Corriere della Sera, 8 gennaio 2020
Cucuzza torna in tv, al Grande Fratello
Da Radio Popolare al Grande fratello vip, dal massimo dell’impegno al totale disimpegno. Michele Cucuzza, 67 anni, volto storico della Rai, poi emigrato in controtendenza a sud (conduttore per TeleNorba) ha deciso di rinchiudersi nella casa più occhiuta e trasparente: «Anche il reality è televisione. È l’unico genere che mi mancava e la tv è il lavoro che faccio da una vita. Ho accettato per curiosità, per mettermi alla prova, per cercare una nuova sfida. In fondo poi è solo un gioco. Sono curioso di vedere come reagirò a una serie di privazioni: niente cellulare, niente internet, niente tv». E niente privacy, regalata in pasto a milioni di voyeur delle vite altrui.
Il Grande fratello è spesso sinonimo di sesso promiscuo ripreso da telecamere e liti tra concorrenti cafoni, ma Cucuzza non ha paura di rovinare la sua immagine: «Non sono il tipo da liti televisive, capisco che una certa polarizzazione delle opinioni in tv funzioni. A me piacciono anche i punti di vista divergenti senza però degenerare. Quanto al sesso, figuriamoci. Sono ancora vecchio stile, per tenere certe cose in privato. Dunque non penso di rovinare la mia immagine, non credo che partecipare al Gf sminuisca quello che sono e quello che ho fatto. La tv ha mutato pelle, tutti fanno tutto, bisogna anche adattarsi ai cambiamenti senza fare gli snob».
Da stasera Michele Cucuzza entra con altri 19 «morti di fama» tra le impalpabili pareti del Grande fratello vip (la seconda puntata già venerdì, sempre su Canale 5, conduce Alfonso Signorini). Non parla ancora in terza persona, ma riflette: «Con immodestia mi ritengo un tipo versatile, non voglio essere catalogabile in una definizione. Mi considero un personaggio singolare, fuori dagli schemi: aver fatto cose diverse non è stato un ripiego, piuttosto un privilegio».
Certamente eclettico: Cucuzza ha iniziato con le radio private, è arrivato al Tg2, quindi è passato all’infotainment della Vita in diretta(«già allora mi chiedevano se non avevo paura che la mia autorevolezza potesse essere offuscata»), poi è approdato a Unomattina. Lo stop con la Rai fu improvviso: «Non c’è stato nessun attrito, semplicemente cambiano i direttori e può succedere. Forse fece effetto perché ero stato in onda per 23 anni praticamente tutti i giorni, prima da mezzobusto poi da conduttore di programmi quotidiani». L’ultima delle sue vite l’ha trascorsa a TeleNorba, tre anni di Buon pomeriggio finiti con un «Arrivederci». Ora si apre la casa di vetro: sì certo è tv, si ovvio la curiosità, sì come no l’esperimento sociale, però l’ingaggio conta. Gratis ci sarebbe andato? «Beh, non credo. Siamo professionisti, l’ingaggio conta, era da un paio di anni che ci annusavamo con il Gf».
Dopo il Grande fratello vip non ha ancora progetti definiti: «Vediamo. Mi piace la comunicazione politica, infatti mi chiedo come farò a stare dentro la casa senza essere informato su quello che succede nel governo. Mi piacerebbe lavorare in quell’ambito, magari come opinionista». Chi è il miglior comunicatore politico? «Se la giocano i due Matteo: per capacità di raccogliere consensi ed esprimersi in maniera diretta, comprensibile ed efficace».
La politica la deve mettere in un angolo, ora verrà giudicato da Pupo e Wanda Nara... «Fa parte del gioco, loro sono gli opinionisti del programma: devono fare il loro lavoro e noi dobbiamo accettare le loro osservazioni. Poi comunque ci saranno gli spettatori, che sono sovrani nella dinamica del gioco e decidono chi deve uscire e chi deve rimanere».
Ha appena scritto un libro, Fuori dalle bolle, una riflessione sulla comunicazione, un invito a non essere passivi e a non farsi guidare dagli algoritmi. Paradossi incoerenti della vita: scrive Fuori dalle bolle, ma si fa rinchiudere in una bolla.