Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  gennaio 08 Mercoledì calendario

In morte di Alessandro Cocco

Se n’è andato Alessandro Cocco, «il re dei presenzialisti tv», aveva 78 anni. Era nato a Valdagno, ma giovanissimo si era trasferito a Gornate Olona, nel Varesotto, e aveva cominciato a lavorare come operaio, poi aveva avviato un’attività in proprio.
L’incontro con la televisione era avvenuto per caso nel 1976, due biglietti per assistere a una trasmissione di TeleAltomilanese («Schiaffo e bacio», condotta da Raffaele Pisu). Da allora, resta affascinato da quel mondo, le sue presenze tra il pubblico diventano frequenti, nelle emittenti private, fino ad arrivare negli anni successivi in Rai e a Mediaset. Cocco era l’intruso che tutte le trasmissioni avrebbero voluto ospitare perché si era fatto la nomea di portare bene.
È entrato nel libro dei Guinness per essere stato ritratto per più di 4000 volte accanto a dei vip, stile Forrest Gump. Dal 1976 ha partecipato a oltre 2000 programmi televisivi (in alcuni casi registrando per ciascuno più puntate), per un totale accertato di circa 30.000 apparizioni. Nel marzo 1986, nella stessa serata, è riuscito ad andare in onda in quattro programmi diversi indossando però lo stesso abito. È stato presentato al pubblico televisivo da Mike Bongiorno, Teo Teocoli, Gerry Scotti e Pippo Baudo. Non ha mai fatto distinzioni ideologiche: «Per me non fa alcuna differenza andare ospite in studio a un programma di una tv grande tipo quello di Celentano o quello di una tv locale, tra “Rockpolitick” e “Festa in piazza” ho scelto il programma di Antenna 3». Alessandro Cocco non apparteneva alla genia dei disturbatori, tipo Gabriele Paolini o Mauro Fortini (quel signore che finge di essere un giornalista e ha sempre una biro in bocca) o Niki Giusini, quel ragazzo un po’ rotondetto che si autodefinisce «disturbatore televisivo per antonomasia». No, Cocco era gentile, chiedeva il permesso per una foto e a Natale mandava sempre un bigliettino d’auguri. Fino allo scorso anno.