Libero, 5 gennaio 2020
Biografia di Jole Santelli
C’è voglia di riscatto nella Calabria da cui i giovani fuggono perché manca il lavoro, le infrastrutture sono disastrate, crimine, corruzione e malaffare hanno messo radici difficili da estirpare e la sanità fa piangere. I sondaggi dicono che c’è voglia di cambiamento e, del resto, il presidente uscente Mario Oliverio, sotto inchiesta e mollato dal centrosinistra, è stato costretto al ritiro avendo fiutato le scarse possibilità di riconferma. Il centrodestra, invece, è compatto su Jole Santelli, 51enne azzurra della prima ora, fedelissima del Cavaliere appoggiata anche dal capo della Lega Matteo Salvini (senatore eletto in Calabria) e dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Sì, è vero, per arrivare alla quadratura del cerchio il partito del Cav ha dovuto attendere che i fratelli Occhiuto – Mario sindaco di Cosenza (Santelli è stata la sua vice) e Roberto, entrambi impegnati in politica e in principio ventilati come candidati per la tornata amministrativa – facessero un passo indietro a favore della collega ex sottosegretario alla Giustizia, ma adesso che la candidatura di Jole è ufficiale, Forza Italia marcia unita per sbaragliare la concorrenza. In sostegno dell’azzurra ci sono ben sei liste (oltre a quelle di Fi, Lega, Fdi, Udc, le civiche “Jole Santelli Presidente” e Casa delle Libertà) contro le tre dello sfidante Pippo Callipo, distanziato il Movimento Cinquestelle che, dopo un travaglio interiore, ha deciso di schierare Francesco Aiello scelto dai clic di circa mille attivisti. Santelli ha aperto la campagna elettorale ieri a Reggio Calabria, con accanto la capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini, la quale ha suonato la carica chiamando in causa le sorti delle due regioni al voto il 26 gennaio. «Da qui, come dall’Emilia Romagna, con un’altra donna del centrodestra», ha arringato, «può partire la riscossa dell’unica coalizione politica vera in questo momento in Italia che è la coalizione di centrodestra e che, grazie anche al voto dei calabresi del 26 gennaio, tornerà al governo nazionale. Jole sarà la prima presidente donna di questa Regione», ha dichiarato Gelmini lanciando un messaggio ai delusi del M5S: «Se volete far ripartire la Calabria votate Jole Santelli». L’aspirante governatrice, dal canto suo, ha insistito sull’importanza del «fare squadra» con il consiglio regionale, ma anche con i cittadini calabresi. «Dovremo puntare sulle nostre eccellenze», ha detto, «turismo, cultura, ambiente, agricoltura, innovazione tecnologica. Occorrerà investire le risorse in maniera trasversale, producendo una vera occupazione, canalizzando i fondi e sapendo cosa scegliere». «La Regione», ha aggiunto, «non è un ente di potere, ma di programmazione e di governo». Ancora: «Tanti calabresi che sono fuori possono dare ancora tanto alla Calabria». Fare rientrare i “cervelli” emigrati è sicuramente uno dei punti del programma dell’azzurra, avvocato orgogliosa della propria terra e consapevole che l’occupazione in Calabria langue e in troppi se ne vanno. Anche lei è andata a Roma a fare politica, nel ’97 lavorava già per il partito, impegnata nell’ufficio legislativo e nell’ambito della giustizia dove ha collaborato a lungo con Marcello Pera che intuì le sue potenzialità. Ma dalla Capitale la deputata è sempre tornata a casa, a Cosenza, dove ha respirato politica fin da piccola: mamma fieramente democristiana, papà socialista e lei che da ragazzina voleva attaccare il poster di Claudio Martelli nella stanza del collegio di suore dove stava. Poi è arrivata Forza Italia, la stima del Cav, l’amicizia con Francesca Pascale e con tanti dei trenta-quarantenni azzurri alcuni dei quali oggi un po’ sparpagliati o in crisi d’identità politica. Jole ha sempre lavorato a testa bassa ed è rimasta fedele. Non perché non avesse altro da fare, ma perché, ha detto in un’intervista tempo fa, non è una voltagabbana e per stare in un partito «ci deve credere. Se ti stufi allora vattene a casa».