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 2020  gennaio 08 Mercoledì calendario

Cronaca della campagna di Salvini in Emilia

A un certo punto a Soliera, uno dei pochi comuni ancora "rossi" nella Bassa modenese, si mette a fare volantinaggio al mercato. «Questi dateli ai vostri amici comunisti», dice. Qualche ora dopo, poco prima del secondo caffè della mattina, si ferma davanti a un cantiere a salutare gli operai. «Scusate, ma quando vedo delle ruspe non resisto». Uno di loro lo acclama, ferma il macchinario e sguscia dalle barriere di protezione per un selfie. 
Eccolo il Salvini d’Emilia. Una macchina elettorale in piena marcia. Sette tappe in altrettanti comuni in un giorno: un comizio diffuso durato più di 12 ore, dalla colazione a Finale Emilia alla cena in centro a Modena. Centoventi chilometri percorsi. Nel mezzo mercati, caseifici (con tanto di foto tra le forme di parmigiano reggiano e provocazioni anti-Bruxelles: «Alla faccia di chi vuole metterlo fuorilegge»), incontri con gli imprenditori e gli agricoltori che furono colpiti dal terremoto del 2012 a Mirandola. Tutto documentato sui social per amplificare il messaggio tra i seguaci. Per dire, che nonostante i sondaggi ora leggermente in calo, la Lega non ha nessuna intenzione di lasciare un secondo mandato al candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini. «L’ultima rivelazione che conosco, quella di Swg, dava in vantaggio il centrodestra - confida Salvini sotto un palchetto allestito a Modena - E sono convinto che ce la faremo, non con un distacco come in Umbria, ma li batteremo di un bel po’».
Un format collaudato
L’obiettivo è convincere gli indecisi che, secondo gli istituti di ricerca, sono circa il 20% degli elettori. Per questo ha in programma un centinaio di eventi da qui al 26 gennaio, il giorno del voto. E’ un tour studiato nei minimi dettagli, quello del leader della Lega. «Se potesse andrebbe casa per casa», dicono i suoi stretti collaboratori. Per lo staff leghista poco importa che la "vera" candidata alla presidenza, la senatrice Lucia Borgonzoni, non sia al suo fianco. «E’ impegnata in altri incontri più istituzionali», fanno sapere. E spiegano: «Lei studia da governatrice, mentre Matteo è l’uomo delle piazze, quello che raccoglie voti e consensi». Come a Finale Emilia, dove in mattinata è stato accolto da circa 250 persone, tra cui una donna "redarguita" dall’ex ministro - di fede calcistica milanista - perché aveva un berretto dell’Inter. «Vabbè - ha ironizzato Salvini - facciamola lo stesso la foto». Uno dei segreti è proprio questo: al comizio, che dura sì e no venti minuti, segue la lunga coda di selfie dei fan che può durare anche un’ora. E non c’è temperatura vicino alla zero che tenga. «Sì fa così», dice Salvini che tira in ballo il governatore del centrosinistra: «Da domenica, in tre giorni, noi abbiamo fatto più di venti incontri. E intanto Bonaccini sta su Facebook». 
Dalla Pavone alle sardine
Non è proprio così: anche Bonaccini oggi ha in agenda diversi incontri nel Modenese. Ma la potenza di fuoco del leader leghista è diversa. Ne è consapevole anche Marco Valbruzzi che per l’Istituto Cattaneo di Bologna ha recentemente curato la pubblicazione dell’e-book Allerta rossa per l’onda verde. «Salvini - spiega il ricercatore - sta facendo una campagna trumpiana nel senso che per ora mira a mobilitare i suoi elettori, quelli che l’hanno portato al 33% alle Europee dello scorso anno. Ma progressivamente intende rivolgersi ai "battleground states", cioè le città di medio-grandi dimensioni da cui dipende l’esito del voto». 
Non è un caso allora l’appello fatto a Modena, città in mano al centrosinistra del sindaco dem Gian Carlo Muzzarelli che alle elezioni dello scorso maggio non è dovuto nemmeno andare al ballottaggio. «Cosa succederà il 26 gennaio dipenderà anche dalla vostra città», dice Salvini dal palchetto improvvisato nella via della movida davanti a un centinaio di sostenitori. Poi, con la sciarpa della squadra cittadina al collo, si schiera in difesa di Rita Pavone. «La sinistra se la prende con lei perché va a Sanremo una sovranista? Non ci sono più i comunisti seri, di una volta», ironizza il leghista. A poche decine di metri, in una palazzina della stessa via, una famiglia ha esposto due striscioni con raffigurate delle sardine e inizia a intonare "Bella Ciao". «Facciano pure - dice Salvini -. Ma le sardine... hai visto che faranno un congresso? Per loro è l’inizio della fine». E il Movimento? «Qui in Emilia arriveranno sì e no al 5%, mentre Di Maio non è all’altezza del suo ruolo di ministro degli esteri». Rieccolo Salvini, le tende ben piantate in Emilia ma la testa già proiettata sulla scalata al governo. —
Ha collaborato Luca Gardinale