3 febbraio 2020
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Biografia di Jerome Hayden Powell
Jerome Hayden Powell, nato a Washington D.C. il 4 febbraio 1953 (67 anni). Presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana (dal 2018) • «Un ricco uomo d’affari americano dalle buone maniere, che negli ultimi anni si è costruito la nomea di personalità super-partes» (Heather Long, Washington Post, 2/11/2017) • «Un finanziere multi-milionario con un passato al Carlyle Group, non un economista, per la prima volta dopo il trio Greenspan-Bernanke-Yellen. Un repubblicano doc, però moderato, non tale da sconvolgere la politica monetaria americana. Un continuatore della linea attuale anche in fatto di vigilanza, cosa che può urtare gli ultrà liberisti. Ecco chi è Jerome Powell» (Federico Rampini, la Repubblica, 2/11/2017) • «Per gli amici, Jay» (Janet Yellen, Time) • Avvocato d’affari. Già impiegato in vari studi legali e banche d’investimento. Già sottosegretario del Tesoro, incaricato della finanza interna, sotto Bush padre (dal 1992 al 1993). Dal 2012, membro del consiglio dei governatori della banca centrale americana (lo nominò Obama) • «Ha lavorato per il dipartimento del Tesoro e come ricercatore in un centro studi bipartisan. Prima di diventare capo della Fed, ha ricoperto in modo brillante quasi tutti i ruoli come membro del consiglio direttivo. Ha supervisionato le riserve bancarie, la gestione del personale del consiglio, il sistema dei pagamenti, la supervisione delle banche e della regolamentazione» (Yellen) • Scelto da Donald Trump come nuovo governatore il 2 novembre 2017, è entrato in carica il 5 febbraio 2018. Famoso in America per essere stato criticato costantemente dal presidente, che per legge lo può nominare, ma non lo può rimuovere dopo averlo nominato • «Ha passato la maggior parte della propria vita a sgobbare in silenzio dietro le quinte, prima in una banca d’investimento, poi come governatore della Federal Reserve. Persino come capo della banca centrale, forse una delle figure più importanti dell’economia mondiale, ha mantenuto un basso profilo […] Tutto quel che ha a che vedere con lui, dal modo in cui parla durante le conferenze stampa al modo in cui si comporta al Campidoglio, trasmette l’impressione di un tipo tranquillo, affabile, decisamente non portato per mettersi in mostra. Eppure, interpreta uno dei ruoli principali, nella soap opera che Washington è diventata con la presidenza Trump. Chi desse un occhiata ai tweet di Trump, troverebbe un Powell dipinto come un funzionario fuori dal mondo, impegnato ad affondare l’economia americana con le proprie mani con la sua fissa di tenere alti i tassi d’interesse» (Jeanna Smialek, New York Times, 28/1/2020) • «Abbiamo un dollaro molto forte e una Fed molto debole. La mia unica domanda è: chi è il nostro nemico numero uno, Jay Powell o il comandante Xi?» (Donald Trump, Twitter, 23/8/2019).
Titoli di testa «È probabilmente l’individuo più potente nell’economia globale» (Rampini).
Vita Uno dei sei figli di Jerome e Patricia Powell. Lui avvocato, lei matematica • Jerome Powell (1921-2007), laureato in legge alla Georgetown University, scuola dei gesuiti a Washington. Ha fatto la seconda guerra mondiale, ha combattuto in Italia, in Francia, in Germania. Esperto di diritto del lavoro, tra i suoi clienti per 25 anni ha la Armco Steel Company • Patricia Powell (1926-2010), figlia di un professore di diritto alla Georgetown, già preside della Columbus Law School, lavora nel servizio geografico dell’esercito e collabora con il comitato nazionale repubblicano • Jerome segue le orme dei suoi • «Laureato a Princeton nel 1975 con una tesi sui movimenti di liberazione nel Sudafrica dell’apartheid, frequenta la Law School della Georgetown University e diventa assistente parlamentare del senatore repubblicano della Pennsylvania Richard Schweiker, futuro segretario alla salute nell’amministrazione Reagan. Svolge un tirocinio presso un giudice federale, Ellsworth Van Graafeiland, un conservatore ostile all’integrazione razziale per quote e favorevole a uno stretto proibizionismo sulle droghe. Fino al 1984 continua con la carriera legale, poi passa alla banca d’investimento Dillon, Read & Co., dove si occupa di finanza. Da lì Powell entra in contatto con la politica