Corriere della Sera, 8 gennaio 2020
Confronto tra Ronaldo e Lukaku
Sono attaccanti opposti Ronaldo e Lukaku, anche se sembrano rincorrersi sulla stessa strada. Ronaldo vale tanto, ma per se stesso. Lukaku vale anche per chi gli sta vicino. È un problema di mentalità e di fisico. Lukaku è una quercia naturale, pesa 11 chili più di Ronaldo, viene spontaneo lasciare a lui anche un po’ di fatica degli altri. Ronaldo compie un’azione sola, strepitosa e sua. Immobile è più vicino a Ronaldo, è quasi solo un finalizzatore. Parte di fianco. Ha un’andatura triste, indecisa. In realtà cerca il tempo. Balla sulle punte quanto Ronaldo sui tacchi, ma ha la stessa capacità di trovare la porta incrociando, cioè con palloni angolati che tagliano l’area. Quando si fanno confronti fra attaccanti è giusto pensare solo al presente. Vince chi segna di più e chi è più utile. Ma Ronaldo farà 35 anni fra un mese, Lukaku 27 fra cinque, Immobile sta arrivando ai trenta. Le differenze sono pesanti, accentuano l’idea personale di gioco: Ronaldo per sé, Lukaku anche per il futuro, Immobile per un lungo presente. Segnano tutti e tre moltissimo, commetteremmo uno sbaglio pensando siano loro quelli che decidono. I tanti gol comuni si annullano a vicenda. La differenza tocca ai numeri due del reparto. Qui la Juve ha Dybala o Higuain. Non pensate al tridente, rimarrà, ma non per più di altre sei-sette partite sparse. Qui l’Inter ha Lautaro, la Lazio Correa. Dybala ha tante cose, ma pensa già da giocatore arrivato. Vede il suo ruolo come difesa di se stesso. Lautaro è alla scoperta del mondo. Correa è molto interessante ma lascia ancora agli altri troppi tiri. Sono comunque loro quelli che incideranno più di Ronaldo, Lukaku e Immobile. Direi proprio grazie a Lukaku, Ronaldo e Immobile. C’è adesso quasi un extra nel ruolo, il ritorno di Ibrahimovic. Se tocchiamo la storia, Ibra è del tipo Lukaku ma con molta classe in più, molto vicino a Ronaldo. I suoi saranno forse gol inutili, gli avversari sono lontani e migliori, ma penso arriverà a una decina di reti. Non sarà lui il problema del Milan. Gli anni passano in fretta, l’ombra della classe rimane.