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 2020  gennaio 06 Lunedì calendario

CHI VA KEANU VA SANO E VA LONTANO - VITA, POESIE, AMORI E BIZZARRIE DI UN ATTORE CHE VIVE FUORI DAL MONDO FINTO-DORATO DI HOLLYWOOD. PESSIMISTA? A 29 ANNI MORÌ DI OVERDOSE IL SUO MIGLIORE AMICO, RIVER PHOENIX. PERSE UN FIGLIO ALL’OTTAVO MESE. DUE ANNI DOPO MORÌ LA SUA COMPAGNA E INFINE L’ADORATA SORELLA KIM SI AMMALÒ DI LEUCEMIA - MA ORA CHE SI È FIDANZATO CON LA SUA AMICA STORICA ALEXANDRA, LA VITA HA PRESO UN'ALTRA PIEGA - LA COTTA PER SANDRA BULLOCK SUL SET DI 'SPEED', ''MA NON FUI ABBASTANZA SVEGLIO''… -

«M’immergo in un caldo bagno di dolore /nella mia stanza della disperazione/con la mia candela dell’infelicità che brucia /lavo i miei capelli con lo shampoo del rimpianto /dopo essermi pulito con il sapore del dolore».

Questa sopra è la prima strofa della poesia Ode alla felicità di Keanu Reeves, uno dei personaggi più anomali, deliziosi, inquieti e fuori dal coro che l’industria del cinema abbia mai saputo concepire. Cinquantacinque anni di cui trentacinque passati sul set, l’attore, da sempre, prende cazzotti. Al cinema e nella vita. Keanu Reeves si piega ma non si spezza. Cade e si rialza, determinato e instancabile, come Neo di Matrix, come John Wick, forse i suoi due personaggi più famosi, che nel 2021 ritroveremo entrambi al cinema. Keanu, nel linguaggio delle Hawaii, terra delle sue radici, significa vento fresco che soffia sulle montagne. Nomen omen, e quel nome gentile deve aver determinato il suo destino e la sua capacità di sorridere, nonostante i colpi bassi.

«Non c’è legge che impedisca a un verme di diventare padre» Il primo di questi schiaffi dalla vita l’attore, nato a Beirut in Libano, l’ha ricevuto a tre anni, quando la famiglia, che si era trasferita in Australia, si separò. La madre, Keanu e la sorella maggiore Kim andarono a vivere a New York. Il padre rimase a Sydney e conobbe persino il carcere, per spaccio di eroina. Si persero per sempre. «Ci vuole la patente per guidare, per avere un cane, persino per pescare ma non servono licenze che impediscano a un verme di diventare padre», dice l’attore nel film Parenti, amici e tanti guai, del 1989.

Quel monologo era così convincente da andare oltre la recitazione. La seconda mazzata della vita arriva in gioventù, a ventinove anni quando perde per un’overdose di eroina il migliore amico, River Phoenix, il magnifico giovane attore di Stand by Me - Ricordo di un’estate. Si erano conosciuti sul set di Belli e dannati di Gus Van Sant. La terza è datata 1999 quando la compagna Jennifer Syme perde il loro bambino dopo una gravidanza durata otto mesi. Due anni dopo muore anche Jennifer, in un incidente stradale - e siamo a quattro -, la quinta botta sarebbe arrivata qualche anno dopo, quando l’adorata sorella Kim verrà colpita dalla leucemia.

Pessimismo, serenità interiore e modi gentili Se Keanu Reeves è diventato più pessimista di Leopardi, insomma, non è successo senza ottime ragioni. Eppure l’artista non ha mai perso i suoi modi gentili e la sua serenità interiore. Le avversità non sono riuscite a scalfire la sua anima bella. Nell’ambiente a Hollywood è conosciuto come «the nicest guy in the world», il ragazzo più gentile del mondo. A conferma circola su Internet un video che lo vede seduto in metrò, prima di cedere il posto a una signora.

 Già il fatto che prenda la metropolitana dovrebbe far notizia. Dei soldi non gli importa. Del suo ingaggio per Matrix, il film che nel 1999 lo rese famoso, ha regalato 80 milioni di dollari (su 114) in beneficenza: «Con quello che ho già guadagnato potrei vivere le prossime 100 vite», dice. A chi gli chiede il perché di tanta generosità risponde: «Perché mi va». E non gli importa neppure dell’aspetto fisico, lui che ha i lineamenti di un principe asiatico e che sembra non invecchiare. In rete circola la teoria della sua immortalità, per la somiglianza ai ritratti di Carlo Magno e dell’attore del diciannovesimo secolo Paul Mounet.

I segni del tempo e la barba tinta Da qualche anno a questa parte Reeves nasconde il volto dietro una zazzera lunga e una barba incolta, nerissime entrambe e forse è questa - la probabile tinta - il suo unico vezzo. Un contrasto evidente con la chioma di quella che, nelle pagine di cronaca rosa, è descritta come la sua nuova fidanzata, l’artista Alexandra Grant, 47 anni. L’argento dei capelli della donna è stato oggetto di feroci critiche.

Persino il fatto che fra i due passino “solo” otto anni, che Reeves non faccia come il collega DiCaprio che sostituisce la fidanzata - sempre ventenne e bionda - a ogni cambio dell’armadio, ha suscitato commenti e critiche. Per fortuna né a Reeves né alla Grant, donna che non ha bisogno di legittimazioni maschili, importa nulla di quello che pensano gli altri e questa è una meravigliosa libertà per una coppia.

