Il Sole 24 Ore, 6 gennaio 2020
Bonus ai figli, fino a novemila euro l’anno
È l’Italia il fanalino di coda della natalità nell’Unione europea, con 7,6 nascite ogni mille abitanti. A questo record allarmante guardano le nuove misure per la famiglia messe a punto dal Governo con la manovra di fine anno. Il restyling dei bonus esistenti disegnato con la legge di bilancio per il 2020 indirizza le nuove risorse, 300milioni in più rispetto a quanto stanziato l’anno scorso (si veda l’articolo in basso), a sostegno dei redditi più bassi.
A questa platea, però, già spettavano diverse agevolazioni, nazionali e locali, tutte modulate sulla situazione economica della famiglia, dagli assegni al nucleo familiare al reddito di cittadinanza per i casi di povertà. Facendo qualche simulazione, è possibile calcolare l’effetto del cumulo tra i contributi che, per le famiglie più in difficoltà e con certi requisiti, può arrivare a 9mila euro all’anno (quasi 750 euro al mese). In altri casi, però, potrebbe risultare di scarso impatto il potenziamento di misure “a rimborso” come il bonus nido, visto che già Comuni e Regioni mettono in campo robusti sconti sulle rette per chi ha l’Isee più basso. Senza contare che, in questi casi, è necessario che la famiglia dimostri aver anticipato le somme, per chiedere poi l’aiuto.
Le novità del 2020
Tra le novità di quest’anno, oltre al congedo obbligatorio per i neo-papà che sale da 5 a 7 giorni, viene introdotto un aiuto (fino a 400 euro per neonato) per l’acquisto di latte artificiale, nel caso in cui l’allattamento naturale sia impedito da patologie certificate dal medico. Confermato anche il premio alla nascita una tantum di 800 euro, senza limiti di reddito.
Il bonus bebè, invece, destinato a ogni nuovo nato o adottato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020, diventa un assegno per tutti (finora spettava ai nuclei con Isee entro 25mila euro), modulato in base alla situazione economica della famiglia: avrà 160 euro al mese chi sta entro 7mila euro di Isee; 120 euro chi è nella fascia fino a 40 mila, e 80 euro chi sta sopra questa soglia.
Per quanto riguarda i bambini che frequentano gli asili nido – pur sempre una minoranza vista la carenza di posti disponibili (1 ogni 4 bambini) – le promesse iniziali di garantire a tutti le “rette gratis” sono state ridimensionate: l’attuale beneficio di 1.500 euro raddoppia a 3mila euro per i nuclei con Isee fino a 25mila euro e sale a 2.500 per chi ha Isee fra 25 e 40mila euro.
La somma tra aiuti vecchi e nuovi
Nessuna limitazione è prevista alla possibilità di affiancare gli incentivi vecchi e nuovi, fatta eccezione per l’impossibilità di chiedere la detrazione fiscale sulle spese scolastiche per chi chiede il bonus nido. Quindi le famiglie che metteranno al mondo (o adotteranno) un figlio nel 2020 e magari ne hanno un altro più grande che frequenta il nido comunale, potranno aggiudicarsi più di un contributo. Ipotizzando un nucleo familiare con quattro componenti (si veda il grafico a destra), è possibile simulare diversi scenari in base alla situazione economica.
Ad esempio, se il padre è disoccupato e percepisce una Naspi di 700 euro e il contributo all’affitto legato al reddito di cittadinanza (280 euro), può sommare a questi aiuti 550 euro euro mensili, tra assegni al nucleo e bonus per i figli. Inefficace, o quasi, a seconda del tariffario comunale, il bonus nido che viene erogato a rimborso delle spese sostenute. A Milano, entro 6.500 euro di Isee la retta è già azzerata; a Reggio Emilia è di 693 euro all’anno e a Napoli è di 385 euro. Difficile immaginare, quindi, che le fasce più deboli possano godere della misura massima del bonus nido (pari a 3mila euro all’anno), a meno che non frequentino una struttura privata dove non si applicano sconti in base al reddito.
Più nella media, il caso in cui la madre è casalinga e il padre lavoratore dipendente con un reddito annuale lordo intorno a 18mila euro: ai nuovi bonus “fruibili” in misura massima, si aggiungono oltre 3mila euro provenienti dagli assegni al nucleo familiare, portando la dote di aiuti a circa 8mila euro all’anno, pari a 650 euro al mese. L’importo totale dei contributi, invece, si assottiglia fino a circa 300 euro al mese, se l’Isee del nucleo supera 40mila euro.
Infine, se i genitori sono lavoratori dipendenti, potranno godere della detrazione fiscale per i figli a carico, che in media vale circa mille euro all’anno per contribuente. Tutte cifre che, se sommate tra loro, contribuiscono a generare un tesoretto. Ma che, disseminate in così tanti rivoli e procedure diverse, riducono l’efficacia nel bilancio delle famiglie.