano, ad esempio, per La scelta di Sophie, e lei rifiutò, regalando la parte (e un Oscar) a Meryl Streep. Poco “svizzera” nella gestione della carriera, non ha mai scelto in base alla qualità. “Mi piaceva solo girare le scene d’azione. Fatemi fare la cow girl, la pirata, dicevo, ma non fatemi parlare” ha confessato. “Ho rifiutato molti ruoli impegnativi perché mi vergognavo di mostrare i miei sentimenti, mi sembrava di metterli in vendita. Più di tutto, detestavo le scene d’amore. Quel fingere di essere innamorati di qualcuno mi metteva profondamente a disagio”» (M.L.G., iO Donna, 17/3/2016) • «Lei e i suoi uomini: chi le viene in mente? “James Dean. Siamo stati insieme gli ultimi quattro mesi della sua vita. Era introverso, sensibile, carino, tenero, infelice. Sapeva che ero innamorata di quello che sarebbe diventato mio marito, John Derek: non conoscevo la vita, ero troppo giovane […]”. Marlon Brando? “Siccome parlava francese, mi disse che quando sarei andata in America si sarebbe occupato di me. Era un diavolo. Non posso definirlo un fidanzato, a 18 anni sei così giovane, vuoi stare in compagnia”. Ryan O’Neal? “Un amico ancora oggi”. E Belmondo? “Affascinante, pazzo, divertente, magnetico. Però mi picchiava. Gelosissimo, era il suo sangue siciliano” Lei è stata fedele? “Diciamo che ho imparato col tempo”» (Cappelli) • «A quarant’anni è ancora super richiesta, ma come sempre per ruoli da bomba sexy come quello dell’infermiera nel film di Nello Rossati del 1975. Poi nel 1979 arriva un nuovo grande amore, quello con l’attore Harry Hamlin, quindici anni più giovane di lei, con il quale ha un figlio, Dimitri. La relazione dura fino al 1982, poi si lega a Lorenzo Rispoli. Dopo la nascita di Dimitri abbandona quasi completamente la scena» (Gramola) • «I film commerciali non mi interessano, se faccio qualcosa deve riguardare l’arte. Come il ruolo della Madonna interpretato lo scorso anno [nel 2005] nel lungometraggio Die Vogelpredigt oder das Schreien der Mönche, del cineasta elvetico Clemens Klopfenstein» (Cappelli) • Quando compie sessant’anni Playboy le offre tantissimi soldi per farsi fotografare nuda di nuovo: «Quanti soldi? “175 mila dollari. Ma non l’ho fatto […] Certo è carino avere alla mia età una proposta come questa, ma è uno scherzo, non posso mica posare nuda, oggi”. Perché? Sofia Loren ha detto che a 60 anni si è ancora molto giovani. “Sì, di spirito, ma l’età è quella […] uno visualmente a 60 anni più che altro ha imparato a nascondersi, non a mostrarsi. Però, ripeto, trovo l’offerta molto divertente”. Ma lei si farebbe ancora fotografare? “Sì, però non nuda, forse in costume da bagno, ma nuda sarebbe uno scandalo, alla mia età” […] Ma lei piace ancora agli uomini? Ha molti corteggiatori? “Certo che piaccio ancora, ma nuda su Playboy è un altro discorso”» (Elkann) • «Odio le cose brutte, ma è peggio essere ridicole» • «Ho girato il mondo, conosciuto i più grandi artisti. Ora è il tempo della tranquillità» • «Non ho mai cercato di essere speciale. Ho solo avuto molta fortuna».
Curiosità È stata ambasciatrice dell’immagine elvetica all’estero. L’hanno definita: «Il monumento più bello della Svizzera, dopo le Alpi» • Non ha mai bevuto né fumato • Soffre di osteoporosi, che ha trasformato le sue ossa in vetro. Per questo si sottopone una volta l’anno all’infusione di acido zoledronico • Nel 2005 ha venduto all’asta il bikini bianco per 41 mila dollari: «Del costume non ho più bisogno. Ora mi bastano i ricordi» • Possiede due ville: una a Zagarolo (vicino a Roma) e una a Beverly Hills • «Adesso Roma è tutta piena di gente e per prendere un caffè bisogna farsi largo a gomitate. Per attraversare piazza di Spagna bisogna continuamente chiedere “permesso, mi scusi...”. È orrenda Roma, così com’è adesso. Ora per fortuna vivo in campagna e già che è arrivato il caldo mi occupo dei miei amati fiori e del mio giardino» (a Gramola) • «Le sue giornate? “A parte la natura, mi alleno al poligono di tiro, bisogna sapersi difendere. Accompagno gli amici a vedere le bellezze di Roma, ma il traffico è orrendo, con i turisti sembra Disneyland”» (Cappelli) • «“È morto il maschio, la vita con le mail e la paura di uscire di casa non mi seduce, io continuo a credere alla gente, ma voglio parlarle guardandola negli occhi”. E anche il cinema non è più quello di un tempo. “Lo chiama cinema oggi? Sono una serie di effetti speciali al computer senza emozione”» (Porro) • «I divi di oggi non esistono, il divo ora è la tecnologia e tutto è inventato» • «Le capita di rivedersi? “Capita, capita, anche di notte, apro la tv e mi chiedo se sono davvero io”» (Porro) • «Rimpianti? “Ho avuto una vita così ricca, posso solo dire grazie”. Lo sa che ci stiamo dimenticando di Sean Connery? “Un uomo favoloso, con l’età è migliorato. A Roger Moore gliel’ho detto”. Cosa? “Spiacente, ma il migliore James Bond è quello di Sean”. E lui? “Era d’accordo con me”» (Cappelli).
Titoli di coda «La cosa più cattiva che hanno scritto su di lei? “Che me ne frega (risata). Ci rido sopra. La gente al giorno d’oggi ama dire cose cattive sia in politica, sia nel cinema che tra la gente comune. I giornalisti quando scrivono cose cattive sono contenti. Forse è la vita che è così difficile e c’è tanta difficoltà e troppa voglia di arrivare e la gente è sempre più stressata e allora il nervosismo porta a straparlare e a dire cattiverie. È per questo che io non amo parlare con i giornalisti, caro Gianfranco. Ho fatto un’eccezione per lei, però spesso penso che sia tutto tempo perso”» (Gramola).
Titoli di coda 2 «Lo sapeva che le oche sono monogame?».