Corriere della Sera, 8 gennaio 2020
In morte di Alessandro Cocco
Se n’è andato Alessandro Cocco, «il re dei presenzialisti tv», aveva 78 anni. Era nato a Valdagno, ma giovanissimo si era trasferito a Gornate Olona, nel Varesotto, e aveva cominciato a lavorare come operaio, poi aveva avviato un’attività in proprio.
L’incontro con la televisione era avvenuto per caso nel 1976, due biglietti per assistere a una trasmissione di TeleAltomilanese («Schiaffo e bacio», condotta da Raffaele Pisu). Da allora, resta affascinato da quel mondo, le sue presenze tra il pubblico diventano frequenti, nelle emittenti private, fino ad arrivare negli anni successivi in Rai e a Mediaset. Cocco era l’intruso che tutte le trasmissioni avrebbero voluto ospitare perché si era fatto la nomea di portare bene.
È entrato nel libro dei Guinness per essere stato ritratto per più di 4000 volte accanto a dei vip, stile Forrest Gump. Dal 1976 ha partecipato a oltre 2000 programmi televisivi (in alcuni casi registrando per ciascuno più puntate), per un totale accertato di circa 30.000 apparizioni. Nel marzo 1986, nella stessa serata, è riuscito ad andare in onda in quattro programmi diversi indossando però lo stesso abito. È stato presentato al pubblico televisivo da Mike Bongiorno, Teo Teocoli, Gerry Scotti e Pippo Baudo. Non ha mai fatto distinzioni ideologiche: «Per me non fa alcuna differenza andare ospite in studio a un programma di una tv grande tipo quello di Celentano o quello di una tv locale, tra “Rockpolitick” e “Festa in piazza” ho scelto il programma di Antenna 3». Alessandro Cocco non apparteneva alla genia dei disturbatori, tipo Gabriele Paolini o Mauro Fortini (quel signore che finge di essere un giornalista e ha sempre una biro in bocca) o Niki Giusini, quel ragazzo un po’ rotondetto che si autodefinisce «disturbatore televisivo per antonomasia». No, Cocco era gentile, chiedeva il permesso per una foto e a Natale mandava sempre un bigliettino d’auguri. Fino allo scorso anno.