nazionale» (Matteo Muzio, Corriere della Sera, 24/8/2019) • «Si era cimentato con le sue prime esperienze a Wall Street, poi era stato chiamato a Washington dall’Amministrazione di George Bush padre che ne fece il viceministro del Tesoro sotto Nicholas Brady. In quella posizione Powell ebbe un ruolo decisivo per risolvere la crisi della banca d’affari Salomon Brother - inguaiata da una frode sui bond - che lui pilotò nelle braccia dell’investitore Warren Buffett» (Rampini) • «Ma la sconfitta di Bush senior contro Clinton alle presidenziali di quell’anno tarpa qualsiasi ambizione politica per il trentanovenne Powell. Che inizia la sua nuova vita nel settore della finanza e dei fondi di investimento» (Muzio) • Dal 1997 al 2005 lavora per Carlyle, una grossa società specializzata in investimenti in capitale societario e proprietà immobiliari. Diventa ricchissimo • Poi passa a lavorare per The Nature Conservancy, una ong che si occupa di protezione dell’ambiente • «Su richiesta del cardinale James Hickey, allora arcivescovo cattolico di Washington, presiedette un gruppo che raccolse 30 milioni di dollari in favore delle scuole cattoliche che rischiavano di chiudere» (David Harrison, Nick Timiraos, The Wall Street Journal, 6/11/2017) • Dal 2010 Jerome lavora anche come ricercatore per il Bipartisan Policy Center, un centro studi che, a differenza di molti altri, non cerca di promuovere politiche di destra o di sinistra, ma dice di voler combinare idee democratiche e idee repubblicane. Viene pagato, simbolicamente, un dollaro all’anno • «Nel 2011, quando i repubblicani minacciavano di costringere l’amministrazione a fare default se il governo non avesse accettato le sue politiche, Powell si aggirava per il Campidoglio con un grosso faldone […] per cercare di convincere i deputati dei rischi che una mossa del genere avrebbe avuto sull’economia […] Mentre lui percorreva i corridoi del congresso chiedendo calma e controllo, Donald Trump, allora solo un magnate pacchiano, tuittava: “L’unico modo di abbassare il debito è smetterla con la spesa di Obama”. Finì per prevalere la visione di Powell e i repubblicani, all’ultimo minuto, trovarono un accordo» (Long) • Jason Grumet, suo capo dell’epoca, dice: «Nei tre anni in cui abbiamo lavorato assieme c’era solo una cosa che chiedeva di continuo: grossi faldoni» • Soddisfatto dell’accordo con i repubblicani, nel 2012 Obama lo nomina nel consiglio direttivo della Federal Reserve • «Obama lo sceglie pur sapendo che Powell è un repubblicano proprio come atto di distensione nei confronti dell’opposizione, che in quel periodo criticava fortemente la politica monetaria espansiva dell’allora presidente della Fed Ben Bernanke» (Muzio) • «Quando è arrivato alla Fed, non ne sapeva molto di macroeconomia e di politica monetaria. Cominciò a passare un sacco di tempo con colleghi e dipendenti, voleva imparare il più possibile» (Seth Carpeter, capo economista di UBS, alla Fed per quindici anni) • «Powell nel suo ruolo di […] membro del board, ha sempre votato nello stesso modo della numero uno. Non ha mai preso le distanze dalla strategia Yellen. Quest’ultima a sua volta era una continuatrice di Ben Bernanke, repubblicano, e della sua terapia d’urto anti-crisi: tassi zero e quantitative easing, massiccia creazione di liquidità con 4.500 miliardi di dollari di acquisti di bond» (Rampini) • «Continuò a frequentare il Campidoglio per tenersi buoni i repubblicani, molti dei quali erano convinti che la Fed avesse sbagliato a tenere i tassi d’interesse a zero e ad acquistare milioni di miliardi in titoli dopo la crisi finanziaria» (Long) • Nel 2014 viene riconfermato, il 16 giugno presta giuramento per un mandato di quattordici anni (fino al 2028) • Ma nel 2016 viene eletto Trump, che non vuole riconfermare la Yellen. Il nuovo presidente «calpesta una tradizione abbastanza consolidata per cui i presidenti della Fed fanno due mandati. Janet Yellen che scade a febbraio [2017, ndr] viene ridotta ad uno solo, un castigo immeritato visto che lo stesso Trump le ha dato (tardivamente) atto di aver lavorato bene. L’altra tradizione ignorata, è quella per cui vari presidenti degli Stati Uniti hanno confermato un capo della banca centrale del partito opposto: accadde con Greenspan e con Bernanke tutti e due repubblicani e confermati dai democratici