la Repubblica, 9 gennaio 2020
Nel bosco dove si sentono cadere le foglie
Nello spartito della natura il pentagramma è una musica tutta da scrivere. Anche una foglia che cade può far parte della melodia unendosi al coro dei richiami e dei canti animali. Per la prima volta in Italia è stato registrato il paesaggio sonoro di un ecosistema al suo stato puro. Per cinque anni i ricercatori dell’Università di Pavia hanno ascoltato i suoni di Sasso Fratino, la più antica riserva integrale italiana istituita nel 1959 nel Parco nazionale delle foreste casentinesi. In questa area protetta il rumore di fondo è vicino agli zero decibel. Gli esperti lo chiamano silenzio profondo, un ambiente in cui anche i movimenti più insignificanti possono incidere una nota e lasciare una traccia acustica.
«La totale assenza di attività umane, di strade e la morfologia di Sasso Fratino garantiscono una certa immunità rispetto ad ogni fonte di disturbo e un background sonoro che in alcuni momenti del giorno si può paragonare a quello di una camera anecoica. Solo i sorvoli degli aerei interrompono il silenzio. In queste condizioni è stato possibile registrare la caduta di una foglia a venticinque metri di distanza», spiega Gianni Pavan, coordinatore del Centro interdisciplinare di bioacustica e ricerche ambientali dell’Università di Pavia e autore della ricerca con Roberta Righini.
A Sasso Fratino i toni si alzano alle prime luci dell’alba e alla sera, quando la fauna è più attiva. Il suono dell’orchestra può superare i 65 decibel come il rumore di un’affollata sala d’aspetto. «La differenza tra il giorno e la notte è notevole ma la biofonia della riserva segue anche un ciclo stagionale – prosegue Pavan, docente di bioacustica nell’ateneo lombardo – A primavera sono predominanti gli uccelli, poi quando arriva il caldo si aggiungono gli insetti mentre in autunno rimangono i bramiti dei cervi. L’inverno, invece, è il periodo più silenzioso». Tra le specie sonore più interessanti dell’area protetta ci sono uccelli che cantano ad alta frequenza come il Fiorrancino e diversi pipistrelli della famiglia dei rinolofidi che avvolgono le ali attorno al corpo.
Per molti di questi animali l’uso del suono è una questione di sopravvivenza: versi e richiami sono indispensabili per accoppiamento e riproduzione, caccia, ricerca di cibo e per non rimanere fuori dalle dinamiche sociali della propria specie.
Lo studio, durato cinque anni, è stato pubblicato di recente sulla rivista internazionale Biodiversity ed è stato finanziato dal Cnrs, il Centro nazionale di ricerca scientifica francese, e dall’Università di Tolone. Per registrare la melodia di Sasso Fratino quattro punti fissi di ascolto sono stati affiancati da due stazioni mobili. «L’impronta acustica della riserva che abbiamo ricostruito corrisponde a quella di un ambiente intatto, dove la natura compie il suo ciclo in un perfetto equilibrio biologico, geologico e chimico – aggiunge il bioacustico ed ecologo dell’Università di Pavia – In futuro, l’aggiornamento dei dati potrebbe rivelarsi determinante per valutare gli effetti del cambiamento climatico su Sasso Fratino, per monitorarne la biodiversità, rintracciare specie rare ed elusive, e anche per rilevare la presenza di specie aliene e potenzialmente invasive».
Nella riserva naturale integrale delle foreste casentinesi, nominata nel 2017 patrimonio mondiale Unesco per le faggete vetuste, possono accedere solo scienziati e ricercatori con un permesso speciale. Tanto che l’integrità acustica di questa area protetta, che copre quasi 800 ettari, è in controtendenza rispetto al resto del mondo».