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 2020  gennaio 05 Domenica calendario

Cento anni dalla morte di Modigliani

Amedeo, 35 anni, a letto, in delirio, si aggrappa con le ultime forze all’amata Jeanne, al nono di mese di gravidanza del secondo figlio. La giovane, 22, accanto a lui, lo guarda sconvolta. Intorno, scatole di sardine e bottiglie vuote. È in queste condizioni che il 22 gennaio 1920, Amedeo Modigliani viene trovato nella sua abitazione parigina, in rue de la Grande Chaumière. Modì viene portato all’Hopital de la Charité, dove muore due giorni dopo per meningite tubercolare. È il 24 gennaio. Il 27 ci «Furono magnifiche esequie, a cui presenziarono Montparnasse e Montmartre: pittori, scultori, poeti e modelli. Il loro straordinario corteo scortava il carro funebre coperto di fiori. Al suo passaggio, a tutti gli incroci, gli agenti della polizia si mettevano sull’attenti e facevano il saluto militare», si legge su Le Figaro. Il giorno prima, Jeanne ha deciso di seguire l’amato, gettandosi dalla finestra di casa dei genitori. 

L’EREDITÀ
Sono passati cento anni dalla morte dell’artista, pittore maledetto per definizione, temperamento, forse cliché. Oggi Modigliani è ritenuto uno dei più grandi nomi dell’arte del XX secolo. La sua figura è quasi leggendaria – si pensi pure al caso delle teste rivelatesi una burla nel 1984 – e il suo segno è ben vivo sia come artista, con il suo stile inconfondibile, dai ritratti con colli affusolati ai nudi, sia come uomo. Di una bellezza tormentata, affascinante, cosciente del destino che lo condanna a una fine precoce per le pessime condizioni di salute – già a 16 anni si manifestò la tubercolosi – ma consapevole della possibilità di vincere quella sorte come artista, Modigliani pareva sfidare la morte ogni giorno abbandonandosi agli eccessi, tra droghe e alcol. «Già tra i 9 e gli 11 anni era molto malato – dice Angelo Longoni, che ha appena pubblicato Modigliani. Il principe (Giunti) – Il suo modo di fare e gli eccessi non erano che il tentativo di mascherare il problema e farsi accettare come persona sana. Alcol e oppio lo aiutavano a limitare la tosse. La sua fama di maledetto, quindi, nasce dalla sua fragilità».

GLI AMORI
Tra gli eccessi di Modì sono annoverati i tanti amori, da Anna Achmatova a Beatrice Hastings e altre, fino, appunto, a Jeanne. «Era rigido, tutto d’un pezzo, inaspettatamente violento, a causa della sua dolcezza apparente», diceva Max Jacob. «Carattere complesso. Contemporaneamente perla e maiale», lo definì Beatrice Hastings. «Ho ben conosciuto Modigliani; l’ho conosciuto affamato, l’ho visto ubriaco e l’ho visto abbastanza ricco. Mai l’ho visto mancare di grandezza», ricordava Maurice de Vlaminck. Quella grandezza era energia che Modigliani sapeva mettere nella sua arte, cercando di fermare su tela l’anima di amici e amanti, quasi a farsi un collezionista di vite. E portando in ogni opera parte dì sé, tra vitalità, eccesso e malinconia. 
Nel centenario, Modì è celebrato in Italia e non solo. Livorno, città in cui è nato il 12 luglio 1884 in via Roma 38 – la casa natale è visitabile e ci sono proposte di trekking urbano sulle sue tracce – ospita l’esposizione Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre, al Museo della Città fino al 16 febbraio, organizzata da Comune di Livorno con Istituto Restellini di Parigi e la partecipazione di Fondazione Livorno, curata da Marc Restellini con coordinamento di Sergio Risaliti.
Modigliani si trasferì nel 1906 a Parigi, centro delle avanguardie dell’epoca. Qui strinse amicizia con Guillaume Apollinaire, Chaim Soutine, Maurice Utrillo, Pablo Picasso e altri. E qui, nel 1917, tenne la prima personale: fu costretto a ritirare i nudi perché ritenuti scandalosi dalle forze dell’ordine. A Livorno si possono ammirare 26 opere dell’artista, raramente esposte, dalle collezioni di Paul Alexandre e Jonas Netter che lo sostennero in vita, e circa cento opere della grande École de Paris. Roma ospiterà la mostra immersiva, L’Impossibile Modigliani. L’artista italiano e l’arte africana. Simbolo, opere, tecnologia, dal 25 giugno al Quirinetta, organizzata da IAM-Istituto Amedeo Modigliani nel format Modlight, con circa cento lavori ricostruiti virtualmente. Qui, in prima assoluta, l’ologramma Modigliani. In Sardegna, è prevista la realizzazione della Casa tecnologica Modigliani. Modì sarà celebrato pure, dal 19 marzo al Museo del Palacio de Bellas Artes, a Mexico city, con l’esposizione Modigliani and the Montparnasse adventure, e, dal 18 settembre, all’Albertina Museum di Vienna, con Modigliani Picasso. The Primitivist Revolution. L’IAM porterà progetti espositivi in Cina. Non manca uno sguardo al cinema. «I lungometraggi fino ad oggi hanno romanzato la sua vita – conclude Longoni – vorrei fare un film su di lui o una serie. La sua è una storia ricca, non ha bisogno di fantasie».