Clinton e Obama. Ma Trump vuole “imprimere il segno” anche sulla Fed, ha detto» (Rampini) • I papabili per la successione, sono: Kevin Warsh, 46 anni, ex Morgan Stanley, ex membro del consiglio della Fed, ora a UPS; John Taylor, 70 anni, professore di economia, già sottosegretario sotto Bush; Gary Cohn, 46 anni, di Goldman Sachs • Powell può contare sull’appoggio di Steven Mnuchin, segretario del Tesoro • Il 2 novembre 2017 Trump lo sceglie: «La giornata di oggi è una pietra miliare sul cammino per riportare il benessere economico tra il popolo americano» (Jeff Fox, CNBC, 2/11/2017) • Tre giorni dopo la commissione banche del Senato vota per confermarlo. Powell ottiene 22 sì e 1 no, l’unico voto contrario è della senatrice Elizabeth Warren. Il 23 gennaio il Senato lo conferma con 84 sì e 13 no, il 5 febbraio entra in carica • Alla sua prima conferenza stampa dice: «Dal momento che la politica monetaria riguarda tutti, voglio cominciare con una sintesi di come funziona l’economia, di cosa io e i miei colleghi della Fed proviamo a fare e perché. E voglio spiegare tutto in modo chiaro» • «Molto di quello che Powell farà come governatore della Fed è deducibile dal suo comportamento come membro con diritto di voto nel board della Fed» (Laura Magna, formiche.net, 2/11/2017) • Powell vuole vendere i titoli che la Fed ha ancora in portafogli, dice che ormai la crisi è finita, l’economia non ha più bisogno di essere stimolata, i tassi si possono alzare. È scettico sulla regola, teorizzata proprio da quel John Taylor che poteva avere il suo posto, e che serve per calcolare il tasso di interesse ottimale: «Le regole semplici sono pensate per essere interessanti e utili, ma rappresentano solo una piccola parte dell’analisi necessaria per valutare il percorso appropriato per la politica monetaria. Non riesco a pensare ad alcuna attività umana critica e complessa che possa essere ridotta in modo sicuro a una semplice equazione di sintesi» • È favorevole, invece, ad allentare un’altra regola, quella di Volcker, la norma cioè che impedisce alle banche commerciali di fare investimenti speculativi con i soldi dei correntisti, fatta passare da Obama nel 2010, dopo la crisi di Wall Street • «Ed è proprio su queste posizioni riguardo a regolamenti giudicati troppo rigidi, che Trump non ha mai fatto mistero di voler allentare, che Powell ha vinto la corsa al vertice della Fed» (Magna) • Eppure, l’idillio tra il presidente e il governatore dura poco. «Quelli della Fed hanno alzato i tassi d’interesse quattro volte nel 2018, il primo anno di mandato di Powell, con grande sgomento della Casa Bianca e di alcuni opinionisti di sinistra, secondo i quali la Fed faceva troppo per contenere l’inflazione e troppo poco per favorire la crescita di economia e salari» (Smialek) • «Una volta, alla fine del 2018, Powell dichiarò che la Fed era “molto lontana” dal tasso di interesse sopra il quale la politica monetaria danneggia l’economia. Gli investitori furono presi dal panico, lo interpretarono come un segno che la banca centrale avrebbe alzato troppo i tassi. Le borse crollarono. Un passo falso che ha portato gli investitori di Wall Street a definire il presidente inesperto e persino impreparato. Alcuni opinionisti hanno definito il suo stile di comunicazione “patetico” […] I suoi collaboratori dicono che l’approccio improvvisato di Powell in realtà è intenzionale, frutto di studio e pianificazione» (Smialek) • «Per provare a spiegare le intricatissime mosse della Fed, Powell ha preso l’abitudine di parlare nel modo più chiaro possibile. Per rimarcare l’indipendenza della Fed, ignora i commenti del presidente, anche quando lo riguardano di persona: Trump ha detto che i funzionari della Fed sono “delle teste di rapa” e che Powell stesso è “un golfista che non sa mandare la pallina in buca” […] E per garantirsi una sponda, visita spesso il Campidoglio, dove, da quando presiede la Fed, ha tenuto più di 260 incontri con membri del congresso. Powell ascolta con attenzione le preoccupazioni dei deputati e spiega loro chiaramente cosa sta facendo la Fed, usando, come dice il senatore Patrick j. Toomey, senatore repubblicano della Pennsylvania, “una sana umiltà”» (Smialek) • Trump si arrabbia con lui: «Un bambino testardo, resta fermo sulle sue posizioni» • «La frustrazione