Amici da anni, poi innamorati Era ora che, a 55 anni, Keanu Reeves ricevesse dalla vita un meritato spicchio di felicità. Lui e Alexandra Grant si conoscono e sono amici da anni. Era stato proprio quel primo volumetto, Ode alla felicità, a farli incontrare. Alexandra aveva illustrato le poesie di Keanu, con disegni così annacquati che sembravano sciolti dalle lacrime. Però lui spiega: non era tristezza vera. «Era solo sarcasmo e voglia di fare ironia. Ricordo l’attimo esatto in cui scrissi quelle poesie, ero nella cucina di un’amica, la radio passava canzoni tristi, ci scherzammo su e mi misi a comporre versi strappalacrime. Più erano deprimenti e più si rideva».

 Nel 2015 lui e Alexandra Grant collaborano a un secondo volume, Shadow, e l’anno seguente fondano insieme una casa editrice di libri d’arte, la X Artists’ Books. A lavorare insieme si finisce per odiarsi. O per amarsi. L’amicizia fra Keanu e Alexandra si trasforma in amore e, anche se l’unione non è mai stata ufficializzata, i due si presentano mano nella mano sul tappeto rosso dei LACMA Art + Film Gala, lo scorso novembre. Erano vent’anni che non veniva attribuito un flirt con qualche fondamento di verità all’attore libanese.

Si era parlato di una storia fra Reeves e Sandra Bullock ma la realtà è che i due sono sempre stati grandi amici, dai tempi di Speed, il film del 1994 che li fece conoscere. «Avevo una cotta per lei e forse lei l’aveva per me, ma non sono stato abbastanza sveglio da accorgermene», ha recentemente dichiarato l’attore, ospite di una trasmissione televisiva.

La dislessia e la difesa della privacy Per molto tempo Reeves ha mantenuto la sua vita privata nel più totale riserbo e ha focalizzato le sue attenzioni sulla carriera. Non molto portato agli studi, anche a causa della dislessia che lo affligge dall’infanzia, a 16 anni aveva annunciato alla madre di voler lasciare la scuola, a 20 era partito per Hollywood. «La mia fortuna è stata quella di avere le idee chiare su quello che volevo fare da grande, e quello che volevo fare era recitare». I riconoscimenti arrivano presto. A 24 anni ha già ottenuto una candidatura all’Oscar, per il film Relazioni pericolose, di Stephen Frears; cinque anni dopo, era il 1993, interpreta Siddartha nel Piccolo Budda di Bernardo Bertolucci. Il 1999 con Matrix è l’anno della consacrazione nell’Olimpo di Hollywood.

«Di quel film ho mille ricordi incredibili: il senso di meraviglia della prima volta che ho letto il copione, l’incontro con i registi (i fratelli Wachowski, ora Lana e Lilly Wachowski ndr ), quello con i coprotagonisti, Laurence Fishburne e Carrie-Anne Moss, e poi ricordo di quando ho avuto a che fare con la reazione del pubblico. C’era chi non lo aveva capito e mi chiedeva spiegazioni, chi lo aveva capito subito e chi, magari anni dopo, mi ha spiegato che Matrix gli aveva cambiato la vita. A quelle persone ho sempre risposto che Matrix aveva cambiato anche la mia».

Le botte sul set, la fatica di essere John Wick Nel 2003 arrivano The Matrix reloaded The Matrix Revolutions. Una decina di anni dopo, è il 2014, inizia la saga di John Wick, personaggio nato dagli schermi di un videogioco, che non riesce a trascorrere un minuto senza prendere o dare cazzotti. «Ogni anno che passa diventa sempre più difficile per il mio fisico», confida, «certe volte esco dal set con talmente tanti dolori da non riuscire a salire le scale di casa».

Il tempo che scorre inesorabile è fonte di riflessioni: «La decade dei cinquanta si sta facendo notare. È iniziata con campanelli fisici, a un certo punto non ero più così flessibile, e poi ho iniziato a pensare che un giorno non sarò più parte di questo mondo. Prima non ci avevo mai pensato. Non ho rimpianti però, quelli vengono solo quando non vivi appieno la vita e allora in occasione della crisi di mezza età ti compri un’auto sportiva». In realtà, Keanu Reeves la crisi di mezza età l’aveva già subita un decennio prima.

Dopo Matrix 4, costruirà da solo una moto Compiuti i 40 si era comprato una Ferrari, poi una Porsche: «Le avevo anche dato un nome, si chiamava The Sled, la slitta, ma mi è stata rubata». Ama le gare di Formula Indie e le motociclette, con le quali non è raro vederlo sfrecciare per le strade di Los Angeles. Su una di queste ebbe anche un incidente piuttosto serio, uno scontro con un’auto che gli provocò la rottura di un incisivo e una ferita alla gamba destra. «Era così profonda che si vedeva l’osso. Non avevo idea che il bianco delle ossa fosse così tanto bianco». È anche un bravo meccanico.

All’amico Laurence Fishburne ha promesso che costruirà una moto. «Ne abbiamo parlato, l’abbiamo anche disegnata. Un giorno succederà. Farò una moto su misura per Laurence Fishburne». Nel frattempo i fan aspettano il 21 maggio 2021 quando, lo stesso giorno, usciranno Matrix 4 e John Wick 4. Su Twitter è stata creata la pagina “Keanu Reeves Day”. Il countdown segna poco più di 500 giorni di attesa.