La Stampa, 6 gennaio 2020
Il testamento di Soleimani
«Mia amata moglie, ho già indicato quale dovrà essere la mia tomba, voglio essere sepolto nel cimitero dei martiri di Karmai dove si trovano gli altri caduti. Fai in modo che la mia tomba e la mia sepoltura siano semplici come quelle degli altri martiri. Voglio che sulla mia lapide sia scritto semplicemente Qassem Soleimani senza nessun titolo, senza nessuna onorificenza». Sono queste le parole contenute nel passaggio del testamento in cui il generale iraniano si rivolge alla moglie. L’umiltà del leader militare era nota e per questo - si dice - avesse conquistato il cuore del suo popolo. «Quando appariva in pubblico - ricordano i suoi - non dava mai nell’occhio e non alzava mai la voce. Lui era il "generale invisibile"».