Fabio Amendolara e Giuseppe China per “la Verità”, 5 gennaio 2020
LA TRENTA NON MOLLA LA CASA – NONOSTANTE LE POLEMICHE, L’EX MINISTRO DELLA DIFESA VIVE ANCORA NELLA CASA CHE LE ERA STATA ASSEGNATA QUANDO ERA MINISTRO, IN CAMBIO DI UN CANONE DI 141 EURO – EPPURE IL 19 NOVEMBRE AVEVA ANNUNCIATO CHE IL MARITO AVEVA PRESENTATO ISTANZA DI RINUNCIA PER L’ALLOGGIO. CHE SUCCEDE? LA PROROGA È STATA POSSIBILE GRAZIE ALLA… -
Il cronista preme il campanello, convinto di non ottenere nessuna risposta, e, invece, dopo pochi secondi la porta si apre e compare quello che immaginiamo essere un fantasma: il maggiore Claudio Passarelli, noto alle cronache come il consorte dell' ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Alla vista di un viso sconosciuto l' ufficiale si inalbera: «Lei come è entrato? Questa è una caserma militare».
Ecco a voi il cinepanettone delle feste: Natale (Capodanno e, pure, Epifania) a casa Trenta. Infatti, nonostante i ripetuti annunci, l' ex ministro non ha ancora lasciato lo spazioso appartamento di via Amba Aradam a Roma. A novembre il Corriere della Sera aveva scoperto che l' alloggio di servizio che aveva occupato da ministro era stato assegnato a suo marito militare, un piccolo escamotage per tenersi una bella casa (con un canone simbolico di 141 euro al mese) e non tornare nel modesto trilocale di via Montecuccoli, in cui la coppia risiedeva prima del salto di qualità.
«Da ministro», spiegò la Trenta sui social, «ho chiesto l' alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza». Poi, con Il Messaggero, aggiunse: «Lì c' erano problemi di controllo e di sicurezza, in quella zona si spaccia droga e la strada non ha vie d' uscita». E al Corriere, invece, spiegò: «La casa grande mi serve, ho una vita di relazioni, non posso andarmene».
Nonostante queste dichiarazioni, il 19 novembre, infine, la Trenta si arrese: «Mio marito, pur essendo tutto regolare e sentendosi in imbarazzo, per salvaguardare la famiglia, ha presentato istanza di rinuncia per l' alloggio». Quindi aggiunse: «Lasceremo l' appartamento nel tempo che ci sarà dato per fare un trasloco e mettere a posto la mia vita da un' altra parte». Un mese e mezzo dopo quel tempo non è ancora trascorso, anche se la signora aveva detto che il termine ultimo per la sua uscita scadeva esattamente un mese fa: «Quando ho lasciato l' incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l' appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019, ndr)». Parole sue, affidate alla pagina Facebook ufficiale.
Il 5 gennaio alla vigilia della Befana, la nostra risiede ancora nei paraggi di piazza San Giovanni. La proroga è stata possibile grazie alla staffetta con il marito. Stando a quanto avrebbe ricostruito il ministero, il 5 settembre la Trenta decade. Lo stesso giorno, però, il marito assume l' incarico di aiutante di campo del segretario generale della Difesa. Sempre il 5 settembre, la Trenta riceve «apposito avviso di rilascio dell' appartamento»: termine ultimo inizio dicembre. Il 18 settembre Passarelli presenta la domanda per lo stesso alloggio in cui da qualche mese vive con la moglie, canone 141,76 euro oltre al prezzo per l' uso dei mobili (173,19 euro). Il 2 ottobre Passarelli ottiene l' appartamento.
La normativa prevede che questi immobili «non possano essere concessi a personale che sia proprietario di un' abitazione idonea, disponibile e abitabile nella circoscrizione dove presta servizio, fatta eccezione per i titolari di incarichi compresi nella prima fascia». E l' aiutante di campo del segretario generale è in prima fascia, quindi non è un problema se, insieme con la moglie, possiede un trilocale al Pigneto. Il 23 ottobre l' atto di concessione dell' alloggio viene ultimato: anche se il maggiore dichiara di possedere la casa romana e un' altra a Campobasso, non ci sono motivi ostativi.
Come, d' altra parte, sbandiera la Trenta ormai da un mese. Ieri abbiamo provato a insistere con la ex ministra per ottenere delle spiegazioni. E la professoressa si è limitata a scriverci: «Grazie del vostro interesse, ma non rispondo a giornalisti prima della conferenza stampa». Un appuntamento annunciato da circa un mese, ma ad oggi mai organizzato. «Non ho ancora fissato la data, aspettavo la fine delle festività». Quindi ci ha inviato «l' unico articolo, dopo tanto clamore basato sul nulla, che ha ripreso la risposta a un' interrogazione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini». Una replica in cui il politico le conferma «stima e apprezzamento». Con noi l' ex ministro soggiunge: «Magari vi interessa sapere la verità» e accompagna la battuta con uno smiley e un augurio di buon anno nuovo.
Quindi la Trenta non risponde più ad altre domande, lasciando suonare a vuoto il cellulare per il resto del pomeriggio. Una mossa per creare attesa su questa fantomatica conferenza stampa che, sembra, sarà incentrata sul suo siluramento a facilitatore del Movimento 5 stelle per l' area Sicurezza e difesa, una bocciatura che avrebbe appreso direttamente dal Blog delle Stelle. Sgarbo di cui si è subito lagnata: «Incredibilmente non è stata fornita alcuna spiegazione, e questo episodio conferma le perplessità su alcuni processi decisionali dei vertici del Movimento». Le ragioni sono rimaste ignote.
E quello che la donna aveva ribattezzato come il Team del futuro è rimasto un progetto non realizzato, nonostante una presentazione in pompa magna nella Sala stampa della Camera dei deputati. E da allora la Trenta ripete «di essere vittima di una trama agita (sic, ndr) da alcuni poteri forti». Ma quali? Forse ce lo rivelerà nella conferenza stampa più attesa del 2020. Intanto i due coniugi continuano a vivere nell' appartamento che tanto clamore ha suscitato. E, visto che non ci sono stati sfratti, né, pare, violazione di leggi, potenzialmente potrebbero rimanervi ancora a lungo, nonostante l' annuncio della disdetta. Ma come si sa in politica c' è anche la questione dell' opportunità, uno dei cavalli di battaglia dei 5 stelle. Il motivo per cui forse la Trenta, tradendo un certo imbarazzo, preferisce non rispondere alle nostre domande.