la Repubblica, 9 gennaio 2020
L’aereo che non inquina è pronto al decollo
È iniziata la “terza era dell’aviazione”, quella verso le emissioni zero? Quando il piccolo aereo MagniX lo scorso 10 dicembre è atterrato dopo quindici minuti di volo lungo il fiume Fraser a Vancouver, in Canada, sono scrosciati gli applausi. L’idrovolante giallo e blu è stato il primo aereo civile, completamente elettrico, ad aver volato senza inquinare. Per i progettisti e finanziatori australiani e canadesi questa tappa segna l’inizio di una rivoluzione: l’elettrificazione di tutti gli aerei. In realtà però questo processo, in atto già da qualche anno, sembra ancora a caccia di soluzioni davvero efficaci in grado di portarci concretamente a un futuro prossimo meno inquinante.
Di recente, anche grazie all’aiuto di Greta Thunberg e del movimento “no fly”, l’opinione pubblica ha cominciato a prendere coscienza del problema che volare inquina. È nata perfino la “vergogna di volare” e sempre più persone sostengono, sulle brevi tratte, di preferire treni elettrici al posto degli aerei, anche se meno veloci. I dati ci dicono infatti che nel 2018 si sono sfiorate le mille tonnellate di CO2 emesse dall’aeronautica globale. L’aviazione, da sola, è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di anidride carbonica nel mondo: una cifra che potrebbe sembrare bassa, ma se si considera la costante crescita dell’industria e del numero di passeggeri, che in 15 anni è destinato a raddoppiare, è facile immaginare un futuro dove i voli saranno sempre più impattanti per la salute della Terra.
Così da tempo si cercano soluzioni “green” anche per gli aerei. Ad oggi le compagnie, tutte a combustibili fossili e legate all’uso di cherosene, non potendo promettere altro offrono compensazioni. Al passeggero viene proposto in sostanza un impegno: quello che la compagnia difenderà foreste, pianterà alberi per assorbire CO2, compenserà con azioni carbon offset.
Di pari passo si stanno studiando, con poca efficacia per ora, carburanti più sostenibili, oppure si comincia a investire in tecnologie per catturare la CO2 dall’atmosfera, ma soprattutto si ipotizzano i motori elettrici del domani. Al momento l’aviazione sta concentrandosi su velivoli ibridi: un mix di motori elettrici e a combustibili fossili in grado di affrontare tratte a breve e medio raggio. Per i lunghi voli, a causa della difficoltà di stoccaggio delle batterie e soprattutto di potenza, immaginare un aereo completamente elettrico affrontare la traversata è ancora troppo presto. Parte del problema sta nella densità energetica delle batterie e la sfida per gli ingegneri è quella di studiare motori elettrici capaci, in termini di peso, di produrre i chilowattora necessari senza superare la massa totale dell’aereo.
In attesa di batterie talmente potenti, leggere e capaci di sfruttare a pieno eolico e solare, le grandi aziende si limitano a sviluppare forme di ibrido innovative come quelle dell’Airbus E-Fan X, realizzato in collaborazione con Rolls-Royce. Si tratta di un mezzo con tre motori a cherosene e uno elettrico, che si ipotizza potrà trasportare un centinaio di passeggeri in viaggi brevi. “Una terza era nel settore aerospaziale sta emergendo ed è resa possibile dall’elettrificazione”, ha ripetuto la Rolls-Royce parlando del progetto che dovrebbe decollare nel 2021.
Quest’anno invece dovremmo assistere al primo volo dell’X-57 Maxwell, prototipo della Nasa, basato su decine di motori elettrici. Se il volo sarà un successo potrebbe essere un altro tassello nel lungo cammino verso l’elettrificazione dei voli. Secondo gli esperti però l’anno della svolta sarà il 2030. Fra dieci anni infatti è lecito immaginarci di salire davvero su piccoli aerei completamente elettrici e a zero emissioni capaci di trasportarci grazie alle energie rinnovabili da un’isola all’altra o al massimo collegarci fra città non troppo distanti. Più che una “terza era”, un inizio concreto verso un cambiamento necessario.