il Giornale, 8 gennaio 2020
Dieci regole per falsificare un libro
Se vi interessa anche uno solo dei diversi aspetti legati al libro (lettura, collezionismo, investimento, passatempo...), di certo lo troverete al Salone della Cultura che si terrà a Milano, al «Superstudio Più», il weekend del 18-19 gennaio. Organizzato da un editore di lungo corso, Matteo Luteriani, diretto dall’«uomo dei libri» par excellence, Armando Torno, e patrocinato dall’Aie (l’Associazione italiana editori, che di solito benedice solo il Salone del Libro di Torino e «Più libri più liberi» a Roma), l’evento milanese unisce tre mondi del libro: quello del nuovo (con 70 editori), quello «fuori catalogo» (120 librai d’occasione) e quello dell’antiquariato (50 librai antiquari). Poi ci sono mostre, incontri, eccetera... Più un «caso» e una sorpresa.
Il «caso» è curioso. Al Salone era prevista la presentazione del libro dell’astronomo Owen Gingerich Il curioso caso del Sidereus Nuncius (Biblohaus) in cui si dimostra che la meravigliosa copia autografa del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei venduta a un antiquario di New York nel 2005 per una cifra, appunto, astronomica (e creduta vera per anni dagli studiosi) è in realtà un falso. E non un falso come un altro, ma commissionato a suo tempo da Massimo De Caro, diventato famoso come il grande saccheggiatore delle biblioteche italiane, e quella dei Girolamini di Napoli in particolare. Bene. Anzi, male. La presentazione del libro, curato dal bibliofilo Massimo Gatta e prefato da Sergio Luzzatto (il quale al bibliofilo e ladro di libri De Caro ha dedicato il saggio Max Fox, uscito da Einaudi l’anno scorso) è inspiegabilmente saltata... Forse per evitare un faccia a faccia perlomeno imbarazzate tra il famigerato falsario (il quale ha annunciato una sua presenza come visitatore) e i librai antiquari, ai quali De Caro potrebbe rinfacciare qualcosa (lui rubava libri e creava falsi, ma qualcuno poi li doveva pur vendere...). Peccato. Perché il Salone – che in questi anni ha tenuto un profilo qualitativo davvero alto – perde l’occasione di parlare di un testo, quello di Gingerich, esemplare su come si deve lavorare, con rigore e logica, sui libri antichi.
Ah, poi c’è la sorpresa. Ed è il pamphlet firmato da Massimo De Caro che un piccolo editore porterà nel suo stand in poche provocatorie copie. Dal titolo – ahi, ahi, ahi... – Dieci regole per falsificare libri. Con prefazione (polemica) di Giuliano Ferrara.