Corriere della Sera, 6 gennaio 2020
Al via il processo a Harvey Weinstein
Ha perso l’azienda, la reputazione, la moglie, la libertà; smagrito e in deambulatore è l’ombra del «dittatore» che amava dire di essere, un uomo alto e collerico che in quasi 40 anni da padrone di Hollywood aveva molestato, impunito, decine di donne. Oggi, dopo che ha patteggiato con 29 di loro in sede civile (altre 7 hanno rifiutato), comincia a New York il processo penale a carico di Harvey Weinstein. Riguarda due specifici reati, uno stupro nel 2013 e un rapporto orale forzato nel 2006, e un’accusa — violenza sessuale predatoria, reato integrato dal carattere sistematico delle sue violenze — potrebbe costargli l’ergastolo. Il processo: l’istruttoria inizia oggi, e due anni di eco mediatica fanno sembrare la sentenza già scritta. Ma non è detto che perderà anche quello.
Quando la sua condotta era stata denunciata, a novembre 2017, da due inchieste del New York Times e del New Yorker, l’allora patron della Weinstein Company (e prima fondatore della Miramax) era stato accusato da 87 donne di varia età e fama: tra loro Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Mira Sorvino, Lupita Nyong’o, Uma Thurman, Heather Graham, Eva Green. Un’adesione così ampia che aveva dato origine al movimento #meToo. Ma alcune non hanno accettato di portare in tribunale le loro accuse; molti casi erano troppo indietro nel tempo o fuori dalla giurisdizione del tribunale di New York; tanti casi di abuso riportati, infine, non erano penalmente rilevanti. A dicembre Weinstein ha patteggiato in 29 di 36 cause civili che lo riguardavano, risarcendo vittime per 25 milioni di dollari.
E così al processo penale solo poche delle 87 accusatrici saranno presenti come testimoni o parti civili. Il produttore, 67 anni, è accusato di uno stupro del 2013, ai danni di una sua amante di lunga data il cui nome e la cui storia non sono ancora stati resi pubblici; e di avere costretto con la forza nel 2006 la sua assistente di produzione, Mimi Haleyi, a fare del sesso orale. Queste due donne testimoniano al processo. Con loro c’è anche l’attrice Annabella Sciorra (I Sopranos), che ha denunciato che Weinstein l’avrebbe violentata nei primi anni Novanta: un episodio che inizialmente era considerato troppo vecchio, ma poi rientrato nel processo perché pertinente alla tesi dell’accusa che Harvey Weinstein sia colpevole di «violenza sessuale predatoria», reato da ergastolo la cui evidenza si fonda su uno schema acclarato di condotte ripetute.
Weinstein si dichiara innocente: la linea della sua difesa è che tutti gli atti di cui si dibatte siano stati consensuali. La difesa ha diffuso messaggi affettuosi che lui e la vittima della presunta violenza del 2013 si scambiavano; e un sms in cui Mimi Haleyi tenta di fissare un incontro mesi dopo la violenza che ha denunciato. Ma anche la difesa ha le sue difficoltà: Weinstein ha già cambiato più avvocati, ha tentato 57 volte di manomettere il braccialetto della libertà vigilata e ha dato di recente un’intervista a un tabloid contro il parere dei suoi avvocati, in cui si dice «paladino misconosciuto delle donne nel cinema». Dall’esito molto imprevedibile, il processo inizia oggi e durerà circa due mesi; molte donne, in aula e fuori, stanno a guardare.