La Stampa, 9 gennaio 2020
Federica Pellegrini verso l’addio. Intervista
Quinto cerchio, l’ultimo, tondo come il mondo che aspetta Federica Pellegrini: quello con cui rivaleggiare per l’ultima volta, quello da girare per intero a gare archiviate e quello da costruire, da capo.
Fine dei Giochi, esorcizziamo. In quattro edizioni e alterne fortune, ha capito che cosa non bisogna fare?
«Il mio percorso non cambia, ma siamo arrivati in fondo, il post sarà del tutto inedito».
Nessuna scaramanzia uscita dalla media tra edizioni esaltanti e frustranti?
«No, verranno i miei genitori, a Natale ho regalato loro il viaggio e i biglietti».
Le altre volte c’erano?
«Ad Atene sono arrivati in ritardo, a Pechino non c’erano e neanche a Rio, a Londra sì. Niente ossessioni e una sola certezza: ora so che arrivare all’ultimo mi tiene tranquilla, quindi no al collegiale per adattarsi al fuso e mi presento solo tre giorni prima».
Il suo saldo olimpico è in attivo?
«Sì. I 200 stile libero sono durissimi, per le altre è stato difficile ripetersi o stare a quei livelli, molte fanno l’exploit poi si perdono o cambiano rotta».
La campionessa in carica Ledecky, battuta in due Mondiali di fila, li farà ?
«Solo se sarà in super forma, se deve scegliere di sicuro quella è la gara che molla».
A Tokyo una novità c’è, è in corsa per la commissione atleti del Cio. Avrà tempo per la campagna elettorale?
«La faremo prima, via social, io nuoto fino al 2 agosto, il voto è il 4 e il 5, giorno del mio 32esimo compleanno, le nomine. Vedremo quanto ci sarà da festeggiare».
I dissensi espressi sul podio sono legittimi o inopportuni?
«Le prese di posizione recenti, almeno in piscina, sono state scatenate dal doping. Lo capisco, ma non credo sia giusto puntare il dito in assenza di sentenze. Purtroppo anche io ho visto cose strane negli anni».
Quando?
«Se lo dicessi si capirebbero i sospetti e siccome non punto il dito... sto zitta».
Russi tutti a casa o si giudica sui singoli?
«Mi metto nei panni di chi è pulito e sono combattuta, però si tratta davvero di doping di stato».
Ha postato una mano inanellata. Voglia di fidanzamento?
«Vedete il diamante? No, quindi nessuna promessa, quell’anello è un regalo di mia madre e non lo levo mai dal 2004».
Quanto l’amore ha influenzato le sue Olimpiadi?
«Nel 2004 zero e pure nel 2008 direi, il 2012 è stato un anno che proprio non è andato, anche a livello personale, nel 2016 nessuna turbativa così come, credo, nel 2020. Ormai sono abbastanza grande per scindere le cose».
Nel 2012 non lo era?
«Avevo 24 anni, evidentemente non ero ancora matura».
Rimpianti? Se non fosse stata la fidanzata di Magnini sarebbe andata diversamente?
«È stato un insieme di errori, non avevo sviluppato la progressione giusta, in palestra non sono stata seguita come dovevo e in più ci si è messo il cuore. Stagione difficile»
Magnini si sposa, reazioni?
«Era nell’aria e prima o poi arriverà per tutti il momento».
Una volta archiviato l’agonismo, tornerà anche lei a parlare del suo amore?
«Magari, ma la priorità ora è restare più rilassata possibile».
Ci riesce?
«Si sono sfogati tutti, non c’è altro da dire oltre quello che si sa. Io non confermo, non ho intenzione di parlarne. A volte vedo paparazzi che scattano e poi le foto non circolano, tanto la storia è sempre la stessa».
Quattro anni fa, quando si parlava di una relazione con il suo tecnico, Matteo Giunta, diceva: «Mi fotografano anche in bagno».
«Passi avanti, ora le imboscate vanno a vuoto, mi piace pensare di essermi anche meritata un certo rispetto».
Europei a maggio, come viverli senza pressioni?
«Devo ancora valutare con Matte. Potrei persino saltarli o fare solo le staffette, se ci sono. A due mesi dai Giochi non voglio certo essere al top, se nuoto i 200 lo farò sotto carico».
Il viaggio intorno al mondo lo ha già organizzato?
«No, è un desiderio: ho sempre visto un "road trip" come l’inizio della nuova vita».
A 16 anni la sua prima Olimpiade, che effetto le fa vedere la sedicenne Greta Thunberg che risveglia coscienze?
«Ecco, lei si è fatta un viaggetto in barca a vela niente male. Mi piace, a 16 anni vedi il mondo come lo vorresti, a 30 meno, ma credo che lei porterà avanti questa lotta, ha saputo farsi ascoltare».
Lei a 16 anni ci riusciva?
«Io ero incavolata nera con l’universo e pensavo ai brufoli».
Vinceva pure medaglie olimpiche.
«Sì, ma ero in uno stato confusionale».
Ora parla spesso di clima, gli incendi in Australia, e l’acqua alta a Venezia. Il suo elemento le ha fatto paura?
«Mamma è nata a Venezia, il mio babbo ci ha lavorato per 40 anni, mezza famiglia abita a Murano. L’acqua alta c’è sempre stata, stavolta ci ha spaventati, sì, ma alla gente è rimasta troppo impressa quella notte. Tantissime disdette e fughe: la città non si merita altri guai, anche se il problema resterà fino a che non attiveranno questo benedetto Mose. Speriamo che dopo tanti sprechi sia davvero benedetto».
Il 15 gennaio riparte su Sky «Italia’s Got Talent». Cosa ha scoperto di sé in tv?
«Che piaccio molto più di quanto mi sarei aspettata. Lì si vede la ragazza normale, lontana dall’agonismo che stravolge».
Da quando sarà bandita la parola Olimpiadi?
«Fosse per me da ora, ma so come funziona, dovrò contrastare la marea che sale».
Sempre allo stesso modo?
«Io non la vivo con tutto questo marasma interiore, la marea viene da fuori e dai che ti ridai entra. Non sono a tenuta stagna, nessuno lo è».