del presidente è dovuta al fatto che non può licenziare Powell: l’indipendenza della Fed è garantita sin dalla sua istituzione nel 1913. […] i predecessori di Powell Paul Volcker, Alan Greenspan, Ben Bernanke e Janet Yellen hanno firmato congiuntamente un editoriale in cui difendevano l’idea di una banca centrale indipendente: “I precedenti dimostrano che quando la Fed è indipendente prende decisioni migliori rispetto ai desideri passeggeri della politica”. Ma a quanto pare Trump non ne vuol sapere e ha dichiarato […] che qualora Powell si dimettesse, lui “non glielo impedirebbe”» (Muzio) • Pure Bernie Sanders, che vorrebbe tassi di interesse più bassi per favorire l’occupazione, lo critica. Powell continua ad alzare i tassi fino a metà 2019. Poi, con la guerra dei dazi, la caduta dei prezzi, l’economia in fase calante, accetta di abbassarli. A quel punto, da sinistra, «lo hanno criticato per aver capitolato di fronte a Trump e i mercati» (Smmialek)
• Lui non fa mai una piega: «Il congresso ci ha dato un importante grado di indipendenza in modo tale che possiamo perseguire in modo efficace i nostri obiettivi fissati per statuto sulla base di analisi e dati oggettivi. Apprezziamo il fatto che la nostra indipendenza porti con sé un obbligo di trasparenza in modo tale che siamo tenuti a rispondere del nostro operato a voi e al pubblico» (audizione al congresso, 7/19) • «Alla domanda di una deputata che chiedeva se si dimetterebbe a fronte di una richiesta esplicita del presidente Usa: “Non lo farei, la mia risposta sarebbe no”. La legge “mi dà chiaramente un mandato di quattro anni e intendo rispettare questo mandato”» (la Repubblica, 10/7/2019).
Vita privata Dal 1985 è sposato con Elissa Leonard, laureata con lode a Harvard, regista e produttrice per la televisione. Cerimonia di nozze nella Bethlehem Chapel della cattedrale di Washington, concelebrata dal reverendo Arthur Jellis, ministro unitariano, e da don Ralph Austin Powell, prete cattolico romano, zio dello sposo • Vivono a Chevy Chase, villaggio storico alla periferia di Washington. Lei è impegnata nell’amministrazione pubblica locale • Tre figli: Samuel, Lucy e Susy.
Soldi Dichiara 55 milioni di dollari di patrimonio personale • «Nonostante la sua ricchezza, amici e ex colleghi di Powell lo descrivono come “fastidiosamente normale”» (Long).
Tutti i suoi tassi febbraio 2018 1,42% • marzo 1,42% • aprile 1,69% • maggio 1,70% • giugno 1,90% • luglio 1,91% • agosto 1,92% • settembre 1,92% • ottobre 2,19% • novembre 2,20% • gennaio 2019 2,40% • febbraio 2,40% • marzo 2,41% • aprile 2,44% • maggio 2,38% • giugno 2,40% • luglio 2,40% • agosto 2,13% • settembre 1,83% • ottobre 1,57 % • novembre 1,56% • dicembre 1,55% • gennaio 2020 1,55% (guarda qui la serie storica dal 1954).
Giudizi «Non l’ho mai visto perdere la pazienza» (Richard Fisher, ex presidente della Federal Reserve Bank di Dallas) • «È uno che fa i compiti a casa» (Jason Grumet) • «Jay lavora per tenere l’economia in salute, piena di lavoro e con l’inflazione bassa e stabile. È il capo saggio e capace di un processo per cui le decisioni di politica monetaria sono fondate su dati e analisi obiettivi. La Fed, sotto la guida di Jay, continuerà a lavorare per sostenere un’economia favorevole a tutte le famiglie e le imprese americane» (Yellen).
Curiosità È alto 1 metro e 82 • Registrato nelle liste elettorali come repubblicano • Cattolico • Appassionato di ciclismo, spesso percorre in bici le otto miglia che vanno da casa sua alla Fed • A colazione mangia yogurt greco con fiocchi d’avena, frutta secca, miele e mirtilli • Si alza alle 5.15 del mattino • Legge John le Carré • Gli piace ripetere ai colleghi frasi che ha sentito da loro stessi • Gioca veramente a golf • Beve poco • Suona la chitarra, ha fatto parte di alcuni gruppi rock ‘n roll • Nel 2019, per Halloween, ha vestito il proprio cane Pippa da Mick Jagger (guarda le foto qui, sul profilo twitter della moglie) • Nel 2010 è stato presidente del country club del suo villaggio • Da giovane è stato anche direttore del Georgetown Law Journal • Stando al Washington Post, è il presidente della Fed più ricco dai tempi di Marriner Eccles (1934-1948) • È anche il primo da un trentennio a non avere un dottorato in economia.
Titoli di coda «Ci vorrebbe Draghi al suo posto» (Donald Trump).