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 2020  gennaio 05 Domenica calendario

La fabbrica dei santi di Papa Francesco

Si credeva che il record raggiunto da papa Giovanni Paolo II sarebbe rimasto a lungo insuperato. Invece papa Francesco lo ha superato eccome: dal 2013 al 2019 ha proclamato 898 santi, un numero considerevole se si pensa che il pontefice polacco ne aveva proclamati 482 in 27 anni di pontificato. Se poi si prendesse in considerazione l’intero periodo della storia della Chiesa, perlomeno da quando le canonizzazione sono state, per così dire, regolamentate, si vedrà che il numero di santi odierni supera addirittura quello di quasi quattrocento anni dei papati precedenti: dal 1592 al 1978, per 386 anni quindi, i santi proclamati sono stati 302. Queste cifre sono state studiate e analizzate in un recente reportage curato dal sito Truenumbers, uno spunto per poi andare a scoprire che cosa sta succedendo in questa “fabbrica di santi”, come a volte viene criticamente designata, che funziona a pieno ritmo, nonostante la secolarizzazione incalzante e il sempre più ridotto spazio della spiritualità nel nostro vivere quotidiano, dominato da ritmi frenetici, smania di possesso, senso di frustrazione, ossessione per i social, aggressività pervasiva.All’epoca di Giovanni Paolo II erano state sollevate numerose critiche sul numero dei santi proclamati. Nel 2003, in un documento dell’allora prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale José Saraiva Martins, si faceva esplicito riferimento a tali critiche, che individuavano nel gran numero di canonizzazioni una «strategia espansionistica della Chiesa Cattolica», un’operazione «di marketing della santità» e di «trionfalismo» ecclesiale. Ma, rispondeva lo stesso Papa, la Chiesa non fa che «registrare» la realtà, e corrispondere «anche al desiderio espresso dal Concilio», ossia la «chiamata universale alla santità». Non è scopo della Chiesa, si sosteneva, «fabbricare» sempre più nuovi santi. Essi sono già riconosciuti dal popolo, sono il frutto dell’azione dello Spirito Santo, e sono «fari» per il difficile cammino dei cristiani su questa terra. Appena salito al soglio pontificio Bergoglio, questi critici avevano espresso la convinzione che il nuovo Pontefice avrebbe posto un ulteriore freno ai processi. Invece... Papa Bergoglio ha comunque agito coerentemente al nuovo concetto di santità elaborato appunto dal Concilio Vaticano II. Ossia un traguardo potenzialmente accessibile a tutti, non solo a persone dotate di caratteri e doti eccezionali. E poi si sono sviluppate le pratiche delle canonizzazioni di massa, in particolare quelle di martiri. Francesco infatti ha canonizzato, in una volta sola, gli 800 martiri di Otranto, uccisi dai turchi nell’assalto della città pugliese nel 1480, i quali non avevano voluto cedere all’imposizione di convertirsi all’Islam. Anche papa Wojtyla aveva proceduto a canonizzare i 119 martiri in Cina uccisi nel 1815 e i 117 cattolici martirizzati in Vietnam, sempre nell’Ottocento. Papa Benedetto XVI si è «limitato» a 45 canonizzazioni. Tra le decine di neo santi proclamati da Francesco spiccano i nomi di due suoi predecessori, proprio Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, canonizzati durante una cerimonia memorabile in piazza San Pietro, il 27 aprile 2014, a cui era presente il papa emerito Benedetto. E due laici, marito e moglie, Maria Zelia Guerin e Louis Martin, i genitori di santa Teresa di Lisieux (la prima volta di un’intera famiglia salita agli onori degli altari). Senza dimenticare la grande Madre Teresa di Calcutta, che Francesco ha canonizzato il 4 settembre 2016. numeri impossibili Alla domanda su quanti siano i santi venerati dalla Chiesa cattolica non è possibile dare una risposta precisa.
Bisogna anche ricordare che fino al 1234 le Chiese locali potevano dichiarare santi in autonomia da Roma. Solo nel 1483, con Sisto IV, si affermò la distinzione tra santi e beati. Durante il Concilio Vaticamo II è stata ideata l’Enciclopedia dei Santi o Bibliotheca Sanctorum, nella quale sono stati raccolti più di 30.000 voci tra santi, venerabili, servi di Dio, beati. Il libro liturgico “Martyrologium Romanum”, Martirologio Romano, contiene l’elenco ufficiale dei santi della Chiesa cattolica. L’ultima edizione, quella più recente, risale al 2004 e contiene 9.900 nomi tra santi e beati.
Ma come viene ufficialmente riconosciuta la santità? Dai tempi del Concilio di Trento, nel 1545, la Chiesa ha cominciato a dotarsi di norme specifiche per evitare confusioni e abusi, visto che precedemente si poteva diventare santi anche solo per acclamazione popolare.Il processo di canonizzazione è caratterizzato da diverse fasi. Si comincia con quella diocesana, in cui è coinvolta la Chiesa locale del posto in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto e operato. Il dossier – con documenti e testimonianze – passa in Vaticano, presso la Congregazione per la causa dei santi, dove la causa viene portata avanti da un postulatore. La scala che sale verso la santità ha tre gradini: servo di Dio, venerabile, beato. Perché un venerabile sia proclamato beato occorre (salvo dispensa papale) che siano passati almeno 5 anni dalla sua morte e che si sia verificato un miracolo ascrivibile all’intercessione del venerabile. Se poi si verifica il riconoscimento di un secondo miracolo si passa alla proclamazione della santità, tecnicamente detta canonizzazione, perché si entra a far parte del canone, cioè dell’elenco ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa e dei quali è autorizzato il culto.